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80) Dizion. 5° Ed. .
A BISCIA
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pag.58



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Esempio: Not. Malm. 294: A iosa, in quantità grande. Diciamo nel medesimo significato A cafisso, In chiocca, A biscia, A fusone.


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Esempio: Red. Lett. fam. 1, 49: Mi favorisca di dire ad esso sig. Giuseppe, che io ho in mano danari a biscia per suo conto.


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Esempio: Fag. Rim. 4, 289: Chi mai resister può fra tanti affanni, Se quando abbiate le ragioni a biscia, Siate poi condannato in spese e danni?
81) Dizion. 5° Ed. .
A BISDOSSO
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pag.58



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Definiz: Posto avverbialm. co' verbi Cavalcare a bisdosso, Andare a bisdosso, Venire a bisdosso e simili, vale Sul cavallo nudo, A schiena nuda della cavalcatura.


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Esempio: Red. Ditir. 25: E sul destrier del vecchierel Sileno, Cavalcando a ritroso ed a bisdosso ec.


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Esempio: Burch. Son. 2, 70: Ed ogni liofante se ne scorna Veggendogli una cupola a bisdosso.


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Esempio: Bern. Orl. 57, 24: Prese Agramante un certo ragazzone, Che sopra un gran caval viene a bisdosso.


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Esempio: E Red. Poes. 98: O Sileno vecchierello, Se non vuoi gire a bisdosso, Metti il basto all'asinello.
82) Dizion. 5° Ed. .
A ARMACOLLO
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pag.12



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Esempio: Ross. B. Appar. Med. 55: Una mantellina a armacollo [Anfitrite avea] del color dell'acqua del mare, ricamata a nicchie.


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Definiz: Modo avverbiale. Usasi coi verbi Avere a armacollo, Mettere a armacollo, Portare a armacollo e simili, espressi o sottintesi; e si dice di ciò che, scendendo da una spalla all'opposto fianco, attraversa il petto e il dorso; ed anco di ciò che è sostenuto da cigna, corda, catena e simili, in tal modo disposte. −
83) Dizion. 5° Ed. .
A BARDOSSO
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pag.12



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A bisdosso

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Esempio: Machiav. Comm. 5, 186: Dipoi così vestiti a bardosso se n'andarono.


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Esempio: Cant. Carn. 2, 546: L'uom si getta a bardosso un capperone, Ed ha 'l fornuolo in mano.


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Esempio: Dav. Tac. 2, 290: Tanto è meglio il dicitore in toga rozza a bardosso, che in cotta lasciva da meretrice.


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Definiz: Avverbiale, che più comunemente dicesi A bisdosso, e vale Sul dosso nudo, o privo di sella, del cavallo o d'altra cavalcatura. −


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Esempio: Franz. Rim. burl. 145: Qualunque d'essa [Posta] il primo inventor fue, Se bene allora si correa a bardosso, Senza cuscino, e con le gambe giue, Meriterebbe una statua, un colosso.
84) Dizion. 5° Ed. .
A BASTALENA
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pag.12



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Esempio: Sacch. Nov. 1, 146: Stia dunque co' signori a bastalena chi vuole; chè per certo chi non si sa partir da loro e sta con essi a bastalena, rade volte ne capita bene.


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Definiz: Modo avverbiale, che significa Per quanto basta la lena, A tutta possa: ma oggi è poco usato. −


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Esempio: Allegr. Fantast. Vis. 5: E sul poggio de' Galli a bastalena Correndo, per la man preso mi mena.
85) Dizion. 5° Ed. .
A BATTISCARPA.
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pag.12



2) id: 1c84b20e07e342938734a446ccbcb14a)
Definiz: Avverbiale, che s'accompagna col verbo Mangiare a battiscarpa, vale Senza apparecchio, ed in fretta; quasi in atto di battere in terra la scarpa, o, come anche dicesi, battere il tacco, cioè partire. Modo familiare.
86) Dizion. 5° Ed. .
A NATIVITATE.
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pag.479



2) id: 6f876f96d7ce4e28af4300651b0d0491)
Esempio: Magal. Relaz. 15: Ma che poi.... egli arrivi a render sordi, per così dire, a nativitate, i vicini abitanti, questa è una favola.


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Definiz: Posto avverbialm. Modo latino, a nativitate, trasportato nella lingua nostra, e che vale Fino dalla nascita. –


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Esempio: Fag. Rim. 3, 39: Sarebbe stata d'un po' di rovella L'averla avuta a nativitate, Chè allor manca l'udito e la favella.


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Definiz: § Questo modo si usò anche per indicare gli anni dell'era volgare, cominciando a computarli dal 25 Dicembre, giorno della nascita di Gesù Cristo.
87) Dizion. 5° Ed. .
A FANFANA.
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pag.239



2) id: 1b0a49e7dd2242f8a12eb917c8ce93c2)
Definiz: Modo avverbiale. Vanamente, A caso. Lo stesso che A fanfera. −


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Esempio: Nell. Iac. Astratt. 3, 3: Senti che parlar a fanfana, e senza fondamento.
88) Dizion. 5° Ed. .
A FANFERA. −
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pag.239



2) id: c59f111dba8444c88786632716a33f4e)
V. A vanvera.
89) Dizion. 5° Ed. .
A POSTERIORI.
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pag.568



2) id: d9e07160c93f4588bc0b111a263f24d0)
Esempio: Galil. Op. astronom. 1, 55: Nell'altro [argomento] si trovò la minore a priori, e ora ve la voglio provare a posteriori.


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Esempio: E Galil. Op. astronom. 1, 59: Ma fusse il progresso di Aristotile in qual si voglia modo, sì che il discorso a priori precedesse il senso a posteriori, o per l'opposito, assai è che il medesimo Aristotile antepone.... le sperienze sensate a tutti i discorsi.


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Esempio: Vallisn. Op. 3, 584: Le quali [dottrine] è d'uopo sempre prendere per probabili, anzi dubbiose, e per incerte; nulla sapendo noi, o almeno pochissimo, come dicono le scuole, a priori, ma tutto a posteriori, cioè dall'effetto che veggiamo.


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Definiz: Modo avverbiale, tolto di pianta dal latino. Termine delle scuole, e si usa relativamente a quelle dimostrazioni, che si fondano su principj dedotti dall'esperienza. –
90) Dizion. 5° Ed. .
A SCACCAFAVA.
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pag.733



2) id: e07d09f1b9f7430baf857175b0a7f4e1)
Definiz: § II. A scaccafava, coi verbi Decidere a scaccafava, Sentenziare a scaccafava, e simili, vale Con prosunzione. –


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Esempio: Capor. Rim. 113: Questo giovan leggiadro che ogni mane, Con certe pianellette a scaccafava..... girava Ad impetrar da Augusto a i dotti il pane.


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Esempio: Grazz. Rim. 2, 170: A giudizio del popol fiorentino,.... Il Cecchi ha vinto e scavallato il Cino, Che prima era un poeta a scaccafava.


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Esempio: Car. Comm. 55: Ha in gamba un paio d'usatti ricotti a due suola con buone fibbie, e in piedi sopr'essi un paio di pantofole a scaccafava.


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Definiz: Modo avverb., che trovasi usato a significare una foggia elegante di zoccoli o pianelle. –


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Esempio: Firenz. Pros. 1, 168: Non si vergognò chiedergli tutto a un tratto un paio di scarpette gialle.... e un paio di zoccoli a scaccafava, colle belle guigge bianche stampate con mille belli ghirigori.


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Esempio: Bracc. R. Dial. 61: Fa pompa questo cotale d'una arroganza e indipendenza siffatta nel decidere a scaccafava, che vuol farsi credere per l'arcifanfano della letteratura.
91) Dizion. 5° Ed. .
A SCIACQUABUDELLA.
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pag.736



2) id: e1222b98670b431c8c1b4eec299e66e1)
Definiz: Posto avverbialm. col verbo Bere a sciacquabudella, vale Bere a stomaco vuoto e senza mangiare.
92) Dizion. 5° Ed. .
A SPARTE.
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pag.748



2) id: f408cfc7cdb744c6a66505d886c231f8)
Definiz: Posto avverbialm. vale A parte, In disparte. –


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Esempio: Fiorett. S. Franc. 79: Frate Currado, per compassione di quello giovane, e' prieghi de' frati, chiamò un dì a sparte il detto giovane.
93) Dizion. 5° Ed. .
A BIZZEFFE
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pag.65



2) id: bbf548feb25943a1845518d3cb8844ca)
Esempio: Bertin. A. F. Risp. Gio. Paol. 16: O questa veramente è bella: volete esser voi quello che faccia a bizzeffe delle lettere, e le scialacqui; e poi pretendete che gli altri ne facciano a miccino?


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Definiz: § Fare a bizzeffe di checchessia, vale Usarne abbondantemente, profusamente. −


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Esempio: Lipp. Malm. 2, 3: E dov'ei dava a' poveri a bizzeffe, Quando picchiavan poi, dalla finestra Facea lor dare il pan colla balestra.


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Esempio: Leopard. G. Cap. piac. 79: Non si dà danar coniati, Dassi polizze a bizzeffe.


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Esempio: Fag. Comm. 5, 225: E vo' spender a bizzeffe: non ho il granchio al borsello: de' quattrini non me ne mancano.


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Esempio: Menz. Sat. 41: Or voi, che sempre avete il gozzo pieno Del nettare che qui beesi a bizzeffe, Fuggite in vasel d'oro atro veleno.


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Esempio: Not. Malm. 130: Quando il sommo Magistrato romano intendeva fare ad un supplicante la grazia senza limitazione, ma pienamente, faceva il rescritto sotto al memoriale che diceva fiat fiat: che poi per brevità costumarono di dimostrare questa pienezza di grazia con segnare i memoriali con sole due effe; onde quello che conseguiva tal grazia diceva: Io ho avuto la grazia a bis effe, cioè due volte f, che s'intende grazia intera e piena.... E da questo bis effe s'è poi corrottamente introdotto il dir bizzeffe ec.


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Esempio: Monigl. Cical. III, 1, 226: Bisogna certo che in avvenire agli accademici della Crusca si abbia ad assegnare una grossa provvisione, o conceder privilegi a bizzeffe.
94) Dizion. 5° Ed. .
A BRUCIAPELO.
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pag.71



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Definiz: § Laonde figuratam., Prendere alcuno a bruciapelo, vale Prenderlo all'improvvista, Sorprenderlo.


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Definiz: Modo avverbiale, e dicesi dello sparare un'arme da fuoco contro alcuno da vicinissimo; e serve anche comunemente a qualificare un colpo fatto all'improvviso e di contrattempo.
95) Dizion. 5° Ed. .
A CATAFASCIO.
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pag.73



2) id: dbc01abdd3b140a4994cfaaf6d1b8f22)
Definiz: § II. Riferito a persona, vale Abborraccione, Fatto alla peggio o a caso. −


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Esempio: Franz. Rim. burl. 2, 330: Io non fui mai, nè son di gloria vago, E vivo a caso, e scrivo a catafascio.


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Esempio: Salvin. Iliad. 627: Or quando al campo giunsero, laddove Achille loro disegnato avea, Posarlo a terra; e tosto a catafascio Alzaron quivi sofficenti legna.


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Esempio: Vasar. Vit. Pitt. 2, 50: Credendo che lavorasse a più potere, e fusse per fare altro lavoro che quel garzonaccio a catafascio non faceva, se ne stettono più giorni senza pensar ad altro.


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Esempio: Pataff. 5: Come si fa di rose, della spina, Faccia di voi [rime] ghirlande a catafascio.
96) Dizion. 5° Ed. .
A MAZZASTANGA.
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pag.422



2) id: 8d70f8bf669d49ec92afb1653d2ece35)
Definiz: Modo avverbiale, che significa A tutt'andare, Incessantemente, Di tutta forza.


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Esempio: Fag. Rim. 1, 161: Qua piove sempre a mazzastanga: Il che tutti fa star molto inquïeti.


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Esempio: Allegr. Fantast. Vis. 5: Chi nasce in questo mondo sventurato Sempre è malagurato; Soll'io ben, che lavoro a mazzastanga, Com'il bisogno vuole, Con la zappa e la vanga, Da che si leva a che tramonta il sole.


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Esempio: Red. Lett. 2, 305: La seconda cosa si è, ch'ella voglia rimettersi a mazzastanga sull'opera delle sue lettere.
97) Dizion. 5° Ed. .
A MENADITO.
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pag.429



2) id: 4e85e3f4574d4c42bff0159a272797f0)
Definiz: § Degli orivoli e di altre macchine, quando per essere guaste non camminano da sè, si dice per ischerzo, che Vanno andare a menadito o Che si fanno andare a menadito far andare a menadito. −


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Esempio: Soldan. Sat. 55: A menadito le fughe e i compensi Trovar dovresti.


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Definiz: Posto avverbialm., ed accoppiato a certi verbi, vale Con facilità, Con sicurezza, Benissimo, Per l'appunto.


5) id: f28851128bc44737a7f0321381ab9f9d)
Esempio: Lipp. Malm. 12, 32: Ed ella se ne va sicura e franca, Sapendo ogni traforo a menadito.


6) id: cae8e10dc4094250950fece77d2c8e4b)
Esempio: Fag. Rim. 2, 113: Perch'io meno le mani nel mestiero, E fo andar gli orologi a menadito.


7) id: 8993cf08102a46009e85d8ce6dbcf1f0)
Esempio: Cecch. Lez. M. Bartolin. 16: Correggendo noi il testo, secondo i più fedeli scritti con la penna, a menadito.


8) id: a498a670ac8945be836849b321ed0db3)
Esempio: Buomm. Pros. var. 220: Non è tra noi chi non sappia ch'egli ha a menadito le regole della rettorica.


9) id: 5ff054d8619745c886bc9a694dc3d3c5)
Esempio: Fag. Rim. 1, 88: E dicendo virtù, non vo' già dire.... Di far le cordelline a menadito, Or trine, or calze torcere, annaspare, Far un bucato candido e pulito.
98) Dizion. 5° Ed. .
A STACCIABURATTA.
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pag.798



2) id: eb51c75d3c1f47639cb06998b9e367cc)
Definiz: Modo avverb., che posto col verbo Fare a stacciaburatta, dicesi di un giuoco fanciullesco, quando due, sedendosi a rincontro, si tengono per le mani, e si tirano innanzi e indietro vicendevolmente, quasi con quel moto che fa lo staccio nell'abburattar la farina. –


3) id: 2ed0d9d17a9249418903a0a412b279f5)
Esempio: Lipp. Malm. 2, 48: Chi fa le merenducce in sul bavaglio, Chi coll'amico fa a stacciaburatta, Chi all'altalena, e chi al beccalaglio.
99) Dizion. 5° Ed. .
A STRACCIASACCO.
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pag.801



2) id: 5fa60474d5174efda7c44b0370f38062)
Esempio: Ben. B. Rim. 9: Ognun mi crede, e la Tina ostinata A stracciasacco in cagnesco mi guata.


3) id: 346c1d440f10435da7e1c6757b85de35)
Esempio: Sacch. Nov. 1, 92: Gli pacificò, e non sì, che 'l calonaco non guardasse a stracciasacco Ferrantino un buon pezzo.


4) id: e19d10d0c30e411cb106fe1372559c11)
Esempio: Fag. Rim. 4, 145: Son il garzon del fondaco; ecco il conto. Ed io lo piglio, e a stracciasacco leggo.


5) id: 23e2335621b94b74af5df7ffd881e461)
Esempio: Salvin. Disc. 1, 329: Tanto spesso si legge appresso Omero, che l'adirate persone guardano prima, come da noi si dice, a stracciasacco, e poi parlano.