Lessicografia della Crusca in rete

1) Dizion. 5° Ed. .
ATRO, e anche ADRO.
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ATRO, e anche ADRO.
Definiz: Aggiunto di colore scuro, che ha del tetro. Voce, specialmente nella seconda forma, più propria della poesia.
Dal lat. ater. –
Esempio: Dant. Inf. 6: Gli occhi ha vermigli [Cerbero] e la barba unta ed atra.
Esempio: Petr. Rim. 1, 192: Non d'atra e tempestosa onda marina Fuggìo in porto giammai stanco nocchiero.
Esempio: Salv. Rim. 22: Indarno oscuri e veli, Celeste sol, sott'adra nube il giorno.
Esempio: Tass. Gerus. 8, 25: Ma poichè tornò il lume agli occhi miei, Ch'eran d'atra caligine condensi ec.
Esempio: E Tass. Gerus. 13, 56: Sembra il ciel nell'aspetto atra fornace.
Definiz: § I. Dicesi per estensione anche d'ogni cosa, la quale, quantunque non sia di colore oscuro, ha dell'orrido, o riesce funesta ne' suoi effetti. –
Esempio: Menz. Sat. 41: Or voi che sempre avete il gozzo pieno Del nettare che qui beesi a bizzeffe, Fuggite in vasel d'oro atro veleno.
Definiz: § II. E per Lurido, Sozzo. –
Esempio: Dant. Purg. 30: Nè quantunque perdeo l'antica madre Valse alle guance nette di rugiada, Che lagrimando non tornassero adre.
Esempio: Alf. Trag. 4, 27: Veggio una striscia di terribil fuoco, Cui forza è loco dien l'ostili squadre; Tutte veggio adre di sangue infedele L'armi a Israele.
Definiz: § III. Figuratam. per Crudo, Atroce. –
Esempio: Dant. Parad. 6: Piangene ancor la trista Cleopatra, Che, fuggendogli innanzi, dal colubro La morte prese subitana ed atra.
Esempio: Anguill. Ovid. Metam. 6, 154: E ancora in queste sorti avverse ed atre Di più figli di te mi chiamo matre.
Definiz: § IV. Per Mesto, Dolente, Squallido. –
Esempio: Ar. Orl. fur. 23, 46: Ma più de l'altre nubilose ed atre Era la faccia del misero patre.