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1) Dizion. 5° Ed. .
INEDIA.
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Dizion. 5 ° Ed.
INEDIA.
Definiz: Sost. femm. Propriamente Il non mangiare, L'astenersi dal cibo; ma oggi intendesi comunemente per Lunga privazione di cibo, sicchè facilmente ne consegue la morte.
Dal lat. inedia. –
Esempio: Car. Lett. fam. 1, 301: Con la pazienza e con l'inedia si vince ogni male.
Esempio: Segner. Op. 4, 655: In quella continovata inedia lo stomaco, bisognoso di nutrimento, succhiò da tutto il corpo gli umori più perniciosi.
Esempio: Red. Cons. 2, 23: Io non son però il naturale ritratto dell'inedia e della quaresima, come io era, prima che fossi sorpreso da quel male.
Esempio: Salvin. Disc. 2, 512: Quei mali, che vengono da superfluità, collo scemare più facilmente si curano, che quegli che da scarsezza nascono e da inedia.
Esempio: Forteguerr. Ricciard. 27, 77: Là si vedeva l'Ignoranza in sedia Cibi gustare e vini saporiti, E qua Virtute morirsi d'inedia.
Esempio: Parin. Poes. 54: Dunque alla mensa, o tu schifo rifuggi Ogni vivanda, e te medesmo rendi Per inedia famoso, o nome acquista D'illustre voratore.
Esempio: Guadagn. Poes. 2, 215: Chi volete che sia tanto bestiale Da permetter che un suo lavoratore Vada a morir d'inedia all'Ospedale?
Definiz: § Figuratam., e in linguaggio familiare, dicesi per Grande e lunga noia; e usasi più spesso nelle maniere Morir d'inedia, Far venir l'inedia. –
Esempio: Guadagn. Poes. 1, 19: Non ho lo splin, nè vo' morir d'inedia; Nè per pianger vo' perdermi la vista.
Esempio: E Guadagn. Poes. 1, 88: Questi ed altri discorsi senza fine, Per non morir d'inedia, potran fare Alle feste le mamme parigine.