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FREQUENTAZIONE.
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FREQUENTAZIONE.
Definiz: Sost. femm. L'atto del frequentare, riferito a luoghi o persone.
Lat. frequentatio. –
Esempio: Cavalc. Vit. SS. PP. volg. 2, 30 var.: Vedendo [Arsenio] che troppa frequentazione gli era fatta dalla gente, parvegli di lasciare al tutto quella cella.
Esempio: Leggend. SS. M. 3, 206: Venivano i parenti e' vicini a fare festa con loro e a vedere il fanciullo,... e beato si teneva chi si potea appressare un poco, intantochè al fanciullo incominciò a dispiacere fortemente la frequentazione di questa gente.
Definiz: § I. Riferito ai sacramenti, vale L'accostarvisi, Il riceverli, spesso. –
Esempio: Imit. Crist. 213: Non è chi m'aiuti e facciami salvo se non tu, Signore e Salvatore Dio mio, il quale m'hai apparecchiato il tuo corpo in cibo, ed il tuo sangue in beveraggio. O Signore Iddio e salvatore mio, fa' che l'affetto della nostra divozione cresca con la frequentazione di questo misterio.
Definiz: § II. E per L'atto del rinnovarsi spesso, Reiterazione, Frequente ricorso. –
Esempio: S. Greg. Omel. 2, 208: Adunque per la frequentazione del temporale gaudio la mente nostra si riscaldi ed incendasi agli eterni gaudj.
Definiz: § III. Riferito a commerci, e detto di città, vale Il farvisi, L'attendervisi, molto; ma non è oggi di uso comune. –
Esempio: Guicc. Stor. 3, 370: Essendo quella città, per la frequentazione della mercatura, piena d'infinite ricchezze.
Esempio: Bentiv. G. Guerr. Fiandr. 3, 38: In quel tratto dell'inferiore (Germania) non si vede città più nobil di questa, o per numero d'abitanti, o per qualità d'edifizj, o per frequentazion di comercio.
Definiz: § IV. E secondo proprietà latina, si disse Frequentazione a Quella figura retorica, per la quale si raccolgono insieme le cose sparsamente dette, a fine di dare maggior gravità e vigore al discorso, e far maggiore impressione. –
Esempio: But. Comm. Dant. 3, 167: Fatto di sopra l'esordio e la nuova orazione che intendea di seguitare, ne la quale intendea, con quel colore che si chiama frequentemente frequentazione, narrare tutte le notabili cose fatte per li Romani notate appresso gli autori, riferendole in questo luogo, ec.
Esempio: Varch. Lez. Accad. 468: La degnità consiste sì ne gli ornamenti delle parole,... come delle sentenze, che sono: distribuzione, licenza, frequentazione, similitudine, e l'altre, ec.