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2° Edizione
Diz Giu. totali
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46885 39 46924 occorrenze
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1) Dizion. 2° Ed. .
MODERANZA
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pag.524



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Esempio: Fior. Vir. Puossi appropriare la virtù della moderanza all'Ermellino.
2) Dizion. 2° Ed. .
STRAFORMARE
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pag.842



1) id: 75a452b6ee864eb48b588c213189d361)
Esempio: Fior. Vir. Straformandosi in atti, in modi, e in costumi.
3) Dizion. 2° Ed. .
STRAFORMAGIONE
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pag.842



1) id: 366e1b853be24afa804a7513cc03f258)
Esempio: Fior. vir. Amore non è altro, che straformagion nella cosa amata.
4) Dizion. 2° Ed. .
HUOMO
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pag.401



1) id: e8b54b3d78eb4de0b00fd934784affb2)
Definiz: Animal ragionevole. Lat. homo, vir.


2) id: a966ebdac6314d538ffc643321e94006)
Esempio: G. V. 4. 14. 5. Perchè era stato huomo di sangue.


3) id: 4fdb0e3d1fed4bbe9d2e52fc82acfe95)
Esempio: G. V. 6. 20. 4. Era col nome il fatto, huomo di testa, e di poco senno.


4) id: a569ead6aee84ac1aba3984d061221e5)
Esempio: G. V. 8. 64. 1. Huomo molto avveduto, e pratico, e di gran conoscenza, e memoria.


5) id: 00ad3bc1fb2844e88dbcf5ab330a7673)
Definiz: ¶ E, huomo di testa, caparbio, di sua opinione.


6) id: f9aa41a32b7f4d8b9983ab819fa33962)
Definiz: ¶ E, huomo di tempo, vale attempato, di molta età.


7) id: 536c90e35d8b471096ba82f0f152dadc)
Definiz: ¶ E, huomo di ferro, di natura gagliarda, e robusta.


8) id: 090e1d7505c14784ad74709c5c2d8285)
Esempio: Bocc. n. 100. tit. Il Marchese di Saluzzo, da' preghi de' suo' huomini costretto di pigliar moglie.


9) id: c2a4674e22744c2abf2ba70795366e1c)
Definiz: ¶ E, huomo di sangue, huomo crudele, e ucciditore.


10) id: 166378a6a0fa4f9e911d6561d76eea06)
Definiz: ¶ E, huomo dolce, di piacevole, e buona natura.


11) id: 07bfada6c2424e8184ca63b4c0ec0ab8)
Esempio: G. V. 2. 12. Regnò nove anni, e fu buono huomo, e dolce, e nutrì orrevolmente Carlo il Grosso.


12) id: a66cb48ad574428aa32bcc357290f53b)
Esempio: N. ant. 41. 1. Marco Lombardo fue nobil'huomo di Corte.


13) id: 0c71efc586c34a27882fd01a905dda8a)
Esempio: Bocc. n. 7. 3. E massimamente huomini di Corte d'ogni maniera.


14) id: 5358185a5d894f1ab2a08470f5a371b0)
Definiz: ¶ E, conoscere huomo, parlando metaforicamente di donna, vale aver congiugnimento carnale.


15) id: 084fab2ce98e4fc0829845514c6787f3)
Definiz: ¶ Diciamo, buono huomo , per modo di chiamare uno, non sappiendo il suo nome.


16) id: 3cc8ce7b4a7a4e7cbe433d1a94ce7b49)
Esempio: N. ant. 4. 1. Cominciò a farlo nodrire intra savi huomini di tempo.


17) id: 8ff337e469324e21bf3b50a83ada75d2)
Definiz: ¶ E, huomo di mondo, o del mondo, vale, che attende alle cose sensuali.


18) id: 6dae8f014be1449fbec000f969b78826)
Esempio: E Dan. Par. appresso. Il cui nome era Guiscardo, huom di nazione assai umile.


19) id: db77dca097e046a6ad7a00c6a75fdd79)
Definiz: ¶ E, huom di Corte, dicevano gli antichi, a huomini piacevoli, e motteggevoli, che frequentavan le Corti.


20) id: 944e98799fba4c71ad9804e4fcb7162e)
Esempio: Bocc. n. 79. 11. Le quali subitamente, perchè l'huom voglia, di tutto 'l Mondo vi son recate.


21) id: ca3e156fbdaa41dd9fab62bc7689ce58)
Esempio: Boc. n. 19. 28. Tu ridi, perchè vedi me huom d'arme andar dimandando di queste cose femminili?


22) id: 51353d472312464cae4d3c51c5ab5d57)
Esempio: Dan. Inf. 10. Sempre a quel ver, ch'ha faccia di menzogna, De' l'huom chiuder le labbra quanto puote.


23) id: 092b929cc098485483450c2a212a8e13)
Esempio: M. V. 11. 81. Annibale huomo di ferro, nel mezzo del Verno, passò gli altissimi gioghi delle montagne.


24) id: 59dc4bd2fdc945fbb342b49300cc45d3)
Definiz: ¶ L'accrescitivo di questa voce HUOMO, è HOMACCIONE, più tosto, che HOMONE, sì come il diminutivo è HOMACCINO, anzi, che HOMINO.


25) id: 53991f75e121467c93aa97b5b3084d41)
Esempio: Bocc. Introd. n. 8. La cosa dell'huomo infermo stato, e morto di tale infermità, tocca da un'altro animale, fuori della spezie dell'huomo, non solamente, ec.
5) Dizion. 2° Ed. .
FIOR CAPPUCCIO
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pag.343



2) id: 614528ebecf14dd2b39655be504b52c1)
Esempio: Fir. Dial. bell. don. Furono chiamati fior cappucci, quasi fior da cappucci.


3) id: 4d98b2f2fc8044389c390eb290037374)
Definiz: Fior campestre il salvatico, che è azzurro, del quale, e degli altri, sorte, e colori vedi Gasparo Bavino sopra 'l Matt. Lat. consolida regia, vel regalis, altridelphinium.
6) Dizion. 2° Ed. .
UMILTA.
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pag.936



1) id: 4935a7c4600742148d303872c54daa9d)
Esempio: Fior. Vir. A. Mon. Umiltà, secondo Origéne, si è raffrenar l'altezza dell'animo.


2) id: 7d60f5c075be4b008765946edb6078da)
Esempio: Dan. Purg. 10. Mentre io mi dilettava di guardare Le immagini di tante umilitadi.


3) id: aa2ce20e6c40490a8fa131a4164c9a3f)
Esempio: Collaz. S. Pad. Con tutto sforzo si dee acquistare il ben della discrezione, con la virtù dell'umiltà, la quale, ec.


4) id: 37b62b2dee7540ff8181fbb5b645b887)
Esempio: Com. Umiltade, secondo, che descrive Agost. è una volontaria inclinazion di mente.
7) Dizion. 2° Ed. .
MATTIA
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pag.504



1) id: 821553558e014f2baf065157edf216d1)
Esempio: Fior. vir. A. M. Mattía è vizio contradio alla virtù della prudenzia.


2) id: 87808b3df092418d9f36e2b60c0fa9ff)
Esempio: Fr. Giord. S. Questa è una mattía a dicere, o a credere.


3) id: 458608e24da34753bb3750f59d0f6d86)
Esempio: Amm. Ant. Anche bellezza spesso è segno di mattía, e superbia: di rado s'accozzano insieme bellezza con senno.
8) Dizion. 2° Ed. .
RICUCITURA
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pag.694



1) id: 26ebab5a3c734bd7b6b34a6fad49d30d)
Esempio: Fior. Vir. Così è ricucitúra gentile, come fanno alla verdura della selva.
9) Dizion. 2° Ed. .
FIORE
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pag.343



1) id: 6a4fa5e5e3f543f8a5afb31497419d71)
Esempio: Fr. Giord. S. Onde non valica fior di tempo, di dì, o di notte.


2) id: 7ceb7b1cb8b64efc96b22840d7d75d77)
Esempio: Caval. Specch. cr. Se tu li volessi fior di bene.


3) id: a1df54266f114e79b034872d8f746556)
Esempio: Dan. Inf. c. 25. La novità se fior la lingua abborra.


4) id: f2f10b1d293447fb8881534aa917786d)
Esempio: E Dan. Inf. can. 34. Pensa oramai per te s'hai fior d'ingegno.


5) id: 3a3ad1df6a834f1883df5459c392ba8d)
Esempio: Mess. Cino. Così stesse nel cuore sì ch'un fiore Di me pietade avesse [cioè un poco]
10) Dizion. 2° Ed. .
SUBBISSAMENTO.
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pag.849



1) id: bb98c6bec30646b99b63eae05b9356bb)
Esempio: Fior. vir. A. Mon. Nel romor del subbissamento, la donna di Lotto, ec. diventò una statua di marmo.
11) Dizion. 2° Ed. .
PILUCCARE
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pag.613



1) id: 9cd897fa886d42b1aca7e36e0ca8413e)
Esempio: Fior. Vir. A. Mon. Il cane ama l'osso infino, che v'è da piluccare.


2) id: 2e6cf1a751c54354bf505f3b5a888b20)
Esempio: Morg. Rinaldo cominciava a piluccare, e trassesi di testa allor l'elmetto.
12) Dizion. 2° Ed. .
VANTAGIONE
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pag.908



1) id: e8de709f0e4c44858923c6f90e382faf)
Esempio: Fior. Vir. A. Mon. Lo secondo è vantagione, cioè a lodarsi d'alcuna cosa.


2) id: 426d5c4fd6684377a6c93381335b1207)
Esempio: E Fior. di Vir. A. M. appresso. Salamone disse del vizio della vantagione. Lasciati lodare ad altra lingua, e non alla tua.
13) Dizion. 2° Ed. .
S
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pag.733



2) id: d603857670bb4581b2baae2525ee657e)
Definiz: Lettera di suon vemente, come la R. posta in composizion co' suo' primitivi, ha forza molte volte, di privativo: come CALZARE SCALZARE, MONTARE SMONTARE. Alle volte d'accrescitivo: come, PORCO SPORCO, MUNTO SMUNTO. Alle volte di frequentativo: come BATTERE SBATTERE. Alle volte non opera nulla, valendo lo stesso: CAMPARE SCAMPARE, BANDITO SBANDITO, BEFFARE SBEFFARE. Appo di noi ha due varj suoni: il primo più gagliardo, e, a noi, più familiare: come CASA, ASSE, SPIRITO. L'altro più sottile o rimesso, usato più di rado: come SPOSA, ROSA, ACCUSA, SDENTATO, SVENATO. In questo secondo suono non si raddoppia giammai, ne anche si pone in principio della parola, se non quando, immediatamente, ne segue una consonante: come SMERALDO, sdentato, ec. Consente dopo di se, nel principio della parola, tutte le consonanti, salvo la Z. Nel mezzo della parola, e in diversa sillaba, riceve, dopo di se, le medesime consonanti, ma più malagevolmente: e, per lo più, in composizione, con la preposizion DIS o MIS: come DISDETTA, MISLEALE: ma col C, P, T, s'accoppia frequentemente, senza difficultà: come TASCA, CESPUGLIO, PRESTO. Quando è posta avanti al C, F, P, T, si dee pronunziare nel primo modo, cioè, col suon più gagliardo: come SCALA, SFORZO, VESPA, STUDIO, CESTO: ma avanti al B, D, G, L, M, N, R, V, si pronunzia col suono più sottile, o rimesso: come, SBARRA, SDEGNO, SGUARDO, SLEGARE SMANIA, SNELLO, SRADICARE, SVENTURA. Avanti di se ammette la L, N, R, in mezzo alla dizione, e in diversa sillaba: come FALSO, MENSA, ORSO. Raddoppiasi nel mezzo della parola, come l'altre consonanti, dove lo ricerca il bisogno.
14) Dizion. 2° Ed. .
VIRO
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pag.930



1) id: 0a4fd58d29c14298a6156b167ee1b127)
Definiz: D'età virile, huomo fatto. Latin. vir.


2) id: 7fca94e414a8412fa8656cc8fe10b3fa)
Definiz: ¶ Per huomo semplicemente. Lat. vir, homo.


3) id: 9bb785ae602e4016bd93d6353ffbf358)
Esempio: Dan. Inf. 4. Ch'avean le turbe, ch'eran molte, e grandi, E d'Infanti, e di femmine, e di viri.
15) Dizion. 2° Ed. .
G
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pag.366



2) id: 503efe1e2cf84fcbad343d31e06ebac3)
Definiz: Lettera compagna del C, laquale, anch'ella, ha due suoni diversi, perchè posta avanti all'A, O, U, ha il suono più rotondo, come GALLO, GOTA, GUSTO: e avanti all'E, ed I, ha il suono più sottile, o aspirato, come GENTE, GIRO: onde, per necessità di proprio carattere, per servircene nel primo suono con la E, e con l'I, pogniamo dopo la H, come GHERONE, GHIRO. Questo Gh, quando ne seguita l'I, ha anch'egli due suoni, l'uno più rotondo, e grosso, come GHIRLANDA, VEGGHI dal verbo vedere: l'altro più sottile, e schiacciato, il quale, per lo più, avviene, quando all'I segue un'altra vocale, come GHIANDA, GHIERA, VEGGHIA: e a cotali suoni, per isfuggire errore, sarebbe di bisogno proprio carattere a ciascheduno. Delle consonanti riceve dopo di se, nella stessa sillaba, la L, N, R. Come NEGLETTO, GLORIA, EGLI, REGNO, INGRATO, GRETOLA: bene è vero, che dopo la L, dove non seguita l'I, per esser suono, per sua durezza sfuggito da questa lingua, si truova di rado. Quando alla L, col G avanti, seguita l'I, in tal caso ha due suoni: l'uno più rotondo, e grosso, come NEGLIGENTE, il quale non è molto ricevuto da noi: l'altro più sottile, o schiacciato, come GIGLIO, FOGLIO: e questo è nostro proprio. Aggiunto, come s'è detto, il G alla L, e N, gran parte gli fa perdere del suo suono, come AGLIO, RAGNA. Consente avanti di se La L, N, R, S. nel mezzo della parola, e in diversa sillaba, come VOLGO, VANGA, VERGA, DISGREGARE, benchè la S si trovi in mezzo di rado, e per lo più, in composizione, con la preposizione DIS. Ma nel principio di parola, più frequentemente, come SGARARE: e si pronunzia sempre la S avanti al G, nel secondo modo, cioè nel suono più rimesso, come nella voce ACCUSA. Raddoppiasi questa lettera nelle nostre voci molto spesso, come POGGIO, OGGI, ec.
16) Dizion. 2° Ed. .
RICOTTA
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pag.694



1) id: 5109e971fd90484086f29820d89826c5)
Definiz: Fior di siero rappreso al fuoco.


2) id: 29dd357f9fac4758afa6c44b1288662f)
Esempio: Cr. 10. 11. 5. Se vedi che non mudi, ugni la carne, la quale tu gli dai, di ricotta, e mele.
17) Dizion. 2° Ed. .
IMBENDARE
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pag.403



1) id: 575871a06d1b44b39f3c4dc123af7430)
Esempio: Fior. di Vir. E giunselo a tanto, ch'ella lo fece vestire, e imbendare, a modo d'una femmina.


2) id: 25ca7683643a4620ab79b048a1557dc4)
Esempio: Bocc. Sopra Dan. E fu tanto vago di lei, ch'ella lo 'mbendava, e facevalo filare.
18) Dizion. 2° Ed. .
AGIATEZZA.
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pag.31



1) id: ab852f2a78264d7fbe26197a4c15d4f6)
Esempio: Fior. di Vir. Niuna può esser maggior tristizia al Mondo, che essere stato in beatitudine, e agiatezza.
19) Dizion. 2° Ed. .
DISCORDIA
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pag.274



1) id: 4d6e30e70ca04daab674e4b909bdc1ac)
Esempio: Fior. vir. A. Mon. Discordia si è ne' cuori di coloro, che non vogliono l'uno quel che l'altro.


2) id: 10553e67ca2349aea713b0230edf4444)
Esempio: G. Vill. 9. 160. 2. In quel medesimo tempo i Fiamminghi, per discordia, ch'aveano con gl'Inglesi, ec.


3) id: 78b6522a4825480e948687c6c3b173df)
Esempio: Maestruz. E la discordia peccato mortale? Quando alcuno scientemente, e con intenzione discorda dal bene di Dio, e del prossimo, nel quale e' dee consentire.
20) Dizion. 2° Ed. .
BARBATICO.
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pag.109



1) id: a1536d2c2d9b4000ae582fb4787b1751)
Esempio: Fior. di Vir. l'huomo, che in pace si trae sicura la vita, mai non può avere poco barbatico.