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1) Dizion. 5° Ed. .
CURIOSITÀ, CURIOSITADE, e CURIOSITATE.
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CURIOSITÀ, CURIOSITADE, e CURIOSITATE.
Definiz: Sost. femm. Astratto di Curioso. L'esser curioso, Desiderio disordinato di sapere le cose altrui, senza pro nè motivo.
Lat. curiositas. –
Esempio: Giamb. Lat. Tes. 140 t.: Questo vizio è chiamato curiositade, cioè quando l'uomo mette tutta sua cura nelle cose, di che non hae pro, e tutto suo intendimento.
Esempio: Passav. Specch. Penit. 160: Il primo si è curiosità, ch'è una disordinata vaghezza di sapere, udendo, vedendo e spermentando cose disutili, vane, non necessarie.
Esempio: Cell. G. Maestruzz. volg. 2, 6, 4: La curiosità è uno vizio intorno al disordinato appetito di cognoscere.
Esempio: S. Antonin. Confess. 35: Della terza maniera di superbia procede uno vizio chiamato curiosità. E questo si è cercare e volere sapere o sentire quello che non si conviene; o vero, se se gli conviene, non con debito modo ma disordinatamente.
Esempio: Fag. Comm. 4, 434: Il cercare, per qualsivoglia strada, anche non troppo battuta, d'intendere e sapere, non è curiosità, è necessità, vigilanza e attenzione dovuta.
Definiz: § I. E nel linguaggio scolastico distinguesi Curiosità intellettiva e Curiosità sensitiva o sensuale. –
Esempio: Cell. G. Maestruzz. volg. 2, 6, 4: È il vizio della curiosità nell'intellettiva cognizione?.... E in questi modi il vizio della curiosità è nella parte intellettiva. Puote essere la curiosità nella sensitiva cognizione?.... E in questo modo la curiosità è vizio.
Esempio: S. Antonin. Confess. 35: E nota che sono due ragione di curiosità, cioè intellettiva e sensitiva. Curiosità dello 'ntelletto è in cinque modi.
Esempio: E S. Antonin. Confess. 37: Curiosità sensuale si è quando la persona usa alcuno sentimento corporale non per alcuna cagione ragionevole, ma per diletto che ha e piacere del sentire, cioè di vedere o udire, odorare, gustare e toccare, non si aggiugnendo altra cattiva intenzione speziale.
Definiz: § II. Dicesi anche il Desiderio di sapere, per qualsivoglia motivo, una determinata cosa; e in tal senso suole per lo più essere preceduto dagli adiettivi Una, Cotesta, Questa, Quella, Mia, Tua, e simili. –
Esempio: Dat. Cical. III, 1, 173: Mi viene curiosità di sapere il senso di un nostro proverbio.
Esempio: Segner. Crist. instr. 1, 391: Alle volte alcuni di voi hanno una santa curiosità di sapere se sono in grazia di Dio.
Esempio: Corsin. Stor. Mess. trad. 254: Non ci volle di più per finir d'invogliare Diego de Ordaz di cavarsi quella curiosità, ec.
Esempio: Salvin. Disc. 1, 32: Quella è santa curiosità, quando uno sottilmente ricercando, non che le parole e l'azioni, anche i più riposti suoi pensieri, cerca d'addirizzare la sua vita.
Esempio: Fag. Comm. 5, 38: Da come vi preme il sapere di certo se è donna Florindo, posso supporre, che vi sia nata nel petto qualche scintilla amorosa per essa. F. V'ingannate; la mia (come dissi) è una semplice curiosità. L. Così è similmente la mia.
Esempio: Leopard. Pros. 2, 53: Non ti dèi maravigliare se io vengo osservando i tuoi fatti e i tuoi detti e il tuo stato con una certa curiosità, perchè nasce da questo, che tu mi stai sul cuore.... In fine,... io credo che tu abbi in capo una mala intenzione.
Definiz: § III. E per Desiderio di conoscere e di sapere, in senso generico: e talvolta inchiude idea di biasimo. –
Esempio: Tass. Dial. 3, 370: Forse è curiosità il voler saper troppo, perchè a la falsa pietà de' gentili e de' barbari, la cui impietà ha eterno castigo, peraventura non si conviene il premio di più lunga o di più durevol fama.
Esempio: Pallav. Libr. Ben. 285: Nè maggior curiosità osserviamo nelle bestie intorno agli oggetti visibili. Veggiamole forse mai vagheggiar curiosamente gli arazzi, le pitture, le statue?
Esempio: E Pallav. Libr. Ben. 348: A ragione l'antichità diè lode immortale a Socrate, perchè, trasferendo lo studio dell'umana curiosità dalle scienze specolative alle morali, avesse chiamata ad abitar con esso noi la filosofia.
Esempio: Magal. Com. Inf. 4: Il sentimento di questi versi suppone necessariamente la notizia della circolazione del sangue; la quale, a dir vero, se fosse stata immaginata, non che riconosciuta, dal Petrarca, non ha del verisimile ch'ella si fosse morta nella sua mente, ma da lui conferita e discorsa con altri, per la grandezza del trovato avrebbe mossa fin d'allora la curiosità de' medici e de' notomisti a procacciarne i riscontri con l'esperienze.
Esempio: Salvin. Disc. 1, 33: Essendo l'ammirazione.... madre di filosofia, la curiosità, che similmente dell'ammirazione è figliuola, sarà sorella della medesima.
Definiz: § IV. Detto di cosa, usasi comunemente per Singolarità, Attrattiva, e simili. –
Esempio: Don. Lett. IV, 3, 288: Una mia operetta frescamente uscita di sotto il torchio, la quale sì per la curiosità del soggetto, sì per essere questa materia stata trattata da pochi, ed assai leggiermente, spero che non doverà esserle discara.
Esempio: E Don. Lett. IV, 3, 292: Quell'operetta.... non ha forse altro di buono che la curiosità della materia e la singolarità del soggetto.
Definiz: § V. Ed altresì per Cosa curiosa, cioè singolare, rara, degna di osservazione, notevole. –
Esempio: Pallav. Libr. Ben. 381: Per ingrandire nel valor della roba la gravità del ladroneccio [di Verre], Cicerone dice, che quelle inutili curiosità erano preziose nel concetto, non già suo, ma di molti.
Esempio: Red. Esp. nat. 3: Da que' paesi avendo portate molte curiosità, ebbero l'onore di farle vedere al serenissimo Granduca.
Esempio: E Red. Lett. 1, 84: Ma senta V. S. una bella curiosità, la quale io mi accorsi che dette gusto ancora al sig. Redi, come quella che un'altra volta sola era da lui stata osservata.
Esempio: Cocch. Bagn. Pis. 43: La vicinanza dell'istesso monte Pisano, che colle varie curiosità naturali nelle sue caverne e ne' suoi fossili e vegetabili, e colle curiosità istoriche ed antiquarie ne' suoi villaggi e fabbriche e nelle sue rovine, può sempre fornire il soggetto d'un piacevole ed erudito viaggio.
Definiz: § VI. E per Cura, Occupazione, Faccenda, o simili, dietro a cose curiose, a curiosità. –
Esempio: Galil. Comm. ep. 2, 192: Io veggo adesso di rado il signor Dino, occupatissimo in varie curiosità del Gran Duca ed affari di casa sua, ed ora massime, che si va mettendo all'ordine per l'andata alla sua lettura di Pisa.
Definiz: § VII. E per Bizzarria, Stravaganza, Vanità, e simili. –
Esempio: Pallav. Libr. Ben. 317: Chiedasi.... a coloro che rubano gli occhi al sonno per dargli alle curiosità de' romanzi,... se.... credono che i sassi per aria si trasformassero in cavalli a pro de' Nubi, o che la Fortuna venisse personalmente a far il nocchiero a' cercatori di Rinaldo.
Esempio: Borgh. S. Tertull. 185: Non istarò a dire, che l'astrologia giudiciaria onora gl'idoli, avendo essa riposto nel cielo i loro nomi, o avendo loro attribuito tutto il divin potere.... Ma dirò una cosa sola, esser queste deità, gli angioli ribelli, amatori delle femmine, inventori di queste perniciose curiosità, e perciò anche condannati da Dio.
Definiz: § VIII. E nel linguaggio degli Ascetici si usò per Cosa appariscente, da servire a pompa mondana, a vano diletto, e simili; ed altresì per Appariscenza, Pompa, Vano ornamento, e simili. –
Esempio: S. Bonav. Med. Vit. G. Cr. 39: Ed imperciò coll'aiutorio di Dio sì proverò il mio poco senno, e favellerò con teco familiarmente, e rozzamente, e senza curiosità di sermoni.
Esempio: E S. Bonav. Med. Vit. G. Cr. 59: Onde coloro veggiono cotali curiosità, ci possono offendere in molti modi, cioè avendone male esempio, o guardandole con diletto, o desiderando le simiglianti, o giudicando, o mormorando, o detraendo. Pensa dunque, quante volte Dio ne può essere offeso, anzi che quella curiosità sia spenta. E di tutte queste, colui c'ha fatta l'opera curiosa, è cagione. Onde se 'l padre insegnasse fare al figliolo la curiosità, per nullo modo la dovrebbe fare, imperò che per nulla cagione è da consentire al peccato.
Esempio: E S. Bonav. Med. Vit. G. Cr. 60: Queste cose ho detto così prolissamente, acciò che tu abbi in odio la curiosità. Ma non dei però intendere, che in alcuno caso non sia licito di fare lo lavorío curioso, bello nè delicato, e specialmente in quelle cose che sono deputate al culto divino.
Esempio: S. Bern. Lett. F. 46: Nelle scienzie, ne' dificj, e in ogni lavorío, innumerabili curiositadi e modi nuovi. Quanti sono passati dinanzi a noi modi di diversi studj? quante generazioni di professioni? quante sottilitadi ed esquisite scienzie?... Le quali tutte cose quelli uomeni che sono chiamati savj del mondo, igualmente usano con coloro i quali sono semplici e figliuoli di Dio; ma i savj l'usano a curiosità ed a diletto e superbia; ma i semplici e buoni servono in esse per necessitade, abiendo e desiderando altrove la loro soavità e diletto.
Definiz: § IX. Si usò per Diligenza, Studio, o simili, che si pone in checchessia. –
Esempio: Vasar. Vit. Pitt. Introd. 3, 5: Non solo non si sono contentati di narrare semplicemente i casi seguiti, ma con ogni diligenza, e con maggiore curiosità che hanno potuto, sono iti investigando i modi, ed i mezzi, e le vie che hanno usato i valenti uomini.