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1) Dizion. 5° Ed. .
INFIASCARE.
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INFIASCARE.
Definiz: Att. Mettere in fiasco o nei fiaschi, riferito a liquidi. –
Esempio: Franz. M. Rim. burl. 2, 177: Benedette le viti che ti ferno, Benedette le man che ti infiascorno.
Esempio: Soder. Coltiv. 114: A fare agresto ordinario si colgono i grappoli interi, e si premono bene nel tino, prima co' piedi, poi con un pestone di legno, e subito cavatone più netto che si può, avendolo fatto passare per un panno lino posto sopra alla bigoncia, s'infiasca.
Esempio: Magal. Sidr. trad. 50: Pria che cada l'inverno, e pria che s'alzi La state, in quella tuttavia di mezzo Dubbia stagione il tuo bello e tirato Liquore infiasca.
Esempio: Fag. Comm. 1, 95: Ciapo, dopo a che m'ebbe aiutato infiascare il vino, uscì fuora per parlare a V. S., signor padrone; e io uscii fuor di casa per andare a spasso, a pigliare un po' di respiro, sollevando la mente affaticata dalla grave applicazione dello infiascare.
Esempio: Paolett. Oper. agr. 2, 108: I nostri vini santi, che si chiudono, s'impeciano s'ingessano anche, prima che abbiano incominciata la fermentazione, e che non si mutano nè si aprono mai finchè non si vogliono infiascare, depongono abbondantemente le loro fecce, si trovano limpidissimi, e tali pur si conservano.
Esempio: E Paolett. Oper. agr. 2, 356: Io, pochi anni sono, verso la fin di gennaio feci infiascare un botticin di vin santo, e, con mia gran sorpresa, lo trovai.... di poco o niun sapore.
Esempio: Lastr. Agric. 4, 80: Porre il vino nella botte, con travasarlo poi al maggio, ed infiascarlo in agosto.
Definiz: § I. Infiascare una cosa, si disse figuratam., e in scherzo, per Crederla bonariamente sebbene poco credibile, Beverla, e simili; usato più specialmente in locuzione negativa. –
Esempio: Salvin. Annot. Fier. 451: Ficcare una carota,... vale per far passare nell'altrui mente una cosa inventata a capriccio, un finto e falso racconto; il quale, quando uno non lo passa, e non l'ammette, si dice: La tal cosa io non gabello, io non infiasco.
Esempio: Fag. Rim. 6, 202: Io colla guerra volentier non tresco, E che sia buon negozio io non l'infiasco.
Definiz: § II. Ed anche per semplicemente Aver conoscenza, pratica, o simili, di checchessia. –
Esempio: Monigl. Cical. III, 1, 225: Ma per lasciar le burle e entrar nelle materie filosofiche, vorrei pure raccapezzare la ragione, per la quale in questa benedetta Accademia la latinità sia tanto mal veduta e peggio intesa, che tanto pochi di noi (perdonatemi perchè c'entro anch'io) la infiaschino; forse per esser mai sempre volgari? Io non l'insacco.