Lessicografia della Crusca in rete

1) Dizion. 5° Ed. .
LETTERUTO
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Dizion. 5 ° Ed.
LETTERUTO.
Definiz: Add. Lo stesso che Letterato, ma si usa solo per ischerzo o con intendimento ironico. –
Esempio: Cecch. Spirit. Prol. 3: È un omiciatto, nè vecchio nè giovane: Non letteruto, nè anco senza lettere, E tessuto alla piana.
Esempio: E Cecch. Comm. ined. 179: Be', avvertite Che noi altri, che siam di buone genti, Palliamo a caso, e non come voi altri Sacciuti e letteruti, se voi siate, Sì com'io credo, quel dottor.
Esempio: Red. Lett. 2, 27: Io voglio.... che ella possa una volta comparire in petto ed in persona nel numero degli speziali più letterati e più saccinti.
Esempio: Salvin. Annot. Tanc. 560: Maliziuta, maliziosa, con desinenza di dispregio. Così, uno, per non dar lode a un altro di letterato, lo addimandò letteruto.
Esempio: Fag. Rim. 1, 274: Non vi voglio anche un altr'error nascondere Di tal altra, che fa da letteruta, E fra libri si vuole ognor confondere.
Esempio: E Fag. Rim. 2, 225: E ch'hann'a dire i miseri sacciuti, Che consumano l'olio ora sì caro, Per venire eruditi e letteruti?
Esempio: EFag. Rim. 5, 155: V'è però chi grazioso Fa il sacciuto, Letteruto, Ed in tutto virtuoso.