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ACCOGLIENZA.
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ACCOGLIENZA.
Definiz: Sost. femm. L'atto e il modo d'accogliere alcuno; e per lo più con una certa dimostrazione d'affetto. −
Esempio: Dant. Purg. 7: Posciachè l'accoglienze oneste e liete Furo interate tre e quattro volte, Sordel si trasse ec.
Esempio: Vill. M. 5, 13: Fattagli allegra accoglienza, come ebbe mangiato,.... fugli detto ch'era prigione.
Esempio: Bocc. Decam. 3, 190: Egli non è or tempo da fare più strette accoglienze.
Esempio: Ar. Orl. fur. 23, 23: I saluti e i fraterni abbracciamenti Con le grate accoglienze andaro innanti.
Esempio: Tass. Gerus. 18, 4: E verso gli altri poi lieto converse La destra e 'l volto all'accoglienza amica.
Esempio: Corsin. Stor. Mess. trad. 296: Desiderava in un tempo medesimo sodisfare all'accoglienza degli ospiti, e alla propria ambizione e vanità.
Definiz: § E figuratam. −
Esempio: Petr. Rim. 1, 217: Ma 'l bel paese e 'l dilettoso fiume Con serena accoglienza rassecura Il cor già volto ov'abita il suo lume.
Esempio: Segner. Mann. lugl. 6, 2: Non ama [Iddio] di pigliar possessi violenti.... Tu sei padrone del tuo libero arbitrio: te 'l serba illeso, affinchè così l'accoglienza, la quale da te poi riceve, gli sia onorevole.