Lessicografia della Crusca in rete

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La ricerca è stata rilevata in 882 forme, per un totale di 457 occorrenze

2° Edizione
Diz Giu. totali
880 2 882 forme
456 1 457 occorrenze
Ordinamento delle voci: alfabetico punteggio
240) Dizion. 2° Ed. .
DORMIZIONE
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pag.299



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Esempio: Maestruz. Così li smemorati, e dormienti, se innanzi alla furia, e dormizione avevano contraria volontade, non ricevono in sagramento.
241) Dizion. 2° Ed. .
FIGURATAMENTE
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pag.340



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Esempio: Maestruz. Compose il movimento suo, quasi, come d'un'huomo, che volesse più di lungi andare, per significare alcuna cosa figuratamente.
242) Dizion. 2° Ed. .
MILITANTE
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pag.518



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Esempio: Maestruz. A coloro che muoiono, avvegnachè si sottragga la pugna, per la morte, nondimeno vanno al premio de' militanti.
243) Dizion. 2° Ed. .
DISCOLO
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pag.274



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Esempio: Maestruz. Coloro che a ogni cosa si pongono al contrario contastare, non curando persona, son chiamati litigiosi, o discoli.
244) Dizion. 2° Ed. .
SACRAMENTALE
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pag.733



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Esempio: Maestruz. Quello che significano queste cose sacramentali, che si fanno, innanzi al battesimo nel catechismo, si dirà di sotto.
245) Dizion. 2° Ed. .
MALADIZIONE
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pag.490



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Esempio: Maestruz. La maladizione, ec. è quella, per la quale si pronunzia il male contro alcuno, questo disiderando, e imprecando.
246) Dizion. 2° Ed. .
MANNAIA
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pag.495



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Esempio: Maestruz. E da guardarsi in tali casi di non dire arruota ben la mannaia, e acconciagli bene il capestro.
247) Dizion. 2° Ed. .
CELEBRITA
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pag.168



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Esempio: Maestruz. Nondimeno sostien l'usanza d'alquante chiese, che celebrano questa festa, onde la celebrità non è al tutto da riprendere.
248) Dizion. 2° Ed. .
PREPARAZIONE
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pag.630



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Esempio: Maestruz. I comandamenti della pacienza sono più tosto a preparazion di cuore, che a operazion, che si fa manifestamente.
249) Dizion. 2° Ed. .
DIGIUNATORE
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pag.260



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Esempio: Maestruz. Da che cibo si deono astenere i digiunatori? ec. A' digiunatori non è vietato di ber più volte.
250) Dizion. 2° Ed. .
AFFETTATO
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pag.25



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Esempio: Maestr. E nota, che qualunque Vescovo ordina cherico d'altra diocesi, senza licenzia del suo superiore, scientemente, o vero con ignoranza affettata, è sospeso per un'anno di non potere ordinare.
251) Dizion. 2° Ed. .
VENERAZIONE
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pag.916



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Esempio: Maestruz. Culto divino si dice volgarmente per venerazione, che si fa a Dio con atti interni, o esterni. Lat. veneratio.
252) Dizion. 2° Ed. .
LIVORE
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pag.478



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Esempio: Maestruz. E questo è lecito di fare, per amor della giustizia, ma non per livor di vendetta [cioè mal disiderio.
253) Dizion. 2° Ed. .
INGANNO
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pag.434



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Esempio: Maestruz. Inganno è una insidiosa malizia, quando alcuno si fa involar la cosa, che gli è stata data in serbanza.
254) Dizion. 2° Ed. .
SOSPENSIONE
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pag.811



1) id: 0a328ba8ba6b46baa90d2f683c9fee63)
Esempio: Maestruz. I Vescovi, e superiori nulla sentenzia d'interdetto, o di sospensione incorrono, se di loro non si facesse espressa menzione.
255) Dizion. 2° Ed. .
REGGE.
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pag.683



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Esempio: Maestruz. E gli altri ufici si dicono submissa voce, con le reggi chiuse, e schiudendo dall'uficio ogni scomunicato, e interdetto.


2) id: 9dc96ebcabed484db38d25a1f26af5ae)
Esempio: E Maestruz. appresso. E con le reggi aperte ad alta voce si celebri il divino uficio.
256) Dizion. 2° Ed. .
SFORMATO
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pag.786



1) id: f838bcf02e6e45e19f77f1ad19bbcb79)
Esempio: Maestruz. Se già non si temesse dello scandalo, per lo troppo sformato vizio, o vero pericolo, per la troppa debilitade.
257) Dizion. 2° Ed. .
FORCELLA
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pag.349



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Esempio: Maestr. Aldobr. E sì come di mangiare concorde, mellóni, lomíe, muliache, pesche, mele di state a digiuno, per lo gran caldo, per la forcella, e per lo fegato caldo, raffreddare.
258) Dizion. 2° Ed. .
IDDIA
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pag.402



1) id: a082ad10723d443683fdc8811efe588b)
Esempio: Maestruz. Che sarà d'alquante donne, le quali dicono, o ver credono, cavalcare sopra alquante bestie con la Diana Iddia de' Pagáni?
259) Dizion. 2° Ed. .
TAGLIONE.
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pag.862



1) id: c6b762807884492a8cdc37cf1a04e539)
Esempio: Maestruz. Dee obbligarsi a pena di taglione, cioè di ricever quello, che vuol fare altrui. Dante Inf. chiamò questa pena, CONTRAPPASSO.