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4° Edizione
Diz Giu. totali
36357 545 36902 forme
29392 435 29827 occorrenze
Ordinamento delle voci: alfabetico punteggio
100) Dizion. 4° Ed. .
RANGOLOSO.
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pag.63



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Esempio: Vegez. Se alcuno vorrà esser rangoloso in iscegliere i cavalieri, e fargli provare al seguito dell'antica virtù della cavallería, leggiermente l'oste potrà fortificare.


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Esempio: Introd. Virt. D. Per lo quale l'uomo è neghittoso, là ove l'uomo doverebbe esser rangoloso.
101) Dizion. 4° Ed. .
REFE.
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pag.91



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Esempio: Vegez. La misura si coglie in due modi, ovvero con un fil di refe sottile, e sbrigato ec. (il T. Lat. ha linum tenue)
102) Dizion. 4° Ed. .
CONTAMENTE
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pag.781



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Esempio: Vegez. È da sapere, che quando si fa la battaglia delle lance, il cavaliere de' mettere innanzi il piè manco per fedire più contamente.
103) Dizion. 4° Ed. .
ROMBOLA.
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pag.261



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Esempio: Vegez. Rombola è quella, ch'è fatta di lino ec. e gittano le pietre ritonde, rotandola sopra 'l capo una volta, e queste son dette migliori.
104) Dizion. 4° Ed. .
LANCIUOLA
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pag.16



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Esempio: Vegez. Il cacciatore, acciocchè pigli cosa di poca valuta, usa di gittar le lanciuole, per meglio sapere, quando caccia il cerbio, o altra bestia colpire.
105) Dizion. 4° Ed. .
D
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pag.2



2) id: 5b68d5749a9a44e8af96ce9ce76b3a86)
Esempio: Ar. Fur. 35. 4. Che vent'anni principio prima avrebbe, Che coll'M, e col D fosse notato.


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Esempio: But. Purg. 33 Nel quale un cinquecento diece, e cinque Messo di Dio anciderà la suia, E quel gigante, che con lei delinque. La lettera D rileva cinquecento, sicchè per questo intende uno D.


4) id: 8b804fdadfc744d1863cca4657307cdb)
Definiz: Lettera, che ha gran parentela colla T, e perciò molte voci latine nel farsi nostrali hanno mutato il T in D, come più dolce di suono, siccome Latro, LADRO: Potestas, PODESTÀ: Litus, LIDO. Ammette dopo di se solamente la R (oltre alle vocali) tanto in principio, quanto in mezzo della dizione, e nella stessa sillaba, con perdere alquanto di suono, come DRAGO, SALAMANDRA. Riceve avanti di se , nel mezzo della parola, ma in diversa sillaba, la L, N, R, S, come GELDRA, BANDO, VERDE, DISDICEVOLE. Ma la S avanti la D si trova di rado in mezzo di parola, e quasi sempre ne' verbi composti dalla particella DIS, come DISDIRE. Nel principio si trova più spesso, come SDEGNO, SDENTATO; e deesi sempre profferire la S, avanti nel secondo suono, e più rimesso, come nella voce ACCUSA, siccome si dice nella lettera S. Raddoppiasi nel mezzo, quando egli occorre, come FREDDO, ADDURRE.
106) Dizion. 4° Ed. .
G
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pag.557



2) id: 9c727b8487f44461a9ded39dfb99325d)
Definiz: Lettera compagna del C, ed ha anch'ella due suoni diversi, perchè posta avanti all'A, O, U, ha il suono più rotondo, come GALLO, GOTA, GUSTO; e avanti all'E, ed I, ha il suono più sottile come GENTE, GIRO; onde per diffalta di proprio carattere, per servircene nel primo suono coll'E, e coll'I, le pogniamo dopo l'H, come GHERONE, GHIRO. Questo GH, quando ne seguita l'I, ha anch'egli due suoni, l'uno più rotondo, e grosso, come GHIRLANDA, VEGGHI, dal verbo Vedere; l'altro più sottile, e schiacciato, il quale per lo più avviene, quando all'I segue un'altra vocale, come GHIANDA, GHIERA, VEGGHIA; e a cotali suoni, per isfuggire errore, sarebbe di bisogno proprio carattere a ciascheduno. Delle consonanti riceve dopo di se, nella stessa sillaba le L, N, R, come NEGLETTO, GLORIA, EGLI, REGNO, SOGNO, DISEGNARE, INGRATO, GRETOLA: bene è vero, che dopo la L, dove non seguita l'I, per esser suono per la sua durezza sfuggito da questa lingua, si truova di rado. Quando alla L col G avanti seguita l'I, in tal caso ha due suoni, l'uno più rotondo e grosso, come NEGLIGENTE, il quale non è molto ricevuto da noi; l'altro più sottile, o schiacciato, come GIGLIO, FOGLIO, e questo è nostro proprio. Aggiunto, come s'è detto, il G alle L, ed N, gran parte ne perde del suo suono, come AGLIO, RAGNA. Consente avanti di se la L, N, R, S, nel mezzo della parola, e in diversa sillaba, come VOLGO, VANGA, VERGA, DISGREGARE, benchè la S si trovi in mezzo di rado, e per lo più in composizione colla preposizione DIS. Ma nel principio di parola più frequentemente, come SGARARE; e si pronunzia sempre la S avanti al G nel secondo modo, cioè nel suono più rimesso, come nella voce ACCUSA. Raddoppiasi questa lettera nelle nostre voci molto spesso: come POGGIO, OGGI, ec.
107) Dizion. 4° Ed. .
GONFALONATA
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pag.640



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Esempio: Vegez. Diligentemente pruovi le forze, e gli animi, e l'usanze di tutte le legioni, e coloro, che sono venuti per atare, e di tutte le gonfalonate.
108) Dizion. 4° Ed. .
GHIOVA.
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pag.599



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Esempio: Vegez. Levatene ghiove di terra, s'ordinano, e fassene arginale, ec. Se la terra non sarà tenace a similitudine di mattone, ghiove non se ne potrà fare.
109) Dizion. 4° Ed. .
PICCHIATO
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pag.609



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Esempio: Vegez. Perchè, quando è di rosso colore (la Luna) mostra tempo ventoso, e quando è di color picchiato, mostra tempo di piogge (il Lat. ha: caeruleus)
110) Dizion. 4° Ed. .
ARRENDIMENTO
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pag.269



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Esempio: Veg. Grande paura genera a coloro, che sono senza speranza d'arrendimento.
111) Dizion. 4° Ed. .
SENTACCHIOSO
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pag.476



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Esempio: Vegez. Agri, e sentacchiosi cani nelle bertesche si tengano, i quali la venuta de' nimici all'odore sentano, e con latramento gli mostrino (Il T. Lat. ha sagacissimus)
112) Dizion. 4° Ed. .
RIBELLAMENTO.
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pag.126



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Esempio: Vegez. Il popolo di Roma, per la bellezza, e utilità della grandezza sua, non per necessità d'alcuno ribellamento, per temporali apparecchiava navilio (il T. Lat. ha tumultus)
113) Dizion. 4° Ed. .
TORCIMENTO
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pag.101



1) id: b7f21127881b44a9a418c7a42bc85180)
Esempio: Vegez. Il circuito del muro gli antichi diritto non vollero menare, acciocchè alle percosse de' bolcioni acconcio non fosse, ma con torcimento fecero i fondamenti delle mura.
114) Dizion. 4° Ed. .
ARGINALE
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pag.255



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Esempio: Vegez. Levatene le ghiove di terra, s'ordinano, e fassene arginale, sopra il quale s'ordinano legni con istanghe, e pongonvisi pruni, e fassi l'arginale un piede, e mezzo alto.
115) Dizion. 4° Ed. .
SPIEDONE
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pag.666



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Esempio: Vegez. Assalisca la schiera del nimico dal lato manco, e gli altri suoi tutti per lungo distenda a similitudine di spiedone (il T. Lat. ha: in similitudinem veru)
116) Dizion. 4° Ed. .
TURMA.
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pag.173



1) id: 4d51ab664712429ebc2f6ee71fcaed2a)
Esempio: Vegez. Come tra i pedoni la schiera divisa s'appella centuria, e contubernia, ovvero manipolo, così tra i cavalieri è detta turma, ed ha in una turma cavalieri trentadue.
117) Dizion. 4° Ed. .
PANTANOSO
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pag.480



1) id: 2309267a166b453781630642c173aeb9)
Esempio: Vegez. E se aviamo più pedoni, doviamo eleggere luoghi stretti, e pieni di fossi, e pantanosi, o per abbondanza d'alberi sieno molto impedimentiti (il T. Lat. ha paludibus, vel arboribus, impedita)
118) Dizion. 4° Ed. .
VEGGHIAMENTO
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pag.212



1) id: 3f16d59258954fc49f88a370cd1adeaa)
Esempio: Vegez. Impossibil cosa parea, che tutti quelli, che guardano, vegghino tutta la notte; imperciò in quattro parti i vegghiamenti son divisi ec. A suon di tromba tutti i vegghiamenti si commettano.
119) Dizion. 4° Ed. .
STAGGINA
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pag.701



1) id: 306ec34db5cb4f3f83efdd7e537b76f5)
Esempio: Vegez. Questo fu da' nostri antichi meritevolmente ordinato, che del soldo, ch'è dato a' cavalieri, la metà ne debba stare in istaggina appo colui, che porta la 'nsegna (quì forse per Deposito)