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1) Dizion. 5° Ed. .
ANACIO, ed anco ANICE e ANICIO
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Dizion. 5 ° Ed.
ANACIO, ed anco ANICE e ANICIO.
Definiz: Sost. masc. Pianta umbellata, erbacea, aromatica, della quale si usano i piccoli frutti o semi detti anaci, per confetture, e per averne olio essenziale stillandoli; ed è la Pimpinella anisum di Linneo.
Dal grec. ἄνισον, lat. anisum. –
Esempio: Benciv. Cur. malatt. volg.: Usa cose carminative, cioè a dire finocchio, coriandro, anaci ec.
Esempio: E Benciv. Aldobr.: Camangiaretto d'anici e di borrana e di bietole.
Esempio: Cresc. Agric. volg. 297: L'anice desidera la terra ben lavorata e grassa, e ottimamente proviene se con bagnare s'aiuti e con letame.
Esempio: Alam. L. Colt. 5, 485: Or quei ch'aviam nelle seconde mense, Di ventosi vapor salubre schermo, E l'anicio e 'l finocchio e 'l coriandro ec.
Esempio: Buonarr. Tanc. 5, 7: Par con gli anici e 'l mele un zuccherino.
Esempio: Red. Cons. 1, 115: Senza far bollire nel brodo quella tanta e tanta mescolanza di erbe, di anaci e di altro, che volgarmente suol farsi bollire con intenzione di rompere i flati.
Definiz: § Anaci in camicia, diciamo gli Anaci confettati. –
Esempio: Lipp. Malm. 11, 16: E piglia quella ciurma abbietta e sbricia A manate, com'anici in camicia.
Esempio: Not. Malm. 794: Anici in camicia, che sono anici coperti di zucchero, de' quali con una mano se ne pigliano le centinaia.