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4° Edizione
Diz Giu. totali
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140) Dizion. 4° Ed. .
CORDOGLIOSO
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pag.817



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Esempio: Tav. Rit. La reina Ginevra sì ne ordinò un altro (pianto) assai cordoglioso, e facevalo cantare ogni mercoledì sera.
141) Dizion. 4° Ed. .
GUANTO
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pag.684



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Esempio: Tav. Rit. Tristano non fue allora lento, anzi si trae avanti, e trassi suo' guanti d'ermellino, e donali a Lancillotto.


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Esempio: E Tav. Rit. altrove: Tristano disse: sire, per più sicurtà di me, donatemi lo guanto. Allora lo Re cominciò a ridere, e disse: figliuolo, quanto baroni, o cavalieri, o conti, o marchesi, per loro si dona il guanto, ma allo Re non fae mestiere donare guanto, perocchè la sua parola dee essere carta.


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Esempio: Pecor. g. 12. nov. 1. Allora Carlo Magno mandò il guanto della battaglia a' Saracini, ed essi l'accettarono gagliardamente.
142) Dizion. 4° Ed. .
ERMELLINO.
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pag.296



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Esempio: Tav. Rit. Tristano non fue allora lento, anzi si trae avanti, e trassi suo guanto d'ermellino, e donalo a Lancillotto.


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Esempio: G. V. 10. 154. 3. E per simile modo furo difese le gonnelle, e robe divisate a' fanciulli, e fanciulle, e tutti i fregi, eziandío ermellini.
143) Dizion. 4° Ed. .
RONCIONE.
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pag.266



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Esempio: Tav. Rit. Molti cavalieri si poteano vedere traboccare l'un l'altro de' destrieri, e molti buoni roncioni a selle vote andare.
144) Dizion. 4° Ed. .
RUBESTO
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pag.278



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Esempio: Tav. Rit. Monaco, molto rispondete rubesto, che bastería a Tristano di Lionis (quì in forza d'avverb. e vale Con rubestezza)
145) Dizion. 4° Ed. .
DRUDERÍA
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pag.253



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Esempio: Tav. Rit. Entri in grande parlare con essa, e stia in gran drudería, tenendo tuttavia il suo onore in piè.


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Esempio: E Tav. rit. appresso: Truova sua donna con M. Calvano stare in gran drudería, ed elli dice da lungi: dama, gettatemi la chiave del vostro cofano.
146) Dizion. 4° Ed. .
PESCHIERA.
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pag.585



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Esempio: Tav. Rit. E 'n questa valle era una peschiera, nella quale era d'ogni maniera di pesci, che si potesse menzonare.
147) Dizion. 4° Ed. .
CUGINO
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pag.877



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Esempio: Tav. Rit. Aveva in sua compagnia un pro cavaliere, lo quale era appellato messer Ales, ed era suo fratello cugino.
148) Dizion. 4° Ed. .
TEMOROSAMENTE.
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pag.29



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Esempio: G. V. 7. 9. 7. Tutti temorosamente dissono di sì.
149) Dizion. 4° Ed. .
TURCIMANNO.
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pag.173



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Esempio: G. V. 7. 144. 7. Turcimanni n'avea di tutte lingue.
150) Dizion. 4° Ed. .
AGÍNA.
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pag.95



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Esempio: Tav. rit. Questo non è dolor da portare in pace, ma è che sanza dimoranza, e in grande agína si convien cavalcare.
151) Dizion. 4° Ed. .
LENZUOLO
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pag.49



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Esempio: Tav. Rit. Ed eravi un letto molto bene corredato d'ogni maniera, che fosse al mondo, che la coltrice, e i lenzuoli ec.
152) Dizion. 4° Ed. .
AL DI SU, e AL DI SUSO.
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pag.113



1) id: 1af142b2d441464eb4c799964157808f)
Esempio: Tav. Rit. Tristano, che ha volontà di venire al di su di sì alta ventura, sì dona al cavalier sì gran colpo ec.
153) Dizion. 4° Ed. .
S
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pag.288



2) id: 33a3c871063b4e1aa676f3c639d73991)
Definiz: Lettera di suono veemente, come la R. Posta in composizione co' suoi primitivi ha forza molte volte di privativo, come CALZARE, SCALZARE, MONTARE, SMONTARE. Alle volte d'accrescitivo, come PORCO, SPORCO, MUNTO, SMUNTO. Alle volte di frequentativo, come BATTERE, SBATTERE. Alle volte non opera nulla, valendo lo stesso CAMPARE, e SCAMPARE, BANDITO, e SBANDITO, BEFFARE, e SBEFFARE. Appo di noi ha due varj suoni; il primo più gagliardo, e a noi più familiare, come CASA, ASSE, SPIRITO. L'altro più sottile, o rimesso, usato più di rado, come SPOSA, ROSA, ACCUSA, SDENTATO, SVENATO. In questo secondo suono non si raddoppia giammai, nè anche si pone in principio della parola, se non quando immediatamente ne segue una consonante, come SMERALDO, SDENTATO. Consente dopo di se nel principio della parola tutte le consonanti, salvo la Z. Nel mezzo della parola, e in diversa sillaba riceve dopo di se le medesime consonanti, ma più malagevolmente, e per lo più in composizione, colla preposizione DIS, o MIS, come DISDETTA, MISLEALE; ma col C, P, T s'accoppia frequentemente senza difficultà, come TASCA, CESPUGLIO, PRESTO. Quando è posta avanti al C, F, P, T, si dee pronunziare nel primo modo, cioè col suono più gagliardo, come SCALA, SFORZO, VESPA, STUDIO, CESTO, ma avanti al B, D, G, L, M, N, R, V, si pronunzia col suono più sottile, o rimesso, come SBARRARE, SDEGNO, SGUARDO, SLEGARE, SMANIA, SNELLO, SRADICARE, SVENTURA. Avanti di se ammette la L, N, R in mezzo della dizione, e in diversa sillaba, come FALSO, MENSA, ORSO. Raddoppiasi nel mezzo della parola, come l'altre consonanti, dove lo ricerca il bisogno.
154) Dizion. 4° Ed. .
G
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pag.557



2) id: 9c727b8487f44461a9ded39dfb99325d)
Definiz: Lettera compagna del C, ed ha anch'ella due suoni diversi, perchè posta avanti all'A, O, U, ha il suono più rotondo, come GALLO, GOTA, GUSTO; e avanti all'E, ed I, ha il suono più sottile come GENTE, GIRO; onde per diffalta di proprio carattere, per servircene nel primo suono coll'E, e coll'I, le pogniamo dopo l'H, come GHERONE, GHIRO. Questo GH, quando ne seguita l'I, ha anch'egli due suoni, l'uno più rotondo, e grosso, come GHIRLANDA, VEGGHI, dal verbo Vedere; l'altro più sottile, e schiacciato, il quale per lo più avviene, quando all'I segue un'altra vocale, come GHIANDA, GHIERA, VEGGHIA; e a cotali suoni, per isfuggire errore, sarebbe di bisogno proprio carattere a ciascheduno. Delle consonanti riceve dopo di se, nella stessa sillaba le L, N, R, come NEGLETTO, GLORIA, EGLI, REGNO, SOGNO, DISEGNARE, INGRATO, GRETOLA: bene è vero, che dopo la L, dove non seguita l'I, per esser suono per la sua durezza sfuggito da questa lingua, si truova di rado. Quando alla L col G avanti seguita l'I, in tal caso ha due suoni, l'uno più rotondo e grosso, come NEGLIGENTE, il quale non è molto ricevuto da noi; l'altro più sottile, o schiacciato, come GIGLIO, FOGLIO, e questo è nostro proprio. Aggiunto, come s'è detto, il G alle L, ed N, gran parte ne perde del suo suono, come AGLIO, RAGNA. Consente avanti di se la L, N, R, S, nel mezzo della parola, e in diversa sillaba, come VOLGO, VANGA, VERGA, DISGREGARE, benchè la S si trovi in mezzo di rado, e per lo più in composizione colla preposizione DIS. Ma nel principio di parola più frequentemente, come SGARARE; e si pronunzia sempre la S avanti al G nel secondo modo, cioè nel suono più rimesso, come nella voce ACCUSA. Raddoppiasi questa lettera nelle nostre voci molto spesso: come POGGIO, OGGI, ec.
155) Dizion. 4° Ed. .
REGINA.
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pag.95



1) id: 3d41e3c6991140fab33dd97294a10c78)
Esempio: Tav. Rit. A quel punto dimenticarono lo giuoco degli scacchi, che quando Tristano pensava giucare dello dalfino, ed ei giucava assai volte della regina.
156) Dizion. 4° Ed. .
LUMIERA
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pag.96



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Esempio: Tav. Rit. E in cima d'ogni canton della torre avea un carbone, che rendeva per quel sì grande splendore, come continuo v'ardesse quattro lumiere.


2) id: ea73bb5c601f4446bc54a82f346081ac)
Esempio: Segr. Fior. stor. 7. 191. Ai privati, non a lui, quelle lumiere appartenevano.
157) Dizion. 4° Ed. .
CARBONCELLO.
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pag.562



1) id: 8a889bd77eba45cdb9efadb136dc0a7d)
Esempio: Tav. rit. In cima d'ogni canton della torre avea un carboncello, che rendea per quello sì grande splendore, come se continuo v'ardesse quattro lumiere.
158) Dizion. 4° Ed. .
BALIRE
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pag.374



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Esempio: Tav. rit. L'Amoroldo donò a Tristano sua spada, perch'ell'era troppo pesante, faccendo in se questa ragione: Lo cavaliere è giovane, non la potrà balire.
159) Dizion. 4° Ed. .
TRAFERIRE, e TRAFIERERE
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pag.119



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Esempio: Tav. Rit. Li cavalli, e i cavalieri si trafierono di scudi, e di petti, e di visaggio tanto fieramente, che amenduni andarono alla terra.