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1) Dizion. 5° Ed. .
FASTIDIRE.
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FASTIDIRE.
Definiz: Att. Dar fastidio, Recar molestia, incomodo, Molestare; che comunemente dicesi Infastidire.
Dal lat. fastidire. –
Esempio: Fr. Giord. Pred.: In ogni luogo lo proverbiavano, e lo fastidivano.
Esempio: E Fr. Giord. Pred. appr.: Non pensavano ad altro, che a fastidire or questi or quelli accattatamente.
Definiz: § I. E con più, grave senso, riferito poeticam. a stato, popolo, e simili, vale Vessare, Angariare. –
Esempio: Petr. Rim. 2, 268: Qual colpa, qual giudicio o qual destino Fastidire il vicino Povero, e le fortune afflitte e sparte Perseguire?
Definiz: § II. Semplicemente per Recar noia, Annoiare, Tediare. –
Esempio: Savonar. Pred. 12: Non gli dirò tutti (i sensi) per non fastidire gli fastidiosi.
Esempio: Ar. Orl. fur. 23, 136: Ma son giunto a quel segno, il qual s'io passo, Vi potria la mia istoria esser molesta; Ed io la vo' più tosto differire, Che v'abbia per lunghezza a fastidire.
Esempio: Med. Aridos. Prol.: Io per non vi fastidire con l'argomento, che lungo sarebbe, me ne tornerò drento.
Esempio: Car. Eneid. 2, 170: Ma dov'entro, Lasso! senza profitto a fastidirvi Con noiose novelle?
Esempio: E Car. Lett. fam. 2, 401: Dio sa con che cuore scrivo questo a V. S. illustrissima, dubitando di fastidirla.
Esempio: Tass. Lett. 1, 287: Che farò dunque, poi che nè pregare nè argomentar debbo? nè so dilettare: anzi m'avviso che le mie noie fastidiscano altrui.
Esempio: Galil. Comm. ep. resp. 1, 1: Si scusa V. S. nella sua, che troppo liberamente e con troppo ardire viene con la sua lettera, a me certo gratissima, a ritrovarmi, com'ella sia per fastidirmi; ma non si avvede che con troppo ardire e troppo mi lauda fuori di ogni mio merito.
Definiz: § III. Per Avere in fastidio, Avere a noia, checchessia. –
Esempio: Giacomin. Oraz. 48: Nostra natura è mutabile, e de le mutazioni sommamente gode; però da principio attentamente opera, poi si stanca; onde non sente diletto, anzi fastidisce quello, in che prima si compiaceva.
Definiz: § IV. E per Avere a vile, in dispregio, Disprezzare. –
Esempio: Guicc. Op. ined. 1, 14: Non aveva la plebe a chi fuggire, nè chi pensassi a' comodi suoi, nè e capi della plebe più speranza di essere eletti ne' patrizj, perchè da loro erano fastiditi come ignobili.
Definiz: § V. Riferito a cibo o bevanda, vale, conforme a proprietà latina, Averne nausea. –
Esempio: Benciv. Cur. Malatt. volg.: Fastidiscono ogni maniera di cibo, e fastidiscono altresì ogni beveraggio.
Esempio: Speron. Op. 2, 491: Parmi esser uopo alquanto delle discipline speculative assaggiare, certo sì leggiermente che l'intelletto, già di vento pasciuto, il resto del cibo non fastidisca (qui in locuz. figur.).
Definiz: § VI. E detto di cibo, bevanda e simili, vale Recar nausea, Nauseare, Indurre sazietà. –
Esempio: Pallav. Libr. Ben. 362: I cibi di gran sapore.... assai tosto saziano e fastidiscono.
Definiz: § VII. Figuratam. –
Esempio: Bemb. Pros. 79: Questa per lo detto temperamento suo, ancora che ella molte volte una appresso altra si ponga e usisi, non perciò sazia; quando tuttavolta altri non abbia le carte preso a scrivere ed empiere di questa sola maniera d'accento, e non d'altra; là dove le due dell'ultima e dell'innanzi penultima sillaba agevolmente fastidiscono, e sazievoli sono molto.