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4° Edizione
Diz Giu. totali
43484 742 44226 forme
29949 457 30406 occorrenze
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1) Dizion. 4° Ed. .
G
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pag.557



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Definiz: Lettera compagna del C, ed ha anch'ella due suoni diversi, perchè posta avanti all'A, O, U, ha il suono più rotondo, come GALLO, GOTA, GUSTO; e avanti all'E, ed I, ha il suono più sottile come GENTE, GIRO; onde per diffalta di proprio carattere, per servircene nel primo suono coll'E, e coll'I, le pogniamo dopo l'H, come GHERONE, GHIRO. Questo GH, quando ne seguita l'I, ha anch'egli due suoni, l'uno più rotondo, e grosso, come GHIRLANDA, VEGGHI, dal verbo Vedere; l'altro più sottile, e schiacciato, il quale per lo più avviene, quando all'I segue un'altra vocale, come GHIANDA, GHIERA, VEGGHIA; e a cotali suoni, per isfuggire errore, sarebbe di bisogno proprio carattere a ciascheduno. Delle consonanti riceve dopo di se, nella stessa sillaba le L, N, R, come NEGLETTO, GLORIA, EGLI, REGNO, SOGNO, DISEGNARE, INGRATO, GRETOLA: bene è vero, che dopo la L, dove non seguita l'I, per esser suono per la sua durezza sfuggito da questa lingua, si truova di rado. Quando alla L col G avanti seguita l'I, in tal caso ha due suoni, l'uno più rotondo e grosso, come NEGLIGENTE, il quale non è molto ricevuto da noi; l'altro più sottile, o schiacciato, come GIGLIO, FOGLIO, e questo è nostro proprio. Aggiunto, come s'è detto, il G alle L, ed N, gran parte ne perde del suo suono, come AGLIO, RAGNA. Consente avanti di se la L, N, R, S, nel mezzo della parola, e in diversa sillaba, come VOLGO, VANGA, VERGA, DISGREGARE, benchè la S si trovi in mezzo di rado, e per lo più in composizione colla preposizione DIS. Ma nel principio di parola più frequentemente, come SGARARE; e si pronunzia sempre la S avanti al G nel secondo modo, cioè nel suono più rimesso, come nella voce ACCUSA. Raddoppiasi questa lettera nelle nostre voci molto spesso: come POGGIO, OGGI, ec.
2) Dizion. 4° Ed. .
VERISSIMAMENTE
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pag.243



1) id: 1b7603ea2c8f401995e9894c4be5a1cc)
Esempio: Salust. Cat. G. S. Tanto verissimamente, quanto io potrò, in brevi parole racconterò.


2) id: fa6a7d5f78d14e36be6572fad3b4c140)
Esempio: S. Ag. C. D. Lo stimolo della morte è il peccato, e la legge è la virtù del peccato verissimamente al postutto.
3) Dizion. 4° Ed. .
DISCONCIAMENTE
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pag.162



1) id: 25ed5f68cee14d20b1f102a1b6ded8ff)
Esempio: Salust. Cat. G. S. Quelle cose, ch'egli avea voluta fare occulte, disconciamente erano avvenute.
4) Dizion. 4° Ed. .
DISCONSENTIRE
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pag.164



1) id: f60e78c8347b472886e6783b82e5d110)
Esempio: Salust. Cat. G. Conciossiacosachè dagli altri mali costumi discordassi, e disconsentissi.


2) id: dcacb7f37b334d229b3c12c98b445c52)
Esempio: S. Ag. C. D. Quando disconsentiamo da quello, che non vorremmo, che ci avvenisse, ec.
5) Dizion. 4° Ed. .
MANIFESTISSIMAMENTE
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pag.150



1) id: 5150f828e3b044aca40ec5fb874a44de)
Esempio: Libr. Dicer. G. S. Diede manifestissimamente a vedere.
6) Dizion. 4° Ed. .
TERRENO.
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pag.65



1) id: f1f3542b29194f12bcee1ae997f9a0ee)
Esempio: Boez. G. S. 2. Pasce sol cibo terreno.
7) Dizion. 4° Ed. .
S
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pag.288



2) id: 33a3c871063b4e1aa676f3c639d73991)
Definiz: Lettera di suono veemente, come la R. Posta in composizione co' suoi primitivi ha forza molte volte di privativo, come CALZARE, SCALZARE, MONTARE, SMONTARE. Alle volte d'accrescitivo, come PORCO, SPORCO, MUNTO, SMUNTO. Alle volte di frequentativo, come BATTERE, SBATTERE. Alle volte non opera nulla, valendo lo stesso CAMPARE, e SCAMPARE, BANDITO, e SBANDITO, BEFFARE, e SBEFFARE. Appo di noi ha due varj suoni; il primo più gagliardo, e a noi più familiare, come CASA, ASSE, SPIRITO. L'altro più sottile, o rimesso, usato più di rado, come SPOSA, ROSA, ACCUSA, SDENTATO, SVENATO. In questo secondo suono non si raddoppia giammai, nè anche si pone in principio della parola, se non quando immediatamente ne segue una consonante, come SMERALDO, SDENTATO. Consente dopo di se nel principio della parola tutte le consonanti, salvo la Z. Nel mezzo della parola, e in diversa sillaba riceve dopo di se le medesime consonanti, ma più malagevolmente, e per lo più in composizione, colla preposizione DIS, o MIS, come DISDETTA, MISLEALE; ma col C, P, T s'accoppia frequentemente senza difficultà, come TASCA, CESPUGLIO, PRESTO. Quando è posta avanti al C, F, P, T, si dee pronunziare nel primo modo, cioè col suono più gagliardo, come SCALA, SFORZO, VESPA, STUDIO, CESTO, ma avanti al B, D, G, L, M, N, R, V, si pronunzia col suono più sottile, o rimesso, come SBARRARE, SDEGNO, SGUARDO, SLEGARE, SMANIA, SNELLO, SRADICARE, SVENTURA. Avanti di se ammette la L, N, R in mezzo della dizione, e in diversa sillaba, come FALSO, MENSA, ORSO. Raddoppiasi nel mezzo della parola, come l'altre consonanti, dove lo ricerca il bisogno.
8) Dizion. 4° Ed. .
ARDIMENTOSO
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pag.253



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Esempio: Salust. Cat. R. Egli era non meno vano, che ardimentoso.
9) Dizion. 4° Ed. .
GIOVANESCO.
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pag.612



1) id: 9c74a1a0fabd4a3c9f4a3b6d81749a56)
Esempio: Val. Mass. G. S. Entrato appena ne' giovaneschi anni.
10) Dizion. 4° Ed. .
SOSPINTA
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pag.613



1) id: 217530033bec47788609ab114e2c5ec9)
Esempio: Legg. S. G. S. E misonsi con gran sospinte, e con grande affanno.
11) Dizion. 4° Ed. .
DI BASSA MANO
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pag.92



1) id: c19d3e0e0135436ab59283e16abe7951)
Esempio: Salust. Cat. R. Vedevano, che alcuni di bassa mano erano senatori.
12) Dizion. 4° Ed. .
R
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pag.27



2) id: 6cef528cdba148a881ea8582c3312e26)
Definiz: Lettera di suono aspro, e nelle voci, dove è raddoppiata, e frequentata, accresce maggiore asprezza. Consente dopo di se tutte le consonanti nel mezzo della parola in diversa sillaba, come GARBO, BARCA, PERDONO, FORFORA, ORGANO, ORLO, ARME, ORNARE, SERPE, SERQUA, VERSO, CORTE, NERVO, SFERZA; e in tutti questi luoghi ritiene il suo intero suono. Ammette avanti di se nel principio, e nel mezzo della parola, e nella sillaba le consonanti B, C, D, F, G, P, T, V, e fa perder loro alquanto di suono, come BRACCIO, AMBRA, CRUSCA, INCRESPATO, DRAGO, ANDRONE, FRAGOLA, REFRIGERIO, GRATO, AGRO, PRATO, RAPPRESAGLIA, TRAVE, INTRECCIATO, CAVRETTO, SOVRANO; ma l'V è quasi sempre in mezzo della parola. Nel principio della parola riceve ancora la S, come SRADICARE, e allora la S si pronunzia nel suono più rimesso, quale nella voce ACCUSA, di che alla lettera S. Raddoppiasi nel mezzo della parola frequentemente, come CARRO, MARRA, ec.
13) Dizion. 4° Ed. .
VERO
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pag.246



1) id: 3fe6f42985d24f45992da9a21b29e61c)
Esempio: Boez. G. S. Chi a due ver tanta battaglie involve?


2) id: 8c26218ddb324bd5afe3ec85dc6af1c0)
Esempio: E Boez. G. S. appresso: Ovvero è, che discordia non face I veri star di lungi.
14) Dizion. 4° Ed. .
VENIRE.
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pag.222



1) id: 12dee614b0cf427885a0a70d8ea6ea66)
Esempio: Boez. G. S. 46. La qual cosa viene di rado.


2) id: c54811f3e9e34b4990c161159121f4d7)
Esempio: Boez. G. S. 46. Alle virtudi dalle dignitadi onor non viene, ma alle dignitadi dalle virtudi.


3) id: 2a163074723d47669a9bfb636022b6d1)
Esempio: G. V. 7. 3. 2. E ciò venne al detto Carlo bene a bisogno.


4) id: bf308d068e554e68b206348b468d43bf)
Esempio: G. V. 6. 2. 2. Vennono insieme a villane parole, e di parole vennono a' fatti.


5) id: 4e443391eb0a44aea61feb5b80b8ed1d)
Esempio: G. V. 1. 31. 1. Ordinarono, che ec. venissono in Toscana ad oste contro la città di Fiesole.


6) id: 4c6785162ca14adb8aabd2779a424ff8)
Esempio: E Bocc. g. 4. p. 10. Si scontrarono in una brigata di belle giovani donne, e ornate, che da un paio di nozze venieno.


7) id: 4cef7a12cb9748b7932de4399d062142)
Esempio: Cas. lett. 25. Tutto quello, che viene da sua M. Cristianiss. sarà sempre grato, e caro alla Santità di N. S.


8) id: d6fde3ac32be4998a8a1e479f79de84f)
Esempio: Fr. Giord. Pred. S. Volendole perfettamente conoscere, o vedere, sono di troppa fatica, e non se ne può venire a capo.


9) id: d0c13009dfd64b8f868905208b1656fc)
Esempio: Fior. S. Franc. 7. Si guardava di stare molto con lui ec. acciocchè non gli venisse detto alcuna parola di correzione verso di lui, il quale egli conoscea di tanta santitade.


10) id: 259d5f2ebf214d3e954338433391c067)
Esempio: Bocc. nov. 39. 7. Non vendendol venire, si maravigliò forte.


11) id: 457815fa9c2e4d22a23b17aca451b657)
Esempio: Bocc. nov. 96. 7. Le giovanette venute innanzi, onestamente, e vergognose fecero reverenzia al Re.


12) id: 0d65ab82a26f4e49ad9a7cabb3f80210)
Esempio: Ar. Fur. 7. 14. Due pome acerbe, e pur d'avorio fatte Vengono, e van, com'onda al primo margo.


13) id: f2e5f3f5a167427d90478e0b8175b069)
Esempio: Fiamm. 7. 11. Viemmi poi innanzi con molta più forza, che niuno altro, il dolore della abbandonata Dido.


14) id: 78e57a248e554fa48f17b26dc9c14ea0)
Esempio: Bocc. nov. 11. 7. Cominciò ec. a far sembiante di distendere l'un de' diti, e appresso la mano, e poi il braccio, e così tutto a venirsi distendendo.
15) Dizion. 4° Ed. .
TEMPESTA, TEMPESTADE, e TEMPESTATE.
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pag.32



1) id: 61c20ca96dcc4cd3858447ea753bb1f9)
Esempio: Boez. G. S. 24. Rettore etterno, costrigni l'amare Tempeste ec.


2) id: 26082eca47294fac9eff0f816447e13a)
Esempio: E Boez. G. S. 37. E raggia il mare con tranquillitade Ispesse volte sanza muover onde, Poi si rivolge in dura tempestade.


3) id: a13978787c3b4b23b2a74dceaa2302bd)
Esempio: G. V. 12. 31. 4. Fu in Firenze disordinata tempesta di venti, tuoni, e baleni molto spaventevoli.


4) id: 83eb2bd076644e18b5515952c91809e3)
Esempio: Cas. rim. burl. 1. 7. Ma pur ei s'intende acqua, e non tempesta.
16) Dizion. 4° Ed. .
CONDANNATISSIMO
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pag.747



1) id: 364aecae92574005abdd5349164c1a2f)
Esempio: Salust. Cat. R. Delli condennatissimi di retá prendeano vendetta di sommo tormento.
17) Dizion. 4° Ed. .
CONDENNATISSIMO
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pag.747



1) id: 8216eefe224740419f666e955d79bdb0)
Esempio: Salust. Cat. R. Delli condennatissimi di retá prendeano vendetta di sommo tormento.
18) Dizion. 4° Ed. .
RACCORDARE.
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pag.37



1) id: e63048023f0b4207861904c2837c89d8)
Esempio: Pallad. Giug. 7. Raccordansi agevolmente, e fanno insieme pace.
19) Dizion. 4° Ed. .
VERO
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pag.247



1) id: 372c777190e94c24bff846a3568e2796)
Esempio: Boez. G. S. Ed era usato di cercar le vere Cagioni.
20) Dizion. 4° Ed. .
VIANDANTE
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pag.265



1) id: 15d5d3fca7df45a8a925dbfcb43c5fc9)
Esempio: Boez. G. S. 44. Se nel sentiere ec. foss'intrato povero viandante.


2) id: 5e234a25944a4c858bc3d879246a7386)
Esempio: Nov. ant. 7. 2. Vennero li viandanti dinanzi da lui, e tra i suo' baroni.