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COMMEDIA e poeticam$. talvolta COMMEDÍA
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COMMEDIA e poeticam. talvolta COMMEDÍA.
Definiz: Sost. femm. Sorta di componimento drammatico, in prosa o anche in verso, nel quale si rappresentano per lo più fatti e personaggi della vita privata. Ha esito quasi sempre lieto, e intende, mediante il ridicolo, a correggere i vizj e i difetti degli uomini.
Dal lat. comoedia, e questo dal gr. κωμῳδία. –
Esempio: Passav. Specch. Penit. 313: Molti di loro studiano le commedie di Terenzio.
Esempio: Segn. B. Poet. volg. 288: La commedia.... è una imitazion di cose cattive; ma non già che abbino il sommo grado della cattività: ma è una imitazione di quella parte ridicula, che contien la bruttezza.
Esempio: Red. Lett. 1, 164: La commedia è una superba cosa, e veramente degna della magnificenza di così gran Principe.
Esempio: E Red. Lett. appr.: Quando si reciterà la commedia, ella avrà in casa i sei bullettini, e procurerò che ve gli abbia la mattina di buon'ora.
Esempio: Panant. Poet. Teatr. 90: Si faria la commedia dei due gobbi.
Definiz: § I. Commedia dicevasi, secondo la opinione espressa da Dante nel libro De vulgari eloquio, Qualunque componimento poetico in stile mezzano, e quindi Ogni componimento in lingua volgare, in quanto che questa non si credeva atta a trattare se non soggetti umili o mezzani. –
Esempio: Dant. Inf. 16: E per le note Di questa Commedía, lettor, ti giuro.
Esempio: Bocc. Vit. Dant. 255: Quella in tre libri... mirabilmente distinse in un volume, il quale tutto intitolò Commedia.
Esempio: E Bocc. Vit. Dant. 257: Gli mostrò dove fossero li tredici canti, li quali alla divina Commedia mancavano.
Esempio: Pucc. A. Centil. Prol. 105: Della quale opera nostro mezzano intelletto oltramodo invaghito, pensò di ridurre in volgare commedia versificando la prosa della detta Cronica (cioè in terza rima la Cronica del Villani).
Esempio: Pulc. L. Morg. 27, 2: Ed io pur commedía pensato avea Iscriver del mio Carlo finalmente, Ed Alcuin così mi promettea; Ma la battaglia crudele al presente, Che s'apparecchia impetuosa e rea, Mi fa pur dubitar drento alla mente.
Esempio: E Pulc. L. Morg. 27, 115: E per tornare alla materia mia, O vero o no, con pace si comporti,... Colui che scrive istoria o commedía, Convien che alla scrittura si rapporti.
Definiz: § II. Commedia dicesi figuratam. e in linguaggio familiare per Cosa fittizia, fatta o detta per sola apparenza, e per lo più a fine di deludere; ed anche per Dimostrazione d'onore, fatta con maniere cerimoniose e caricate. –
Esempio: Cellin. Vit. 330: Volse la mia mala fortuna, che io non fui avvertito di fare altrettanta commedia con madama de Tampes; chè saputo la sera tutte queste cose, che erano corse, dalla propia bocca del Re, gli generò tanta rabbia velenosa nel petto, che ec.
Esempio: Leopard. Paralip. 6, 18: Al tutto si ridea Camminatorto Di sì fatte commedie.
Definiz: § III. E pur figuratam., Qualunque cosa che abbia del ridicolo, e talora anche un po' dello scandaloso. –
Esempio: Bart. D. As. 1, 3, 99: Tali e tante ne disse [il Bonzo], che sarebbe stata una commedia l'udirlo.
Esempio: Red. Lett. 2, 146: Ella è troppo bella, e perciò non voglio tralasciar di raccontarla a V. R., già che ella conosce tutti i personaggi di questa commedia.
Esempio: Nell. Iac. Serv. padr. 2, 8: L'è una commedia, a vederlo tanto imbarcato in quella pazzia.
Esempio: Salvin. Annot. Fier. 520: Diciamo ancora: Questo fatto, Questo caso, fu propriamente una commedia; e il greco in questo proposito dice δρᾶμα.
Definiz: § IV. Far due o più parti in commedia, dicesi familiarm. per Attendere a due o a più ufficj diversi, e che dovrebbero esser fatti da due o da più; e dicesi anche di chi mostra avere ora una or un'altra opinione, secondo il luogo dov'è, o le persone con le quali tratta; e via discorrendo.
Definiz: § V. Far più figure in commedia, vale Fingersi quello che uno non è, Mostrare altrui bianco per nero. –
Esempio: Fag. Comm. 5, 531: Lo sa il cielo.... se questa ch'è teco sia veramente tua moglie, e quella Lidia figliuola di Pandolfo; a far più figure in commedia voi già siete avvezzi.
Definiz: § VI. Mettere alcuno in commedia, vale Metterlo in ridicolo, Esporlo alle beffe del pubblico. –
Esempio: Dav. Tac. 2, 301: L'esser lecito dar addosso a' potenti,... il metterli, come fa l'invidia, anche in commedia.