Lessicografia della Crusca in rete

1) Dizion. 5° Ed. .
LECCATO
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LECCATO.
Definiz: Partic. pass. di Leccare. –
Esempio: Bocc. Amet. 16: Siccome la fiamma si suole nella superficie delle cose unte con subito movimento gittare, e, quelle leccate, fuggire e poi tornare; così ec.
Definiz: § I. In forma d'Add. Liscio, Levigato. –
Esempio: Bocc. Com. Dant. M. 1, 174: Appres so la sua pelle è leccata, piana e di molte macchie dipinta.
Esempio: E Bocc. Com. Dant. M. 1, 175: Appresso la pelle sua leccata, e di macchie dipinta, non meno che la predetta, si confà co' costumi de' lascivi; ec.
Definiz: § II. Figuratam., Terso, Forbito, Accurato, per lo più soverchiamente, detto di scrittura, discorso, pittura, e simili. –
Esempio: Firenz. Pros. 2, 37: Raccontaci quella tua novella, acciocchè questo mio Agnolo, il quale io amo più che figliuolo, fruisca la piacevolezza del tuo leccato parlare.
Definiz: § III. E per Elegante, o simile, detto di nome o parola. –
Esempio: Ambr. Bern. Prol.: Ed a nessuno porga molestia Questo tal nome (i Bernardi), ancorchè non vi paia Così leccato: per questo non macula Già la commedia.
Definiz: § IV. Pur figuratam., detto di persona, vale Che parla, scrive, dipinge, e simili, con forbitezza, accuratezza, eleganza; e più comunemente con affettazione, con arte troppo studiata e ricercata. –
Esempio: Vasar. Vit. Pitt. 5, 70: Egli intese molto bene il modo del dipignere in muro, e facilissimamente lo lavorò; essendo nientedimanco nel comporre le sue cose molto leccato.
Esempio: Salvin. Disc. 2, 415: Alcuni leccati parlatori, e che parlano, come bassamente si dice, in punta di forchetta, con mala affettazione, amano di dire, ec.
Esempio: Lanz. Stor. pitt. 3, 25: Intelligente della degradazione, paesista, prospettivo, ornatista buono, e in ogni parte finito e leccato.
Definiz: § V. In forza d'Avverb. Forbitamente, e, più spesso, Affettatamente. –
Esempio: Salvin. Annot. Tanc. 538: Siccome fanno alcuni affettatuzzi, che pretendono di parlare leccato e, come si dice, in punta di forchetta.
Esempio: Mann. Lez. Ling. tosc. 180: La qual cosa mi fa sovvenire di quel nostro modo di dire Mettere in quinci e in quindi, per favellare leccato, e tenere altrui a bada colle ricercate parole.