Lessicografia della Crusca in rete

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4° Edizione
Diz Giu. totali
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80105 1054 81159 occorrenze
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260) Dizion. 4° Ed. .
FINOCCHINO
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pag.467



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Esempio: Fir. rim. burl. Ma chi è quel finocchin mio, che possa Lodarti daddovero (quì, per ischerzo, dim. di Finocchio)
261) Dizion. 4° Ed. .
GHIRIGORO.
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pag.599



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Esempio: Fir. nov. 4. 226. Un paio di zoccoli a scaccafava colle belle guigge bianche stampate con mille belli ghirigori.
262) Dizion. 4° Ed. .
ATTESA
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pag. 318



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Esempio: Rim. ant. P. N. Moroz. da Fir. Di mia vita angosciosa, Ch'ha fatto lunga attesa, Non si truova difesa.
263) Dizion. 4° Ed. .
VISSUTO.
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pag.288



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Esempio: Fir. As. 295. Ma il ben vissuto vecchio ec. con ogni instanza s'ingegnava di mostrare la verità della cosa.


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Esempio: Salvin. disc. 1. 108. Il suo guerriero marito Odenato sempre vissuto nelle selve, e ne' monti.
264) Dizion. 4° Ed. .
BAIACCIA
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pag.369



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Esempio: Fir. nov. 8. 304. Acciocchè la burla si spandesse per tutto, e se ne desse loro una gran baiaccia.
265) Dizion. 4° Ed. .
VACCHETTA.
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pag.183



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Esempio: Fir. As. 212. Ricercando i mei pastori d'una vacchetta, che egli avevano smarrita, per mia mala sorte ne riscontrarono.
266) Dizion. 4° Ed. .
FIGURACCIA
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pag.456



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Esempio: Fir. disc. an. 59. Il terzo, che, come s'è detto, era una certa figuraccia da non pensare a nulla, ec. fu preso.
267) Dizion. 4° Ed. .
MINUZZATA
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pag.251



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Esempio: Fir. rim. 48. Ch'io mi rifò talor d'un'insalata, D'un po' di cacio, e d'un mezzo popone, Com'una festa della minuzzata.
268) Dizion. 4° Ed. .
RASOIACCIO.
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pag.74



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Esempio: Fir. nov. 4. 231. Fattosi dar dal fratello un certo rasoiaccio tutto pieno di tacche ec. lo mise sul cassone.
269) Dizion. 4° Ed. .
STANGATO
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pag.707



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Esempio: Fir. As. 29. Io mi accostai all'uscio suo, e perciocch'egli era molto bene stangato, io picchiai più volte, e chiamai.
270) Dizion. 4° Ed. .
ACQUACCIA.
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pag.47



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Esempio: Fir. rim. Che più piacer di quell'acquaccia sola Aveva avuto, che s'un botticino Di trebbian gli passasse per la gola.
271) Dizion. 4° Ed. .
A ARMACOLLO.
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pag.4



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Esempio: Fir. nov. 6. 251. Perchè levatasi, e messasi una sua vesticciuola ad armacollo, pian piano se n'andò ad una porticella.
272) Dizion. 4° Ed. .
ANDAZZO.
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pag.196



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Esempio: Fir. Luc. 1. 1. E se mai fu andazzo di poeti, e di improvvisanti, n'è stato in questa terra quest'anno.
273) Dizion. 4° Ed. .
AVARETTO
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pag.329



1) id: ac92d19759074424b7358695439ac0ee)
Esempio: Fir. nov. 4. 228. La Tonia disposta di contentarlo, ma anzi avaretta, che no, come le donne sono, disse ec.
274) Dizion. 4° Ed. .
SOPRAGGITTO.
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pag.597



1) id: 4fb8ecf830124c3e99081a81458ccad2)
Esempio: Fir. nov. 7. 264. E da quinci innanzi io ti voglio dare una camicia bella, e nuova col sopraggitto intorno alle maniche, e col punto a spina in sul collaretto.


2) id: 0bd168e8da9f4cd0b3534fa20d6f36fd)
Esempio: Buon. Tanc. 4. 5. E duo' lenzuol cuciti a sopraggitto.
275) Dizion. 4° Ed. .
GIORNÉA.
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pag.610



1) id: bd9c276a0bff448681d1ca65a0fbf3cf)
Esempio: Fir. nov. 4. 225. O che gli paresse esser tanto bello in piazza, e calzar bene una giornéa di panno cilestro.


2) id: 8128c8ca393f42f3a40b13ffd8449e0d)
Esempio: Fir. Trin. 1. 1. Padrone, io mi allacciai la giornéa, e le dissi mille ben di voi.
276) Dizion. 4° Ed. .
MAGGIORELLO
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pag.119



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Esempio: Fir. nov. 2. 208. Se non ch'io vidi a questi dì un de' vostri nipotini, quel maggiorello, aver questa simil cosa.
277) Dizion. 4° Ed. .
RACCONSIGLIATO.
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pag.35



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Esempio: Fir. nov. 7. 270. Perchè conobbe, che ella aveva trovato quello, che ella si era andata caendo, meglio racconsigliata si stette.
278) Dizion. 4° Ed. .
SCHIFA 'L POCO.
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pag.385



1) id: 2d2a07eb5f664ba0934c6e8adce55066)
Esempio: Fir. Luc. 1. 2. Così si vuol fare a queste schifa 'l poco, non ne lasciar lor vincere una per nulla.


2) id: f3136ada67d84af2a106594d7dad69dc)
Esempio: Lasc. Spir. 2. 5. Se io fussi so ben io chi, tu non faresti così, monna schifa 'l poco.
279) Dizion. 4° Ed. .
PALUDACCIO.
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pag.471



1) id: 63f69332837249c09955ee68ac40912c)
Esempio: Fir. As. 254. Quando tu ti credevi essere uscito dall'acqua, e tu trovavi certi paludacci, che vi s'andava fino alle cigne.