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4° Edizione
Diz Giu. totali
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22558 388 22946 occorrenze
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180) Dizion. 4° Ed. .
A
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pag.3



1) id: 9619b52294e14278a939ca26d4cffa04)
Esempio: Tavol. dicer. Noi siamo tanti, che tutti li potemo tosto acchiudere: non ci converrà guari combattere a sì poca gente.
181) Dizion. 4° Ed. .
DISTENIMENTO.
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pag.207



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Esempio: Tav. Dic. Stessono, e ubbidissono a ragione, spezialmente sopra il distenimento delle ragioni.
182) Dizion. 4° Ed. .
S
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pag.288



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Definiz: Lettera di suono veemente, come la R. Posta in composizione co' suoi primitivi ha forza molte volte di privativo, come CALZARE, SCALZARE, MONTARE, SMONTARE. Alle volte d'accrescitivo, come PORCO, SPORCO, MUNTO, SMUNTO. Alle volte di frequentativo, come BATTERE, SBATTERE. Alle volte non opera nulla, valendo lo stesso CAMPARE, e SCAMPARE, BANDITO, e SBANDITO, BEFFARE, e SBEFFARE. Appo di noi ha due varj suoni; il primo più gagliardo, e a noi più familiare, come CASA, ASSE, SPIRITO. L'altro più sottile, o rimesso, usato più di rado, come SPOSA, ROSA, ACCUSA, SDENTATO, SVENATO. In questo secondo suono non si raddoppia giammai, nè anche si pone in principio della parola, se non quando immediatamente ne segue una consonante, come SMERALDO, SDENTATO. Consente dopo di se nel principio della parola tutte le consonanti, salvo la Z. Nel mezzo della parola, e in diversa sillaba riceve dopo di se le medesime consonanti, ma più malagevolmente, e per lo più in composizione, colla preposizione DIS, o MIS, come DISDETTA, MISLEALE; ma col C, P, T s'accoppia frequentemente senza difficultà, come TASCA, CESPUGLIO, PRESTO. Quando è posta avanti al C, F, P, T, si dee pronunziare nel primo modo, cioè col suono più gagliardo, come SCALA, SFORZO, VESPA, STUDIO, CESTO, ma avanti al B, D, G, L, M, N, R, V, si pronunzia col suono più sottile, o rimesso, come SBARRARE, SDEGNO, SGUARDO, SLEGARE, SMANIA, SNELLO, SRADICARE, SVENTURA. Avanti di se ammette la L, N, R in mezzo della dizione, e in diversa sillaba, come FALSO, MENSA, ORSO. Raddoppiasi nel mezzo della parola, come l'altre consonanti, dove lo ricerca il bisogno.
183) Dizion. 4° Ed. .
G
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pag.557



2) id: 9c727b8487f44461a9ded39dfb99325d)
Definiz: Lettera compagna del C, ed ha anch'ella due suoni diversi, perchè posta avanti all'A, O, U, ha il suono più rotondo, come GALLO, GOTA, GUSTO; e avanti all'E, ed I, ha il suono più sottile come GENTE, GIRO; onde per diffalta di proprio carattere, per servircene nel primo suono coll'E, e coll'I, le pogniamo dopo l'H, come GHERONE, GHIRO. Questo GH, quando ne seguita l'I, ha anch'egli due suoni, l'uno più rotondo, e grosso, come GHIRLANDA, VEGGHI, dal verbo Vedere; l'altro più sottile, e schiacciato, il quale per lo più avviene, quando all'I segue un'altra vocale, come GHIANDA, GHIERA, VEGGHIA; e a cotali suoni, per isfuggire errore, sarebbe di bisogno proprio carattere a ciascheduno. Delle consonanti riceve dopo di se, nella stessa sillaba le L, N, R, come NEGLETTO, GLORIA, EGLI, REGNO, SOGNO, DISEGNARE, INGRATO, GRETOLA: bene è vero, che dopo la L, dove non seguita l'I, per esser suono per la sua durezza sfuggito da questa lingua, si truova di rado. Quando alla L col G avanti seguita l'I, in tal caso ha due suoni, l'uno più rotondo e grosso, come NEGLIGENTE, il quale non è molto ricevuto da noi; l'altro più sottile, o schiacciato, come GIGLIO, FOGLIO, e questo è nostro proprio. Aggiunto, come s'è detto, il G alle L, ed N, gran parte ne perde del suo suono, come AGLIO, RAGNA. Consente avanti di se la L, N, R, S, nel mezzo della parola, e in diversa sillaba, come VOLGO, VANGA, VERGA, DISGREGARE, benchè la S si trovi in mezzo di rado, e per lo più in composizione colla preposizione DIS. Ma nel principio di parola più frequentemente, come SGARARE; e si pronunzia sempre la S avanti al G nel secondo modo, cioè nel suono più rimesso, come nella voce ACCUSA. Raddoppiasi questa lettera nelle nostre voci molto spesso: come POGGIO, OGGI, ec.
184) Dizion. 4° Ed. .
PENSIVO.
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pag.550



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Esempio: Tav. Dic. Vedendo Cesare pensivo, e dubbioso intra i suo' cavalieri, si trasse innanzi.
185) Dizion. 4° Ed. .
DIAVOLERÍA
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pag.92



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Esempio: Tav. Dicer. Mi conviene in tutti i modi prendere argomenti contro le tue diavoleríe.
186) Dizion. 4° Ed. .
FACCELLINA
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pag.328



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Esempio: Tav. dicer. Rimangasi di comperare picconi, e faccelline per disfare, e ardere la città.


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Esempio: E G. V. 9. 126. 3. Accesero molti fuochi, e faccelline, faccendo sembiante di volere assalire i nemici.


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Esempio: G. V. 1. 60. 3. Ordinarono, che si spandesse il detto fuoco santo per tutta la città al modo si facea in Ierusalemme ec. e di quella solennità venne alla casa de' Pazzi la dignità, che hanno della grande faccellina.
187) Dizion. 4° Ed. .
PICCONE
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pag.611



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Esempio: Tav. Dicer. Rimangasi di comprare picconi, e faccelline, per disfare, e ardere la cittade.
188) Dizion. 4° Ed. .
SMERALDINO
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pag.547



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Esempio: Ovvid. Metam. Strad. Risplendente di chiare pietre smeraldine.
189) Dizion. 4° Ed. .
MANIFESTISSIMAMENTE
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pag.150



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Esempio: Libr. Dicer. G. S. Diede manifestissimamente a vedere.
190) Dizion. 4° Ed. .
TERRENO.
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pag.65



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Esempio: Boez. G. S. 2. Pasce sol cibo terreno.
191) Dizion. 4° Ed. .
VALENTE
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pag.187



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Esempio: Boez. G. S. Dov'è or Bruto cotanto valente?
192) Dizion. 4° Ed. .
ESILIARE.
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pag.309



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Esempio: Vit. Plut. Strad. Mentrechè eri esiliato noi abbiavamo tribolazioni.


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Esempio: Guid. G. Il quale il dovea scacciare del suo regno, e costringerlo di mirabilmente esiliare.
193) Dizion. 4° Ed. .
AVERE
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pag.332



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Esempio: Vit. Plut. Strad. Mentre ch'eri esiliato, noi abbiavamo tribolazione.


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Esempio: G. V. 11. 3. 14. Or non avemo noi in orrore udire quelle cose?


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Esempio: G. V. 9. 109. 4. E dicono, che i Lombardi hanno paura della lumaccia.


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Esempio: Bocc. g. 3. f. 10. Ed ebbevi di quegli, che intender vollono alla Melanese.


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Esempio: Fior. S. Franc. 3. Frate Bernardo era di tanta santitate, ch'egli l'avea in grande reverenza.


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Esempio: G. V. 8. 115. 1. Onde il detto Legato ebbe a gran grado da' Fiorentini.


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Esempio: G. V. 7. 101. 1. Abbiendo raunato grande oste in Toscana si partì di Francia.


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Esempio: G. V. 8. 80. 7. Io ho in mia mano di poterti far Papa, s'io voglio.


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Esempio: G. V. 7. 101. 2. I Ghibellini l'avevan a sospetto, perchè era di progenia, e nazione Guelfa.


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Esempio: G. V. 11. 113. 5. I vivi ebbon astio de' morti, per le soverchie tribolazioni occorse alla nostra città.


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Esempio: G. V. 7. 120. 2. Fece avvelenare il Conte Anselmo suo nipote, ec. per invidia, che ebbe di lui.


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Esempio: G. V. 7. 109. 2. E raunando il detto Vescovo sua oste ec. per levare il detto assedio, non ebbe podere.


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Esempio: G. V. 7. 130. 4. Dispregiandoli, dicendo, che si lisciavano, come donne, e pettinavansi le zazzere, aveanli a schifo, e per niente.


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Esempio: G. V. 12. 120. 2. E pochi dì appresso i Ghibellini della terra avendo sospetto de' Guelfi ec. gli cacciarono di Spuleto.


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Esempio: G. V. 7. 103. 1. Come lo Re di Francia seppe la sconfitta del Re d'Araona, egli, e sua gente ne ebbono grande allegrezza.


21) id: fa0407117f004dc1b8ddb94683d65055)
Esempio: G. V. 7. 102. 4. E lo Re Piero tornato a Villafranca, non abbiendo cura di sua ferita ec. ne morío (cioè non si riguardando)


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Esempio: Bocc. g. 2. f. 3. Senza che il venerdì avendo riguardo, che in esso colui, che per la nostra vita morì, sostenne passione, è degno di riverenza.


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Esempio: G. V. 1. 44. 2. E portò seco del vino, il quale dagli oltramontani non era usato, nè conosciuto per bere, perocchè di là non avea mai avuto vino, nè vigna.


26) id: 2fc3f8d5d24b48c49e2682df8eb8c0c1)
Esempio: G. V. 2. 12. 4. Questo Lottieri regnò 21. anno, ed ebbe guerra co' Fiamminghi, e prese Loreno, che era dello Imperio, onde Otto Secondo suo cugino Imperadore ebbe gran guerra con lui.


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194) Dizion. 4° Ed. .
SOSPINTA
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pag.613



1) id: 217530033bec47788609ab114e2c5ec9)
Esempio: Legg. S. G. S. E misonsi con gran sospinte, e con grande affanno.
195) Dizion. 4° Ed. .
GIOVANESCO.
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pag.612



1) id: 9c74a1a0fabd4a3c9f4a3b6d81749a56)
Esempio: Val. Mass. G. S. Entrato appena ne' giovaneschi anni.
196) Dizion. 4° Ed. .
ENTRAMENTO.
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pag.285



1) id: 268c7f4bdadc46398ab1c82a409c851e)
Esempio: Ovid. Metam. Strad. Nell'entramento della quale narra, che abitava ec.
197) Dizion. 4° Ed. .
IMPREGNAMENTO
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pag.750



1) id: 7717f01657024591987d25c73e9209d5)
Esempio: Vit. Plut. Strad. La bolla del ventre è segnale d'impregnamento.
198) Dizion. 4° Ed. .
PECE
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pag.530



1) id: 55ef8955e5684d199ee3aefb6996566f)
Esempio: Ovvid. Metam. Strad. Era spessa d'alberi, che fanno la pece.
199) Dizion. 4° Ed. .
ONESTEGGIARE
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pag.405



1) id: 80bb8440dd3349f9bd9b88aaea6b475d)
Esempio: Rett. Tull. Strad. Onesteggia sì l'amico, che non diventi nimico.