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1) Dizion. 4° Ed. .
PECORA
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PECORA.
Definiz: Animal noto. Lat. ovis. Gr. οἴς, πρόβατον.
Esempio: Bocc. introd. 25. Perchè adivenne, che i buoi, gli asini, e le pecore ec. come meglio piaceva loro, se n'andavano.
Esempio: E Bocc. nov. 53. 2. Vi voglio ricordare essere la natura de' motti cotale, che essi, come la pecora morde, deono così mordere l'uditore, e non come 'l cane.
Esempio: Dant. Purg. 33. Senza danno di pecore, e di biade.
Esempio: Dial. S. Greg. M. 3. 4. Pareva, che rugghiasse come leone, e belasse come pecora, e ragghiasse come asino.
Esempio: Cecch. Dissim. 2. 2. Una pecora marcia è atta a infettarne un branco.
Definiz: §. I. In proverb. Le pecore mi mordono; e si dice da Colui, ch'è offeso, o vinto da chi sa, e può molto meno di lui.
Esempio: Bellinc. son. 174. Ma se la caccia vogliono a un dare, Per insino alle pecore lo mordono.
Definiz: §. II. Diciamo anche Levar le pecore dal sole, e vale Metter checchè si sia in sicuro, levando l'occasion del poterlo perdere.
Esempio: Lasc. Sibill. 1. 3. Guarda un poco, come io conobbi la mia nipote, che faceva all'amore con Ottavio, s'io ho saputo levare le pecore dal sole.
Definiz: §. III. Chi pecora si fa, il lupo se la mangia; proverb. che vale, che Chi non si risente delle ingiurie piccole, dà occasione, che gliene sien fatte delle grandi. Lat. post folia cadunt arbores. v. Flos 306.
Esempio: Salv. Granch. 1. 2. Ma noi Veggiamo, che chi pecora si fa, Il lupo se la mangia.
Definiz: §. IV. Delle pecore annoverate mangia il lupo; proverb. che si dice di quelle Cose, che si annoverano, ma non si custodiscono. v. Flos 211. Lat. lupus non curat numerum.