Lessicografia della Crusca in rete

1) Dizion. 5° Ed. .
MALIARDO
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MALIARDO.
Definiz: Sost. masc. Chi fa malie, e più specialmente Chi nuoce altrui con malie; Ammaliatore. –
Esempio: Grazz. Pros. 130: Se io scampo di questa, mai più m'impaccio nè con maliardi nè con stregoni.
Esempio: Cecch. Comm. ined. 170: Io gli ho promesso di trovare Qualche stregone e maliardo.
Esempio: E Cecch. Comm. ined. 198: Se E' potessino (i negromanti) far sì gran miracoli, E' farebbon del bene a loro stessi. A. Le vostre son parole. Io ho veduto Fare a' mia dì a questi maliardi Di strane cose.
Esempio: Serdon. Stor. Ind. volg. 381: Aroezio subito lo domandò al Meneses, per gastigarlo, come maliardo e scelerato.
Esempio: Not. Malm. 1, 151: Stregone. Maliardo, mago, negromante, ec. Viene dal latino, secondochè osservò il Mureto nelle sue varie lezioni,... emendando un luogo di Plauto nelle Bacchidi.
Esempio: Manz. Prom. Spos. 523: Non aveva mai avuta altra mira che d'istruirsi e di conoscere a fondo le pessime arti de' maliardi.
Definiz: § E figuratam. –
Esempio: Segner. Crist. instr. 3, 472: Neghi ora chi può che.... il mondo, la carne e il demonio, non sieno essi tanti maliardi delle anime, e che quei che gli ascoltano sì volentieri, non sieno tanti ammaliati.