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UDIRE
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UDIRE.
Definiz: Che in alcune delle sue voci si supplisce coll'antico verbo ODIRE. Ricevere il suono coll'orecchie; Sentire. Lat. audire, auribus percipere. Gr. ἀκούειν.
Esempio: Bocc. nov. 36. 22. Ragionandolo messer Negro alla figliuola, niuna cosa ne volle udire.
Esempio: E Bocc. nov. 77. 56. Niuna altra cosa udiva, che cicale, e vedeva Arno.
Esempio: E Bocc. num. 65. Quando la fante l'udì parlare, quasi tutta riconfortata, salì su per la scala.
Esempio: E Bocc. nov. 79. 4. Udendo da tutti, costoro esser poveri uomini, e dipintori, gli entrò nel capo ec.
Esempio: Amet. 39. Acquistino le voci della tua serva merito d'essere udite nel tuo cospetto.
Esempio: Dant. Inf. 1. Ov'udirai le disperate strida.
Esempio: E Dan. Par. 4. E poi potesti da Piccarda udire, Che l'affezion del vel Gostanza tenne.
Esempio: E Dan. rim. 2. Perocchè quella, che ti deve odire, S'è, com'io credo, in ver di me adirata.
Esempio: Petr. son. 208. Nè l'orecchie ch'udire altro non sanno Senza l'oneste sue dolci parole.
Esempio: Tes. Br. 1. 15. Altresì udire sormonta l'odorare, che noi udiamo più dalla lunga, che non odoriamo.
Esempio: Boez. Varch. 1. pros. 4. A quella giustizia, e severità non pare, che si possa aggiugnere cosa alcuna; ma sta pure a udire.
Definiz: §. I. Chi ode non disode; proverb. che si dice di Chi far capitale a suo pro di quello, che si sente dire.
Esempio: Tesorett. Br. 25. Che tal lo mal dir t'ode, Che poi non lo disode.
Esempio: Varch. Suoc. 5. 1. Dubito, non abbiano a ire in voce di tutto Firenze per certe lingue tabane, che ci sono; e chi ode, poi non disode.
Definiz: §. II. Non voler udir trattato di checchessia, o simili, vale Averci avversione, Esser risoluto di non aderirvi.
Esempio: Bern. Orl. 1. 9. 42. Era quell'Agrican diliberato Angelica per moglie avere, ed ella Di questa cosa udir non vuol novella.
Esempio: Buon. Fier. 3. 1. 9. Nè vuol udir mai più nulla di lui.