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Volume 10 - Dizionario 5° Ed.
80) Dizion. 5° Ed. .
MENARE
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MENARE.
Definiz: Att. Condurre da un luogo a un altro, o Condurre ad alcuno, o presso alcuno, con un determinato fine o intendimento.
Dal lat. minare, che nel linguaggio rustico valeva Spingere, Mandare avanti, riferito a bestie. –
Esempio: Dant. Inf. 1: Poeta, io ti richieggio.... che tu mi meni là dov'or dicesti.
Esempio: E Dant. Inf. 13: Presemi allor la mia scorta per mano, E menommi al cespuglio che piangea Per le rotture sanguinenti invano.
Esempio: E Dant. Purg. 7: Anime sono a destra qua remote: Se mi consenti, i' ti merrò ad esse.
Esempio: Bocc. Decam. 2, 255: Comandò ad uno de' suoi famigliari che nella sua casa il menasse, e gli facesse dare da mangiar per Dio.
Esempio: E Bocc. Decam. 4, 11: Perchè non mi menate voi una volta a Firenze?
Esempio: E Bocc. Decam. 4, 85: Disse a costui dove voleva esser menato; e come il menasse era contento.
Esempio: Sacch. Nov. 2, 250: La donna, per vedere la perfezione di quel brieve, menòe il figliuolo alla chiesa, e disse al prete, che ec.
Esempio: Firenz. Pros. 2, 158: Aspetterai che questa mia balia,... aprendoti l'uscio, ti meni al buio in camera mia.
Esempio: Ricc. S. Cat. Lett. Gh. 181: Intendo come menasti la Cassandra in villa di sua madre.
Esempio: Tass. Gerus. 6, 99: Vattene al campo, e fa' ch'alcun ti mene E t'introduca ove Tancredi giace ec.
Esempio: Adr. M. Plut. Vit. 4, 438: Sarpedone.... menava spesso Catone alle case di Silla per salutarlo.
Esempio: Manz. Prom. Spos. 61: Que' giovinastri ebber voglia d'andar a vedere quello sterminato mucchio di noci; e lui li mena su in granaio.
Definiz: § I. E figuratam. –
Esempio: Belc. F. Pros. 1, 87: L'amore mena all'amore, e per forza d'affetto e di santo desiderio vi si va.
Definiz: § II. Pure per Condurre alcuno in un luogo, o ad una persona, mediante un veicolo qualsiasi. –
Esempio: Car. Lett. fam. 2, 348: Io aspetto messer Paulo Manuzio a Ravenna, il quale viene per menarmi a Venezia, sicchè vi sarò prima di voi, ed al più lungo fra un mese.
Esempio: Ricc. S. Cat. Lett. Gh. 131: Io l'ò accordata (una serva).... che la venga giovedì; ed ho commesso a Chirico che venga qui per lei e la meni costì in Firenze a voi.
Esempio: Porz. C. Op. 33: Il principe operò che in que' dì si menasse dalla Padula a Melfi la figliuola del conte di Capaccio Sanseverino.
Esempio: Forteguerr. Ricciard. 19, 9: Gli dissero i nocchieri: Il mare è grosso, E soffia un vento che ci fa temere. Disse Ricciardo:... Vo' andare in Cafria; e voi mi ci merrete, O tutti quanti di mia man morrete.
Definiz: § III. E per Far venire o andare, Condurre, con sè, in propria compagnia; con tale determinazione espressa o sottintesa. –
Esempio: Comp. Din. Cron. DL. 144, 20: Il quale [podestà] avea menata seco la donna.
Esempio: Cavalc. Vit. SS. PP. volg. 2, 290: Dall'altro lato del fiume venendo un leone, menonne via l'altro fanciullo.
Esempio: Sacch. Nov. 2, 239: Tornando Iacopo a Firenze, ne menò il detto garzone con seco, e l'altro dì vegnente il menò alla sua bottega.
Esempio: Bern. Orl. 7, 59: Vien tu.... e ciò ch'è al tuo comando, Ch'io vo' di tutti quanti fare un monte: Mena quel tuo favorito, l'Alfrera, E se ti piace, mille in una schiera; Mena Marsiglio, mena Balugante, E Serpentin con essi, ec.
Esempio: Nard. Amic. 451: Ma già ritorna Lico, E seco il cuoco mena Con una zana piena, ec.
Esempio: Cas. Pros. 3, 142: Quando V. Sig. un dì vorrà veder Venezia..., io la invito a casa mia,... e potrà menare il Barbadori e chi altri le piacerà.
Esempio: Cecch. Romanesc. 2, 3: Perchè 'l padrone Mena seco a mangiar mezza la corte. F. Oh meni anche i pilastri e i capitelli E le base.
Esempio: Ricc. S. Cat. Lett. Gh. 394: Ho scritto a vostra signoria quel tanto giudico dobbiate fare di ser Giovanni. E più dico che lo meniate con voi al Duca.
Definiz: § IV. E figuratam. –
Esempio: Dant. Purg. 30: Mostrando gli occhi giovinetti a lui, Meco il menava in dritta parte volto.
Esempio: Cavalc. Ammon. Paol. 43: Io so bene che non è poco beato chi salva sè solamente coll'aiuto di Dio: ma so che molto più è beato chi studia di menare seco dell'altre persone al regno del cielo.
Definiz: §. V. E in particolare riferito a persone condotte a proprio servigio; e più specialmente a soldati. –
Esempio: Barber. Docum. Am. 303: Meni tu gente a soldo Per tempo freddo e coldo (caldo)? Togli tai, che soffrire Possan, e te seguire.
Esempio: Acc. D. Stor. Ar. 3, 35: Quella somma del danaio fu data quasi tutta a Gianbono capitano degli Ungheri, che Carlo avea menato seco: perocchè, venendo la vernata..., diliberò licenziargli.
Esempio: Machiav. Leg. Comm. 3, 422: Vero è che in quest'ora, che sono le tre incirca, abbiamo lettere da Antonio, come Tarlatino li ha domandato salvocondotto per lui e per quelli Pisani ne merrà seco.
Esempio: Ar. Orl. fur. 6, 13: Per avventura si trovò un scudiero Ignoto in quel paese, e menato hallo.
Esempio: Varch. Stor. 2, 220: E fra pochi giorni, di trecento fanti i quali avevano menati con esso loro, ne tornarono dugencinquanta.
Esempio: Car. Lett. fam. 1, 5: Va con facoltà grande, et cum imperio; perchè merrà seco una buona banda di genti.
Esempio: Tass. Gerus. 1, 42: Fur cinquemila alla partenza; appena (De' Persi avanzo) il terzo or qui ne mena.
Esempio: E Tass. Gerus. 1, 68: Prence è de' Dani, e mena un grande stuolo Sin da i paesi sottoposti al polo.
Definiz: § VI. E per Farsi venir dietro alcuno, e propriamente con disagio o con danno di esso. –
Esempio: Sacch. Nov. 1, 177: Costui (un omiciattolo mal a cavallo) s'andava, con le gambucce spenzolate a mezzo le barde, combattendo e diguazzando.... E messer Bernabò quanto più il vedea diguazzare, più dicea: Di' pur oltre i fatti tuoi, chè io t'intenderò bene. Brievemente egli il menò quattr'ore a questa maniera ec.
Esempio: Buonarr. Fier. 3, 4, 4: A lei crede e 'n lei ammira Ogn'impossibil cosa: E cieco non s'avvede Ch'ella 'l mena e l'aggira; E s'ei pur se n'avvede, tace e chiosa. (qui figuratam.).
Definiz: § VII. E per Guidare, Dirigere; anche figuratam. –
Esempio: Dant. Inf. 1: Vidi le sue spalle (del colle) Vestite già de' raggi del pianeta Che mena dritto altrui per ogni calle.
Esempio: E Dant. Inf. 10: Da me stesso non vegno: Colui che attende là per qui mi mena.
Esempio: E Dant. Purg. 23: Costui per la profonda Notte menato m'ha da' veri morti, Con questa vera carne che il seconda.
Esempio: E Dant. Conv. 67: Ancora del non potere e del non sapere bene sè menare, le più volte non è l'uomo vituperato, ma del non volere è sempre.
Esempio: Domin. Gov. Fam. 154: Arai in casa (educando bene i figliuoli) de' profeti annunzianti i secreti divini, però che volentieri mena la santa lingua lo Spirito Santo, rinnovellando l'antico miracolo di Daniel.
Definiz: § VIII. E per Reggere, Sorreggere, chi da sè non possa, o gli scomodi, andare. –
Esempio: Dant. Parad. 21: Or voglion quinci e quindi chi rincalzi Li moderni pastori, e chi li meni, Tanto son gravi, e chi dirietro gli alzi.
Definiz: § IX. E per Accompagnare, Introdurre, in un luogo. –
Esempio: Guicc. Op. ined. 10, 72: Nel detto anno fui mandato dalla Signoria, insieme con altri cittadini, tre volte a menare imbasciadori in Palagio.
Definiz: § X. E riferito a genti armate, per Condurre, Guidare, come loro duce e capitano. –
Esempio: Liv. Dec. III, S. R. 203: La sua gente menò fuori del campo alla battaglia.
Esempio: Fr. Bart. Sallust. 275: Egli appoco appoco li dispersi militi, e non meno turbati li nimici, sì li ragunò insieme, e poi a pieni passi li menò al colle.
Definiz: § XI. Pure per Condurre, riferito figuratam. a lavoro manuale. –
Esempio: Bart. C. Archit. Albert. 240: Usando diligenzia che, dove sarà la volta più sottile, mediante questi sfondati, ella si congiunga bene e si meni legata con le parti della volta più grosse e più gagliarde.
Definiz: § XII. Riferito a donna, vale propriamente Condurre come moglie alla propria casa; ed in più largo senso, Far sua mediante il matrimonio, Prendere in moglie. –
Esempio: Fr. Bart. Amm. ant. volg. 497: In una contrada è usanza che la nuora, il seguente dì ch'è suta menata, domanda ec.
Esempio: Simint. Ovid. Metam. 1, 80: Perchè non la mena egli, cacciata via Junone?
Esempio: Bocc. Decam. 5, 33: Diliberarono che, quello medesimo dì che Pasimunda menasse Efigenia, quello Ormisda menasse Cassandra.
Esempio: Sacch. Nov. 1, 194: Quando messer Marco Visconti primogenito di messer Bernabò menò la donna sua, che avea nome madonna Isabetta della casa di Baviera ec.
Esempio: Macingh. Strozz. Lett. 15: Dipoi, a dì XIII di gennaio, le die' l'anello..., e a dì XIIII detto la menai.
Esempio: E Macingh. Strozz. Lett. 480: Di', che chi la torrà se la menerà.
Esempio: Cecch. Comm. ined. 1, 406: Andiamo Andiamo in casa, che io la meni. N. Adagio! O l'anello? o la messa?
Esempio: Salvin. Odiss. 449: Savia Penelopea, non te costui Essere per menare ci pensiamo.
Definiz: § XIII. E per Condurre a forza, Trascinare; od anche semplicemente Costringere a venire o ad andare. –
Esempio: Comp. Din. Cron. DL. 201, 13: Gli sgarigli il presono, e riconobberlo: e volendolne menare, si difendeva con belle parole, sì come savio cavaliere.
Esempio: Stor. Apol. volg. 49: E morta sarei, se non fossono i corsali, che mi presono e menarommi qui.
Esempio: S. Ag. Espos. Salm. 78: Coloro che l'aveano menata (l'adultera) si vergognarono.
Esempio: Cavalc. Dial. S. Greg. 24: Mandate, se vi piace, alcuno che vel meni, e rapresenti, e conosca il vigore ecclesiastico, del quale non pare, che si curi.
Esempio: Vill. M. 553: Messer Giovanni mandò per prendere di sua gente uno de' Bentivogli, il quale, essendo bene accompagnato, si contese, e non se ne lasciò menare.
Esempio: Ar. Orl. fur. 4, 37: Legato de la sua propria catena N'andava Atlante, e la donzella appresso.... Non molti passi dietro se lo mena, ec.
Esempio: Cecch. Comm. ined. 307: Dateli (a un famiglio degli Otto) sei giuli. Z. E ch'io ne meno te! G. Sì, menalo, E lascia me sin che tu torni.
Esempio: Adr. M. Plut. Vit. 3, 12: Furono una fiata menati alla sua presenza certi giovani accusati d'avere ec.
Esempio: Manz. Prom. Spos. 306: Figliuoli! mi menano in prigione, perchè ieri ho gridato: pane e giustizia.
Definiz: § XIV. E per estensione, riferito ad animali. –
Esempio: Gell. Circ. 54: Chi truovi tu di noi (dice il serpe a Ulisse) che non sia in quel luogo ed in quell'aria che gli è a proposito e conveniente? E se già non ne sono cavati da voi per forza e menati altrove?
Esempio: Chiabr. Rim. 1, 72: Ei (Alcide).... le tre fauci immense, Alta guardia di Dite, inclito mena, Mostro immortal sotto mortal catena.
Definiz: § XV. E figuratam. –
Esempio: Dant. Inf. 15: Qual fortuna o destino Anzi l'ultimo dì quaggiù ti mena?
Esempio: E Dant. Inf. 18: Ma che ti mena a sì pungenti salse?
Esempio: E Dant. Inf. 28: Nè morte il giunse ancor, nè colpa il mena.... a tormentarlo.
Esempio: E Dant. Inf. 29: Ma quel per ch'io mori' qui non mi mena.
Esempio: Petr. Rim. 1, 9: Ma del misero stato, ove noi semo Condotte dalla vita altra serena, Un sol conforto, e della morte avemo: Che vendetta è di lui, ch'a ciò ne mena.
Esempio: E Petr. Rim. 1, 38: L'auro e i topazi al sol sopra la neve Vincon le bionde chiome, presso agli occhi, Che menan gli anni miei sì tosto a riva.
Esempio: Bocc. Decam. 2, 259: Mentre che la fortuna in questa guisa, che divisata è, il Conte d'Anguersa ed i figliuoli menava, avvenne che ec.
Esempio: Rucell. Or. Dial. R. 3: Gli appetiti solamente de' beni presenti si curano e si dilettano.... nè pensan più innanzi a che essi dopo ne menino.
Definiz: § XVI. E per Trar seco, Rapire, Travolgere. –
Esempio: Imit. Crist. 166: Quanto è buona cosa.... non si lasciar menare da ogni vento di parole!
Esempio: Dant. Inf. 5: La bufera infernal, che mai non resta, Mena gli spirti con la sua rapina, Voltando e percotendo li molesta.
Esempio: E Dant. Inf. appr.: Di qua, di là, di giù, di su, gli mena (la bufera i dannati).
Esempio: E Dant. Inf. 11: Quei della palude pingue, Che mena il vento e che batte la pioggia, E che s'incontran con sì aspre lingue, Perchè ec.
Esempio: Simint. Ovid. Metam. 3, 218: Io ho veduto quello che di qui adrieto era fermissima terra essere mare: viddi quello ch'era mare essere fatta terra.... E per lo discorrimento, lo monte è menato nel mare (il lat. ha: deductus in aequor).
Esempio: Ar. Orl. fur. 1, 72: E poco dopo un gran destrier n'appare..., Che salta macchie e rivi, ed a fracasso Arbori mena e ciò che vieta il passo.
Esempio: Giobert. Ges. mod. 2, 619: Come un gran fiume che schianta e mena seco tutti gl'ingombri, col solo impeto che lo porta a divallarsi nel mare.
Definiz: § XVII. E per Togliere, Portar via, Rubare. –
Esempio: Macingh. Strozz. Lett. 207: Io non so come l'aria di là ti comportassi; che per Matteo v'è stata cattiva, e sì me lo menò (qui figuratam.).
Esempio: Ar. Orl. fur. 3, 5: Per giunger colpa a colpa e fallo a fallo, Di Bradamante ne menò il cavallo.
Definiz: § XVIII. E riferito a veicolo, per Tirare, Trascinare, detto di animali; e detto di persona, per Guidare, Dirigere. –
Esempio: Cresc. Agric. volg. 129: Nella cui geminazione (del lino).... può un bue menare un aratro; e due, insieme giunti, menare due aratri, che l'uno aratro, per uno braccio o poco più, con una fune seguiti al primo; de' quali ciascuno abbia il suo bifolco, che l'aratro tenga e meni (il lat. ha: unum ducere aratrum; e qui aratrum teneat et conducat).
Esempio: E Cresc. Agric. volg. 446: Molti sono che gli usano (gli asini) a menar la carretta (il lat. ha: ad vehendum).
Definiz: § XIX. Per similit., e poeticam.
Esempio: Dant. Purg. 4: Hai ben veduto, come il sole Dall'omero sinistro il carro mena?
Esempio: Petr. Rim. 1, 188: Quando 'l voler, che con duo sproni ardenti, E con un duro fren mi mena e regge, Trapassa ec.
Esempio: E Petr. Rim. 1, 205: Notte 'l carro stellato in giro mena.
Definiz: § XX. E per Volgere in giro; riferito a macine, ruota, o simili. –
Esempio: Lat. B. Tesorett. 195: Io.... nessun giorno fino D'aver gioia e pena, Come Ventura mena La rota in falsa parte (qui figuratam.).
Esempio: Cresc. Agric. volg. 446: Alcuni sono che non gli scelgono (gli asini) per altra cosa che per portar pesi, e altri, acciocchè menino le macini.
Definiz: § XXI. Riferito ad animali, vale Far venire o andare con sè, o dietro sè, o innanzi a sè, legato, o tenuto a freno, o comecchessia condotto manualmente, od anche semplicemente stradato o guidato. –
Esempio: Dant. Parad. 10: Io fui degli agni della santa greggia, Che Domenico mena per cammino (qui in locuz. figur.).
Esempio: Simint. Ovid. Metam. 2, 225: Tu menavi lo cerbio alle nuove pasture, tu 'l menavi alle discorrevoli acque.
Esempio: Real. Franc. B. 2, 347: Agostino saltò in sella e menò il cavallo del re alla stalla.
Esempio: Bocc. Decam. 4, 86: E datogli dall'una mano un gran bastone e dall'altra due gran cani, che dal macello avea menati, mandò ec.
Esempio: E Bocc. Decam. appr.: Dopo alquanto il menò fuori, e miseselo innanzi, ed andandol tenendo per la catena di dietro, ec.
Esempio: E Bocc. Decam. 8, 122: Dicevano al mulattiere:... vuo 'l tu uccidere (il mulo)? perchè non t'ingegni tu di menarlo bene e pianamente? egli verrà più tosto che a bastonarlo come tu fai.
Esempio: Sacch. Nov. 1, 176: Chiamò a sè un suo famiglio, e disse: Va', sella il tale cavallo,... e menalo subito qui. Il famiglio andò presto, e menò il cavallo ec.
Esempio: Poliz. Pros. 32: Ora questo fanciullo che mi vien dietro, che sta meco a salario, lo menerà (un cagnolino) lui stesso ed alleverà in molti vezzi.
Definiz: § XXII. E per Indurre a venire o andare, Far venire o andare, dove che sia; anche figuratam. –
Esempio: Dant. Purg. 23: Quella voglia all'arbore ci mena Che ec.
Esempio: E Dant. Parad. 4: L'altra dubitazion che ti commuove Ha men velen, perocchè sua malizia Non ti potria menar da me altrove.
Esempio: E Dant. Parad. 26: Non fu latente la santa intenzione Dell'aquila di Cristo, anzi m'accorsi Ove menar volea mia professione.
Esempio: Petr. Rim. 2, 44: Colle che mi piacesti, olmi rincresci, Ov'ancor per usanza Amor mi mena.
Esempio: Domin. Gov. Fam. 70: Abbi pazienzia di vegliare, quando ella (l'anima) vuole entrare nelle sue vie. E quando l'hai menata in questa prima via, lasciala stare, non le dare impaccio.
Definiz: § XXIII. E per Indurre, Spingere, Costringere, od anche semplicemente Condurre, a far checchessia; anche figuratam. –
Esempio: Fr. Giord. Pred. 5: Egli (il diavolo) ti mena di peccato in peccato, e sempre continuamente di male in peggio, e di peggio in pessimo.
Esempio: Tav. Rit. 1, 96: Era costumato in quello reame ove regnava viltà di cuore, che lo moveva a pensare tradimento; e làe ove regnava avarizia, che lo menava alla invidia.
Esempio: Esop. Fav. 24: Per alcuna cagione che possano apporre o trovare, sì gli corrono addosso, e menanlo a piato e a briga.
Esempio: Strat. Mor. S. Greg. 3, 160: Veggiamo la nuvola di Dio, come ella è menata, per la mano del governatore, a quello che ella non vorrebbe, e altra volta è ritenuta da essa mano del governatore, che ella non vada dove voleva.
Esempio: Domin. Gov. Farn. 72: Tu adunque la debbi menare (l'anima) a considerare la varietà dell'erbe, formosità de' fiori, differenzia di frutti, multiplicità d'animali,... maraviglia d'ogni creatura.
Esempio: Ar. Orl. fur. 7, 17: E tutto quel ch'udito avea di lei, Stima esser falso, e che vendetta mena, E mena astio ed invidia quel dolente A lei biasmare, e che del tutto mente.
Definiz: § XXIV. Pur figuratam., per Condurre dietro a sè con parole persuasive, amichevoli, e simili; ed anche con parole, lusinghe, apparenze, alle quali poi non corrispondano i fatti: spesso nella maniera Lasciarsi menare. –
Esempio: Giamb. Tratt. mor. 368: Anzi, se ci accorgessimo che ci menassi sotto spezie di questo, e altri tuoi intendimenti ne compiessi, l'avremmo molto per male.
Esempio: Comp. Din. Cron. DL. 188, 3: I Bianchi e' Ghibellini si proposono lasciarsi menare a' Neri, e di consentire ciò che domandavano, acciò non avesson cagione di fuggire la pace.
Esempio: Dav. Tac. 1, 150: Il Principe non può saper tutto, nè dee lasciarsi menare a voglia d'alcuno.
Definiz: § XXV. Menare, riferito a faccenda, negozio, pratica, e simili, vale Far procedere verso il suo effetto, scopo, riuscita; Condurre, Trattare, ed anche Macchinare, Tramare. –
Esempio: Esop. Fav. 93: Niuno non dee menare tradimento, ma dee andare dirittamente.
Esempio: Vill. G. 230: Non perchè egli sapesse nè avesse scoperto il tradimento che messer Gianni menava col Paglialoco e col detto Papa, ma sapea ec.
Esempio: E Vill. G. 281: Essendo menato uno sagreto trattato per pigliare la città d'Arezzo per tradimento.
Esempio: E Vill. G. 770: Ma i Brabanzoni, sentendo il trattato che menava il loro Duca..., feciono punta falsa, e subitamente si levaro da campo e tornarono in lor paese.
Esempio: Vill. M. 329: E non potendo menare eglino questo (il trattato), perchè erano sospetti, il facieno menare a un messer Andrea giudice di Todi.
Esempio: Bocc. Decam. 7, 255: Pensossi di volere molto cautamente menar questo amore.
Esempio: Serdon. Stor. Genov. volg. 270: Si sforzarono da principio di accendere questi odj, e menar trattati contra gli avversarj, e contro al Re medesimo.
Definiz: § XXVI. E riferito ad operazione, serie di atti, modo di far checchessia, e simili, per Condurre, Esercitare; od anche semplicemente Fare: ma in tal senso non è oggi comune.
Esempio: Fr. Giord. Pred. 205: Vedean cose adivenire che parean loro ingiuste e ree..., però non credettero che fossero menate per giustizia.
Esempio: Dant. Inf. 27: Gli accorgimenti e le coperte vie Io seppi tutte; e sì menai lor arte, Ch'al fine della terra il suono uscie.
Esempio: Stor. Barl. 42: Pianamente si pensò in che maniera potesse menare sua signoria insino alla sua fine.
Esempio: Vill. G. 708: Menando rigido e crudo il suo uficio, molte cose illecite e di fatto fece in Firenze.
Esempio: Stor. Pistol. 18: Ora rimane la signoria della città e contado di Pistoia alla parte Bianca, e quella menano molto aspramente, e con gran rigidezza.
Esempio: But. Comm. Dant. 1, 699: E sì menai lor arte; cioè delli accorgimenti e delle vie coperte per sì fatto modo usai l'arte.
Definiz: § XXVII. Riferito a vita, tempo, giorni, e simili, vale Condurre, Trarre, Passare, vivendo, in quella data condizione che è determinata dal compimento. –
Esempio: Fr. Bart. Sallust. 93: Coloro li quali sono bassi, e menansi la vita senza grandi onori e fama, se fanno per ira alcuno malfatto, pochi lo sanno; chè lor fama e lor ventura sono eguali.
Esempio: E Fr. Bart. Sallust. 127: Anche più tempo menava in cacciare li leoni e altre fiere.
Esempio: S. Gir. Grad. 1: È signore di tutti coloro che buona vita menano.
Esempio: Lanc. Pist. volg. 105: Io non dubitai che il dì tutto, e grandissima parte de la notte, tu menassi senza sonno.
Esempio: Petr. Rim. 1, 108: Chi è fermato di menar sua vita Su per l'onde fallaci ec.
Esempio: Bocc. Fiamm. 35: Mentre che io.... in così lieta e graziosa vita.... menava i giorni miei, poco alle cose future pensando, ec.
Esempio: Macingh. Strozz. Lett. 142: Così menava la vita sua molto costumata, allevando i figliuoli da veri cristiani.
Esempio: Ar. Orl. fur. 42, 28: Veggiamo ancor, se miglior vita mena Il fratel suo che non ha polso o nerbo, Osso o medolla che non senta caldo De le fiamme d'Amor.
Esempio: Segn. B. Edip. volg. 64: Tu non troverai mai chi brami impero, Accompagnato di sospetto e tema, Piuttosto che 'l menar le notti intere Sicure sempre in dilettose tempre.
Esempio: Car. Eneid. 3, 521: Io vivo, se pur vita E menar giorni sì gravosi e duri.
Esempio: Grazz. Pros. 75: Molti anni insieme lietamente menarono la vita.
Esempio: Adr. M. Plut. Vit. 2, 136: Stimando Timoleone atto onorato il far vedere a' Greci i tiranni di Sicilia menare nella sua città metropoli vita umile e da banditi.
Esempio: Alf. Trag. 1, 229: In pianto Cresciuta sempre, or più di pria nel pianto Suoi giorni mena.
Definiz: § XXVIII. E riferito alla condizione stessa nella quale alcuno si trova. –
Esempio: Simint. Ovid. Metam. 1, 8: Sanza uso d'arme, le genti sicure menavano agevoli riposi.
Esempio: Tratt. Virt. mor. 15: Chi onorevolmente mena la sua povertade.
Esempio: Bocc. Fiamm. 116: Oh come è dilettevole, e quanto è grazioso.... sopra i nudi cespiti menare i lievi sonni!
Definiz: § XXIX. Detto di via, strada, o simile, rispetto a un dato termine o luogo, vale Condurre, Fare arrivare, ad esso, Esservi indirizzato, Farvi capo. –
Esempio: Leggend. SS. M. 4, 149: Presi la via che menava in Egitto.
Esempio: Bocc. Amet. 44 t.: Egli avea intorno di sè per tutto pianissima via, non d'altra larghezza che quella che noi, qui dimoranti, diritta mena al tempio dove oggi fummo.
Esempio: Nard. Liv. Dec. 1, 217 t.: Due vie menavano a Luceria: una vicina alla riviera per le maremme di sopra, libera e aperta, ma quasi tanto più lunga quanto più secura; l'altra ec.
Esempio: Tass. Gerus. 17, 1: Gaza è città della Giudea nel fine, Su quella via ch'in ver Pelusio mena.
Esempio: Adr. M. Plut. Vit. 2, 48: E' nimici tennero occupate le strade che menano da Atene ad Eleusine.
Definiz: § XXX. E figuratam. –
Esempio: Dant. Conv. 341: Noi potemo avere in questa vita due felicità, secondo due diversi cammini buoni e ottimi, che a ciò ne menano: l'una è la vita attiva, e l'altra la contemplativa, la quale (avvegnachè per l'attiva si pervegna, come detto è, a buona felicità) ne mena a ottima felicità e beatitudine.
Esempio: E Dant. Conv. 359: Questi umani appetiti per diversi calli dal principio se ne vanno, e uno solo calle è quello che noi mena alla nostra pace.
Definiz: § XXXI. E per Avviare, Far passare, Indirizzare, riferito a cosa trascorrente. –
Esempio: Cresc. Agric. volg. 24: Quando l'acqua si vuole per alcun condotto menare, bisogno è che si meni per condotto murato.
Esempio: Petr. Rim. 1, 254: Rapido fiume che.... Notte e dì meco desïoso scendi Ov'Amor me, te sol natura, mena.
Esempio: Pindem. Poes. 47: Come fulmine va sul fil che il mena.
Definiz: § XXXII. E per Far discendere, Derivare; in senso figurato. –
Esempio: Bocc. Lett. 80: Erano i Sergii nati da Sergio compagno d'Enea, erano i Menii nati da Menisteo, erano i Giulii che menano l'origine da esso Enea.
Definiz: § XXXIII. Menare, detto di piante, terreno, o simili, vale Generare, Produrre. –
Esempio: Fr. Guitt. Lett. 36: Chi menerà uve, se non la vite ec.?
Esempio: Cresc. Agric. volg. 58: E menano (le piante) convenevoli e utili frutti. E ancora se il letame è troppo umido e grasso, la pianta trae a sè molta umidità acquidosa..., e menerà insufficiente frutto, e quello che menerà sarà acquidoso e sconvenevole.
Esempio: Fr. Guid. Fior. Ital. 197: Avea uno orto d'oro, cioè arbori che menavano pomi d'oro.
Esempio: Viagg. Terr. sant. 312: Ed è terreno sterile, che niente mena di frutti, nè alberi, nè eziandio erba.
Esempio: Zibald. Andr. 132: Insegnò a lavorare le terre, e seminare grano; che prima viveano di ghiande e castagne, e cose che menava la terra.
Esempio: Pallad. Agric. 107: E possiamo gli arbori pomiferi, cioè che menano pomi, piantandoli, disponere verso la parte ec.
Esempio: Simint. Ovid. Metam. 1, 8: Ancora la terra non arata menava le biade, e lo rinovato campo biancicava delle piene spighe.
Esempio: Soder. Op. 2, 22: Le cattive erbe, che tuttavia mena 'l terreno,.... si levino, o sbarbando o con tagliente marretto.
Esempio: Bart. D. Op. mor. 29, 1, 16: Il che... è machina di troppo altro magistero, che il semplice traboccare, che ogni anno fa il Nilo sopre le rive, e d'ogni parte versando, fecondar l'Egitto, che senza lui, per lo fitto e riarso terreno ch'egli è, nulla o non altro che giunchi e lappole menerebbe.
Esempio: Magal. Lez. II, 3, 183: Siccome delle varie maniere de' semi, in ciascuna delle quali è potenza bensì atta a germinare, e venendo a merito, menar secondo la propria spezie convenevol frutto; ma la virtù loro ec.
Esempio: Gozz. Op. scelt. 3, 349: Sarà bene, quando uno compera un podere, ch'egli sia bene informato prima della condizione di quello, e qual biada mena più volentieri.
Definiz: § XXXIV. In locuz. figur. –
Esempio: Medit. Alb. Cr. 2: E nel mezzo dell'arbore si discrive e si dimostra la passione, e nella cima di sopra si discrive la glorificazione di Gesù; ed in ciascuna di queste parti dell'albero ha quattro rami, e ciascuno de' rami mena dodici frutti, secondo i misteri e similitudine del legno della vita, che è nel paradiso delitiarum.
Definiz: § XXXV. E detto di luogo, fiume o lago, terreno o simili, dove alcun che si generi, si produca, apparisca, e propriamente in copia. -
Esempio: Giamb. Lat. Tes. 58: E quelli pesci ch'elli (il fiume Tigris) mena non possono vivere in altro lago.
Esempio: Cronichett. Mannell. 101: Avea una fontana d'acqua in Trastevere in Roma, e la notte che Cristo nacque menò olio in grande abbondanza, e corse insino al Tevero.
Esempio: Sacch. Batt. 1, 28: Da questo monte gira un vago fiume..., Che mena pesci più ch'altro lagume, Dove le donne pescan per lor arte.
Esempio: Pulc. L. Morg. 25, 311: La gran Libia mena Molti animali incogniti alle genti.
Esempio: Bern. Rim. burl. V. 68: Ha presso un lago che mena carpioni, E trote, e granchi, e sardelle, e frittura.
Esempio: Guicc. Stor. 1, 477: Camminavano gli Spagnuoli per una pianura ristretta tra la montagna e una fiumara che mena pochissima acqua.
Esempio: Vasar. Vit. Pitt. Intr. 1, 111: La quale [pietra] quando si cava, il primo filare è ghiaioso e grosso, il secondo mena nodi e fessure, il terzo è mirabile perchè è più fine.
Esempio: Baldell. F. Diod. 1, 107: Oltra l'altre biade che l'India produce, mena gran quantità di miglio e di civaie.
Definiz: § XXXVI. Si usò pure per Generare, detto di donna. –
Esempio: Sacch. Nov. 2, 212: Noi abbiamo una reliquia, la quale ha grandissima virtù a fare generare le donne che non menano figliuoli.
Definiz: § XXXVII. Pure per Produrre, Generare, e propriamente per alterazione o corruzione, detto di checchessia. –
Esempio: Fr. Giord. Pred. 73: La sua carne, corrompendosi, menava vermini.
Esempio: Viagg. Terr. sant. 320: Poche buone (delle acque) se ne trovano, perocchè quale tiene di mota, e quale è torbida, e quale è salsa, e di quale viene fiato, e quale mena vermini.
Esempio: Bern. Rim. burl. V. 94: Come si crea in un corpo indigesto Collora e flemma e altri mali umori..., E bisogna ir del corpo e cacciar fuori.... e tenersi rimondo,... Così a questo corpaccio del mondo, Che per esser maggior più feccia mena, Bisogna spesso risciacquare il fondo (qui per similit.).
Definiz: § XXXVIII. E per Ricevere in sè, Accogliere, Venire ad avere; riferito a qualità o accidenti, ed anche a sostanza, modificandone comecchessia la natura, la forma, le condizioni. –
Esempio: Simint. Ovid. Metam. 1, 131: Sì come l'uva, non ancora matura, con isvariati racimoli suole menare rossore di porpora.
Esempio: E Simint. Ovid. Metam. 2, 103: Mentre che pareano che lasciassono la magrezza e 'l numero de' piedi e 'l nero colore, e menare forma d'uomo ne' loro membri, lo sonno si partì.
Esempio: E Simint. Ovid. Metam. 2, 164: E' lunghi rami menarono palidore nel pedale. (In questo, e nel primo esempio, il lat. ha: ducere; nel secondo, inducere).
Esempio: Bart. D. As. 1, 134: La nave Atoghia, nel meglio del viaggio, si aperse sotto il calcese dell'albero della maestra, dove non era possibile ristopparla: e menava tant'acqua, che non bastando la tromba ad aggottarla, ec.
Definiz: § XXXIX. E per Produrre, Indurre, Causare. –
Esempio: S. Cater. Lett. 1, 7: Tutto questo gli è nato dall'amore proprio di sè, il quale ponemmo che era uno arbore di morte. Li frutti suoi menano puzzo di peccati mortali (qui in locuz. figur.).
Esempio: Sassett. Lett. 318: Qua i venti ci sono in maniera fortunosi, e talmente conturbano la marina, che altri si spaventa della sola vista. Ma oltre alla tempesta che menano, succede una novità bellissima; chè e' conturbano l'arene del fondo del mare, ec.
Esempio: Adr. M. Plut. Vit. 1, 78: Sopravvenne peste sì fiera, che senza antecedente infermità levava del mondo gli uomini, menava sterilità ne' frutti della terra, nelle greggi e negli armenti.
Esempio: Panant. Poet. Teatr. 23: E tutto quel che l'arte o il caso mena, Altro non è che mutazion di scena.
Definiz: § XL. E per Addurre, Trar con sè; riferito a fenomeni fisici. –
Esempio: Bocc. Fiamm. 46: Il tempo medesimo, il quale ora la stagione mena malvagio, m'è favorevole.
Esempio: Cont. Bell. Man. 20 t.: Prima vedreno sdegno in cor gentile Al tutto scemo, e il sol colcar là donde Ne mena il nuovo giorno.
Definiz: § XLI. Detto di medicinali, si usò per Purgare; anche assolutam., o nella maniera Menare del corpo, per Fare andar di corpo, Far andare. –
Esempio: Benciv. Mes. 7: Le medicine che per natura menano la collera nera, cioè la melanconia, sono le pittime, lo stichados, ec.
Esempio: E Benciv. Mes. 7 t.: E dicemo che le medicine che menano per altro modo ec.
Esempio: Cresc. Agric. volg. 277: Deasi l'acqua rosata sola, o con acqua di decozione di mastice e di gherofani, e spezialmente contra 'l flusso, che procede per debilità di virtù contentiva, o per acuità di medicina, quando menasse disordinatamente.
Esempio: E Cresc. Agric. volg. 320: E certi lo cuocono al fuoco (il sugo del cocomero selvatico); e questo cotale è men lassativo, e mena più dolcemente.
Esempio: Montig. Dioscor. volg. 10: Sette dramme delle sue barbe (della bacchera), beute nell'acqua melata..., menano del corpo come lo elleboro bianco.
Esempio: E Montig. Dioscor. volg. 20 t.: Il medesimo (l'olio balanino) mena del corpo, ma nuoce allo stomaco.
Definiz: § XLII. Menare, vale anche Muovere per ogni verso, e propriamente con un certo vigore; Agitare, Dimenare, Scuotere; riferito a membro o parte del proprio corpo. –
Esempio: Dant. Inf. 9: Dal volto rimovea quell'aer grasso, Menando la sinistra innanzi spesso.
Esempio: E Dant. Inf. 34: Quell'anima lassù, che ha maggior pena,... è Giuda Scariotto, Che il capo ha dentro e fuor le gambe mena.
Esempio: Ugurg. Eneid. 44: Menavano (i serpenti) le lingue molto ispesse, forte suffilando.
Esempio: Ovid. Pist. 193: La dea Diana era ivi presente,... e parve ch'ella menasse il capo, quando tu in sua presenzia facesti quelle tue promesse.
Esempio: Panzier. Tratt. 22 t.: Cadere, quando avanti e quando indrieto; quando menarsi tutto, e quando menare parte del corpo.
Esempio: Libr. Fiorett. Bibb. 47: Lo cane.... a ciascuno grande festa faceva, menando la coda qua e là.
Esempio: Fr. Guidott. Fior. Rett. 96: E sconciamente menerà le anche e i piedi e le mani quando verrà a ballare.
Esempio: Pulc. L. Morg. 14, 52: E la cutretta la coda menando Si vede.
Esempio: Vasar. Vit. Pitt. 2, 202: Fece un maestro, che fatto levare a cavallo un fanciullo addosso a un altro, lo percuote con la sferza di maniera che il povero putto, per lo gran duolo menando le gambe, pare che ec.
Esempio: Flor. Agric. Met. volg. 518: Con la stessa coda inganna ed uccella il can che la seguita, menandogliela attorno in qua e là pel muso.
Definiz: § XLIII. Pure per Dimenare, Agitare; riferito a cosa manuale. –
Esempio: Fr. Giord. Pred. 2, 140: Il lenzuolo menato per l'acqua sì ne purga, ma chi volesse menare per acqua uno libro, sì 'l guasterebbe.
Definiz: § XLIV. Pur riferito a membra o parti del corpo, per semplicemente Muovere, ed anche Spingere; usato anche figuratam. –
Esempio: Giamb. Vegez. 22: Che saviamente tenga l'arco, e fortemente lo squarci, e che la mano manca stea ferma, e la diritta meni a ragione.
Esempio: Dant. Parad. 31: Sì, per la viva luce passeggiando, Menava io gli occhi per li gradi, Mo su, mo giù, e mo ricirculando.
Esempio: S. Bern. Serm. 5: Or che menate dintorno gli occhi curiosi?
Esempio: Colomb. Lett. 47: Confiderommi della bontà dell'Altissimo, e merrò la mano.... secondo e come piacerà a lui di porgiare.
Esempio: Sacch. Rim. 27: Ma lasso! quando vo ver lei più in fretta, La vecchia giugne e mena le mascelle.
Esempio: But. Comm. Dant. 2, 417: Di fuor tacea..., e d'entro; cioè a me, dicea: Forse; mormorando o menando le labbra; ec.
Esempio: Salvin. Iliad. 600: Così Achille Piè e ginocchi menava rattamente.
Esempio: Gozz. Op. scelt. 1, 16: Vedi, o Mercurio, che anche ammutoliti dalla forza della tua celeste verghetta, non cessano di menar le labbra, e borbottano, proferendo aria in vece di parole.
Esempio: E Gozz. Op. scelt. 5, 483: Or sia con Dio; scrivete alla buon'ora.... Poffar! come menate ben la mano!
Definiz: § XLV. Pure per Muovere, riferito a passo. –
Esempio: Ar. Orl. fur. 11, 20: Vede Ruggier quanto il suo aiuto importa, E vien correndo a più poter; ma quello Con tanta fretta i lunghi passi mena, Che con gli occhi Ruggier lo segue a pena.
Definiz: § XLVI. E riferito a braccio, per Spingere, Sospingere, violentemente, contro alcuno, percotendolo, o combattendo con esso. –
Esempio: Dant. Inf. 31: Fialte ha nome; e fece le gran prove, Quando i giganti fer paura ai dei: Le braccia ch'ei menò giammai non muove.
Esempio: Bern. Orl. 7, 23: Sol si menava.... le braccia.
Definiz: § XLVII. E riferito ad arnese o strumento qualsiasi, per Muovere, Maneggiare, secondo che si richiede all'uso o al fine pel quale si adopera; ed anche semplicemente Adoperare. Usato altresì figuratam. –
Esempio: Giamb. Vegez. 66: Ed ha ancora la legione trombadori, e coloro che la trombetta menano.
Esempio: Dant. Inf. 29: E non vidi giammai menare stregghia Da ragazzo aspettato dal signorso, Nè da colui che mal volentier vegghia, Come ec.
Esempio: Tratt. Falcon. 7: L'uno lo tenga in mano (il falcone); e l'altro meni il logoro, isgridandolo.
Esempio: Strat. Mor. S. Greg. 1, 31 t.: Prenditi un coltello acuto, el quale rada e' peli; e preso che l'arai, menalo sopra il capo tuo e sopra la barba.
Esempio: Colomb. Lett. 47: Confiderommi della bontà dell'Altissimo, e merrò.... la penna secondo e come piacerà a lui di porgiare.
Esempio: But. Comm. Dant. 1, 748: Lo ragazzo che è aspettato dal signor soo, che à fretta d'andarsene tosto a letto a dormire, mena la stregghia fortemente a stregghiare il cavallo.
Esempio: Cennin. Tratt. Pitt. 20: Abbia a mente di menare il pennello sempre di piatto.
Esempio: Belc. F. Son. 171: E se la penna a menar son costretto, Fo versi rozzi.
Esempio: Biring. Pirotecn. 108 t.: Menando li mantici ed infocando el carbone.
Esempio: Flor. Agric. Met. volg. 312: Parte di dietro de la fucina, la quale tiene i mantici, i lor sedili, la machina che manda in giù i mantici, e l'instrumento che gli mena.
Esempio: Vasar. Vit. Pitt. 10, 107: Un Vulcano che mena con una mano i mantici, e con l'altra, che ha un paio di molle, tiene il ferro d'una freccia che fabrica.
Esempio: Panciat. Scritt. var. 22: Il barbiere gli menava addosso il rasoio di tal foggia, che pareva che volesse arruotarlo sulle guance di quel povero uomo.
Esempio: Nom. Catorc. Angh. 11, 65: Femmine vide, armate di linguacce D'aspidi, avvelenar d'altrui la fama, Ed in giro menar le loro stacce Senza distinguer tra pedina e dama.
Definiz: § XLVIII. E per Muovere intorno, Girare, con più o men vigore o violenza; riferito comunemente a spada o altra arme, e spesso coi compimenti In giro, A cerchio, A tondo. –
Esempio: Ar. Orl. fur. 16, 24: E la sanguigna spada a cerco mena: Non riguarda nè al servo nè al signore, Nè al giusto ha più pietà ch'al peccatore.
Esempio: E Ar. Orl. fur. 16, 65: Menava Arïodante il brando in giro.
Esempio: Bern. Orl. 4, 49: Rinaldo sempre con lor mescolato, A destra ed a sinistra il brando mena.
Esempio: E Bern. Orl. 7, 23: Gli scudi a tutti servon per nïente: Sol si menava la spada ec.
Esempio: E Bern. Orl. 36, 13: Mena a traverso il furïoso brando.
Esempio: Nard. Liv. Dec. 92: Poscia ch'egli aranno invano lanciato i dardi.... allora si menino le spade.
Esempio: Segner. Mann. nov. 14, 3: Questa (la sapienza) si fa operare in tal genere di battaglia, con quel possesso il quale è propio non di un principiante, che appena sa menar l'armi, ma di un comandante agguerrito.
Definiz: § XLIX. E per Fare scorrere, Mandare dall'una parte all'altra, in su e in giù. –
Esempio: Cresc. Agric. volg. 411: E non si deono menare i detti setoni, se non passati due giorni. Poi appresso si menino da mane e da sera continuamente, intanto che due giovani, per ciascuna volta, vi s'allassino; cavalcato prima il cavallo, con picciol passo, per gran pezzo.
Esempio: E Cresc. Agric. volg. 413: Incontanente si mettano convenevoli setoni sotto la gola del cavallo, e sufficientemente si menino la sera e la mattina.
Esempio: Fiorett. S. Franc. 113: Apparve uno agnolo con grandissimo isplendore, il quale avea una viola nella mano sinistra e lo archetto nella mano destra, e.... esso menò una volta l'archetto in su, sopra la viola.
Esempio: But. Comm. Dant. 1, 748: Così costoro menavano l'unghie a grattarsi.
Esempio: Belc. F. Son. 173: Sopra la lira mena el dolce plettro.
Definiz: § L. E per Agitare continuatamente, Dimenare, Rimestare. –
Esempio: Benciv. Aldobr.: La biacca e l'aghetta sieno trite e molto menate nel mortaio coll'aceto e coll'olio rosato.
Esempio: Med. L. Cant. Carn. 171: Chi non vuole al menar presto esser stanco Meni col dritto e non col braccio manco. Poi vi si getta quel ch'è dolce e bianco Zucchero e fa' il menar non abbandoni.
Esempio: Ricett. fior. C. 79: Il piombo bisogna continuamente menarlo, insino che diventi polvere.
Definiz: § LI. E per Conciare, Malmenare, combattendo. –
Esempio: Malisp. Stor. fior. 108: Onde i Ghibellini.... con più forza e vigore pugnarono contro a' Guelfi, i quali non aveano aiuto, nè attendeano soccorso...; e veggendosi i Guelfi sì aspramente menare, essendo già la gente di Federigo ec.
Esempio: Lucan. volg. 95: Quando lo buono Dominzio vidde così menare sua gente, cominciò a sgridare Currio.
Esempio: Ottim. Comm. Dant. 1, 368: Che li due fratelli per corporale battaglia di loro soli finissero la guerra; li quali sì inimichevolmente si menarono, che amendue rimasero morti in su 'l campo.
Esempio: Gio. Fior. Pecor. 2, 203: S'incominciò l'aspra battaglia tra le due prime schiere, cioè tra Tedeschi e Francesi; e fu sì forte l'assalto de' Tedeschi, che malamente menavano i Francesi, e assai gli fecero rinculare indietro.
Esempio: Ar. Orl. fur. 31, 93: Ed in confuso lascia afflitta ed egra La gente o sia di Libia o sia di Francia: Tutti li mena a un parla buona lancia.
Definiz: § LII. E per Dare con violenza; riferito a colpo sia di mano o di piede, sia d'arme o d'altro arnese. –
Esempio: Stor. Nerbon. volg. 26: Avendo (Namieri) a due mani la spada, e levandola in su, che Rambaldo menava uno fendente in giù, e' diè del pugno in su la spada di Namieri.
Esempio: Bocc. Filoc. 1, 164: Non esser lento a tirar fuori la spada: ma non voglio che tu meni molti colpi.
Esempio: Rinucc. F. Ricord. 256: Gli menai una gotata, e non lo giunsi bene a mio modo.
Esempio: E Rinucc. F. Ricord. 258: E in quello che Carlo aperse l'uscio, detto Andrea Banchi gli menò una punta della spada, e sì l'ammazzò.
Esempio: Ar. Orl. fur. 12, 50: Ferraù quando punge e quando taglia, Nè mena botta che non vada piena.
Esempio: E Ar. Orl. fur. 12, 76: La turba verso il conte vien fremendo Disordinata, e tagli e punte mena.
Esempio: E Ar. Orl. fur. 39, 50: Ad Olivier, che troppo inanzi fassi, Menò un pugno sì duro e sì perverso Che lo fe' cader pallido ed esangue.
Esempio: Bern. Orl. 20, 20: E ferì con la spada quel gigante, Ch'avea menata la prima percossa.
Esempio: E Bern. Orl. 20, 29: Combattuto hanno già più di quattro ore, Ognun colpi maggior sempre menando.
Esempio: Firenz. Pros. 2, 48: Io gli menai con salda mano un colpo con tanta felicità, che io lo distesi per terra.
Esempio: Cellin. Vit. 315: Io gli avevo menato un calcio, e per mia buona sorte entrato col piè nella inforcatura delle gambe, l'avevo spinto innanzi più di quattro braccia.
Esempio: Nell. Iac. Vecch. 3, 7: Ti so dire che menavo colpi da orbo.
Definiz: § LIII. E, nel medesimo senso, usato in modo assoluto; anche figuratam. –
Esempio: Strin. Cron. 130: E coll'aiuto di Lorenzino Cavalcanti, che fu ferito nel braccio quando menavano a Lorenzo, egli entrò ec.
Esempio: S. Cater. Lett. 1, 11: Séguita che io offendo l'anima mia, e accidola tollendole la vita della Grazia, e dandole la morte eternale, se la morte gli mena nel tempo dell'odio.
Esempio: Sacch. Nov. 1, 265: Piglia la scure e mena, e dà con essa al porco nel capo.
Esempio: Pulc. L. Morg. 26, 78: Colla spada in mano A molti avevon frappata la fronte; Il Duca Astolfo anco non mena invano.
Esempio: Bocchin. Ricord. 334: Io pure lo tenevo abbracciato e foravolo col coltellino, e mio padre raddoppiava i colpi, e menava dove gli veniva fatto.
Esempio: Ar. Orl. fur. 2, 53: Or su Gradasso, or su Ruggier percote Ne la fronte, nel petto e ne la schiena.... E quando all'uno accenna, all'altro mena.
Esempio: E Ar. Orl. fur. 18, 12: Mena alla testa a quel che gli è più presso.
Esempio: Bern. Orl. 46, 37: Tosto si volta ad Agramante, e mena.
Esempio: E Bern. Orl. 55, 48: Dicendo sempre: ladro da catena, Io ti voglio ammazzare; e pur menava.
Esempio: Cellin. Vit. 144: Presi un mozzo di fango, perchè era piovuto, e con esso presto gli menai a man salva per dargli in sul viso.
Esempio: Nom. Catorc. Angh. 3, 85: Arriviam loro addosso in sul mattino, Cominciando a menar tra capo e collo.
Esempio: Fag. Comm. 3, 293: Io non un pugno solo, ma n'ho avuti una dozzina, se non son più, perchè quello scellerato menava com'un berrettaio.
Definiz: § LIV. E riferito a calci, detto di cavallo, mulo, o simile, vale Tirare. –
Esempio: Ar. Orl. fur. 2, 7: Poi sotto il petto si caccia la testa, Giuoca di schiene, e mena calci in frotta.
Esempio: Bern. Orl. 7, 34: Ma il buon destrier la groppa presto volta. Forte ringhiando, un par di calci mena. Così sotto il ginocchio il colse un poco.
Definiz: § LV. E in costrutto con le prep. Di od A, reggenti un compimento che denota l'arnese o l'arme con cui si colpisce, o la maniera come si colpisce; anche figuratam. –
Esempio: Stor. Aiolf. 2, 159: Trasse el coltello, e presela nel collaretto, e menavale del coltello.
Esempio: Ar. Orl. fur. 18. 152: E d'una punta con tal forza mena, D'una punta ch'al petto gli appresenta, Che gli la fa apparir dietro alla schena.
Esempio: E Ar. Orl. fur. 39, 2: Mena de l'azza dispettoso e fiero.
Esempio: E Ar. Orl. fur. 41, 88: Sobrin radoppia il colpo, e di riverso gli mena, e se gli crede il capo tòrre.
Esempio: E Ar. Orl. fur. 45, 74: Quando di taglio la donzella, quando Mena di punta, e tutta intenta mira Ove cacciar tra ferro e ferro il brando.
Esempio: Bern. Orl. 7, 17: Su la giraffa vien lo smisurato, Ed alla cieca mena del bastone.
Esempio: E Bern. Orl. 50, 37: Agramante comincia a domandare Chi fu colui che contro al suo decreto È stato ardito di taglio menare.
Esempio: Cecch. Romanesc. 2, 3: Ah forca! forca!... S'i' t'aggiungo, impiccatello! C. Mena di taglio e non di punta.
Esempio: Galil. Op. VII, 725: Perchè.... fatto cieco dall'ira meniate a traverso non pure ad Aristotile, ma bene spesso a voi medesimo.
Esempio: Giust. Vers. 15: Son buono (parla lo stivale) a caccia e per menar di sprone.
Definiz: § LVI. Per similit., e poeticam., detto di vento. –
Esempio: Ar. Orl. fur. 13, 15: Salta un maestro ch'a traverso mena, E cresce ad ora ad ora, e soprabonda.
Definiz: § LVII. Neutr. pass. Menarsi Muoversi da ogni parte, Agitarsi, Dimenarsi. –
Esempio: Panzier. Tratt. 22 t.: Cadere quando avanti e quando indrieto; quando menarsi tutto, e quando menare parte del corpo ec.
Definiz: § LVIII. E nel medesimo senso, in forma di Neutr. –
Esempio: Dant. Conv. 322 var.: Ben lo sanno li miseri mercatanti che per lo mondo vanno, che le foglie, che 'l vento fa menare, li fan tremare, quando seco ricchezze portano.
Esempio: Cavalc. Vit. SS. PP. volg. 1, 3: Li quali (arbuscelli) uno venterello facea dilettevolmente menare.
Esempio: Bocc. Ninf. Fiesol. 2, 7: Quando sentii, e vidi menar foglie Di quercioletti freschi.
Definiz: § LIX. E Neutr. Trovasi per Mandar fuori, Gemere, umore. –
Esempio: Mattiol. Disc. 2, 1260: Impiastrasi l'orba (dell'alianto) cruda in su i morsi delle serpi, fa rinascere i capelli cascati, risolve le scrofole, e fatta bollire nella liscìa, mondifica la farfarella e l'ulcere del capo che menano.
Definiz: § LX. Mena mena, come Batti batti, e altre simili maniere, usasi a denotare una incessante ostinazione nel far checchessia, con vigore o violenza. –
Esempio: Forteguerr. Ricciard. 22, 92: Il cavallo.... Le sue zampe a menar comincia in fretta Sul cristallino masso; e mena mena, Lo spezza sì che quasi fanne arena.
Definiz: § LXI. Menare allegrezza, festa, gioia, sollazzo, e simili, valgono Rallegrarsi, Far festa, Esultare; ma non sono oggi maniere molto comuni. –
Esempio: Malisp. Stor. fior. 189: Il seguente die giunse l'Ammiraglio del Re di Raona con sua armata su per lo Farro, menando grande allegrezza.
Esempio: Lat. B. Tesorett. 111: I' vidi in altro loco La donna coronata.... Che menava gran festa.
Esempio: Marc. Pol. Mil. B. 9: E quando il Gran Cane seppe che gli due fratelli venivano, egli ne menò grande gioia.
Esempio: Colonn. Guid. 104: O disavventurati Troiani, perchè menate voi festa delle nozze di Paris?
Esempio: Barber. Docum. Am. 370: Parole assai che m'eron da voi porte, Trovar, cantar e solazzo menare, Son tutte omai a la sua fin venute.
Esempio: Bocc. Ninf. Fiesol. 2, 17: Lo sciaurato Mugnon gioia ne mena, Avendola già giunta per istracca.
Definiz: § LXII. Menare dolore, doglia, duolo, pianto, e simili, sono maniere oggi poco comuni, che valgono Lamentarsi, Piangere, Sospirare, Mostrare con segni esteriori il proprio dolore. –
Esempio: Nov. ant. B. 103: Vide Tristano che menava così grande duolo.
Esempio: Liv. Dec. 1, 133: Ma più grande onore.... fu il pianto e il duolo che tutto il popolo menò di lui.
Esempio: Tav. Rit. 1, 258: Quando gli baroni sie raffigurarono Tristano, cominciarono a fare lo maggiore pianto del mondo e a menare grande dolore.
Esempio: Esop. Fav.: E domandolla perch'ella menava tanto dolore.
Esempio: Stor. Pistol. 288: Poco dopo la morte del Re n'andò la novella al Re d'Ungaria ed al Re d'Appollonia, suoi fratelli carnali; li quali di ciò menarono grande doglia, e vestironsene a nero con tutti quelli di loro corte.
Esempio: Pass. G. Cr. 14: Con sospir lagrimosi doglia mena.
Esempio: Bocc. Ninf. Fiesol. 6, 12: Ch'avrebbe fatto le pietre e gli albori Sol per pietà di lei menar dolori.
Esempio: Adr. M. Plut. Vit. 1, 30: Teseo sapendo il caso e la cagione, ne menò gran duolo.
Esempio: E Adr. M. Plut. Vit. 2, 103: Concessero [i Romani] alle donne che 'l domandarono, di menar duolo per dieci mesi, come costumano per la morte del padre, del figliuolo e del fratello.
Definiz: § LXIII. Menare furore, orgoglio o rigoglio, crudeltà, fierezza, sdegno, vampo, e simili, valgono Infuriare, Mostrarsi superbo o crudele, Accendersi d'ira o di sdegno. –
Esempio: Giamb. Oros. 508: Non meno rigoglio a coloro che di noi dicono male.
Esempio: Cin. Rim. 58: Quella ch'orgoglio mena, Ferezza e crudeltà verso colui Che ha smarriti gli spiriti suoi.
Esempio: Sacch. Rim. G. 48: Tu se' sì caldo che tu meni vampo; Ma tu potresti raffreddar le vene, Pur che fortuna ti desse lo 'nciampo.
Esempio: Morell. Cron. 230: Perla quale fortezza [gli Ubaldini] menavano gran rigoglio.
Esempio: Dat. Oraz. I, 4, 199: Maravigliosa e desiderabile adunque è la nobiltà, ancorchè di lei sola alcun non debba menare orgoglio.
Esempio: Salvin. Iliad. 533: Quando noi due Dolenti in cuore, con divoratrice Lite dell'alma, sdegno ne menammo.
Esempio: Fiacch. Fav. 2, 122: Un vago fiore Avea sue foglie alla fresc'aura stese, Quando borea menando alto furore Il tenero suo stelo a terra stese (qui figuratam.).
Esempio: Pindem. Poes. 343: Non menate vampo Del plauso di colei.
Definiz: § LXIV. Menare guasto, rovina, strage, guerra, valgono Desolare, Rovinare, Distruggere, Guerreggiare, e simili. –
Esempio: S. Ag. C. D. 1, 1: Era quello tempo, quando Roma, essendo entrati i Goti che menavano guerra sotto il re Alarico, fu rotta.
Esempio: Buson. Gubb. Avvent. Cicl. 255: Gli cittadini di quella con loro senno e forza e malizia d'uno cittadino di Roma, appellato Catellina, menarono a uno tempo grande guerra a' Romani.
Esempio: Car. Eneid. 2, 813: Io stesso Vidi Pirro menar ruina e strage.
Esempio: E Car. Eneid. 12, 1117: Qual di cima d'un monte in precipizio Rotolando si volge un sasso alpestro, Che.... de le selve E de gli armenti e de' pastori insieme Meni guasto, ruina e strage avanti; Tal ec.
Definiz: § LXV. Menare prigione o prigioniero, in servitù, servaggio, o simile, vale Fare schiavo, prigione, o simile. –
Esempio: Vill. G. 273: E giovani garzoni e pulcelle e donne assai furono violate villanamente da' Saracini, e menate in servaggio.
Esempio: E Vill. G. 284: I Saracini.... entrarono per forza nella terra..., e giovani uomini e donne menarono in servaggio.
Esempio: Med. L. Op. 2, 98: Ha combattuto dell'imperio e vinto La notte, e prigion mena il breve giorno (qui in locuz. figur.).
Esempio: Ar. Orl. fur. 13, 14: De la famiglia ignuda e disarmata.... Parte captiva meco fu menata.
Definiz: § LXVI. Fare a mena l'uovo. –
V. Uovo.
Definiz: § LXVII. Menare a basso. –
V. Basso, § VIII.
Definiz: § LXVIII. Menare a braccia. –
V. Braccio, § XX.
Definiz: § LXIX. Menare a compimento, a capo, a effetto, a fine, checchessia, vale Condurlo a termine, Eseguirlo, Compierlo. –
Esempio: Giamb. Tratt. mor. 368: La maggior parte di grandi mali che sono fatti nel mondo, sono fatti e compiuti alle nostre cagioni e sotto spezie di ben fare, e per altra via non sarebbero menati a compimento.
Esempio: Cic. Opusc. 409: Pensando solamente così scelerata cosa, non che menandola a compimento.
Esempio: Fr. Iac. Tod. 297: Vuol (Amore) con perfezion menare Ogni cosa al suo bel fine.
Esempio: Dant. Conv. 78: Quella cosa che più adorna e commenda le umane operazioni, e che più dirittamente a buon fine le mena, si è l'abito di quelle disposizioni che sono ordinate allo inteso fine.
Esempio: Bocc. Decam. 3, 184: La divina justizia.... con justa bilancia tutte le sue operazion mena ad effetto.
Esempio: E Bocc. Ninf. Fies. 4, 13: Quel giorno [Amore] usò gl'ingegni che far suole, Quando le cose ad effetto menare Ei vuole.
Esempio: Alam. L. Gir. 4, 19: Così prometto io.... al terzo giorno Di ritornar, se menar posso a fine Quel ch'io disegno.
Esempio: Grazz. Pros. 84: Colui.... si tornò in casa, pensando come più acconciamente menar potesse ad effetto i suoi pensieri.
Esempio: Adr. M. Plut. Vit. 1, 34: E che egli, senza mestieri di compagno, menava a fine molti e belli fatti.
Esempio: E Adr. M. Plut. Vit. 1, 380: Un caso di meraviglia, avvenuto quando si fabbricava, mostrò la fabbrica non dispiacere a Pallade, anzi porgere aiuto per menar l'opera a fine.
Definiz: § LXX. Menare a distruzione, a guasto, a strazio, valgono Distruggere, Devastare, Fare strage. –
Esempio: Malisp. Stor. fior. 5: Non pensò giammai se noe come potesse menare a distruzione la città di Troia.
Esempio: Comp. Din. Cron. DL. 155, 31: Picciola è quella favilla che a distruzione mena un gran regno.
Esempio: Cic. Opusc. 442: Ma ora apertamente intendi e vuoli menare a guasto e a morte tutto il Comune.
Esempio: Buson. Gubb. Avvent. Cicil. 158: Si vede che tu intendi e vogli menare a guasto e a morte tutta nostra isola.
Esempio: Ar. Orl. fur. 18, 178: Come impasto leone in stalla piena.... Uccide, scanna, mangia, a strazio mena L'infermo gregge in sua balìa condutto, Così ecc.
Definiz: § LXXI. Menare a fiamma. –
V. Fiamma, § XXXIII.
Definiz: § LXXII. Menare a guadagno. –
V. Guadagno, § X.
Definiz: § LXXIII. Menare alla mazza. –
V. Mazza, § XXIX.
Definiz: § LXXIV. Menare a mano. –
V. Mano, § LXXIX.
Definiz: § LXXV. Menare a maturità. –
V. Maturità, § XI.
Definiz: § LXXVI. Menare a morte. –
V. Morte.
Definiz: § LXXVII. Menare a niente. –
V. Niente.
Definiz: § LXXVIII. Menare a saldo. –
V. Saldo.
Definiz: § LXXIX. Menare a spasso. –
V. Spasso.
Definiz: § LXXX. Menare a tondo, e anche Menar tondo. –
V. Tondo.
Definiz: § LXXXI. Menare a zufolo. –
V. Zufolo.
Definiz: § LXXXII. Menare buono. –
V. Buono, add., §§ LVIII, LIX, LX.
Definiz: § LXXXIII. Menare cortesia. –
V. Cortesia, § IV.
Definiz: § LXXXIV. Menare di parole, o con parole, o per parole. –
V. Parola.
Definiz: § LXXXV. Menare donna. –
V. Donna, § VI.
Definiz: § LXXXVI. Menare il buon per la pace. –
V. Buono, sost., § XXIX.
Definiz: § LXXXVII. Menare il can per l'aia. –
V. Aia, § VIII; e Cane, § LV.
Definiz: § LXXXVIII. Menare i piedi. –
V. Piede.
Definiz: § LXXXIX. Menare in lungo, in lunga, per le lunghe, per la lunga, per lunga. –
V. Lungo, add., §§ XCII, XCIII, XCIV.
Definiz: § XC. Menare in volta. –
V. Volta.
Definiz: § XCI. Menare la danza. –
V. Danza, §§ VII e VIII.
Definiz: § XCII. Menare la lingua. –
V. Lingua, § LII.
Definiz: § XCIII. Menare la lonza. –
V. Lonza, § III.
Definiz: § XCIV. Menare la mazza tonda. –
V. Mazza, § XXXII.
Definiz: § XCV. Menare le anche. –
V. Anca, § VI.
Definiz: § XCVI. Menar le calcagna, o delle calcagna. –
V. Calcagno, §§ XXI e XXII.
Definiz: § XCVII. Menar le calcole. –
V. Calcola, §§ I e II.
Definiz: § XCVIII. Menar le gambe. –
V. Gamba, § LXI.
Definiz: § XCIX. Menar le mani. –
V. Mano, §§ CDXXVII–CDXXXII.
Definiz: § C. Menare le parole. –
V. Parola.
Definiz: § CI. Menare le seste. –
V. Sesta.
Definiz: § CII. Menar l'orso a Modena. –
V. Orso.
Definiz: § CIII. Menare moglie. –
V. Moglie.
Definiz: § CIV. Menare pel naso. –
V. Naso.
Definiz: § CV. Menare per bocca. –
V. Bocca, § LXXIV.
Definiz: § CVI. Menare tempesta. –
V. Tempesta.
Definiz: § CVII. Menare vanto. –
V. Vanto.
Definiz: § CVIII. Dagli, picchia e mena. –
V. Dare, § CCXIX.
Definiz: § CIX. I paperi menan l'oche a bere. –
V. Papero.
Definiz: § CX. Solo i ciechi si menano; proverbio che vale: Chi intende, ed è savio, non ha bisogno dei consigli o della guida altrui. –
Esempio: Not. Malm. 1, 61: Secondo il proverbio, ebe dice: Solo i ciechi si menano.

81) Dizion. 5° Ed. .
MENAROLA
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pag.66

MENAROLA.
Definiz: Sost. femm. Sorta di trapano, che si adopra girando con moto continuo un manico ricurvo di ferro.

82) Dizion. 5° Ed. .
MENATA
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pag.66

MENATA.
Definiz: Sost. femm. L'atto del menare, Menamento, Colpo. –
Esempio: Car. Apol. 200: Guardatele (le tele di ragno) da la scopa, perchè con una sola menata ve le spazza via tutte (qui in locuz. figur.).
Esempio: Grazz. Rim. V. 201: Hanno questi il pedale, O manico che dir ve lo vogliate, Grosso, forte ed uguale, Da regger sempre a tutte le menate.
Definiz: § Vale anche Tutto quello che si può menare in una volta, Quanto si può abbrancare, prendere; e quindi anche Manata. –
Esempio: Giamb. Lat. Tes. 66: Se tu vogli provare se la terra è grassa, tu piglierai una menata di terra ed immoleralla bene e d'acqua dolce, ec.
Esempio: Cresc. Agric. volg. 130: Ciascun fasciuolo si divida in tre o vero quattro menate grandi.
Esempio: Passav. Specch. Penit. 269 var.: Come sarebbe, che quella cotale persona sognasse di ricogliere di terra tre menate di polvere secca e di gittarle in alti; e Iddio le rivelasse, o prima o poscia, che per tre menate di polvere s'intendevano tre dì.
Esempio: Vill. M. 354: La polvere ricresce e gonfia; e d'una menata o di due si fa pieno il vaso.
Esempio: Domen. Plin. 676: Alcuni dicono che le donne si purgano con le foglie loro (di alcune erbe), prese alla misura d'una piena menata, in olio e vino.
Esempio: Cellin. Vit. 78: Avendo fatto rovente una tegola, in su la quale e' messe su una buona menata di assenzio, di poi vi spruzzò su ec.
Esempio: Grazz. Rim. V. 558: Sempre a menate, che buon pro gli faccia, Gli vuole (i piselli) in gola il mio Visin merciaio.
Esempio: Cecch. Comm. ined. 191: I quai (gli sciocchi) senza pensar più oltre, corrano (corrono) A dar gli scudi a menate e a chius'occhi, Senza considerar se ec.
Esempio: Not. Malm. 2, 794: A manate. Da' più si dice Menate.
Esempio: Lastr. Agric. 2, 221: Levato che sia il lino dal campo e battuto, per accomodarlo alla macerazione, è necessario farne dei fastelli di 12, 14 o 16 menate.

83) Dizion. 5° Ed. .
MENATELLA
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pag.66

MENATELLA.
Definiz: Diminut. di Menata. Menata non grande di checchessia, Quantità minore di quella che si può prendere in una volta con una mano. –
Esempio: Cavalc. Ammon. Paol. 67: Il pane che lui mangiava per ciascuno dì era di sei oncie, e una menatella d'erbe minute.
Esempio: Car. Apol. 166: Ma per dare un poco d'indizio, che ancora vi son de l'altre spazzature, considerisi a questa menatella sola.

84) Dizion. 5° Ed. .
MENATINA
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pag.66

MENATINA.
Definiz: Diminut. di Menata. Piccola menata, Piccolo menamento. –
Esempio: Magal. Lett. ined. 1, 329: Mi sentirei bene da fare una menatina di sgrugnoni con quei periti, de' quali VS. A. mi dice ec.

85) Dizion. 5° Ed. .
MENATO
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pag.66

MENATO.
Definiz: Partic. pass. di Menare. –
Esempio: Fr. Giord. Pred. 22: D'ogni cosa e per ogne novella sono mutati e mossi, come canna menata da ogni vento.
Esempio: Vill. M. 543: E menatogli un altro colpo in sul capo, l'abbattè del cavallo.
Esempio: Bocc. Teseid. 8, 41: Il meglio che essi potieno Dalli menati colpi si coprieno.
Esempio: E Bocc. Decam. 2, 310: La quale il giudice menata con grandissima festa a casa, ec.
Esempio: Domin. Gov. Fam. 175: Induce la sposa presa e già menata una singolare servitù.
Esempio: Ar. Orl. fur. 17, 84: Alla sua giunta Un paio e più di lancie trovò rotto, Menato più d'un taglio e d'una punta.
Esempio: Adr. G. B. Stor. 318: Si scoperse un altro tradimento, menato da un capitano Tullio da Gallese.
Esempio: Dav. Tac. 1, 198: Menato a morire, gridava quanto n'aveva nella gola ec.
Esempio: Baldin. Vocab. dis. 23, 1: Si fa (la crisocolla) con orina di fanciullo menata lungamente al sole in mortaio col pestello ec.
Definiz: § I. E detto di arme, vale Brandito, Vibrato, Mosso per colpire. –
Esempio: Fr. Bart. Amm. ant. volg. 207: Li quali, benchè eglino avessono già le spade sguainate e menate, stupiditi del suo parlare, sanza spargere di sangue, le rimisero nelle guaine.
Definiz: § II. E detto di biancheria, masserizie, e simili, si disse per Adoperato, Usato; per contrapposto a Nuovo. –
Esempio: Bocc. Testam. 140: II tovaglie menate, di lunghezza braccia VI l'una.
Esempio: Borgh. V. Stud. Div. Comm. 260: E tovaglie menate disse il Boccaccio nel suo testamento per adoperate.

86) Dizion. 5° Ed. .
MENATOIO
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pag.66

MENATOIO.
Definiz: Sost. masc. Strumento col quale si mena, cioè si dimena, si agita, qualche impasto o mescolanza. –
Esempio: Sacch. Nov. 2, 240: Lui menò verso il menatojo dello smalto.... e così gli fece menare lo smalto.
Esempio: Salvin. Nicandr. 31: Piglia un ben formato menatoio, E queste cento cose tutte sbatti In conbutto co' serpi.
Definiz: § Per similit., e in ischerzo. –
Esempio: Dolcib. Bim. 140: E preso sono da ta' berrovieri, Che m'hanno tutto guasto il menatoio.
Esempio: Pataff. 8: Ma io ho posto un freno al menatoio.

87) Dizion. 5° Ed. .
MENATORE
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pag.66

MENATORE.
Definiz: Verbal. masc. da Menare. Chi o Che mena, nei varj sensi del verbo. –
Esempio: Dant. Conv. G. 29: Li ciechi..., colla mano sulla spalla a questi menatori, sono caduti nella fossa della falsa opinione.
Esempio: Vill. G. 812: A uno Bettone Cini da Campi, de' menatori de' buoi dell'antico carroccio..., gli fece cavare la lingua ec.
Esempio: Bibb. N. 2, 369: Solo Iddio fu lo suo guidatore e menatore.
Esempio: Vill. M. 210: Mandò messer Nicola Acciaiuoli grande Siniscalco, ch'era stato menatore di questo trattato.
Esempio: Bracciol. Schern. 8, 15: Di condizion malvagia e rea È questo menator delle martella.
Esempio: Buonarr. Fier. 4, 1, 1: E 'l menator de' buoi d'intorno al polo È presso al fin del solgo, ond'ei lo cerchia.
Esempio: Giobert. Ges. mod. 2, 339: E tal è.... la vostra (arte), cioè quella dei menatori e dei procaccini dell'Ordine.

88) Dizion. 5° Ed. .
MENATRICE
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pag.66

MENATRICE.
Definiz: Femm. di Menatore. –
Esempio: Fr. Bart. Amm. ant. volg. 545: Povertà è una menatrice nella via che va a cielo.
Esempio: Lanc. Comp. Eneid. 756: Al quale disse la sirocchia, menatrice del carro ec.

89) Dizion. 5° Ed. .
MENSA
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pag.87

MENSA.
Definiz: Sost. femm. Tavola, e propriamente apparecchiata, sulla quale si posano le vivande, e attorno alla quale si siede per mangiare.
Dal lat. mensa. –
Esempio: Fr. Iac. Tod. 62: Poichè nona è cantata, La mia mensa è apparecchiata; Ogni crosta è radunata Per empir mio stomacone.
Esempio: Dant. Purg. 25: Quasi alimento che di mensa leve.
Esempio: Simint. Ovid. Metam. 2, 159: La vecchia Baucis, sobarcolata e tremante, pose la mensa: ma lo terzo piede della mensa era disuguale; rincalzollo col testo; lo quale testo poi che vi fue sottomesso, fece la mensa pari.
Esempio: Petr. Rim. 1, 63: E poi la mensa ingombra Di povere vivande.
Esempio: Bocc. Decam. 8, 235: Questi pesci su per la mensa guizzavano, di che il Re aveva maraviglioso piacere.
Esempio: E Bocc. Amet. 143: Le poste mense.... si riempierono d'uomini e di donne.
Esempio: Ar. Orl. fur. 13, 37: Ne la spelonca una gran mensa siede, Grossa duo palmi, e spazïosa in quadro, Che sopra un mal tornito e rozzo piede Cape con tutta la famiglia il ladro.
Esempio: Bart. D. Op. mor. 28, 3, 176: Lungi que' tanti cerimonieri, sudanti intorno al gran magistero d'imbandire una mensa, intorno al filosofare qual prima delle vivande e qual poi debba recarsi, ec.
Esempio: Giust. Vers. 172: I fior soavi onde la mensa è lieta, Sotto l'influsso di gentil pianeta Con noi son nati.
Esempio: Niccol. Poes. 2, 5: Ahi di veneto duce il capo inciso Fu gioia e scherno di crudel convito, E sulla mensa di delitto piena Inorridì l'Italia.
Definiz: § I. Per similit. –
Esempio: Alam. L. Colt. 4, 883: Or gli arbori incavar, che sian per mensa Del porco ingordo, o per presepio al toro.
Definiz: § II. In locuz. figur., e figuratam. –
Esempio: Dant. Purg. 13: Verso noi volar furon sentiti, Non però visti, spiriti, parlando Alla mensa d'amor cortesi inviti.
Esempio: E Dant. Parad. 24: O sodalizio eletto alla gran cena Del benedetto Agnello...; Se per grazia di Dio questi preliba Di quel che cade della vostra mensa..., Ponete mento ec.
Esempio: E Dant. Conv. 63: E io adunque, che non seggo alla beata mensa, ma fuggito dalla pastura del vulgo, a' piedi di coloro che seggono, ricolgo di quello che da loro cade, ec.
Esempio: S. Cater. Lett. 2, 45: In questa vita noi non possiamo avere altro che delle molliche che caggiono della mensa.
Esempio: Ar. Orl. fur. 28, 101: Il monaco.... Quivi di spiritual cibo apparecchia Tosto una mensa sontuosa e lauta.
Esempio: Tass. Gerus. 11, 14: Poscia in cima del colle ornan l'altare, Che di gran cena al sacerdote è mensa.
Definiz: § III. Pur figuratam., per Imbandigione di cibi o vivande, Banchetto, e anche più semplicemente Desinare, Pasto. –
Esempio: Ar. Orl. fur. 15, 78: All'abondante e sontuosa mensa, Dove il manco piacer fur le vivande, Del ragionar gran parte si dispensa Sopra d'Orrilo, ec.
Esempio: E Ar. Orl. fur. 27, 131: L'oste con buona mensa e miglior viso Studiò di fare a Rodomonte onore.
Esempio: Ricc. S. Cat. Lett. 157: S'è avuto i terracriepoli, e sono assai, perchè si mescolano con qualche altra erba, e così si finisce la mensa.
Esempio: Tass. Gerus. 7, 10: E questa greggia e l'orticel dispensa Cibi non compri alla mia parca mensa.
Esempio: Pallav. Libr. Ben. 299: Dopo la mensa rimasero per brev'ora in soave conversazione.
Esempio: Segner. Pred. 29: Imitar le mosche, le quali corrono a chi fa mensa più lauta.
Esempio: Parin. Poes. 26: Dorati cocchi e peregrine mense.
Esempio: Fiacch. Fav. 1, 83: Di quel palazzo è la dispensa, Che del ricco padron serve alla mensa.
Esempio: Pindem. Poes. 49: Fuma La mensa, e porporeggia il terso vetro.
Esempio: Giobert. Primat. 521: Partite sapientemente la vostra vita fra i crocchi, i diporti, i teatri, i balli, le mense, le bische, le taverne e i postriboli; ma ec.
Esempio: Manz. Poes. 834: Sia frugal del ricco il pasto, Ogni mensa abbia i suoi doni.
Definiz: § IV. Mensa, pure per similit., dicesi Il piano dell'altare, sul quale si celebra il Sacrifizio della Messa. –
Esempio: Dav. Scism. 402: Rovinati gli altari e messovi le mense novelle, e scambiati messali ec.
Esempio: Baldin. Decenn. 3, 293: La tavola o mensa di marmo dell'istesso altare.
Esempio: Mozz. Stor. S. Cresc. 60: La bocca della quale ricoperta era da una lunga e larga pietra, quanto appunto appariva quella della mensa dell'altare.
Definiz: § V. E nel medesimo senso, detto dell'Altare di altre religioni. –
Esempio: Ugurg. Eneid. 67: Qui il tesoro di Troia tolto e robbato dai templi incesi, e le mense delli dei e li calici dell'oro solidi..., d'ogni parte si raccoglie.
Esempio: Bibb. N. 1, 378: E porrai sopra la mensa li pani della proposizione dinanzi al cospetto mio sempre.
Esempio: E Bibb. N. 1, 407: E l'arca del testamento, e la mensa colli vaselli suoi, lo candeliere, e le cose che sono in su l'altare del timiama e del sacrifizio.
Esempio: Domen. Plin. 816: Con questa [erba] si spazza la mensa di Giove, e le case si purgano e tengon nette.
Esempio: Car. Eneid. 2, 1237: Qui d'ogni parte le troiane spoglie Fin delle sacristie, fin de gli altari Le sacre mense.... erano addotte.
Esempio: Salvin. Eneid. 338: E degl'iddei le mense, Coppe d'oro massiccio e prigioniere.... sono ammassate.
Esempio: Martin. T. V. 2, 214: E la mensa co' suoi vasi, e il candelabro, e le cose che servono per esso, e l'altare del timiama, e quello degli olocausti, ec.
Definiz: § VI. Mensa episcopale, capitolare, e simili, e anche semplicemente Mensa, dicesi L'entrata assegnata al sostentamento di un vescovo e della sua casa, di un Capitolo, e simili. –
Esempio: Vill. G. 560: In questo tempo il Papa diede al detto Legato per sua mensa le rendite della Badia di Firenze.
Esempio: Vill. M. 484: Però che la 'nsaziabile avarizia de' prelati avea questo monistero conferito alla mensa del cardinale, che fu vescovo di Firenze, messer Andrea da Todi.
Esempio: Borgh. V. Disc. 2, 421: Ma l'uso ecclesiastico con più magnifica [voce] la chiama mensa, e si dice la mensa capitolare, ec. Sotto la qual voce nondimeno si debbe credere che non solo le cose da mangiare si comprendano, ma gli altri fornimenti ancora che a vita fatta insieme abbisognano.
Esempio: Segner. Op. 1, 777: Tanti tempj sontuosi, tanti chiostri, tanti canonicati, tanti collegj, tante mense pinguissime episcopali, qual fondo ebbero, tolta la pietà de' fedeli?
Esempio: Targ. Viagg. 12, 4: Accenna Bonaventura de' Rossi, che nell'ampliarsi il recinto di Sarzana sotto la chiesa di san Basilio, verso la Toscana, furono occupati con gli edifizj alcuni terreni della mensa episcopale di Luni.
Esempio: Bicchier. Bagn. Montecat. 123: Varie altre donazioni e compre a favore di quella mensa vescovile precederono e successero a questa disposizione in rapporto ad altri territorj e castelli della Valdinievole.
Esempio: Pap. L. Coment. 4, 20: Abolì capitoli, collegiate, conventi, e fino le mense vescovili, per prenderne i beni.
Definiz: § VII. Mensa eucaristica, santissima, degli angeli, e simili, vale figuratam. Il sacramento della Eucaristia, La comunione eucaristica. –
Esempio: Ricc. S. Cat. Lett. 170: Voglio che in quella mattina che ce ne andiamo a quella santissima mensa.
Esempio: Tass. Lett. 2, 89: Se pur egli mi giudicava indegno di sedere a la mensa de gli angeli e di cibarmi del corpo di Cristo, doveva almeno ec.
Esempio: Segner. Crist. instr. 3, 116: Tutta la colpa è nostra, che non rechiamo alla sacra mensa le disposizioni che si richieggono a renderla fruttuosa.
Esempio: E Segner. Crist. instr. 3, 314: Indi il giovedì santo era ogn'anno un tal penitente ricondotto dal suo curato alla cattedrale, ma non però mai lasciato accostare alla sacra mensa, finchè ec.
Definiz: § VIII. Prima mensa, o Prime mense, si usò, con proprietà latina, a denotare La prima muta o messa di vivande servite in tavola; e Seconda mensa, o Seconde mense, o anche Ultime, mense, valeva I piatti o vivande che solevano essere serviti da ultimo, o in fine del pranzo. –
Esempio: Simint. Ovid. Metam. 2, 159: Trassero le vivande de' caldi fuochi; e da capo furono recati gli antichi vini; e le bandigioni levate derono luogo alle seconde mense.
Esempio: Bocc. Decam. 6, 47: Impose adunque messer Geri ad uno de' suoi famigliari che per un fiasco andasse del vin di Cisti, e di quello un mezzo bicchiere per uomo desse alle prime mense.
Esempio: E Dant. Vit. Dant. M. 11: Servite le prime mense, di ciò che la sua picciola età poteva operare, puerilmente si diede con gli altri a trastullare.
Esempio: Alam. L. Colt. 3, 396: Prendane d'altre [uve] poi mature e dolci, Parte ne secchi al sole e parte al forno, Chè l'uno e l'altro è buon, divise e 'ntere Per far più adorne le seconde mense.
Esempio: E Alam. L. Colt. 5, 551: Or la salubre indivia, or la sorella Di più amaro sapor, ma pien di lode La cicorea sementi, onde si adorni Poscia al tempo miglior la mensa prima.
Esempio: Anguill. Ovid. Metam. 8, 321: Porta il buon vecchio alla seconda mensa, Coi frutti, il latte condensato e duro, L'oliva, il pomo, il pero, ec.
Esempio: Car. Eneid. 8, 430: I sacerdoti.... a convivar tornaro, E le seconde mense e l'are sante Di grati doni e di gran piatti empiero.
Esempio: Vett. Colt. 15: Non si mette innanzi a chi siede nelle seconde mense tutto il verno questo cibo? (l'uliva).
Definiz: § IX. Prima mensa, significa oggi Il pasto che fanno i padroni e i loro convitati; e Seconda mensa, dicesi Quello dei servi o dipendenti.
Definiz: § X. A mensa, o Alla mensa, assolutam., vale Nel tempo del pasto, Durante il pasto; A tavola. –
Esempio: Ricc. S. Cat. Lett. 133: Leggendosi iermattina a mensa lo evangelio di San Matteo, si venne a quel punto che ec.
Esempio: Maff. G. P. Vit. Confess. 4, 45: Alla mensa e nei conviti si mostrava sobriamente giocondo ed allegro.
Definiz: § XI. Andare a mensa, Entrare, e simili, a mensa, vale Accomodarsi a tavola per mangiare. –
Esempio: Leggend. SS. M. 4, 211: Dopo queste cose entraro a mensa, e mangiando ec.
Esempio: Segn. B. Stor. Fior. 383: Per l'allegrezza, andato a mensa con gli altri signori, avendo alquanto disordinato, si morì subito.
Definiz: § XII. Levare la mensa, o le mense, Togliere, la mensa, o le mense, vale Sparecchiare. –
Esempio: Barber. Regg. Donn. 126: Levata la mensa, colle donne stia Più chiara alquanto che nel suo venire.
Esempio: Tass. Gerus. 17, 42: Ma già tolte le mense, ella... Sorge e si volge al re dalla sua sede, ec.
Esempio: Pindem. Poes. 41: Tolte le mense, e giù dal ciel la notte Precipitando, a spirar l'aure uscimmo.
Definiz: § XIII. Porre la mensa, Mettere, la mensa, vale Apparecchiare. –
Esempio: Leggend. B. Umilt. 35: Comandò fusse posta la mensa e quel pane le fusse dato.
Esempio: Colonn. Guid. N. 34: Pongonsi le mense con molta abbondanza di cose, essendo apparecchiati molti cibi, e poste molte coppe in su le mense.
Esempio: Sassett. Lett. 97: Fu messa la mensa, e avendo già più che mezzo desinato, comparsero ec.
Definiz: § XIV. A mensa non s'invecchia, o Alla mensa, non s'invecchia; proverbio; lo stesso, ma meno usato, che A tavola non s'invecchia. –
Esempio: Pulc. L. Morg. 27, 114: Ma non son tutti i proverbj compresi: Come a dir che alla mensa non s'invecchia, Che poco vive chi molto sparecchia.
Definiz: § XV. La mensa è una dolce, o una mezza, colla. –
V. Colla, § II.
90) Dizion. 5° Ed. .
MENSETTA
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pag.88

MENSETTA.
Definiz: Diminut. di Mensa. Piccola mensa; e figuratam., Povera mensa o imbandigione. –
Esempio: Fr. Guitt. Lett. 2: Ma tuttavia despregio emmi menore ricever voi alla poveretta mensetta mia.

91) Dizion. 5° Ed. .
MENSOLA
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pag.88

MENSOLA.
Definiz: Sost. femm. Term. di Architettura. Sostegno, per lo più di pietra o di legname, di varia foggia, fermato nel muro, il quale serve a reggere le testate delle travi, e simili, o cosa qualsiasi, anche di ornamento, che sporga dalla dirittura di esso muro.
Dal lat. mensula, che valeva Piccola mensa o tavola. –
Esempio: Dant. Purg. 10: Come per sostentar solaio o tetto Per mensola talvolta una figura Si vede giunger le ginocchia al petto, ec.
Esempio: But. Comm. Dant. 2, 242: Mensola; questo vocabulo significa lo piumacciuolo, o lo capitello, o lo scedone o leoncello, che si chiama, che sostiene qualche trave.
Esempio: Bart. C. Archit. Albert. 83: Mi piacciono coloro infra gli antichi, che usarono mettere nelle mura fermissime mensole di pietra, sopra le quali.... posavano le teste delle travi; chè se tu vorrai con le travi incatenare le mura, non ti mancheranno spranghe e catene di bronzo, e tacche che eschino sopra le mensole.
Esempio: Vasar. Vit. Pitt. Intr. 1, 120: E che questo sia vero, ne fanno fede l'opere che Michelagnolo Buonarroti ha fatto nella sagrestia e libreria di S. Lorenzo di Firenze, dove le porte, i tabernacoli, le base, le colonne, i capitelli, le cornici, le mensole, ed in somma ogni altra cosa, hanno del nuovo e del composto da lui, e nondimeno sono maravigliose, non che belle.
Esempio: E Vasar. Ragion. M. 13: Ditemi un poco: queste torre piene di buche e di mensole con quelle porte lunghe in mezzo, ed il murar grosso nelle torre, che e' feciono, andando tanto in alto con esse, a che serviva loro?
Esempio: Condiv. Vit. Buonarr. 24: Sporgono in fuori sopra un piano a guisa di poggiuolo, colle sue mensole sotto, e con altri pilastrelli sopra il medesimo piano.
Esempio: Baldin. Decenn. 6, 406: Essendo in quella parte.... aiutati e retti da alcuni pezzi di piane, a guisa di mensole in essa fortemente confitti.
Esempio: Adim. L. Pros. sacr. 112: E sopra la serratura de' medesimi, si vedevano alcune mensole filettate di oro, ove posavano ricchissimi vasi di argento.
Esempio: Lambr. Bach. Set. 33: Se vi occorresse di mettere delle stuoie su mensole confitte nel muro, fate in modo che ec.
Definiz: § I. E per similit., Mobile di legno, o anche di terracotta, foggiato e lavorato in varie guise, e per lo più piccolo, da appendersi, o da fermarsi comecchessia, alle pareti delle stanze, per collocarvi oggetti di ornamento, e più specialmente busti, vasi, e simili.
Definiz: § II. In senso particolare, per Modiglione. –
Esempio: Bart. C. Archit. Albert. 226: Sopra le mensole si fa una gola de' tre quarti d'una parte; ma ne' vani, che appariscono sotto fra l'una mensola e l'altra, s'intaglia una rosa o un fiore di branca orsina. Sopra le mensole si pone la fronte dell'opera, ciò è il gocciolatoio e la gola con lo intavolato.
Esempio: Vasar. Vit. Pitt. Intr. 1, 119: La sua cornice [sia] adorna di mensole e di dentelli, ed il suo fregio con un poco di corpo tondo.
Esempio: E Vasar. Vit. Pitt. Intr. appr.: Seguitisi il suo architrave, fregio e cornice, con lo misure descritte da lui, tutte intagliate con le mensole ed uovoli ed altre sorti d'intagli sotto il gocciolatoio.
Esempio: E Vasar. Vit. Pitt. Intr. 5, 136: Volendo che questo tetto sportasse tanto in fuori senza modiglioni o mensole che lo reggessino, fece que' lastroni, dove sono i rosoni intagliati, tanto grandi che ec.
Esempio: Rucell. Or. Pres. Arg. 8: Nobili mensole reggono un cornicione di finissima scoltura.

92) Dizion. 5° Ed. .
MENSOLACCIA
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pag.89

MENSOLACCIA.
Definiz: Peggiorat. e Dispregiat. di Mensola. Mensola brutta, rozza, o mal fatta. –
Esempio: Vasar. Ragion. M. 13: Se bene egli ebbono i garbi delle porte con quei quarti acuti bislunghi, e certe mensolacce goffe, cercarono far con più brevità le muraglie loro che e' potevano.

93) Dizion. 5° Ed. .
MENSOLETTA
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pag.89

MENSOLETTA.
Definiz: Diminut. di Mensola. Piccola mensola. –
Esempio: Ross. B. Appar. Med. 15: Aveva il piede di essa lumiera, tutto di color porporino, lumeggiato d'oro, sei mensolette sportanti in fuora, sopra le quali ec.
Esempio: Buonarr. Descr. Nozz. 11: Sopra di questi.... sorgevano due mensoloni o viticci alti, ne' quali intorno venti gocciole e mensolette, con cartelle sotto di argento, affisse erano, che reggevano vasi d'argento grandissimi.
Esempio: Baldin. Decenn. 4, 45: Le quali [riseghe] si sollevano vicino al cominciamento de' mensoloni, e conduconsi ad un tal piano che vengono ad impedire le mensolette che gli sostengono (gli scalini).

94) Dizion. 5° Ed. .
MENSOLINA
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pag.89

MENSOLINA.
Definiz: Diminut. e Vezzeggiat. di Mensola. Piccola e graziosa mensola. –
Esempio: Vasar. Vit. Pitt. Intr. 1, 122: Ed in queste opere (tedesche) facevano tanti risalti, rotture, mensoline e viticci, che sproporzionavano quelle opere che facevano.
Esempio: E Vasar. Vit. Pitt. Intr. 9, 228: Nel fare le due finestre inginocchiate, le quali rispondono in sulla strada, uscì Giuliano dal modo suo ordinario, e le tritò tanto con risalti e mensoline e rotti, ch'elle tengono più della maniera Tedesca che dell'antica e moderna vera e buona.
Esempio: Baldin. Vocab. Dis. 113, 2: Ordine gottico.... con un'infinità di piccoli tabernacoli e piramidi, risalti, rotture, mensoline, fogliami, ec.

95) Dizion. 5° Ed. .
MENSOLONE
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pag.89

MENSOLONE.
Definiz: Sost. masc. Forma accrescit. di Mensola. Grossa e robusta mensola. –
Esempio: Vasar. Vit. Pitt. 2, 5: Sopra la cassa, la quale posa in su certi mensoloni intagliati più che ragionevolmente, è disteso di marmo il corpo di quel vescovo.
Esempio: Baldin. Vocab. Dis. 97, 1: Mensolone.... Accrescitivo di mensola; mensola grande.
Esempio: E Baldin. Decenn. 4, 45: Le quali [riseghe] si sollevano vicino al cominciamento de' mensoloni, e conduconsi ad un tal piano che ec.
Definiz: § E per Ciascuno di quei grandi modiglioni che si pongono nelle cornici degli ordini nobili, quasi teste delle travi. –
Esempio: Bart. C. Archit. Albert. 229: Sopra il dentello posono il bottaccio, o sia pure un sedile a traverso, dal quale poi eschino fuori i mensoloni.
Esempio: E Bart. C. Archit. Albert. 232: I Corintii.... non messono i mensoloni coperti dinanzi, nè tagliati anco a piombo, come i Dorici, ma ignudi con una forma, simile a una onda.
Esempio: Vasar. Appar. M. 552: Sorgeva sopra quest'ultima cornice poi una fregiatura alta,... con certi mensoloni intagliati e messi ad oro.... Nel mezzo poi, e sopra i detti mensoloni alzandosi, si vedeva due cornici ec.
Esempio: Ross. B. Appar. Med. 7: E da' suoi pilastri intagliati, erano due mensoloni, finti di lapis, tutti lumeggiati d'oro, che reggevano un terrazzino, anch'egli finto di lapis, con balaustri d'oro brunito.
Esempio: Mellin. Descr. Entr. 79: Oltre alle quali tutte cose si moveva una fregiatura alta e magnifica,... con certi mensoloni accartocciati.
Esempio: Buonarr. Descr. Nozz. 11: Sorgevano due mensoloni o viticci alti, ne' quali ec.
Esempio: Targ. Viagg. 7, 47: Si distinguono benissimo i mensoloni di marmo bianco, da' quali si partivano le volte.

96) Dizion. 5° Ed. .
MENSTRUO, e famiglia. –
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pag.89

MENSTRUO, e famiglia. –
V. Mestruo, e famiglia.
97) Dizion. 5° Ed. .
MENSUALE
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pag.89

MENSUALE.
Definiz: Add. Di ciascun mese, Che si fa, Che avviene, Che si rinnuova, e simili, ogni mese.
Dal lat. mensualis. –
Esempio: Guicc. Stor. 4, 226: Sarebbe costretto per necessità obbligarsi a dare agl'imperiali somma grandissima di danari e qualche contribuzione grossa mensuale.
Esempio: Legg. Band. Leop. 8, 135: Per quelle cause poi di privativa dei tribunali superiori,... saranno i ministri dispensati dal continuare a porle nelle note mensuali.
Esempio: Fiacch. Fav. 1, 126: Il mensual suo giro avea la luna Fatto due volte appena, Che di novella piena Crebbe il torrente.
Esempio: Volt. Op. 3, 386: Cangiamenti che soffre l'ago [calamitato] e diurni e mensuali pel calor vario dell'atmosfera.
Esempio: Manz. Prom. Spos. 612: Nè sarebbe infatti assurdo il crederlo una troncatura del vocabolo monathlich (mensuale): giacchè nell'incertezza di quanto potesse durare il bisogno, è probabile che gli accordi non fossero che di mese in mese.
Definiz: § In forza di Sost. Paga, Stipendio, mensuale. –
Esempio: Alf. Sat. 39: La non s'adiri, via, caro illustrissimo; Piglierò scudi tre di mensuale: Al resto poi provvederà l'Altissimo.

98) Dizion. 5° Ed. .
MENSUALMENTE
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pag.89

MENSUALMENTE.
Definiz: Avverb. Di mese in mese, Ogni mese, Mese per mese. –
Esempio: Montecucc. Op. 2, 192: Doveasi formare una flotta nel Mediterraneo.... di vascelli corsari mensualmente noleggiati.
Esempio: Legg. Band. Leop. 8, 135: Si rende necessario che mensualmente vengano sempre replicate tutte le cause pendenti.

99) Dizion. 5° Ed. .
MENTA
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pag.89

MENTA.
Definiz: Sost. femm. Sorta di pianta erbacea, perenne, odorosa molto, di sapore amaro, e della quale sono varie specie, che sono determinate da aggiunti proprj; come Menta aquatica, Menta domestica o comune o ortolana, Menta palustre, Menta peperina, e simili.
Dal lat. menta. –
Esempio: Cresc. Agric. volg. 339: La menta è calda e secca nel secondo grado, e sonne di tre maniere.
Esempio: Pallad. Agric. 255: E ora ne' luoghi temperati e caldi seminiam l'aneto; e nell'entrata del mese, la cipolla, menta, pastinaca, timo, origano, cappero.
Esempio: Bibb. N. 9, 133: Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, li quali decimate la menta, e l'aneto, e il cimino, e avete lasciate quelle cose che sono più gravi della legge, cioè il giudicio e la misericordia e la fede.
Esempio: Bocc. Amet. 86: L'odorifera maiorana con picciole foglie tiene convenevoli spazj insieme con la menta.
Esempio: Montig. Dioscor. volg. 25: Piglia fiori di sermollino, di cassia, di bruotino, di menta aquatica, ec.
Esempio: Anguill. Ovid. Metam. 8, 314: Con le man poi, ver la pietà non scarse, Di menta e varj fior tutta (la mensa) la sparse.
Esempio: Mattiol. Disc. 2, 751: Ha in sè la menta un certo che d'amarezza, con la quale ammazza ella i vermini.
Esempio: Tass. Mond. cr. 124: Il sisimbro in menta Per soverchia coltura ancor si volge.
Esempio: Capor. Rim. 287: In mille strade tenta Il serpillo e si sparge e si diffonde Per ritrovar l'amorosetta menta.
Esempio: Targ. Valdin. 1, 122: Vi nascono il puleggio e la menta palustre che sono odorosissime e medicinali.
Definiz: § Menta salvatica; lo stesso che Mentastro, Puleggio. –
Esempio: Cresc. Agric. volg. 339: L'altra è menta salvatica, la qual s'appella mentastro, e questa scalda più.
Esempio: Mattiol. Disc. 2, 749: Da menta salvatica chiamano i Latini mentastro.
Esempio: Soder. Op. 2, 206: La menta salvatica è troppo sappiente ed acuta.
Esempio: E Soder. Op. 2, 207: Il mentastro e la menta salvatica è tutt'uno.