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Dizion. 5° Ed. .
DIAVOLO.
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pag.254
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DIAVOLO. Definiz: | Sost. masc. Spirito maligno, nemico del bene, e che incita l'uomo a mal fare, Demonio: e propriamente Il capo o principale degli spiriti ribelli cacciati dal cielo, Lucifero. |
Dal basso lat. diabolus, e questo dal grec. διάβολος, che propriamente vale Calunniatore. – Esempio: | Giamb. Lat. Tes. 6 t.: Gli eretici credono e dicono che Dio facesse il bene, e 'l diavolo il male: e così credeno che siano due nature, una di bene e l'altra di male. Ma elli son ingannati, perciò che 'l male non è niente per natura, anzi fu trovato per lo diavolo: e ciò fu all'ora che l'angiolo, ch'era buono, diventò rio per la sua superbia, e trovò lo male. | Esempio: | Dant. Inf. 23: E 'l frate: I' udi' già dire a Bologna Del diavol vizj assai, tra i quali udì' Ch'egli è bugiardo, e padre di menzogna. | Esempio: | Bocc. Decam. 1, 146: Secondo quello che ne può apparire ragiono, e dico costui (ser Ciappelletto) più tosto dovere essere nelle mani del diavolo in perdizione, che in Paradiso. | Esempio: | Sacch. Op. div. 258: Diavolo, fiera infernale, non ha mai alcuna ragione in sè; tutto il suo intendimento e diletto è in far male, e a coloro che lo servono dà più dolore e pena. | Esempio: | Bart. D. Cin. 2, 145: Non può.... altramente che voi non siate o Dio o 'l Diavolo in apparenza d'uomo.... Al che egli: Non sono il Diavolo, disse, ma Dio. | Esempio: | Not. Malm. 1, 83: Si figura il Diavolo, per lo più, un uomo colle corna, coll'ali, e co' piedi di gallo. | Esempio: | Saccent. Rim. 1, 196: E in quella furia il diavol maledetto Tentandomi suol dir: Bestemmia un poco, Bestemmia, i' ti dirò quel che va detto. | Esempio: | E Saccent. Rim. appr.: Che se la vince il diavol traditore ec. |
Definiz: | § I. E Il gran diavolo, detto pure dello Spirito maligno, serve a distinguerlo iperbolicamente dagli altri Spiriti a' quali egli comanda. – |
Esempio: | Ar. Orl. fur. 25, 14: Forse il tremuoto le sarebbe uguale (alla forza di Ruggiero), Forse il gran diavol: non quel de lo 'nferno, Ma quel ec. | Esempio: | Saccent. Rim. 2, 14: Non ha timor della versiera, Sorella del gran diavolo infernale. |
Definiz: | § II. E per Ciascuno degli spiriti ribelli; immaginati dalla fantasia popolare in forme orribili e stranamente brutte, e considerati come ministri del Diavolo. – |
Esempio: | Dant. Inf. 21: E vidi dietro a noi un diavol nero Correndo su per lo scoglio venire. | Esempio: | E Dant. Inf. 28: Un diavolo è qua dietro che n'accisma. | Esempio: | Pulc. L. Morg. 2, 37: Dicea Morgante: e' mi darebbe il cuore, Che noi potremmo or nell'inferno andare, E far tutti i dïavoli sbucare. | Esempio: | Bern. Orl. 5, 37: Il suo libro.... aperse e sciolse [Malagigi]; Di diavoli è già pien tutto quel lito. | Esempio: | Magal. Lett. fam. 2, 182: Niente più ch'io mi fossi addomesticato con quella conversazione di diavoli e di versiere, non c'era per me da fare altra fine che impazzire o spiritare; e così buttato là Milton ec. | Esempio: | Leopard. Pros. 1, 318: Tant'è: con tutta la filosofia, tremo da capo a piedi. Mal abbia quel diavolo che mi tentò di mettermi questa gente in casa (qui figuratam.). |
Definiz: | § III. Serve spesso, e in diversi atteggiamenti, come termine di comparazione, a rappresentare idee di deformità, orridezza, e simili, quanto all'esteriore; ovvero di malignità, tristizia, fierezza, e simili altre qualità interne. Così dicesi: Parere il diavolo, Brutto come il diavolo, o più del diavolo; ovvero, Furbo com'un diavolo, Più tristo del diavolo, e simili; od anche Non essere il diavolo, Non esser mica il diavolo, ec. – |
Esempio: | Stor. Aiolf. 1, 51: Disse Gualtieri, ridendo, a' compagni: Questo pare el diavolo, e questa la versiera. | Esempio: | Pulc. L. Morg. 8, 75: Berlinghier si crucciò come un diavolo, E disse al Saracin, ec. |
Definiz: | § IV. E parimente in locuzioni che hanno del comparativo, Cosa del diavolo o da diavoli, usasi a significare ch'ella è tale da convenirsi piuttosto a diavoli che a uomini, più diabolica che umana. Così dicesi: Una fame del diavolo, Un freddo del diavolo, Un fracasso da diavoli, e simili. – |
Esempio: | Ambr. Bern. 4, 5: Sogliono Gli innamorati far cose del diavolo. | Esempio: | Nell. Iac. Gelos. 1, 12: Mi par mill'anni, perchè così ci vuole una fatica da diavoli. |
Definiz: | § V. E Del diavolo, com'aggiunto di persona, vale, in locuzione imprecativa, Che ha del diabolico, Che appartiene al diavolo, o simili. – |
Esempio: | Machiav. Comm. 218: Sia col malanno per te, femmina del diavolo. |
Definiz: | § VI. Diavolo figuratam. dicesi di persona vivace, irrequieta, e simili; e specialmente di fanciullo o di donna: talvolta, massime se di fanciullo, con l'aggiunto Diavolo Scatenato. – |
Esempio: | Vasar. Vit. Pitt. 10, 243: Era fra gli altri fanciulli, e nella scuola e fuori, un diavolo, che sempre travagliava e tribolava sè e gli altri. |
Definiz: | § VII. Pur figuratam., di persona, a significare fierezza, forza straordinaria, crudeltà, perversità di costumi o di carattere, e simili: e talvolta, con l'aggiunto di Diavolo In carne e in ossa, od anche semplicemente Diavolo In carne, Diavolo Incarnato, Scatenato, e simili. – |
Esempio: | Bocc. Decam. 3, 91: Io ti voglio pregare.... che.... lasci fare a me, a vedere se io posso raffrenare questo diavolo scatenato, che io credeva che fosse un santo. | Esempio: | Med. L. Canz. ball. 7 t.: Non è fante sì schernito, Nè pazzo sì dileggiato, Quanto è il povero marito Da quel diavolo incarnato (dalla moglie). | Esempio: | Bern. Orl. 16, 34: Sopra le lance il diavol (il gigante Archiloro) si sospese, Nè per questo si scorda di ferire, Anzi quel martellaccio a due man prese ec. | Esempio: | Salvin. Annot. Fier. 432: L'uomo calunniatore tocca l'ultimo segno della malavoglienza, ed è un diavolo in carne. |
Definiz: | § VIII. Ed anche dicesi di persona che abbia particolare abilità nella propria arte o professione. Così per esempio: | Esempio: | Esempio del Compilatore Ricorrete al vostro avvocato; è un diavolo, quell'uomo, da sapervi cavare d'impaccio. |
Definiz: | § IX. Preceduto dall'adiettivo dimostrativo Questo, Quello, Cotesto, e reggente persona mediante la prep. Di, Questo diavolo di Quello diavolo di Cotesto diavolo di usasi a denotare fierezza, cattività, od anche irrequietezza, vivacità, ed altresì abilità, valentia, della persona nominata. – |
Esempio: | Bocc. Decam. 7, 72: Alla fine giunto qui in casa, questo diavolo di questa femina maladetta mi si parò dinanzi, ed ebbemi veduto. | Esempio: | Bandell. Novell. 2, 30: Io non so che dirmi di questo diavolo di femina. | Esempio: | Cellin. Vit. 122: Questo diavolo di Benvenuto non ascolta le riprensioni. | Esempio: | Sassett. Lett. 228: Incolpine questi diavoli de' Castigliani. |
Definiz: | § X. E pure figuratam., riferito a cosa, dicesi di Accidente spiacevole e gravemente molesto; di Ciò che si attraversi in mal modo ai nostri disegni; di Disgrazia, Male, Caso sinistro. – |
Esempio: | Nell. Iac. Vecch. 2, 22: Ma adesso che si son fatte le paci fra di noi, perchè star qui ad aspettare qualche altro diavolo, che butti all'aria ogni cosa? |
Definiz: | § XI. Quindi le maniere Darsi il diavolo, o Il diavolo fare, o simili, reggenti per lo più una proposizione
mediante la cong. Che; le quali significano Avvenire un sinistro accidente, Avvenire per disgrazia ciò che la proposizione esprime. – |
Esempio: | Vell. Cron. 100: Di che avendo assai praticato i Pisani, facendosi inverso il Comune assai bene, il diavolo s'intraversò, ch'e' Priori, ch'erano allotta, sanza saputa de' Collegj rimandarono per gli ambasciadori, e ruppesi la cosa. | Esempio: | Panant. Poet. Teatr. 24: Ma il diavol fa che questo caso duro Mi accade quando son fra l'uscio e il muro. | Esempio: | E Panant. Poet. Teatr. 30: Fo vista che per me sien visi nuovi.... Ma il diavol fa che presto gli ritrovi Sul ponte grande. | Esempio: | Giust. Vers. 212: Se il diavolo si dà che ti s'ammali, Visite, amico, visite, e dimolte. |
Definiz: | § XII. Ed in senso più generico, Qualsiasi cosa spiacevole e brutta, o altra da ciò che si desidererebbe, ovvero anche semplicemente Cosa che in un dato momento non si desidererebbe. E riferiscesi anche a persona. – |
Esempio: | Panant. Poet. Teatr. 23: Veder si spera un'Opera novella, Ma sempre è roba vecchia in scena messa.... Per voler poscia troppa roba nuova, Frequenti volte un diavolo si trova. | Esempio: | E Panant. Poet. Teatr. 24: Incappare Mi fa [il diavolo] in quell'altro diavol per l'appunto, E non c'è modo di sgattaiolare. |
Definiz: | § XIII. Ed Essere il diavolo, si disse per Esser cosa di gravi conseguenze, di grande danno o pericolo: ed usasi anche, in costrutto con la cong. Che, e più che altro nella frase Il diavol è, a significare che, oltre altri inconvenienti o difficoltà innanzi esposte, il più grave o molesto è quello che siamo per dire. – |
Esempio: | Ar. Comm. 2, 49: È il diavolo andare in prigione, e farsi porre alla tortura, conoscendosi ribaldo. | Esempio: | Ambr. Cofan. 1, 2: Acciò che non s'immagini, Se viene in campo nulla, che mia opera Sia o vostra: chè sarebbe il diavolo. | Esempio: | Magal. Lett. P. 305: Risolvo di farti un regalo dell'acclusa stampa.... Io non tengo conto di non intenderla, io che sono un bue; ma il diavol è che non l'intende nè anche il nostro buono Internunzio, che pure non è un asino affatto. |
Definiz: | § XIV. Pure riferito figuratam. a cosa, usasi nel plur., in modo indeterminato e contenente un certo scherzo o motteggio, in fine d'una enumerazione di cose varie e molte, nelle maniere: E cento altri diavoli, E mille diavoli, o altre consimili. – |
Esempio: | Mattiol. Disc. 1, 200: Fanno la decozione del legno e delle scorze nel vino, insieme con pan porcino, brionia, esula coloquintida,... e mille altri diavoli che se gli portino. |
Definiz: | § XV. Diavolo, si appone pleonasticamente al pronome Che diavolo o Chi diavolo, oppure agli avverbj e congiunzioni Dove diavolo, Donde diavolo, Come diavolo, Perchè diavolo, ed altrettali; più spesso in locuzioni interrogative o dubitative: ha forza intensiva, o esclamativa, o ammirativa; e corrisponde all'avverbio Mai, similmente apposto. – |
Esempio: | Nov. Ant. B. 136: S'io non fosse venuto al tempo, che diavolo avrebbon eglino fatto? | Esempio: | Cavalc. Pist. Eust. 379: Oimè, onde diavolo è entrato nella Chiesa questo nome, e pestilenza di devote? | Esempio: | Bocc. Decam. 7, 156: E da che diavol.... se' tu più, che qualunque altra dolorosetta fante? | Esempio: | Ar. Comm. 2, 186: Chi diavolo Gli ha data la tua veste? | Esempio: | Bern. Rim. burl. 1, 46: Pur vo fantasticando col cervello, Che diavol voglia dir quel po' d'alloro. | Esempio: | Firenz. Pros. 2, 11: Or che diavol sarebb'ella mai, se non una ostessa? | Esempio: | Cecch. Comm. ined. 301: O come diavolo Dato l'anello? o come l'ha la vedova Comportato? Ma i' ti veggo ridere, Qualcosa c'è; o conta su la storia. | Esempio: | Razz. Cecc. 1, 2: Dove diavolo ho io a trovare X ducati per rendere a M. Ippolito? | Esempio: | Buonarr. Fier. 3, 5, 2: Che diavol badi, Figliuol d'una bombarda? | Esempio: | Panciat. Scritt. var. 22: E replicando il barbiere, Che diavol può egli avere? soggiunse quel povero romito ec. | Esempio: | Forteguerr. Cap. 254: Qui mica tutto il dì non suderete In vano, per cercar starne o pernice O lepri, o capri, o che diavol volete. |
Definiz: | § XVI. Pure apposto pleonasticamente al pronome Che, e riferito ad un nome mediante la prep. Di, forma una locuzione dubitativa od interrogativa, equivalente a Quale, Qual mai, e simili. – |
Esempio: | Guadagn. Poes. 2, 41: Il mille novecento, chi lo sa Che diavolo di secolo sarà. |
Definiz: | § XVII. E in forza esclamativa, seguito talvolta dall'avverb. Mai, e preposto a una proposizione retta dalla particella Che, esprime denegazione o grave dubbio che una cosa sia o non sia più in un modo che in un altro; ed altresì, che abbia o non abbia a farsi, riuscire, e simili. Ed equivale a Possibil mai, od altrettali maniere. – |
Esempio: | Nov. Ant. B. 135: O costui ti dileggia, o egli è matto. Come diavolo, disse l'oste, che m'ha mostro la elezione! E così ragionando arrivò.... in piazza. | Esempio: | Firenz. Comm. 1, 453: Diavol ch'i' lo scambi un'altra volta. | Esempio: | Cellin. Vit. 397: Diavol, che Bernardone avessi fatto al Duca una così vituperosa giunteria. | Esempio: | Rucell. C. Let. IV, 2, 182: Son qui in un mare di letterati, di filosofi, di teologi, d'astrologi e di legisti: diavol, che di tanti non mi s'appicchi qual cosa. | Esempio: | Fag. Comm. 5, 334: O fammi veder questa! L. S'ell'è così. M. Diavol, che tu sia femmina da vero? L. Così non fusse! |
Definiz: | § XVIII. Usasi altresì in maniere esclamative, come Può fare il diavolo, Diavol fallo, e simili, pur costruite il più delle volte con la cong. Che; ed equivale a Diavol mai. – |
Esempio: | Ambr. Cofan. 3, 6: Può fare 'l gran diavolo, Che voi non mi lasciate quel, c'ho in animo, Eseguir? | Esempio: | Buonarr. Tanc. 4, 9: Oh la Cosa eravi allora? B. No: Diavol alla faccia! ell'era fuora. | Esempio: | Salvin. Annot. Fier. 569: No: diavol alla faccia! ell'era fuora. Per dire qualcosa; Diavol alla faccia, l'ho per una imprecazione villana; e che voglia dire: Diavolo la faccia; supplisci, scoppiare; e sia venuto detto: Diavolo alla faccia. | Esempio: | Bracc. R. Dial. 35: Diavol fallo, ch'abbiano a impedirvi di dire le vostre ragioni! |
Definiz: | § XIX. E pure per esclamazione esprimente maraviglia, dispiacere, dispetto, disapprovazione, e simili; usato assolutam., o soltanto premessavi uno interiezione. – |
Esempio: | Machiav. Comm. 206: Questo Alfonso.... è molto amicissimo mio: ma, oh diavolo! eccolo di qua appunto. | Esempio: | Nard. Amic. 5, 1: Diavol, sian noi a finimondo ancora? Dissi io. | Esempio: | Cecch. Comm. ined. 307: Ora s'ha a comparire, e non volendone Venir d'accordo, io ho compagni commodi. G. S'e' venisse costui per me? Z. Oh! favole! I' vo per loro. G. Ascolta. M. Ascolta. Diavolo! | Esempio: | E Cecch. Comm. ined. appr.: Su qua. G. Oh! diavolo! Z. Diavolo a vostro modo. G. O lascia mettermi Il mantello. Z. Su là per esso. | Esempio: | Nell. Iac. Vecch. 3, 8: E poi ti par che.... Oh diavolo.... Cara la mia Serpina, che ne dici? Non ho io saputo ben fingere amore con Lauretta? | Esempio: | E Nell. Iac. Vecch. 3, 11: Il sapersi da per tutto i vostri amori.... V. Oh diavolo, mi scordavo che sono aspettato 'n un luogo. | Esempio: | Guadagn. Poes. 2, 145: Vo' che la poesia sia fatta male, Ma cinque soldi, diavolo! gli vale. | Esempio: | E Guadagn. Poes. 2, 148: Or che filantropia con lieti auspicj Segna nel mondo-novo era novella, Diavol! non troverò novanta amici Che prendano ciascuno una cartella? |
Definiz: | § XX. Il diavolo e la versiera, dicesi familiarmente per Ogni male possibile e immaginabile: onde le maniere Esserci il diavolo e la versiera, Fare il diavolo e la versiera, e simili. – |
Esempio: | Buomm. Cical. 53: Da versare penso che sia venuto versiera, che par che accenni diavolo degli altri più riguardevole, più potente, e più fiero, come ci dimostra quel comun detto: Egli ha fatto 'l diavolo e la versiera, che è lo stesso che dire 'l diavolo e, peggio. |
Definiz: | § XXI. Il diavolo nel mellonaio, Il diavolo nel convento, nel monastero, e simili, in locuzione coi verbi Essere il diavolo nel mellonaio o il diavolo nel convento, nel monastero, Entrare il diavolo nel mellonaio o il diavolo nel convento, nel monastero, Andare il diavolo nel mellonaio o il diavolo nel convento, nel monastero, e simili, significa Cattiva condizione di cose, Lo andare le cose al contrario di quello che noi vorremmo, Lo andare le cose a rovescio; ed altresì L'entrare la discordia, la mala contentezza, e simili, fra le persone. – |
Esempio: | Cecch. Corr. 1, 4: Guarda se 'l diavolo era entrato adesso Nel mellonaio. I' voglio andar in casa, E far passar colei di là, acciò Che questa bestia si quieti. | Esempio: | E Cecch. Comm. ined. 308: Canchero! E' farà pur da vero! O ve' se 'l diavolo Va ora in volta pel convento! | Esempio: | E Cecch. Comm. ined. 363: Oh! ecco il diavolo Nel munistero, le grida e le lagrime In campo. |
Definiz: | § XXII. Il diavolo romito, o Il diavolo cappuccino, dicesi di Persona che cuopra fraudolentemente la propria malvagità sotto virtuose apparenze; Ipocrita. – |
Esempio: | Bellinc. Rim. F. 1, 135: Ludovico a Piacenza andar non vole, Perchè cognosce i diavoli romiti. |
Definiz: | § XXIII. Al diavolo, coi verbi Andare al diavolo, Mandare al diavolo, o simili, vale In perdizione, In malora, In rovina, e simili; e talvolta anche semplicemente Via, Lontano, In bando. Usasi anche assolutam. e a modo d'esclamazione; e anche si disse Al nome del diavolo. – |
Esempio: | Sacch. Nov. 1, 157: Deh andatevi con Dio oggi, al nome del diavolo, ch'io vorrei volentieri non esser mai stato al mondo, pensando che ec. | Esempio: | Vai Rim. 3: Oh! quanto era men male Ch'un aspro temporale Mandato avesse al diavol la ricolta. | Esempio: | Magal. Lett. 163: Ho concluso ancor io.... che la lettera dovette andare al diavolo. | Esempio: | Nell. Iac. Gelos. disinv. 2, 11: Non sai, che se voi altre cameriere avete de' punti di luna,... i padroni ne hanno altri di resoluzione da mandare al diavolo le cameriere? |
Definiz: | § XXIV. Al diavolo, e anche Col diavolo, pare nel significato di In perdizione, In malora, e costruito coi medesimi verbi Andare col diavolo Mandare col diavolo e specialmente con l'Imperativo di Andare, ha forza imprecativa o dispregiativa. Ed usasi pure assolutam. – |
Esempio: | Ambr. Bern. 3, 8: Or così fate: lasciatelo Ir col diavolo. | Esempio: | Leopard. Pros. 1, 211: Madama Morte, madama morte. Mor. Aspetta che sia l'ora, e verrò senza che tu mi chiami. Mod. Madama Morte. Mor. Vattene col diavolo. Verrò quando tu non vorrai. |
Definiz: | § XXV. Al gran diavolo, e Al grandissimo diavolo, si usò in costrutto coi verbi Raccomandare al gran diavol, al grandissimo diavolo o Accomandare al gran diavol, al grandissimo diavolo, Donare al gran diavol, al grandissimo diavolo, e simili, nella stessa forza, anche imprecativa, che Al diavolo in costrutto col verbo Mandare. – |
Esempio: | Pulc. Luc. Cirif. Calv. 5, 32: A molti avea la zucca già fessa, E braccia in terra e moncherin giù manda, E tutti al gran diavol gli accomanda. | Esempio: | Ar. Comm. 2, 394: Ch'ha succedere Poi di Camillo? A. Io lo dono al gran diavolo. Egli sarà ritrovato certissima Mente, e preso o per ladro o per adultero. | Esempio: | Car. Apol. 236: A gli Inquisitori, al Bargello ed al grandissimo Diavolo v'accomando. |
Definiz: | § XXVI. Buon diavolo, dicesi familiarmente di Uomo nel quale lo scarso valore sia compensato dalla buona volontà; ed altresì Uomo che riesce, nel trattare con esso, meno aspro e difficile che l'apparenza o i modi non farebbero credere. E Povero diavolo, dicesi di Uomo che più o meno meriti compassione. |
Definiz: | § XXVII. Casa del diavolo, o al diavolo, vale Inferno. – | V. Casa, § XVII.
Definiz: | § XXVIII. Quindi le maniere Fare un casa del diavolo, Essere di casa al diavolo o del diavolo, Stare a casa al diavolo o del diavolo, Venire di casa del diavolo o Essere di casa del diavolo; che si dichiarano sotto | Casa, ai §§ XVIII, XXVII, LVI, LXII.
Definiz: | § XXIX. E A casa del diavolo, o A casa al diavolo, o A casa il diavolo, vale All'inferno; ma iperbolicamente, e per lo più in maniera o imprecativa o dispregiativa, usasi a significare In perdizione, In malora, ed altresì In qualsivoglia luogo per quanto lontano o pericoloso; ovvero, Non nel luogo o tempo che si dovrebbe o vorrebbe, In nessun luogo, Non mai. – |
Esempio: | Bocc. Decam. 7, 139: Se io ne dovessi per questo solo andare a casa del diavolo, sì son presto di farlo, poichè vi piace. | Esempio: | Sacch. Nov. 1, 157: Voi mi salutate, ed io vorrei volentieri essere a casa il diavolo. | Esempio: | Saccent. Rim. 1, 136: Senza la carità non avrò impieghi, O pur me li daranno a casa 'l diavolo. |
Definiz: | § XXX. Col tuo, suo, vostro ec., diavolo, sia assolutam. sia coi verbi Andare col tuo, suo, vostro ec. diavolo, Venire col tuo, suo, vostro ec. diavolo, e simili, si usò come maniera imprecativa, equivalente a Maledetto te, lui, voi ec. – | Esempio: | E Cecch. Comm. ined. 421: Che vorresti!.... ridere, Come solete, del mal d'altri, pessima Generazione? via col vostro diavolo. |
Definiz: | § XXXI. Corpo del diavolo, e Corpo d'un diavolo, a modo di esclamazione, usasi familiarmente sia per affermazione, sia per giuramento, sia per maraviglia, risentimento, impazienza, e simili. – |
Esempio: | Monigl. Poes. dramm. 3, 385: Mi si promette pace e trovo guerra.... B. Corpo d'un diavol nero! |
Definiz: | § XXXII. Pezzo di diavolo, dicesi familiarmente di Persona di statura alta e di corporatura complessa; come, per esempio, | Esempio: | Esempio del Compilatore Guarda che pezzo di diavolo! Che bel pezzo di diavolo! oppure, di Persona cattiva e perversa; come, per esempio: Pezzo di diavolo! vuol far sempre a modo suo! |
Definiz: | § XXXIII. Andare il diavolo a spasso o in processione; Avere il diavolo buon tempo; Ballare tutti i diavoli a un suono; sono maniere proverbiali che significano Andar le cose alla peggio, Opporsi ai nostri disegni tutte quante e tutte ad un tempo le difficoltà possibili; od anche Che le cose, una volta avviate male, vanno a precipizio; datosi un sinistro, ne vengono molti altri insieme con quello. – |
Esempio: | Grazz. Comm. 38: Quando il diavol vuole andare a processione, non gli mancan mai le croci. | Esempio: | Cecch. Dot. 3, 6: Parti che 'l diavolo vadia a spasso? | Esempio: | E Cecch. Dot. 5, 2: La rovina non vuol miseria; part'egli che tutti i diavoli ballino a un suono? | Esempio: | E Cecch. Servig. 4, 7: O guarda, s'oggi il diavol ha buon tempo! |
Definiz: | § XXXIV. Avere il diavolo addosso, vale propriamente Essere invasato dal diavolo, Essere indemoniato, ossesso: ma comunemente si usa ne' sensi figurati che qui appresso dichiariamo. |
Definiz: | § XXXV. Avere il diavolo addosso, e anche si disse Avere il gran diavolo addosso, vale Esser forte, gagliardo, poderoso, potente, tale a cui sia impossibile
resistere. – |
Esempio: | Bern. Orl. 17, 66: Agrican fu ch'uccise quel gigante, E strugge or le tue genti tutte quante.... Quello Agricane ha 'l gran diavolo addosso, Senza il popol c'ha seco folto e grosso. |
Definiz: | § XXXVI. E riferito a speciali parti del corpo, vale Essere in quelle validissimo, Averle eccellenti nell'ufficio che ciascuna di esse deve prestare. – |
Esempio: | Cecch. Incant. 3, 1: Nè si poteva pensare di persona, che fusse più a proposito per fare quanto noi vogliamo ch'egli faccia, che 'l Sottile. S. Sì certo; egli è persona che ha il diavolo in testa. | Esempio: | E Cecch. Spirit. 3, 3: Quella Tessa maladetta ha 'l diavolo Ne gli occhi, e riferisce a Neri, che La tiene a questo effetto. | Esempio: | Lipp. Malm. 9, 55: Finalmente io ho il diavol nelle braccia, E sono e sarò sempre una bestiaccia. | Esempio: | Not. Malm. 2, 728: Io ho il diavol nelle braccia. Ho nelle braccia una forza soprannaturale. |
Definiz: | § XXXVII. Avere il diavolo addosso, dicesi anche per Aver cattive qualità, Esser tristo, Esser persona con la quale riesce difficile o pericoloso l'aver che fare. – |
Esempio: | Guidicc. Op. M. 2, 331: Direte al.... Camarlingo che Cesena sta mal di governatore.... Pensi di mandar chi gli pare; ma sia una buona testa, e valente con l'armi; perchè que' Cesenati del signor Dandino hanno il diavolo addosso, e hanno colto su costui e squadrato di maniera, che non può più far uffizio che ben vada. | Esempio: | Varch. Suoc. 5, 3: Costoro ànno il diavolo addosso, e son persone di scarriera, che si dilettano di veder male, e non istimano se non l'utile: onde dubito che questo non sia uno inganno ec. | Esempio: | Cecch. Spirit. 1, 2: Per chiarirvi chi le sono (le donne), l'Emilia, Che parea meza santa, ha adosso il diavolo; Pensate quel che son l'altre. |
Definiz: | § XXXVIII. Avere il diavolo addosso, in corpo, o simili, Mettere alcuna cosa il diavolo addosso o in corpo ad alcuno, sono maniere che si usano a significare smania grande o irrequietezza che alcuno abbia o che alcuna cosa gli faccia venire. – |
Esempio: | Bocc. Decam. 3, 36: Ed oltre a questo, elle son tutte giovani, e parmi ch'elle abbiano il diavolo in corpo, che non si può far cosa niuna al lor modo. | Esempio: | Magal. Relaz. 95: Ogni piccola quantità (del vino della palma) che se ne pigli, mette il diavolo in corpo, dà alla testa, e fa di pazzi sconcerti. | Esempio: | Forteguerr. Ricciard. 7, 29: Despina anch'essa ha il diavol nella pelle, Nè ritrova la via d'andare a letto: Or riguarda le briglie, ed or le selle; Or si prova l'usbergo, ora l'elmetto. |
Definiz: | § XXXIX. Avere il diavolo addosso, e Avere un diavolo per capello, dicesi comunemente per Essere gravemente turbato, agitato, sconvolto, e simili; ovvero Essere sdegnatissimo, preso da ira, furore, rabbia, o simili, Essere su tutte le furie. – |
Esempio: | Panant. Poet. Teatr. 15: L'Imbratta aveva un diavol per capello, Faceva salti come un capriolo. |
Definiz: | § XL. Avere il diavolo nell'ampolla, dicesi di persona scaltrita e valente che prevegga con accortezza ogni strattagemma o invenzione, o sappia in qualsiasi contingenza cavarsi d'impaccio. È maniera allusiva ai negromanti, i quali spacciavano di tenere, rinchiuso in un'ampolla, un diavolo sempre pronto ai loro servigj. – |
Esempio: | Sacch. Rim. M. 314: Ne' nigromanti finirà il mio motto, Ch'ognun è Michel Scotto, Dicendo: ne l'ampolla il diavol hanno, E con fatture assai corpi disfanno. | Esempio: | Firenz. Comm. 1, 416: E' dice ch'ell'è una scioccherella; ma Iddio 'l voglia, che e' non la insali alle sue spese: infine elle hanno il diavolo nell'ampolla. | Esempio: | Varch. Ercol. 101: Generalmente d'uno, che conosca il pel nell'uovo, e non gli chiocci il ferro, e sappia dove il diavol tien la coda, si dice: egli ha il diavolo nell'ampolla. | Esempio: | Cecch. Comm. ined. 59: Pensa un po', Trappola, A qualche cosa; tu suoi (suoli) pur avere Il diavol nell'ampolla. | Esempio: | Ambr. Bern. 4, 5: In fine questi vecchi han proprio il diavolo Nell'ampolla. | Esempio: | Not. Malm. 1, 312: Abbiamo un dettato: Egli ha il diavolo nell'ampolla, per intendere Costui indovina ogni cosa. |
Definiz: | § XLI. Avere il diavolo buon tempo. – V. il § XXXIII. |
Definiz: | § XLII. Avere un diavolo che ci porti, Trovare un diavolo che ci porti, o simili, un diavolo che ci porti, vale Avere o Trovare alcun protettore; e per lo più usasi in senso non buono. – |
Esempio: | Guadagn. Poes. 2, 276: Non c'è via che non divenga corta, Quando si trova un diavol che ci porta. |
Definiz: | § XLIII. Ballare tutti i diavoli a un suono. – V. il § XXXIII. |
Definiz: | § XLIV. Darsi al diavolo, o Dar l'anima al diavolo, propriamente vale Dar l'anima propria in balìa del diavolo, e più particolarmente Far patto con esso, Pattuire con esso la propria dannazione, per conseguire alcuna cosa desiderata; ma usasi comunemente in senso figurato, per Disperarsi, Appigliarsi a estremi partiti, e simili, od anche talvolta per Crucciarsi o Affliggersi estremamente. – |
Esempio: | Pucc. A. Guerr. Pis. 2, 27: Dicon come cani, Ch'al diavol si daran, per vendicarsi. Ma se' Pisani al diavol si daranno, I Fiorentini a Dio, e vinceranno. | Esempio: | Petr. Vit. volg. 72 t.: Di lui (di Papa Silvestro II) si scrive che datosi al diavolo, ogni cosa ottenne in tal maniera, che pervenne al papato. | Esempio: | Poliz. Pros. 101: Costui già vicino a morte, così arrabbiato come era stato sempre, gridò che dava l'anima sua al diavolo. | Esempio: | Savonar. Pred. 18: Li cattivi, benchè ognun tiri al proprio, hanno questo che, quando vogliono fare una cosa, s'accordano insieme, e darebbonsi al diavolo per farla. | Esempio: | Bern. Orl. 5, 36: Io (parla il mago Malagigi) per tu' amor mi sono al diavol dato, Tu mi vuoi far nella prigion morire. | Esempio: | Med. Aridos. 1, 1: S'e' sapesse, che venisse la notte in Firenze, o che egli spendesse pure un soldo, si darebbe al diavolo. | Esempio: | Buonarr. Fier. 4, 1, 1: Dassi al diavol (un amante), mordesi le dita. | Esempio: | Forteguerr. Ricciard. 6, 52: Chi tira lor torsi di cavolo, Chi pere cotte, chi mille sporcizie. Pensa, lettore, se si danno al diavolo. |
Definiz: | § XLV. Entrare il diavolo fra più persone, e altresì in checchessia, Esserci il diavolo fra più persone, e altresì in checchessia, o simili, e anche si disse Andare, il diavolo fra più persone, e altresì in checchessia, vale Nascere tra quelle discordia, o Esser la cosa avviata a cattiva riuscita, nè esservi modo di rimediare. E anche si dice Entrarci tutti i diavoli dell'inferno, Scatenarsi tutti i diavoli, e simili. – |
Esempio: | Bern. Orl. 62, 20: Come la trasse (una pietra fatata) in mezzo agli animali, Il diavol parse ch'entrasse fra loro: Pantere cominciarono e cinghiali, Lioni ed orsi, e l'un con l'altro toro Sì gran battaglia, e scherzi così brutti, Che in un momento fur dispersi tutti (qui per similit. detto di bestie). | Esempio: | Sassett. Lett. 216: Fra detto Fantoni e 'l suo compagno.... va il diavolo;... e per molto ch'e' si sia fatto tra loro, non si è fino a qui trovato modo di farli convenire, e dovranno fornire di presente i negozj, sì come l'amicizia. |
Definiz: | § XLVI. Entrare il diavolo addosso a uno, vale propriamente Addivenire quegli indemoniato, ossesso. – |
Esempio: | Passav. Specch. Penit. 247: Entra il diavolo addosso ad alcuni, e per la lingua loro predice le cose ch'egli sa. |
Definiz: | § XLVII. E figuratam., dicesi per Venire quegli in grande agitazione d'animo, sia per mala contentezza, sia per sospetto, incertezza, o simili. – |
Esempio: | Firenz. Pros. 1, 27: Considerando il luogo che tiene il Biondo, e 'I grado ch'egli ha appresso del Re, e' m'entra il diavolo
addosso, io mi rodo tutto per rabbia. | Esempio: | Cecch. Mogl. 1, 2: Tu vuoi ch'i' dica la sia mia sorella? F. O che difficultà ci avete voi? A. Infinite;... dicendo che l'è mia sorella E nipote di quello, egli entra il diavolo Addosso alla mia donna. |
Definiz: | § XLVIII. Essere cattivo il diavolo d'alcuno, vale Essere colui malizioso, maligno, o simili. – |
Esempio: | Bern. Orl. 27, 41: Dubitar di ciò non gli è mestiero; Chè 'l diavol di colei troppo è cattivo: Ciò che vedeva ch'al conte aggradava, Quel gli diceva, il resto star lasciava. |
Definiz: | § XLIX. Essere come il diavolo e la croce; e anche, come il diavolo e Sant'Antonio; o, come il diavolo e l'acqua santa; vale Fuggire alcuna persona o cosa, come il diavolo la croce: e simili maniere si usano a significare naturale ed invincibile avversione di alcuno verso alcuna persona o cosa, od anche contrarietà reciproca. – |
Esempio: | Bocc. Laber. 205: Quelle cose che a loro (ai cavalieri) appartengono, e per le quali ella fu creata (la cavalleria), alle quali tutte essi sono più nimici che il diavolo delle croci. | Esempio: | Grazz. Rim. 1, 187: Le sue (d'Amore) fatal armi Sempre presto e veloce Fuggirò, più che i diavoli la croce. |
Definiz: | § L. Essere il diavolo, o un diavolo, in un canneto, o giù per un canneto o Parere il diavolo, o un diavolo, in un canneto, o giù per un canneto. – | V. Canneto, §.
Definiz: | § LI. Fare il diavolo in un canneto, vale Far di tutto, anche con scandalo e rumore grandissimi, per riuscire in un dato intento, conseguire checchessia, e simili. – |
Esempio: | Vai Rim. 6: Io solo non posso A tant'avversità volger la fronte, Ancor ch'avessi un core Da Mandricardo ovver da Rodomonte, E ancor ch'io facessi Per tal cagione 'l diavol 'n un canneto. | Esempio: | Not. Malm. 1, 83: Quando uno si affatica per conseguir qualcosa, diciamo: Il tale ha fatto il diavolo, per aver la tal cosa: e s'intende ha fatto il diavolo 'n un canneto, cioè gran romore. |
Definiz: | § LII. Far altrui vedere il diavolo nell'ampolla, vale Dargli ad intendere una cosa per un'altra; ed anche Far finire una cosa diversamente da ciò che altri si sarebbe aspettato. – |
Esempio: | Monigl. Poes. dramm. 3, 415: Ma per fargli il dovere, Maritatevi al vecchio. Frema e bolla D'ira Leandro, scoppi, chè vedere Ben gli farete il diavol nell'ampolla. |
Definiz: | § LIII. Fare il diavolo, vale Fare gran rumore, grande schiamazzo, di alcuna cosa, Imperversare a cagion di essa; ed altresì, Far di tutto per conseguir checchessia. – |
Esempio: | Bocc. Decam. 3, 80: Il che io ho avuto ed ho sì forte per male, che io credo, se io non avessi guardato al peccato, e poscia per vostro amore, io avrei fatto il diavolo; ma pure mi son rattemperata. | Esempio: | Machiav. Pros. var. 8, 94: Io cominciai a fare il diavolo: volevo accusare il vetturale, che vi era ito, per ladro. | Esempio: | E Machiav. Pros. stor. pol. 2, 301: Si ordinò fanti da Pistoia e da Prato,... acciocchè con Bernardo da Diacceto facessero il diavolo. | Esempio: | Ar. Comm. 2, 310: Come Ilario Lo sa, verrà volando a casa.... Non la vorrà patire, e farà il diavolo. | Esempio: | Cas. Pros. 3, 181: Ed è ancora nato dubbio se le donne son comprese in questa generalità, che volevan fare il diavolo. Alla fin ci siamo risoluti che s'intenda de' maschi tantum,... e così che quelle parole importino favore e non iudizio. | Esempio: | Cecch. Comm. ined. 291: Che dice in somma il bel cero? P. Fa 'l diavolo. G. Che ne lo porti; e di che? P. Della moglie Che gli avete levata. |
Definiz: | § LIV. E ne' detti significati si usano pure le maniere, intensive Fare il diavolo e peggio, Fare il diavolo a quattro, e iperbolicamente anche Fare il diavolo a sei; ed altresì si disse Fare il diavolo in montagna. |
Delle quali, Fare il diavolo a quattro venne a noi da' Francesi; ne' cui antichi Misteri, faire le diable à quatre dicevasi di quelle rappresentazioni diaboliche dove i personaggi ascendevano al numero di quattro. – Esempio: | Cas. Pros. 2, 76: La vanità ti trasporta, e vuoi che la diva senta che 'l sig. Anibale fa il diavolo in montagna. | Esempio: | Varch. Ercol. 110: Fare il diavolo e peggio, è quando altri avendo fatto capo grosso, cioè adiratosi e sdegnatosi con alcuno, non vuole pace nè tregua, e cerca o di scaricar sè, o di caricare il compagno con tutte le maniere che egli sa e può; e molte volte si dice per beffare alcuno, mostrando di non temerne. | Esempio: | Cecch. Comm. ined. 63: Fate pur disegno Che (non rendendo a costei la figliuola) La crederrà, non che la non si trovi, Ma che la sia niscosta apposta, ed abbia A ire agli Otto; in somma, a fare il diavolo E peggio. | Esempio: | E Cecch. Comm. ined. 169: Si vuol [il mio padrone] a tutti e' patti Disperar, gettar via, e fare il diavolo E peggio. | Esempio: | Red. Lett. 1, 106: In tutti quei mesi, ne' quali la fierezza della gotta non ismania, non imperversa; per dirlo con frase franzese, non fa il diavolo a quattro. | Esempio: | E Red. Poes. 246: Vi balla [il vento], v'imperversa e si scatena, E fa il diavolo a quattro, e peggio ancora. | Esempio: | E Nell. Iac. Mogl. 1, 13: E se s'intesta di no? B. E io m'intesterò di sì. F. Ella farà il diavolo a quattro. B. Ed io lo farò a sei. | Esempio: | Forteguerr. Ricciard. 7, 40: Grida Climene, e bestemmia lo Scricca, E fa il diavolo a quattro ancor Despina; E di là il Fiacca, e di qua corre il Ficca, Per tener la milizia in disciplina. | Esempio: | Fag. Rim. 2, 261: A render questo palio più giocondo, Usò ogni sforzo, fè il diavol e peggio. | Esempio: | Bracc. R. Dial. 197: Fece il diavolo a sei, e scatenò lo inferno contro quel povero galantuomo. |
Definiz: | § LV. Fare la pappa al diavolo, dicesi in proverbio per Fare con non leggiera fatica ciò che poi andrà disperso, o non recherà nessun utile nè a chi lo fa nè ad altri. |
Definiz: | § LVI. Far la parte del diavolo, vale Dare altrui cattivi consigli; ovvero anche Affacciare, Opporre, altrui difficoltà, obiezioni, dubbj e simili, in cosa della quale però noi stessi desideriamo la buona riuscita. |
Definiz: | § LVII. Lisciare la coda al diavolo. – | V. Coda, § XLIX.
Definiz: | § LVIII. Non lo volere nè Dio nè il diavolo, dicesi di persona la quale co' propri portamenti si sia demeritata la stima e l'affetto di tutti, anche di contrarie parti: e Non tenere nè da Cristo nè dal diavolo, dicesi di Chi, tutto inteso al proprio interesse, non si cura, fra due parti l'una buona e l'altra cattiva, di seguitare e favorire la buona e avversare la cattiva. |
Definiz: | § LIX. Parere il diavolo delle ampolle, si disse scherzevolmente di Persona che vada attorno con parecchi arnesi addosso: con allusione ad una leggenda, dov'è descritto il diavolo che va in giro con diverse ampolle, contenenti ciascuna una tentazione. – |
Esempio: | Cavalc. Med. Cuor. 233: Si legge in Vita Patrum che stando s. Macario al diserto, vide passare il diavolo in forma d'un medico molto in fretta, e aveva e portava molte ampolle con diversi beveraggi; lo quale il Santo conoscendo, domandollo dove egli andasse, e che portava in quelle ampolle. Al quale il diavolo, per divina virtù costretto, rispose e disse, che andava a tentare gli frati che stavano nella valle; e quelle ampolle significavano diverse tentazioni. | Esempio: | Gell. Sport. 3, 3: Io (Gherardo fattore di Monache) non fui stamane prima tornato da far le cerche con la cassetta, ch'elle mi dettono tante sporte ch'io paio il diavol delle ampolle. |
Definiz: | § LX. Pigliare, o simili, il diavolo alcuno, Farsi pigliare dal diavolo, Essere nelle mani del diavolo, e simili maniere, usansi comunemente per Abbandonarsi all'ira, al furore, alla rabbia, e simili. – |
Esempio: | Panant. Poet. Teatr. 12: Risponde l'altra: Se il diavol mi piglia, Ti sbacchierò una scarpa nella bocca. |
Definiz: | § LXI. Pigliare il diavolo per la coda, o Stringere, il diavolo per la coda, vale Cimentarsi a cosa di esito difficile o quasi impossibile, e pericolosissima, o addirittura dannosa; ed anche, Trovarsi involto in essa: onde l'altra maniera, Esser meglio pigliare il diavolo per la coda che fare alcuna data cosa; ed altresì, Essere il fare una data cosa lo stesso che pigliare il diavolo per la coda, ovvero Esser come pigliare, il diavolo per la coda. – | Esempio: | Cecch. Comm. ined. 29: Lascia, lascia fare, E' gli sarebbe il me' pigliare il diavolo Per la coda, che aver l'Anastasia Volta a farlo girar com'un paleo. |
Definiz: | § LXII. Portare il diavolo alcuno o Portarsi il diavolo alcuno, usato specialmente in locuzioni comparative, dicesi di persona ed anche di animale, che fugga o scappi precipitosamente. E Dove il diavol se lo porta, o anche se lo tira, o Come, il diavol se lo porta, o anche se lo tira, dicesi di chi vada all'impazzata e senza neanch'esso sapere dove va. – |
Esempio: | Ar. Orl. fur. 26, 130: Quel ronzin, come il diavol se lo porte, Dopo un gran salto se ne va con quella, Che pur grida soccorso, in tanta fretta, Che non l'avrebbe giunto una saetta. | Esempio: | Bern. Orl. 5, 50: Non risponde (un diavolo trasformatosi in Gradasso) e non aspetta, Anzi pareva dal diavol portato; Passato ha l'acqua come una saetta, E sopra quella nave s'è imbarcato. | Esempio: | Saccent. Rim. 1, 174: Questa (la Fortuna) che cieca in sulla ruota gira, Donando ad altri ciò che ad altri toglie A caso, dove il diavol se la tira. |
Definiz: | § LXIII. E costruito ne' modi imperativo o congiuntivo, usasi come imprecazione. – |
Esempio: | Cecch. Comm. ined. 291: Che dice in somma il bel cero? Fa 'l diavolo. G. Che ne lo porti; e di che? P. Della moglie Che gli avete levata. | Esempio: | Gozz. Op. scelt. 5, 302: Che hai tu fatto, gli disse, di colei che io ti avea affidata? Il diavolo porti te e lei, rispose l'infelice marito: mia moglie era colei che fu sedotta da te ec. | Esempio: | Giust. Vers. 123: Come! guardate i morti Con tanta gelosia? Studiate anatomia, Che il diavolo vi porti! |
Definiz: | § LXIV. Pur costruito col congiuntivo e con la particella condizionale Se, acquista forza di giuramento imprecativo. Così per esempio: | Esempio: | Esempio del Compilatore Il diavolo mi porti, se io ritorno più in quella casa; Che il diavolo mi porti, se in cotesti discorsi c'è una sillaba di verità; oppure Vorrei che il diavolo mi portasse, o Voglio che il diavolo mi porti, se io metto più bocca in questa faccenda. |
Definiz: | § LXV. Portare il diavolo alcuno in un luogo, dicesi, con un certo dispetto, a significare che costui vi giunge inopportunamente e contro l'altrui gradimento. |
Definiz: | § LXVI. Sapere dove il diavolo tien la coda, vale Essere accorto, malizioso, tale da non poter essere di leggieri ingannato, Sapere il conto suo; ed anche Essere al fatto delle cose, o di cose ignote ai più. – |
Esempio: | Bocc. Decam. 7, 182: Essi (gli scolari).... sanno dove il diavolo tien la coda. | Esempio: | Varch. Ercol. 101: Generalmente, d'uno che conosca il pel nell'uovo, e non gli chiocci il ferro, e sappia dove il diavol tien la coda, si dice: egli ha il diavolo nell'ampolla. | Esempio: | Salv. Granch. 3, 9: So dove el diavol tien la coda, Quand'io non sapessi altro. | Esempio: | Panciat. Scritt. var. 27: Noi eramo tutti esciti de' pupilli;... avevamo pisciato su più d'una neve, e su più d'un muricciuolo; sapevamo dove il diavol tien la coda. |
Definiz: | § LXVII. Tenere il diavol per la coda, vale Esser sommamente accorto, Vincere qualsivoglia altra persona in furberia. – | Esempio: | Nell. Iac. Dottoress. 3, 7: Chi disse ch'elle (le donne) tengon il diavol per la coda, non dormiva. |
Definiz: | § LXVIII. Tirare le orecchie al diavolo, vale Succhiellare le carte giocando; ed anche, semplicemente, Giocare. |
Definiz: | § LXIX. Trovare il diavol nel catino. – | V. Catino, § X.
Definiz: | § LXX. Da' del tuo al diavolo, e mandal via; ovvero, e levatel d'intorno; si disse in proverbio, a significare ch'Egli è utile dar qualche cosa del suo a' tristi, perch'e' ti si levin dinanzi. – | Crusc. Vocab. IV.
Definiz: | § LXXI. Diavol reca e diavol porta, o Diavol porta e diavol reca; dicesi in proverbio, dello Spendere e gettar via più che non si conviene, rimettendosi all'arbitrio della fortuna; od anche che I guadagni procuratisi per vie avventurose, e non sempre oneste, facilmente si perdono. – | Esempio: | Cecch. Comm. ined. 1, 302: Vi arrivò un Piemontese vecchio, Stato soldato in guarnigione in Corsica, Che se ne ritornava per andarsene A casa sua;... ed era stato toltogli Dai marinari ciò che avea, pei noliti: A tal, che egli era come santo Noferi. F. Il diavol reca, e 'l diavol porta. A. E aggiunsesi La infermità di lui. |
Definiz: | § LXXII. Dove non può entrare il diavolo, c'entra la versiera; dicesi in proverbio, quando riusciti ad avviare a bene alcuna cosa, la vediamo prendere cattiva piega per qualche altro verso. |
Definiz: | § LXXIII. Dove il diavolo non può mettere, cacciare, ficcare, o simili, il capo o le corna, vi mette o caccia ec. la coda; proverbio che significa, che Quando la fortuna non può guastare un affare per un verso, lo guasta per un altro; ovvero, che Anche se si sono superate in checchessia le difficoltà più gravi, spesso ne sorgono altre le quali, sebbene minori, possono tuttavia nuocere all'esito della cosa; od anche, che Dove non ha luogo la forza, si supplisce con l'astuzia. – |
Esempio: | Grazz. Comm. Gelos. 2, 4: Quando il diavol vuole andare, dove non può metter il capo, ponvi la coda. | Esempio: | Cecch. Comm. ined. 79: Io so che dove il diavolo non può Ficcare il capo, e' v'ha fitto la coda. |
Definiz: | § LXXIV. Il diavolo ci ha messo, o posto, o cacciato, e simili, le corna, ovvero la coda; e altresì, le corna e la coda; dicesi, proverbialmente, di cosa, nella quale s'incontrino tutte le difficoltà che uomo si possa immaginare. – | Esempio: | Ar. Comm. 2, 182: Postoci Ha il capo con tutte le corna il diavolo, Non pur solo la coda come dicono. | Esempio: | Grazz. Pros. 248: Messer no, gli rispose la colei; ma che volete voi fare, se il cento paia di diavoli ci s'è intraversato, ed hacci messo e la coda e le corna. | Esempio: | Forteguerr. Ricciard. 20, 1: Il diavol.... può far gran cose, Basta solo che Dio lo lasci fare:... sebbene il tristaccio non appare,... Ei però vi pon sempre e corna e coda. | Esempio: | Nell. Iac. Gelos. 2, 10: Senza dubbio, che il diavol ci ha cacciato le corna per fargli arrabbiare. | Esempio: | E Nell. Suoc. 3, 28: Maledetto sia il diavolo, che anche nella mia partenza ha voluto cacciar le sue corna. |
Definiz: | § LXXV. Il diavolo è cattivo perchè è vecchio; proverbio, che vale che Il tempo e l'esperienza aumentano
l'astuzia e la malizia. – |
Esempio: | Grazz. Comm. 236: Non sai tu che si dice, che 'l diavolo è tristo e viziato, perch'egli è vecchio? |
Definiz: | § LXXVI. Il diavolo è sottile e fila grosso; e si dice dell'Essere il pericolo maggiore che altri non crede. – |
Esempio: | Grazz. Comm. 325: Tu hai alle volte le grosse sottigliezze!... balordo! il diavolo è sottile, e fila grosso: io farei un bel fatto! | Esempio: | Cecch. Mogl. 1, 3: Io credo in fatto e' non ci sia pericolo.... V. Sia nella buon'ora. Il diavol è sottile, e fila grosso. | Esempio: | Lipp. Malm. 10, 56: Resta in parata, molto gira il guardo, Prima ch'un piè nè anche egli abbia mosso, Mercè ch'ei sa, che 'l diavolo è bugiardo, E quanto ei sia sottile e fili grosso. | Esempio: | Not. Malm. 2, 779: Il diavolo è sottile e fila grosso. Il diavolo è sagace, ed inganna l'uomo facendo il goffo ed il balordo. |
Definiz: | § LXXVII. Il diavolo le insegna fare ma non ricoprire, o nascondere, o simili; proverbio, che significa Essere assai difficile il nascondere il mal operato o le sue conseguenze. |
Definiz: | § LXXVIII. Il diavolo non è brutto, o nero, come si dipinge, o simili; proverbio che significa, L'affare non è così disperato come apparisce; ovvero, La cosa è meno grave di quello che ci viene narrata. – |
Esempio: | Sacch. Nov. 1, 315: Una cosa vi voglio dire:... il diavolo non è nero come si dipigne. | Esempio: | Cant. Carn. 177: E poi chi vede il diavol daddovero, Lo vede con men corna, e manco nero. | Esempio: | Cecch. Diss. 1, 2: Non ti alterar tanto, ti dico che tu sei una bestia: il diavolo non è brutto come e' si dipinge. | Esempio: | Lipp. Malm. 4, 42: Ma perchè non è il diavol sempre mai Cotanto brutto com'egli è dipinto; Quand'io più credo a gola esser ne' guaj, Ecco al mio cuore ogni travaglio estinto. | Esempio: | Not. Malm. 1, 365: Non è il diavol sempre mai Cotanto brutto com'egli è dipinto. Il male non è poi sempre tanto, quanto vien raccontato. | Esempio: | Nell. Iac. Vecch. 3, 14: Fatevi animo, e cavate fuora il vostro spirito. Il diavolo non è sempre brutto quanto si dipinge. |
Definiz: | § LXXIX. Il diavolo quand'è vecchio si fa romito; oppure, si fa cappuccino; proverbio che dicesi di Chi aspetti da vecchio a migliorar vita. |
Definiz: | § LXXX. Il diavol ti ci reca, si disse familiarmente per rimproverare persona la quale venga, o torni, più tardi di quello che avrebbe dovuto. – | Esempio: | Bocc. Decam. 7, 67: Alquanto turbata della sua lunga dimora, veggendol venire, cominciò proverbiando a dire: Mai, frate, il diavol ti ci reca; ogni gente ha già desinato quando tu torni a desinare. | Esempio: | Sacch. Nov. 2, 219: Là dove, parendo al Minestra che troppo fosse stata, dice: Il diavol ti ci reca; che hai tu tanto fatto? | Esempio: | Deput. Decam. 43: Quel che disse la Tessa a Calandrino tornato tardi a casa,... e che è ancora spesso in bocca alle nostre donne, Mai, frate, il diavolo ti ci reca.... E noi diremmo, per altre parole in collera, Pur ci tornasti. |
Definiz: | § LXXXI. Il diavolo va in carrozza, si dice per ischerzo ai bambini quando tuona. |
Definiz: | § LXXXII. Il diavolo vuol tentar Lucifero; si dice in proverbio quando un tristo vuole aggirare, o indurre al male, un più tristo di lui. |
Definiz: | § LXXXIII. La carne tira, e il diavolo è sottile. – | V. Carne, § XLV.
Definiz: | § LXXXIV. La farina del diavolo va tutta in crusca, o va in crusca; proverbio, che vale I disonesti guadagni non fanno pro, Le cose mal acquistate o si perdono o riescono pregiudicevoli. – |
Esempio: | Segner. Crist. instr. 2, 168: Non avete voi per proverbio, che la farina del diavolo va tutta in crusca? E non tornate ne' discorsi vostri a ripetere giornalmente, che la roba degli altri strugge la propia? |
Definiz: | § LXXXV. La mano tira e il diavol porta, o il diavol coglie; proverbio, che si usa per ammonire altrui di astenersi da certi atti pericolosi, come scagliar sassi, spianare verso alcuno un'arme, o simili, perchè tali atti possono, fuor dell'intenzione, avere conseguenze dannose. |
Definiz: | § LXXXVI. Le donne hanno un punto più del diavolo. – | V. Donna.
Definiz: | § LXXXVII. L'un diavolo caccia, o scaccia, l'altro; dicesi in proverbio Quando e' si cerca di riparare a un disordine, a un incomodo, e simili, con un altro. – |
Esempio: | Red. Cons. 1, 231: Io ho sempre a' miei giorni sentito dire, che un diavolo caccia l'altro, e tutti due lavano il viso: voglio inferire, che una serqua di vescicatorj, senza altro medicinale provvedimento, saranno il Nepente d'Elena di Rosaccio, e la mano di Dio per cavar di capo la paura a questo nostro infermo (qui è applicato per similit. a malattie e rimedj, e confuso per ischerzo con l'altro proverbio L'una mano lava l'altra, e tutt'e due il viso). |
Definiz: | § LXXXVIII. L'un diavolo paga l'altro; si disse, pure proverbialmente, per significare Che il male riceve condegno gastigo, Che ciascuno è punito in modo e misura conformi a quello che le sue cattive opere hanno meritato. – |
Esempio: | Cavalc. Pungil. 171: Dice Salamone ne' Proverbj, che contra l'uomo pravo e perverso, il quale sempre cerca brighe, Iddio manda l'angelo maligno, cioè che lo percuota, e menilo all'inferno, dove sempre v'è pure brighe e non pace. Ovvero, che per malo angelo maligno s'intende alcuno uomo pestilente, e ritroso com'egli, il quale il paga, come egli è degno. Sicchè in ciò si verifica il proverbio che dice, che l'uomo trova quello che va cercando, e l'uno diavolo paga l'altro. |
Definiz: | § LXXXIX. Non ci anderebbe il diavolo per un'anima, dicesi proverbialmente a significare un luogo di molto difficile accesso; e Non anderebbe il diavolo per un'anima, a indicare stagione cattivissima tempo perverso, da non uscire di casa per nessuna cagione o necessità. |
Definiz: | § XC. Quando il tuo, suo, vostro ec., diavolo nacque, il mio, il nostro ec., andava ritto alla panca, andava a predica, o altra simil maniera; usasi proverbialmente a significare, che Gli uomini d'età, siccome esperti, si possono difficilmente ingannare dai più giovani e meno esperti; od anche semplicemente per vantarsi d'essere più accorto o malizioso di altri. – |
Esempio: | Cecch. Comm. ined. 1, 128: Fece a correre, E sul secondo, si credeva, il cucciolo, Di scavezzarmi: e non sa ch'il mio diavolo, Quando il suo nacque, era grande da moglie. |
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