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1) Dizion. 5° Ed. .
DIRE, ed altresì, ma solo in certi tempi e in certe persone, DICERE.
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pag.411



1) id: 0384fc3bffea47d7a4640ce190fa296a)
Esempio: Zanott. G. P. Avvert. 24: Il domandare è senno, dice il proverbio.


2) id: 813679680fff48b4a683cf17170ecf7c)
Esempio: Forteguerr. Terenz. 47: Glicerio è cittadina? P. Così dicesi.


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Esempio: Gozz. Op. scelt. 5, 479: Dio vi dia il dì, messere lo Piovano. P. Buongiorno. G. A dirla, i' son quasi smarrita, Poichè vi trovo con l'ufficio in mano.


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Esempio: Salv. Avvert. 2, 89: Per la qual cosa cotanto nell'opera del sentimento è a dire il prode Scipione, quanto Scipione, il quale fu prode uomo.


5) id: b4dcbc2312d14d229a588eaf8ace2ffc)
Esempio: Pass. G. Cr. 11: Maestro mio,... Sarei io desso? disse il maladetto.


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Esempio: Pass. G. Cr. 17: Fecesi incontro allor Giesù verace; Parlò dicendo: di chi fate chiesta?


7) id: 518c878e3f51450f8dafec229f222985)
Esempio: Macingh. Strozz. Lett. 258: A dirlo a te, Lodovico si frammette malvolentieri per G. co messer Zanobi.


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Esempio: Tocc. Lett. 12: Come delicatissimo di coscienza ch'egli era, s'accusò nella confessione tra gli altri peccati d'aver detto male del libro del P. Orsi.


9) id: 216ba220450443f3b757b3265a7a8467)
Esempio: Vill. G. 1, 57: E sì si fece primo Imperadore di Roma, che tanto viene a dire, come comandatore sopra tutti.


10) id: 80047428ccfe470a8d63d7763590ca39)
Esempio: Giambull. P. F. Appar. 28: Mostravasi nell'altro quadro la presa di Monte Murlo, con l'assiuolo egizio sopra alla aste di Pirro,... con lettere che dicevano: Improvisa lethi vis ec.


11) id: d80d124010c14adf9d80fe2eac651f31)
Esempio: Giambull. P. F. Stor. Europ. 18 t.: Da indi avanti non fu più chi avesse ardire, non dico di pigliar l'armi contra di quello, ma di aspettare che e' gli ricercasse.


12) id: 2839d29da16e42ebaff1c893e8f2aa6b)
Esempio: Giust. Vers. 264: Con quattro motuproprj Che si rimpasta il mondo? G. Dicon di sì. V. Lo dicano; Altro è dire, altro è fare.


13) id: dbbf402b33024d24817c665113b912b9)
Esempio: Vill. G. 128: Uno prete della chiesa di santo Ambruogio,... avendo detto messa e celebrato il corpo di Cristo, per vecchiezza non asciugò bene il calice.


14) id: b21e369749a44c53b517dcbeff5f7150)
Esempio: Cecch. Comm. ined. 366: Havv'ei conto la storia Del suo figliuol che se n'andò? B. Sì, hammela Conta; perchè? G. E detto d'una giovane Che ec.?


15) id: 7eca6c53344a4834a47a54ab1d20bf6a)
Esempio: E Cecch. Comm. ined. 277: È fattosi Il becco all'oca. G. Non parlate in cifera.... Che vuol dir questo becco all'oca? B. Oh! eccoci A sospettare.


16) id: 7f97e4a09234432e946f7d4f9b985bfe)
Esempio: Giambull. P. F. Stor. Europ. 19 t.: Luitprando,... il quale seguito io volentieri per avere egli scritto le cose della età sua, e da lui per la maggior parte vedute in fatto, o udite in luogo da crederle, cioè nella corte de' Berengarii, dove ed il padre servì gran tempo onoratamente, ed egli altresì vi fu segretario molti e molti anni; Luitprando, dico, racconta che ec.
2) Dizion. 5° Ed. .
LUSTRARE
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pag.568



1) id: 70f43f8119fb40d7810c67c01c3125cb)
Esempio: Zanott. G. P. Avvert. 36: Arme e armadure che lustrano, come fossero di acciaio forbito.
3) Dizion. 5° Ed. .
NON.
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pag.203



1) id: fb18ab5c78a34954952c39e670cedcb3)
Esempio: Zanott. G. P. Avvert. 33: Certe cose, alle quali se può l'ingegno arrivare, nol può la materia.


2) id: d7b129ded0814bb6985bc95bdd61e015)
Esempio: Giambull. P. F. Lez. 147: Diceva Platone che lo ente disordinato, era non ente.


3) id: e8d006e7645d4208b87aea8da5f37311)
Esempio: Salv. Avvert. 1, 82: E forse che quelle loro novelle guise, che essi chiamano arricchimenti della volgar favella, pregiata e graziosa cosa non sono! belle, brevi, ec.


4) id: dbdf3cc2c70b4a3cb2ef5bce826a51d5)
Esempio: E Giambull. P. F. Lez. appr.: Nel Timeo, chiamò il mondo creato, perchè di non ordine, fu posto in ordine.


5) id: ac6988397df443d99cbe9b40cecb7b27)
Esempio: E Segner. Pred. 644: E pure, considerate quali stranezze non furono esercitate nel catturarlo (G. Cristo)!


6) id: ea712f21fcbf42f9b22e95d222fa6d9e)
Esempio: Cell. G. Onest. Vit. volg. 44: Non vogli quello che tu se' piuttosto parere d'esserlo, che esserlo.


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Esempio: Vill. G. 57: Questi (Carlo il Calvo).... si fece incoronare imperadore e non regnò che 21 mese.


8) id: 1bdc42bdce61431781a30d0318631340)
Esempio: Vill. G. 886: Messer Mastino signore di 11 cittadi, le perdè tutte, se non se Verona e Vincenza.


9) id: 79cd5cc2f6154239ba23a182206e796f)
Esempio: Capp. G. Comment. Pis. 257: Quelli ch'erano dentro nella cittadella..., dubitando di non essere traditi, non ferono resistenzia alcuna.


10) id: 71d9e2e1ebc84f8ea1666c6b9e5d8857)
Esempio: Rucell. G. Ap. 92: Stian lontane a questo loco Lacerte apriche.... E non t'inganni il verde e bel ramarro, ec.


11) id: b25287244f2c42aa83a15fc6f11747df)
Esempio: Aver. G. Lez tosc. 3, 69: Credo che, se non in tutte, almeno nelle cene più doviziose l'uova venissero in tavola dopo gli altri antipasti.


12) id: 4eac7098498648b899120b7d0cba98b9)
Esempio: Cell. G. Maestruzz. volg. 64: Ancora è una disonesta condizione, e contro alla substanzia del matrimonio. Verbi grazia, come se tu dicessi: Io contrago teco, se tu schifi di non avere figliuoli.


13) id: 14b18d7152cc4ec5a65bd00ccd4580e6)
Esempio: E Fr. Bart. Amm. ant. volg. G. 605: Due sono maniere di non giustizia. Bibb. N. 10, 371: Divieto certamente è fatto del precedente comandamento, per sua fievolezza e per la non utilità (il lat. ha: inutilitatem).
4) Dizion. 5° Ed. .
CUSTODIRE.
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pag.1108



1) id: b1730d6e3b81475fabfae18c93f72471)
Esempio: Zanott. G. P. Avvert. 9: Dal pericolo sempre custodendolo (il fanciullo) di appigliarsi a qualche abito vizioso.
5) Dizion. 5° Ed. .
GASTIGATO e CASTIGATO.
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pag.72



1) id: 0bb755bdcf1f4490a124354350b03ad5)
Esempio: Zanott. G. P. Avvert. 3: Lodovico Prospero Fontana, dipintore più pratico e precipitoso, che terso e ben gastigato.
6) Dizion. 5° Ed. .
G,
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pag.1



2) id: faa22c5439ec4bac88aafabdb75fefeb)
Esempio: Salv. Avvert. 1, 282: Il c e 'l g da certi popoli non si posson pronunziare.


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Definiz: § II. G sol re ut, è lo stesso che Gisolreutte. –


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Esempio: E Salv. Avvert. appr.: E quando pure sforzar si vogliono o da vero o per gabbo, il c e 'l g in suono vicino a quel della s e del c, o quel della s e del g, mal lor grado son trasportati; scipolla, fansciullo, mansgiare, e sgiusgiola, che è quasi natio a' Franceschi.


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Esempio: Cavalcant. B. Retor. 263: Sono dolci comunemente quelle parole le quali hanno assai vocali, e dell'altre lettere il g, il c, lo l, lo f, lo m fanno dolcezza, tali sono amore, giovare;...... e di queste fa dolcezza qualcuna innanzi all'altra, come lo l innanzi al c in questa parola dolce, dinanzi al g, come involge; il g innanzi allo l, voglia, scoglio, e simili. Aspre certamente sono quelle nelle quali è lo r.... innanzi al g e doppo, come gorgo, agro.... Lo s ancora fa il suono insuave ed aspro dinanzi al t, nel principio della parola, innanzi al c, al g, al p, al q, al t, allo f, allo m, come in questa parola storpio, scoglio, sgraziato, sfogo.


6) id: 0179a60ce58540bb91b0c36e579f1c3b)
Esempio: Bemb. Pros. 69: Alquanto spesso e pieno suono appresso rende la F: spesso medesimamente e pieno, ma più pronto, il G.


7) id: 446a2fc1e4964ee89b5d9d6a31ff6788)
Definiz: § I. La lettera G nel diagramma musicale antico indicava il Sol in quarto spazio della chiave di basso, se era maiuscola; se era minuscola, indicava il Sol in seconda riga della chiave di violino; la g minuscola raddoppiata indicava il Sol sopra le righe. –


8) id: 27c4860fcd8d4411a8d7b1b0abf9ec4c)
Esempio: Don. Tratt. Enarm. 336: Il D senza punto fa quarta, e quinta con G sol re ut, e terza minore e sesta maggiore con.... mi.


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Esempio: Don. Tratt. Enarm. 331: I tasti neri dell'armonia ipolidia sono accordati come ne' cembali comuni, salvo che tra G ed A qui c'è l'a la mi re col b molle.


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Esempio: Papin. Lez. Burch. 73: Osservate attentamente come il nostro Burchiello, in grazia della venerabile antichità, dice Gaio, come lo dicevano gli antichi, i quali avevano maggior piacere della G, che della C.


11) id: 760b5c12f45e4292baab8ff275a01441)
Esempio: E Don. Tratt. Enarm. appr.: Nella fronte del tasto B ipolidio,..... si può notare col rosso il C lidio, al quale corrisponde detta voce; nel G il D, e così l'altre di mano in mano.


12) id: 882dde71a1f54bc69732efd21e1daaa6)
Esempio: E Don. Comp. Music. 30: Mi par anco molto a proposito di due sistemi segnare l'uno col nero.... e l'altro col rosso: il che riuscirà molto commodo per notare quelle voci metaboliche che cadono in amendue tra il G e l'A, e tra il D e l'E.


13) id: 92147034832046418dd0aa3d12f9db88)
Esempio: Buomm. Ling. tosc. 31: Il G corre la medesima sorte del C, e segna due suoni, l'uno muto, ottuso e rotondo, come in garbo, gostanza, gusto e grotta; l'altro chiaro, acuto e sonante, come in gente, generoso, ginepro. Ma acciocchè e' suoni ottuso, se gli aggiugne l'H, scrivendo gheppio, gherone, ghianda, ghiotto, ghirlanda: e se dee sonar chiaro, si contrassegna con I; già, giallo, giogo, e giusto.


14) id: ed5be8cbc8614d75ac0392a942d0593a)
Esempio: Marrin. Annot. Baldov. Lament. 188: Mutata la R in L si fece facilmente lifriggerio. Ma perchè la difficoltà potrebbe piuttosto battere sopra quei due GG, dico che, quand'anche non si fossero trovati esempj, ognuno però poteva restar persuaso, che questa voce era secondo il gusto de' nostri vecchi, riflettendo che essi sovente raddoppiavano il G nelle voci, come si vede in reggia, brivileggio, Cartaggine, rifuggio, ec., e molto più nella voce fugga per fuga usata dal Boccaccio.


15) id: 6a97b289348d47d1bb752f3c32f7f7a5)
Definiz: lettera palatina, la settima dell'alfabeto e la quinta delle consonanti, che i grammatici dicono mute. Pronunziasi Gi, e si fa di gen. masc., e anche femm. Per l'affinità del suono il G si sostituisce in molte voci al C e alla Z, dicendosi Gastigare e Castigare, Luogo e Loco, Lagrima e Lacrima, Servigio e Servizio, Palagio e Palazzo. Innanzi alle vocali A, O, U, ha suono più muto e più rotondo, come in Gala, Gora, Gusto: innanzi alle vocali E ed I si manda fuori più ammollita, come in Gelido, Giro; ma per darle il suono che ha colle altre tre vocali, le poniamo l'H dopo, come in Ghermire, Ghiaccio; in quel modo che per darle il suono ammollito avanti all'A, E, U, si pone tra essa e queste vocali un I, scrivendo Giacere, Giogo, Giubba. Si assimila alla lettera M, come in Domma, Flemma; e talora, nel mezzo della parola, davanti a vocale sparisce, come in Reale per Regale, in Sciaurato per Sciagurato, in Reina per Regina. Talvolta si cangia in V, come Fragola in Fravola. Seguita dalle vocali ia colle quali formi sillaba, talora si cambia popolarmente in D; come ad es., Ghiaccio in Diaccio, Giacere in Diacere, Giacinto in Diacinto. Non si pone il G avanti ad altre consonanti che alla L, alla N, alla R, nella stessa sillaba, e perde alquanto del suo suono, come in Gloria, Ignavia, Grazia. Ammette avanti di sè nel mezzo della parola, ma in diversa sillaba, la L, N, R, come Volgere, Fango, Argine. La S le va avanti nel principio della parola o della sillaba, come in Sgabello, Sgherro, Sgorbio, Sgualdrina. Ng, dinanzi ad E ed I, o si conserva, o per metatesi diventa Gn, come Ungere e Ugnere, Angiolo e Agnolo, Piangere e Piagnere. –
7) Dizion. 5° Ed. .
GAIEZZA.
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pag.21



1) id: 022c11650ccf468badfe4e658915cd9d)
Esempio: Zanott. G. P. Avvert. 44: Non bisogna poi nella troppa gaiezza, e nella strabbocchevole vivacità e sfacciataggine de' colori, cadere.


2) id: 3837fd87d5f2421e98c29e6c8a223c7a)
Esempio: E Zanott. G. P. Stor. Accad. 1, 288: Non pinse cosa che non fosse stimata e gradita da' professori per certa sufficiente bellezza e perfezione,... e dagli altri per una somma gaiezza e lisciatura, che i più attrae e diletta.
8) Dizion. 5° Ed. .
LUMINARE.
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pag.504



1) id: 2508e41662a148978f1aa6444d2bc28a)
Esempio: Zanott. G. P. Avvert. 6: Rafaello e Michel'Angelo, che furono due gran luminari della pittura, in cotale stato si ritrovarono.
9) Dizion. 5° Ed. .
LASCIARE e, con forma oggi propria solamente del linguaggio poetico o di quello del contado, LASSARE.
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pag.96



1) id: fe1c5ecb9d084aaaacfcdf998b68d949)
Esempio: Metast. Dramm. 4, 344: Ove t'affretti? P. Al tempio. E. Ah no! G. T'arresta. P. Lasciatemi. G. Ti perdi. E. Corri a morir. P. Lasciatemi, importuni.


2) id: 91d61d58c9a34595a42b7e410f8d9788)
Esempio: Zanott. G. P. Avvert. 53: Non v'ha cacciatore sì esperto, che lassi il colpo se prima il bersaglio non toglie di mira.


3) id: 4c17d7d7445744128080c3e9b84acf5a)
Esempio: Maff. G. P. Vit. Confess. 4, 229: Le imprese violente, e che ad ogni passo trovano incontri, consigliava che si lasciassero, come nate dal malo spirito.


4) id: a85036be636e44b993e97f3b5e1b8449)
Esempio: Vill. G. 17: Lasceremo de' Brettoni, e de' re d'Inghilterra, e torneremo a nostra materia.


5) id: 0eb195e92bba48e8969aac93f37899e0)
Esempio: Buonarr. M. V. Rim. G. 49: Il cor lasso con voi, che non è mio.


6) id: 8e03bb95a5fd4d38b68b91767c4206d1)
Esempio: EVill. G. 808: E' Pisani lasciarono ogni prigione fiorentino e loro allegati ch'erano presi in Pisa.


7) id: 219c30c1ba9d41278fb3a3f8c302d810)
Esempio: Vill. G. 454: L'armata delle 17 galee disarmare, e lasciaro l'assedio di Porto Venero, ma però non lasciarono quello d'Albingano.


8) id: 38785be5d77944478a1d5bfbf049607d)
Esempio: E Vill. G. 715: Lasceremo della detta materia, che assai n'è detto, e torneremo a nostra materia de' fatti di Firenze.


9) id: 04c4f5deaaef400ea7c7f378b9fe8bc7)
Esempio: E Vill. G. 324: Lasceremo alquanto de' nostri fatti di Firenze e d'Italia, e faremo incidenza per contare grandi e maravigliose novitadi.


10) id: c3abbabe185e4b298d344734954f45b5)
Esempio: Vill. G. 905: E a loro modo fece suo testamento, e lasciò che fosse re appresso lui un sno figliuolo chiamato Calido.


11) id: 77ef1167720043f0911b383f4959a25b)
Esempio: Vill. G. 321: Quando la Chiesa e il re Carlo li atassero acquistare altro reame, che lasciarebbe a queto al re Carlo l'isola di Cicilia.


12) id: dfcbc25d2ccd4266bb5c4dbc47f13774)
Esempio: Vill. G. 351: E 'l conte Guido di Fiandra fu lasciato di pregione, sotto sicurtà di saramento e di stadichi, di tornare in pregione infra certo tempo.


13) id: 6687b41daaa24a0ba781bc1e71de6263)
Esempio: S. Bonav. Med. Vit. G. Cr. 71: Considera qui la benignità e la pazienzia del Signore, in ciò che si lassi tentare e portare a quella crudele bestia, la quale ec.
10) Dizion. 5° Ed. .
FAUNO.
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pag.680



1) id: 2bb93e1c89374195b5503d02ed4e503d)
Esempio: Zanott. G. P. Avvert. 38: Si danno belle fisonomie ancora nelle rozze figure, come nei satiri e nei fauni bicorni, ec.
11) Dizion. 5° Ed. .
DANZATORE.
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pag.24



1) id: 8812068cb2474b408ee87aa1593f5153)
Esempio: Zanott. G. P. Avvert. 5: Essendo questo necessario ad un pittore, come.... ad un danzatore la scioltezza e l'agilità della vita.
12) Dizion. 5° Ed. .
DESTATRICE.
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pag.186



1) id: 497aa3c4d8f648879ae29690f2966303)
Esempio: Zanott. G. P. Avvert. 6: M'appiglierei alla povertà, essendo questa, come dice il Certaldese, esercitatrice della virtù, e destatrice degli ingegni.
13) Dizion. 5° Ed. .
GIOVANE e GIOVINE.
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pag.255



1) id: 2b62d64bf36c40f0a1ee63a13efcfefc)
Esempio: Zanott. G. P. Avvert. 51: Benchè sceltissime fossero quelle belle giovani, dovette però in ciascuna di esse l'insigne maestro qualche difetto ravvisare.


2) id: 1bb37782e229448d81ab8f262cfab351)
Esempio: Vill. G. 316: Contro al volere di messer Vieri e delli altri savj della casa, che conosceano la complessione e morbidezza de' loro giovani.
14) Dizion. 5° Ed. .
DIFFORMATO.
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pag.307



1) id: f01a794ccc7d4c61a39cd4871589495b)
Esempio: Zanott. G. P. Avvert. 54: Talora vediamo pitture esprimenti persone rozze e difformate e vili, e con cenci attorno rattoppati e brutti.
15) Dizion. 5° Ed. .
GASTIGATURA.
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pag.72



1) id: 2130ffb8e4944570be20eabb740b0a0e)
Esempio: Zanott. G. P. Avvert. 30: Non saprei far paragone dell'ingegno di Paolo con quello dell'Urbinate; non nella gastigatura del disegno, non ec.


2) id: 7a0b86ac455643bea5c9bbd111da2570)
Esempio: E Zanott. G. P. Avvert. 37: E queste fisonomie, che non derivano sempre dalla perfetta gastigatura delle parti che le compongono, ma, come dissi, da un non so che inesplicabile, che v'incanta, e vi lega, sono da studiarsi ec.
16) Dizion. 5° Ed. .
CINQUANTESIMO, e poeticam$. CINQUANTESMO.
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pag.44



1) id: a6c788071ca14cca9aa6992999b53e0e)
Esempio: Salv. Avvert. 2, 74: Seneca, pistola cinquantatreesima.


2) id: 4d76f98e3af548a4b0555c24478e268e)
Esempio: Cell. G. Lett. 37: Mento, se queste cose non intervennono quando s'andò a Roma per lo cinquantesimo.
17) Dizion. 5° Ed. .
INTERPONIMENTO.
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pag.1057



1) id: 81cd9974ecaf4a04a9a701c3a301ae00)
Esempio: Salv. Avvert. 1, 224: Con interponimento di consonante.


2) id: 7dca741a3b7d4bb2b4ef36208c0576e9)
Esempio: E Salv. Avvert. 1, 229: I quali interponimenti lascia talora addietro il Boccaccio.


3) id: 24cf1234a9d64fbcb78125b98b83d90f)
Esempio: E Salv. Avvert. 1, 327: Ciò sono spezialmente quegli interponimenti, che i Latini.... soglion chiamar parentesi.


4) id: 0b423a62ae1b4004a6d21ec712d79bec)
Esempio: Salv. Avvert. 1, 33: E sono quelle parole.... uno interponimento, col qual la narratrice risponde quasi a una tacita quistione.
18) Dizion. 5° Ed. .
GRAZIOSITÀ, GRAZIOSITADE e GRAZIOSITATE.
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pag.576



1) id: 55098471510b4743a6e157c3903325fe)
Esempio: Zannott. G. P. Avvert. 129: In una gentile conversazione, è cosa bellissima e pregevolissima, in ogni ben costumato uomo e in bella giovane, la graziosità.


2) id: 6cac85c180ea41bfa2f5b7895f3fac7a)
Esempio: E Segn. P. Demetr. 59: E tante e tali di queste graziositadi saran le spezie.


3) id: ecac67c957e24993a72f8f01b4b971a2)
Esempio: E Segn. P. Demetr. 62: E il luogo gli è cagion di tal graziosità, perciocchè se questo fosse stato collocato in principio, sarebbe stato senza niente di grazia.


4) id: 016620de7f9f4933ac32916e2726e76c)
Esempio: E Segn. P. Demetr. 69: Tante adunque sono le graziosità della dettatura delle parole, e tanti i lor luoghi. Ma ne' concetti si prendono mediante i proverbj le leggiadrie, ec.


5) id: 0cb2bd852ea541dfba57d6cf75bc0e81)
Esempio: E Segn. P. Demetr. 61: Adunque la prima graziosità sarà quella che dalla concision si deriva, quando, verbigrazia, il medesimo concetto allungato fu senza grazia, e abbreviato vien grazioso, come appo Zenofonte, ec.


6) id: bb0cdadeb9b14e03856f9fc11361ef4e)
Esempio: Segn. P. Demetr. 57: Delle graziositadi, le maggiori e più gravi son quelle, che proprie son de' poeti. Le più umili, dipoi, e più comiche son le simiglianti agli scommi, sì come le piacevolezze d'Aristofane e di Sofronio e di Lisia.
19) Dizion. 5° Ed. .
ESPOSITRICE e talora anche ESPONITRICE.
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pag.325



1) id: 7c29992499954aea9f900750a0f530bc)
Esempio: Zanott. G. P. Avvert. 116: Sarebbe ito sino agli estremi confini del mondo per vedere opera così bella, e viva espositrice di così teneri affetti.
20) Dizion. 5° Ed. .
EMINENTISSIMO.
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pag.117



1) id: e8124b96adf14f3fbe5ce8876fbff1f3)
Esempio: Zanott. G. P. Stor. Accad. 2, 305: Ritratto al naturale.... dell'eminentissimo Lambertini.