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MORBO
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MORBO.
Definiz: Sost. masc. Malattia, e propriamente di carattere grave; ma non è voce dell'uso comune.
Dal lat. morbus. –
Esempio: Bern. Rim. burl. V. 92: Io lessi già d'un vaso di Pandora, Che v'eran dentro il canchero e la febbre, E mille morbi che n'usciron fuora.
Esempio: Bemb. Rim. 44: Mal si cura morbo interno antico.
Esempio: Mattiol. Disc. 1, 75: Nè però pare ostare a cotal nostra opinione, che molte più virtù di curare varj e diversi morbi abbia dato al suo cancamo Dioscoride, che non dà Serapione alla sua lacca.
Esempio: Red. Cons. 1, 193: Il morbo, da che è originato questo sintoma, a mio giudizio, non è altro, che un morbo in via, cioè a dire un'angustia de' bronchi de' polmoni.
Esempio: Forteguerr. Cap. 213: Rimedj, balsami ed erbaggi Da risaldar ferute, e cacciar morbi.
Esempio: Fag. Rim. 2, 191: Ei con medica mano i più penosi Morbi tolse dagli egri, e ben distinse Quai fosser lievi mali o perigliosi.
Esempio: Parin. Poes. 171: Nè qui giaccion paludi, Che dall'impuro letto Mandino ai capi ignudi Nuvol di morbi infetto.
Esempio: Lambr. Elog. 34: Nella notte scoppiò veemente ed irreparabile la furia del morbo fino allora nascosto.
Esempio: E Lambr. Elog. 237: Quanto vigore di niente, e quanta robustezza di corpo che prometteva una perenne gioventù! Or tutto ciò fu a un tratto distrutto da un morbo indomabile.
Definiz: § I. Per similit. –
Esempio: Ridolf. Lez. Agr. 2, 197: La pianta del luppolo va soggetta ad una malattia particolare, per cui la sua foglia trasuda un umore dolce, e però questo morbo è detto melata; malattia che attacca anche altre piante coltivate fra noi.
Definiz: § II. In locuz. figur., e figuratam. –
Esempio: Bemb. Asol. 31: Tutti gli amorosi morbi quanto più invecchiano, sì come quelli del corpo, tanto meno sono risanabili.
Esempio: Rucell. Or. Dial. 12, 4, 206: Se la giocondità della vita si perturba co' dolori e co' mali del corpo, quanto più ciò dee seguire pe' morbi dell'animo?
Esempio: Leopard. Pros. 2, 123: E questo vizio ch'io dico, sì barbaro e sì ridicolo, e contrario al senso di creatura razionale, è veramente un morbo della specie umana.
Esempio: Giobert. Ges. mod. 3, 343: Cessate dunque di meravigliarvi, o teologi, se la miscredenza infuria da tanto tempo, e d'imputare il morbo solamente agl'infermi, quasi che sia in tutti volontario, e una malizia diabolica alligni nei loro petti.
Definiz: § III. E usato per lo più con qualche aggiunto, a denotare Malattia contagiosa qualsiasi. –
Esempio: Benciv. Cur. Malatt. volg.: Mentre il morbo pestilente più furiosamente inferociva.
Esempio: Grazz. Cen. 86: Ma poi venutone tempo nuovo, cessò la mala influenza del pestifero morbo, che in quelli tempi e da quelle persone fu detto il male del vermo.
Esempio: Pindem. Poes. 78: Morbo fatal (il vaiuolo), da l'Arabo feroce Portato ovunque portò l'armi invitte, E quindi sparso per la terra tutta.
Esempio: Bott. Stor. Ital. 4, 135: Per l'aria pregna di esalazioni animali, si trasportava da uomo a uomo facilmente il morbo (la febbre gialla), e più fieramente l'infettato tormentava.
Definiz: § IV. E assolutam., per Peste, Pestilenza; e in senso particolare si prese per la Peste bubbonica. –
Esempio: Acc. D. Stor. Ar. 3, 315: S'intese il duca Giovan Galeazzo dopo l'avuta di Bologna essere malato, e di poi morto, di morbo a Marignano.
Esempio: Vespas. Vit. Uom. ill. 12: Cominciando il morbo a Ferrara, il papa se ne venne a Firenze.
Esempio: E Vespas. Vit. Uom. ill. 196: Come piacque a Dio, gli prese il morbo.
Esempio: Bern. Rim. burl. V. 75: Non deste voi bevanda sì molesta Ad un ch'avesse il morbo o le petecchie.
Esempio: Murat. Gov. Pest. 62: Per l'ordinario le pesti hanno l'origine, o la loro dilatazione, dalle robe, cioè dalle suppellettili, panni, o merci procedenti da luogo infetto, o maneggiate da persone contaminate da esso morbo.
Esempio: Varan. Vis. poet. 5: Forse il fier morbo il sol fervido spreme Da stuolo immenso di locuste estinte, Che l'Etiopi arene ingombra e preme?
Definiz: § V. Onde Ufficiali del morbo, fu detto in Firenze Un magistrato, con grande autorità, che si eleggeva nelle pestilenze, ad alleviare i mali con rimedj opportuni. –
Esempio: Camb. G. Ist. 3, 227: Richiese gli Uficiali del morbo, che se loro volevano, piglierebbe la cura lui degli amalati di morbo solo.
Definiz: § VI. E figuratam., detto di persone di pessima qualità o condizione, vale lo stesso che Malanno. –
Esempio: Ar. Orl. fur. 13, 41: Non bisognò catena in capo adonca; Che per purgare il mondo di quel morbo, L'arbor medesmo gli uncini prestolli, Con che pel mento Orlando ivi attaccolli.
Esempio: Guicc. Op. ined. 10, 157: Io vi prego.... che udendo tante indegnità e tante iniquità, tanti vostri danni, non vi concitiate a furore, non lapidiate questo morbo; contentatevi, poi che la cosa è qui, che sia gastigato da giudici.
Definiz: § VII. Morbo, figuratam., vale anche Puzzo, Fetore. –
Esempio: Ubert. Faz. Dittam. R. 28: Che 'n prima consumar (le locuste) le biade e l'erba, Poi cadute in mar gittar tal morbo, Che di sei i tre e più di vita snerba.
Esempio: Vasar. Vit. Pitt. 7, 17: E penò tanto a farla, che in quella stanza era il morbo degli animali morti troppo crudele, ma non sentito da Lionardo per il grande amore che portava all'arte.
Esempio: Magal. Lett. scient. 76: Fu il solo che potè assistere il Conte di Culagna, perchè non sentiva il morbo che gli usciva de' calzoni.
Definiz: § VIII. Morbo esecrabile, trovasi detto, conforme a proprietà greca, per Lebbra. -
Esempio: Car. Trad. gr. 98: Quelli che sono infetti dal morbo esecrabile, i quali (come si vede in alcuni tocchi da questa maledizione) infino alle carni, all'ossa, alle midolle son consumati (il grec. ha: ὑπὸ ἱερᾶς νόσου).
Definiz: § IX. Morbo gallico, vale lo stesso che Mal francese. –
Esempio: Cellin. Vit. 126: Soprastette quel morbo gallico a scoprirmisi più di quattro mesi interi.
Esempio: Pap. Cons. med. 2, 101: Io credo certo, che i medicamenti, usati per guarire di esso morbo gallico, abbiano dato non piccola occasione al producimento di questo universale sconcerto.
Definiz: § X. Morbo indiano, e anche Morbo asiatico, si dice Il colèra. –
Esempio: Giord. Op. 2, 507: Estinto dal nuovo morbo indiano.
Esempio: E Giord. Op. appr.: Fu tolto nel LXVIII anno dal nuovo morbo indiano a dì XXI settembre 1836.
Definiz: § XI. Morbo pedicolare, dicesi una Malattia della pelle, chiamata anche Ftiriasi. –
Esempio: Cocch. Bagn. Pis. 162: Di questo genere è la tiriasi o morbo pedicolare, famoso per le persone illustri, regi e sapienti, che infelicemente sono stati lasciati perire d'un sì brutto male, per l'ignoranza della minuta fisica verità intorno all'origine di quegli animali che lo producono.
Esempio: E Cocch. Bagn. Pis. 165: Al che non fa alcuno ostacolo il narrarsi che il morbo pedicolare, o talora anco qualche minore specie di esso in sembianza di rogna, sieno stati incurabili in alcune ricchissime o dottissime persone.
Definiz: § XII. Morbo regio, è detta, secondo proprietà latina, L'itterizia. –
Esempio: Cavalc. Vit. SS. PP. volg. 1, 84: Fu da indi a poco percosso da Dio d'una infermitade che si chiamava morbo regio.
Definiz: § XIII. Morbo sacro, vale quanto Epilessia. –
Esempio: Salvin. Disc. 1, 130: Il piacere di Venere, come quello, che offende principalmente la ròcca degli spiriti, al morbo perciò detto sacro fece (Platone) essere somigliante; e battezzollo (lasciatemi dir così) per accidente di mal caduco, del quale non vi ha malattia più orrida, nè più lacrimevole.
Definiz: § XIV. Morbo sottile, vale lo stesso che Tisi, Etisia; e più frequentemente dicesi Mal sottile. –
Esempio: Tratt. Falcon. 18: Nol sottigliare (lo sparviere) con piccoli polli, imperciocchè 'l fanno infermare d'una infertà che si chiama etica, ovvero morbo sottile.
Definiz: § XV. Morbo sudante, si disse, dal copioso sudore con cui manifestavasi, Una sorta di malattia pestilenziale e contagiosa, che uccideva in poche ore chi n'era colpito; e che, comparsa in Inghilterra nel secolo decimoquinto, tornò ad infierirvi più volte in quello e nel successivo, spargendosi di là in Germania e in Fiandra; e si chiamò anche Sudoretto. –
Esempio: Baldin. Decenn. 3, 145: Morì questo artefice nell'autunno dell'anno 1529, nel tempo che tiranneggiava quelle parti una certa malattia, che si chiamava morbo sudante, o male inglese, il quale a gran migliaia di gente di ogni condizione e sesso tolse la vita.
Definiz: § XVI. Morbo virgineo, vale lo stesso che Clorosi, o Oppilazione delle donne. –
Esempio: Cocch. Bagn. Pis. 299: L'aggregato di tutti gl'incomodi prodotti dalla patente mancanza o scarsità del periodico natural flusso sanguigno, costituisce l'idea del male volgarmente chiamato oppilazione, assai frequente e comune tralle fanciulle, onde ha preso anco il nome di morbo virgineo.
Definiz: § XVII. Che ti venga, ti colga, o simile, il morbo; è forma imprecativa, che si usò per augurar male ad alcuno, e, per estensione, anche ad alcuna cosa. –
Esempio: Bern. Rim. burl. V. 151: Io vo' che venga il morbo a lei e a lui, E presso ch'io non dissi a te e a lei.
Esempio: Firenz. Comm. 1, 403: Che venga il morbo a quante ne porta grembiule.
Esempio: E Firenz. Comm. 1, 449: Or andate, che 'l morbo vi spegna tutti quanti.
Esempio: Cecch. Comm. ined. 89: Eh! ghiotto, ghiotto, Che venga il morbo a te e le tue girandole!
Esempio: E Cecch. Comm. ined. 184: Tu sei una sucida. C. Doh! che ti venga il morbo.
Esempio: Fag. Comm. 3, 300: Vienga il morbo a il leticare, a chi l'ha trovato, e a chi n'è causa!
Definiz: § XVIII. Essercene il morbo, detto di persone sciocche, triste, o simili, si usò per Esservene grandissima quantità. –
Esempio: Fag. Comm. 6, 280: Oh che figliuola d'oro! se tutte parlassero così a certi ganimedi sfacciati, non ce ne sarebbe il morbo, come ce n'è.
Esempio: E Fag. Rim. 2, 361: Or se tu avessi a diventar de' loro, Dio te ne guardi: son pure sguaiati! E forse non c'è il morbo di costoro?