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CORBELLO.
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CORBELLO.
Definiz: Sost. masc. Vaso rotondo, tessuto di stecche di legno, col fondo piano, più che altro per uso di trasportare la roba a spalla, specialmente nei lavori della campagna.
È forma varia dell'antiquato corbella, voce derivata dal lat. corbula, diminut. di corbis. –
Esempio: Cellin. Vit. 192: Il quale aveva un capaccio come un corbello.
Esempio: Cecch. Comm. ined. 383: Ci trattano [i nostri amici] Come usa trattar il corbel l'asino, Mangiato ch'ha la biada.
Esempio: Buonarr. Fier. 2, 4, 30: Zappe, pale, piccon, ceston, corbelli Da cavar terra.
Esempio: Corsin. B. Torracch. 1, 20: Eranvi di carciofi e di baccelli, E colmi di ciliege alti corbelli.
Definiz: § I. Vale anche Tanta quantità di checchessia quanta basta a empire un corbello. –
Esempio: Dav. Colt. 515: Mettigli al piede un corbel di coiacci mescolati con pecorina.
Esempio: Monigl. Poes. Dramm. 3, 41: Il me' povero Ciapo Per sbucar di prigione.... è bisognato Che lampanti do' scudi al Sere snoccioli. Che lo carpi un corbello di gavoccioli! (qui in modo scherzevole ed iperbolico).
Definiz: § II. Figuratam., ed in modo basso, per eufemismo dicesi per ingiuria ad Uomo balordo, Minchione, o simile.
Definiz: § III. A corbelli, o, come anche trovasi, Coi corbelli, posto avverbialmente, vale In gran copia. –
Esempio: Bern. Rim. burl. 1, 59: Ma di questi lavori delle pecchie, O api a modo vostro, vi prometto Che n'abbiam co i corbegli e colle secchie. Io parlo d'ogni sorte di confetto, In torte, marzapani ec.
Definiz: § IV. Corbelli! usasi in modo un po' basso, come esclamazione di maraviglia, di stupore o simile; ed equivale a Capperi! Corbezzole! e simili. E O corbelli! è esclamazione d'impazienza. –
Esempio: Casott. A. Celid. 8, 50: Corbelli! chi v'ha detto ch'io son reo.