Lessicografia della Crusca in rete

Volume 11 - Dizionario 5° Ed.
200) Dizion. 5° Ed. .
NEBBIACCIA.
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pag.71

NEBBIACCIA.
Definiz: Peggiorat. di Nebbia. Nebbia folta e assai molesta, o nociva. –
Esempio: Guadagn. Poes. 1, 93: E il granturco? e i legumi? Eh! se non viene Qualche nebbiaccia..., Lustrissimo signore, spero bene.

201) Dizion. 5° Ed. .
NEBBIERELLA.
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pag.71

NEBBIERELLA .
Definiz: Sost. femm. Nebbia poco folta, Nebbia piuttosto leggiera.

202) Dizion. 5° Ed. .
NEBBIETTA.
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pag.71

NEBBIETTA.
Definiz: Diminut. di Nebbia. Nebbia tenue e di poca durata. –
Esempio: Martin. T. V. 16, 61 Not.: La vostra bontà è per così dir momentanea, ella è come una di quelle nebbiette che appariscono sul mattino.

203) Dizion. 5° Ed. .
NOTOMIZZATO.
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pag.239

NOTOMIZZATO.
Definiz: Partic. pass. di Notomizzare. –
Esempio: Red. Osserv. Anim. viv. 4: Per appunto Gherardo Biasio descrive il polmone del serpente, da esso notomizzato, nella quinta parte della sua Notomia degli animali bruti.
Esempio: Magal. Lett. fam. 2, 88: Ci vuol l'esperienza, è vero, ma un'esperienza accompagnata e notomizzata da una profonda riflessione.
Esempio: Targ. Farf. 17: Quelli [emerobj] del Reno e Wahel, descritti e notomizzati con tutta esattezza, e meglio di qualunque altro, da Gio. Swammerdam.

204) Dizion. 5° Ed. .
NOTORIAMENTE
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pag.239

NOTORIAMENTE.
Definiz: Avverb. In modo notorio, Manifestamente. –
Esempio: Stat. Part. Guelf. 18: S'elegga..., uno buono e leale popolare..., veramente e notoriamente guelfo, in camarlingo.
Esempio: Passav. Specch. Penit. 95: Altrimenti non le de' dare la comunione, s'ella fu notoriamente e palesemente scomunicata.
Esempio: Guicc. Stor. 4, 40: La quale promessa per contenere il fatto del terzo era notoriamente, quanto all'effetto dell'obbligare, o sè, o altri, invalida.
Esempio: De Luc. Dott. volg. 15, 1, 513: Onde abbiamo che la suddetta altra regola..., si limita quando si tratta di sentenza chiaramente nulla, overamente che sia notoriamente ingiusta.

205) Dizion. 5° Ed. .
NOTORIETÀ.
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pag.239

NOTORIETÀ.
Definiz: Sost. femm. Astratto di Notorio. L'esser notorio, L'essere pubblicamente, o generalmente, noto. –
Esempio: De Luc. Dott. volg. 5, 1, 112: Che però in quelle parti, nelle quali si vive con la più volte accennata opinione più larga, sopra la notorietà degli altri requisiti dell'interesse del lucro cessante, o del danno emergente,... l'effetto è l'istesso.
Esempio: E De Luc. Dott. volg. 15, 1, 513: Questa (sentenza) deve essere di quella notorietà che si è accennata nel capitolo antecedente.
Esempio: Ner. P. Prezz. Monet. 69: Ma la notorietà di questo fatto, spero che mi risparmierà la pena di estendermi sopra un affare, di cui le antiche, e moderne querele pur troppo attestano.
Esempio: Giobert. Rinnov. 2, 397: A quelli che dicono il concorso di molti e la notorietà delle deliberazioni servire al pubblico di guarentigia e di tirocinio, si può rispondere che essi frantendono l'indole propria della polizia moderna.
Esempio: Capp. Scritt. 1, 109: Col dichiarare la notorietà della legge longobarda, quae apertissima (così per certo e non aptissima) et poene omnibus nota est, voleva togliersi a quei notari la scusa dell'ignoranza.

206) Dizion. 5° Ed. .
NOTORIO.
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pag.239

NOTORIO.
Definiz: Add. Noto, Conosciuto, pubblicamente, o generalmente.
Dal lat. notorius. –
Esempio: Ceff. Dicer. 20: La quale cosa è notoria a tutti li paesani.
Esempio: Vill. G. 126: Avemo sì lungamente parlato sopra questa materia, perchè sia notorio a ciascuno il cominciamento di tanta guerra.
Esempio: Guicc. Stor. 4, 66: Essendo notorio che e' non avevano inclinazione alla guerra, se non quando non avevano speranza dell'accordo, pareva verisimile che ec.
Esempio: Cas. Pros. 3, 64: Non si lasciò per la parte imperiale alcuna cosa per opporsi e impedire, che Sua Santità non fosse fatto Papa, come è notorio e come sa V. S.
Esempio: Bald. Vit. Feder. 2, 22: Quando io vi provi il contrario, tenete lui per quello, che vi pare da tenersi un uomo, che parli contro la verità notoria e manifesta.
Esempio: Pallav. Lett. 1, 148: Contro a che è buona difesa il dire, ch'egli ha proceduto come in cosa notoria di fatto permanente; ed ha provati i due estremi necessarj del notorio, cioè ec.
Esempio: Fag. Comm. 3, 287: Che difese ha egli a avere, quando l'attentato commesso nella mia persona è visibile, pubblico, e notorio?
Esempio: Giobert. Primat. Proleg. 426: E per dire una sola parola dei fatti morali meglio notorj, chi non ha avuto qualche esperienza ec.?
Definiz: § I. Si usò per semplicemente Noto. –
Esempio: Buson. Gubb. Ament. Cicil. 122: E però vogliamo che 'l diserto paese (che siamo certi che a te è notorio) ricoveri col senno tuo e con la ricchezza della nostra realità.
Esempio: Pucc. A. Centil. 18, 29: E questo fu il tenor della sentenza: Che.... Ciaschedun fosse menato in persona Nella piazza notoria e manifesta. Appresso dove il Carmino sermona.
Definiz: § II. Arte notoria, si chiamò un Libro del medio evo, il quale veniva spacciato come di origine divina, e per mezzo del quale pretendevasi che si potesse acquistare prontamente la scienza di tutte le cose; e si usò anche figuratam. a denotare Tutti insieme gl'insegnamenti contenuti in esso libro. –
Esempio: Fr. Giord. Pred. ined. 156: Ancora tutti quelli il chiamano (il demonio) palese, che.... studiano in nigromanzia e in geomanzia, e in queste male arti. E altresì sono quelli che studiano in quella altra mala arte, che si chiama arte notoria.
Esempio: Passav. Specch. Penit. 250: D'un'altra cosa falsamente si gloriano [i malefìci]; e quest'è, che a loro richesta (richiesta) il maestro loro insegna qualunque scienzia di subito a qualunque grosso uomo, osservando egli certe regole dell'arte; e di ciò hanno scritto uno libro che si chiama l'arte notoria; della quale pruova santo Tommaso che è interdetta e vietata, come gli altri libri magici e diabolici; imperocchè contiene caratteri e figure de' patti taciti col diavolo.
Esempio: E Passav. Specch. Penit. appr.: Anche pruova san Tommaso, che quella arte notoria non ha efficacia veruna; conciossiacosachè la potenzia del diavolo non si stenda a potere illuminare lo 'ntelletto dell'uomo, che (lo che) sarebbe di bisogno in quello subito apparar fuori del modo usato e naturale all'uomo.

207) Dizion. 5° Ed. .
NOTTAMBULISMO.
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pag.239

NOTTAMBULISMO.
Definiz: Sost. masc. Condizione di nottambulo, cioè sonnambulo; ed altresì Infermità inerente a tal condizione.

208) Dizion. 5° Ed. .
NOTTAMBULO.
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pag.239

NOTTAMBULO.
Definiz: Add. Che ha la malattia di camminare ed agire dormendo e sognando: comunemente Sonnambulo. E più spesso si usa in forza di Sost. in ambedue i generi.
Dal lat. nocte o noctu e ambulare.
Definiz: § Nottambulo dicesi scherzevolmente di chi abbia l'abitudine d'andar in giro, per suoi proprj fini, la notte.

209) Dizion. 5° Ed. .
NOTTANTE.
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pag.239

NOTTANTE.
Definiz: Sost. d'ambedue i generi. Quegli, o Quella, che veglia le notti ai malati gravi, o agl'infermi bisognosi di particolare assistenza; Chi fa nottata presso di essi.

210) Dizion. 5° Ed. .
NOTTATA
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pag.239

NOTTATA.
Definiz: Sost. femm. Tutto lo spazio d'una notte, La durata d'una notte. –
Esempio: Saccent. Rim. 2, 28: V'è il casin per chi ha gusto alla primiera, All'ombre, alle minchiate e ad altri giuochi, Da consumarvi la nottata intera.
Esempio: Nell. Iac. Gelos. 1, 9: Un certo innamorato ch' io conosco, passa le nottate intere a diacer (giacer) sulla soglia della porta della sua amata.
Esempio: Panant. Poet. Teatr. 71: Quegli uomini starebber le nottate Al bagordo, ed a far giocaccio grosso.
Definiz: § I. Parlandosi d'infermi, e con gli aggiunti Buona, Tranquilla, ovvero Cattiva, Agitata, e simili, si usa a denotare il modo com'essi hanno passato quel tempo, rispetto alle condizioni della loro salute.
Definiz: § II. Far nottata, vale Passare tutta intera la notte facendo ciò che è espresso dal contesto. E Far nottata ad un infermo, vale Assisterlo per lo spazio di una notte.

211) Dizion. 5° Ed. .
NOTTE.
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pag.239

NOTTE.
Definiz: Sost. femm. Quello spazio di tempo, durante il quale il Sole sta sotto l'orizzonte; e propriamente Lo spazio di tempo che è dalla fine del crepuscolo della sera al principio del crepuscolo della mattina.
Dal lat. nox noctis. –
Esempio: Dant. Inf. 24: In quella parte del giovinetto anno, Che il sole i crin sotto l'Aquario tempra, E già le notti al mezzo dì sen vanno.
Esempio: E Dant. Conv. 208: Facendo del di e della notte ventiquattr'ore, talvolta ha il di le quindici ore, e la notte le nove; e talvolta ha la notte le sedici, e 'l dì le otto, secondochè cresce e scema il dì e la notte.
Esempio: Comp. Din. Cron. DL. 166, 31: Venuta la notte, la gente si cominciò a partire.
Esempio: Med. L. Op. 4, 34: Non è altro la notte che la privazione del lume del sole.
Esempio: Rinucc. F. Ricord. 258: Ricordo come oggi questo dì 25 d'aprile 1503, morì Carlo nostro fratello circa a ore 5 di notte.
Esempio: Ar. Orl. fur. 19, 102: Io non posso concederti che aggiungili Fuor ch'una notte picciola ai tua giorni.
Esempio: Car. Eneid. 3, 807: Ancor la notte, Non era al mezzo, che del suo stramazzo Surse il buon Palinuro.
Esempio: Tass. Gerus. S. 7, 45: Fra l'ombre de la notte e de gl'incanti Il vincitor no 'l segue più, nè 'l vede.
Esempio: Galil. Op. II, 236: Giorno artificiale dimandiamo quello spazio di tempo, nel qual communemente sogliono gli artefici operare, ch'è dal nascere al tramontare del sole: il qual spazio di tempo in alcune regioni è sempre uguale alla notte, ed in altre molto disuguale.
Esempio: Manfred. Elem. Cronol. 2: Ma il giorno naturale, cioè quello spazio di tempo, che abbraccia eziandio la notte.
Esempio: Parin. Poes. 132: Ecco del gioco, ecco del fasto i Genj, Che trionfanti per la notte scorrono, Per la notte, che sacra è al mio signore.
Esempio: Leopard. Paralip. 2, 5: Ivan per l'ombre della notte infide.
Definiz: § I. Riceve aggiunti, come Alto, Grande, Inoltrato, e simili, denotanti il suo procedimento, la durata, e simili. –
Esempio: Nov. ant. B. 99: Ella vuole che voi vegniate a cavallo già, quando fia notte ferma.
Esempio: Bocc. Decam. 6, 195: Le notti eran grandi, ed ella non le poteva dormir tutte, nè sola in casa vegghiare.
Esempio: Leggend. SS. M. 3, 106: Quando messer Gesù fu riposato nel munimento, e le donne furono tornate a casa, era già notte ferma.
Esempio: Sacch. Nov. 2, 146: È d'usanza de' maestri dipintori chiamare i discepoli, spezialmente di verno, quando sono le gran notti, in sul mattutino a dipignere.
Esempio: Maff. G. P. Vit. Confess. 4, 91: Talora, dalla mattina a buon'ora per infino a notte chiusa, non avea tempo di ristorare nè con cibo nè con riposo le stanche e afflitte membra.
Definiz: § II. In locuz. figur. –
Esempio: Petr. Trionf. 237: Gente, a cui si fa notte inanzi sera.
Esempio: Ar. Orl. fur. 20, 1: Saffo e Corinna, perchè furon dotte, Splendono illustri, e mai non veggon notte.
Esempio: E Ar. Orl. fur. 41, 82: Gradasso vede Orlando, e non gli pesa, Ch'a lui ne viene, e per nome l'appella. Ad esso e a Brandimarte e all'altro spera Far parer notte, e che non sia ancor sera.
Definiz: § III. Figuratam. e poeticam., per Oscurità, della notte, Tenebra notturna. –
Esempio: Dant. Inf. 31: Quivi era men che notte e men che giorno, Si che il viso m'andava innanzi poco.
Esempio: Tav. Rit. 496: Or ch'io vi veggio, il cuor è dilettoso Si come mai più fu, o viso amoroso, Lo quale fate della notte dì.
Esempio: Petr. Rim. F. 212: E que' belli occhi che i cor fanno smalti. Possenti a rischiarar abisso e notti.
Esempio: Bocc. Decam. 2, 162: Oscurissimo di nuvoli e di buia notte era il cielo.
Esempio: Ar. Orl. fur. 11, 35: Come d'oscura valle umida ascende Nube di pioggia e di tempesta pregna, Che più che cieca notte si distende Per tutto 'l mondo, e par che 'l giorno spegna; Così ec.
Esempio: Car. Eneid. 9, 636: E ciò dicendo, il dardo Vibrò di tutta forza. Egli volando Fendè la notte.
Esempio: Tass. Gerus. S. 9, 62: Venia (l'arcangelo) scotendo con l'eterne piume La caligine densa e i cupi orrori. S'indorava la notte al divin lume, Che spargea scintillando il volto fuori.
Esempio: Bart. D. Op. mor. 30, 357: Sparir le stelle, e sotto un densissimo nuvolato raddoppiarsi la notte.
Esempio: Salvin. Orf. 283: Divina luna,... corritrice Notturna..., in fonda notte Torciera, ec.
Esempio: Guadagn. Poes. 2, 147: Due ventole di seta per far notte.
Esempio: Niccol. Poes. 2, 19: A noi (agl'inquisitori di Stato) si affida Un immenso poter: molti ha segreti, Molti ha terrori; e simili alla notte, Sta la sua forza nel mistero.
Esempio: Card. Poes. 18: Profonda, solitaria, immensa notte.
Definiz: § IV. In più largo senso, per Oscurità, Tenebra profonda, da qualsiasi cagione prodotta. –
Esempio: Dant. Purg. 1: Chi v'ha guidati? o chi vi fu lucerna, Uscendo fuor della profonda notte Che sempre nera fa la valle inferna?
Esempio: E Dant. Purg. 23: Costui per la profonda Notte menato m'ha da' veri morti.
Esempio: Ar. Orl. fur. 18, 142: Stendon le nubi un tenebroso velo, Che nè sole apparir lascia nè stella.... E la notte più sempre si diffonde Sopra l'irate e formidabil onde.
Esempio: Car. Eneid. 1, 146: I nugoli che 'l cielo e 'l di velavano, La buia notte, ond'era il mar coverto, I tuoni, i lampi, ec.
Esempio: Tass. Gerus. S. 8, 66: E non fulmina il cielo? e non li inghiotte La terra entro la sua perpetua notte?
Esempio: E Tass. Gerus. S. 13, 36: Giunse un nuvol denso Che portò notte e verno; e 'l verno ancora E l'ombra dileguossi in picciol'ora.
Esempio: Marchett. Lucrez. 372: Tal, insorta di nembi orrida notte, Ne sovrastan (le nubi) squarciate.
Esempio: Bentiv. C. Teb. 1, 63: O crudi numi dell' eterna notte, Che i neri abissi, e l'alme scelerate Co' supplicj reggete ec.
Esempio: Pindem. Poes. 444: O cupe valli, o monti ermi e silvestri..., O madre de' più tristi affetti ed estri Sacra degli alti boschi eterna notte, ec.
Esempio: Leopard. Poes. 165: Così d'alto piombando, Dall'utero tonante (del Vesuvio) Scagliata al ciel profondo Di ceneri, di pomici e di sassi Notte e ruina, infusa Di bollenti ruscelli ec.
Esempio: E Leopard. Paralip. 5, 38: Come nebbia.... Che per soffio procede, e la sua notte Campi e villaggi a mano a mano inghiotte.
Definiz: § V. In locuz. figur., e figuratam. –
Esempio: Strat. Mor. S. Greg. 1, 49: Noi possiamo intendere per lo nome del giorno el lume del nostro intelletto, e per lo lume della notte le tenebre della nostra ignoranzia.
Esempio: Fosc. Poes. C. 31: Involve Tutte cose l'obblio nella sua notte.
Esempio: Tomm. Poes. 129: E.... involverà notte il pensiero?
Esempio: Zanell. Poes. 1, 44: Dal fior della scïenza amaro tosco Sugge l'audace secolo.... immensa Luce è ne' suoi pensieri, Ma la notte del cor si fa più densa.
Definiz: § VI. E in senso particolare, detto della cecità; spesso con qualche aggiunto, come Perpetua, Eterna, e simili. –
Esempio: Cavalc. Dial. S. Greg. 51: Incontanente che Fortunato fece lo segno della croce sopra gli occhi suoi, renduta la luce, fu cacciata la notte della cecitade.
Esempio: Vill. F. Vit. 46: Passati gli anni dell'infanzia, privato del vedere, cominciando a intendere la miseria della cecità, per potere con qualche sollazzo alleggerire l'orrore della perpetua notte, cominciò ec.
Esempio: Ar. Orl. fur. 33, 111: E mandò l'Angel suo tra quelle frotte, Che cento mila ne fece morire, E condannò lui di perpetua notte.
Esempio: Firenz. Pros. 2, 160: Preso un dirizzatoio d'acciaio, e fittolo per mezzo d'ambe le luci di Scannadio, lo dannò ad una perpetua notte.
Esempio: Bentiv. C. Teb. 1, 51: Edippo già, sè di sua man punendo, Gli occhi svelti dal capo, e condannata La sua vergogna ad una eterna notte, Moria vivendo d'una lunga morte.
Esempio: Tomm. Poes. 129: Chi sa se prima al sol chiuderò gli occhi, Misero, che alla vita? E notte tetra La fronte involverà.
Definiz: § VII. Si usa come indicazione di tempo, a denotare Quello nel quale, essendo notte, una cosa si fa, avviene, ricorre, oppure si farà, avverrà, ricorrerà, e simili. –
Esempio: Dant. Conv. 185: Oh quante notti furono, che gli occhi dell'altre persone chiusi dormendo si posavano, che li miei.... fisamente miravano!
Esempio: Passav. Specch. Penit. 222: Quasi sanza dormire, o con picciolo sonno, conduceva le notti.
Esempio: Petr. Trionf. 301: La notte che seguì l'orribil caso.
Esempio: Bocc. Decam. 3, 70: Innamorossi d'uno assai valoroso uomo..., tanto che qual dì nol vedeva non poteva la seguente notte senza noia passare.
Esempio: E Bocc. Decam. 7, 154: Al tuo amante le tue notti riserba, se egli avviene che tu di qui viva ti parti.
Esempio: Sacch. Nov. 2, 147: Io son vecchio, e avendo tre notti fatte, come quella che ho avuto nella passata, non ghignerei alla quarta.
Esempio: Machiav. Comm. 112: È impossibile, che la non convenga teco, e che la voglia che questa notte sia sola.
Esempio: Ar. Orl. fur. 1, 80: Le battaglie d'Albracca già vi sono Di mente uscite, e la notte ch'io fui Per la salute vostra.... Contra Agricane e tutto il campo, scudo?
Esempio: Pindem. Odiss. 1, 135: Se le notti nella cava grotta Con lei vogliosa non voglioso passa, Che altro l'eroe può?
Esempio: Manz. Prom. Spos. 710: Il cappuccino esibì di nuovo al giovine di ricoverarlo per quella notte nella sua baracca.
Esempio: Tomm. Poes. 90: La notte a lei di lagrime Empievo, a lei la vita Di tedio e di timore.
Definiz: § VIII. E con relazione a casi lieti o sfortunati, avvenuti in una notte determinata, espressa da qualche aggiunto. –
Esempio: Petr. Rim. F. 315: Ond'io vo.... ripregando te, pallida Morte, Che mi sottragghi a si penose notti. Fuggito è 'l sonno a le mie crude notti.
Esempio: Macingh. Strozz. Lett. 180: Considero che avendo auto el disagio delle male notti, e la maninconia della morte (del fratello) e dell'altre cose, che la persona tua non de' stare troppo bene.
Esempio: Machiav. Comm. 110: Come la intese, che la sua figliuola aveva avere questa buona notte senza peccato, la non restò mai di pregare ec.
Esempio: Ar. Orl. fur. 21, 48: Poi che la notte scelerata venne, Fuor trasse il mio fratei con l'arme in mano, E ec.
Esempio: Cas. Rim. 1, 36: O piume D'asprezza colme! o notti acerbe e dure!
Esempio: Tass. Gerus. S. 13, 53: A giorno reo notte più rea sue cede, E dì peggior di lei dopo lei vede.
Esempio: Alf. Trag. 2, 187: Notte! funesta, atroce, orribil notte, Presente ognora al mio pensiero! ogni anno, Oggi ha due lustri, ritornar ti veggio Vestita d'atre tenebre di sangue.
Esempio: Fiacch. Fav. 2, 101: Ad un di lieto e ridente Succeder si mirò notte d'affanno.
Definiz: § IX. E come indicative di tempo, le locuzioni La notte, Quella notte, Questa notte, Una notte, Ogni notte, Tutta la notte, Tutte le notti, Ier notte, Dimani notte, La notte innanzi, La notte dopo, La notte antecedente o seguente, e simili, acquistano valore avverbiale, e denotano Nella notte, In quella notte, In una notte o Per una notte o Durante una notte; In tutta, o Per tutta, la notte, o tutte le notti; Nella notte d'ieri o di domani, Nella notte antecedente o seguente; e simili. –
Esempio: Dant. Inf. 1: Allor fu la paura un poco queta, Che nel lago del cor m'era durata La notte ch'i' passai con tanta pietà.
Esempio: Comp. Din. Cron. DL. 168, 3: E questo seppono da uno che fu preso una notte, il quale.... andava invitando ec.
Esempio: Plut. Vit. 50: Quella notte Cato andòe al bagno, e innanzi che egli si bagnasse membrossi di Statilio, e subitamente gridò.
Esempio: Petr. Rim. F. 51: Lagrime triste, e voi tutte le notti M'accompagnate, ov'io vorrei star solo.
Esempio: E Petr. Rim. F. 315: Ov' è 'l favoleggiar d'amor le notti?
Esempio: Bocc. Decam. 7, 144: E mandolle a dire che la notte vegnente senza più indugio dovesse far quello che detto l'avea.
Esempio: Leggend. SS. M. 4, 137: Pensando ciò tutta notte, la mattina per tempo sollecitamente mi levai.
Esempio: Machiav. Art. Guerr. 373: Non mi pare avere trovato appresso agli antichi, che per guardare il campo la notte ei tenessero guardie fuora dei fossi discosto, come si usa oggi.
Esempio: Ar. Orl. fur. 18, 144: Crebbe il tempo crudel tutta la notte, Caliginosa e più scura ch'inferno.
Esempio: E Ar. Orl. fur. 46, 76: La notte inanzi avea Melissa maga Il maritale albergo apparecchiato.
Esempio: Car. Eneid. 1, 1067: Di Giunon l'insidie Che da pensare e da vegghiar le danno Tutte le notti.
Esempio: Galil. Op. Cart. XII, 293: Mi obbligherò.... di dare ogn'anno al tempo debito l'effemeride degli aspetti di queste stelle.... onde ogni notte ed in ogni luogo si possa conoscer la longitudine.
Esempio: Buonarr. Fier. 4, 1, 1: Chi vago è d'andar fuor..., come siam noi, Tutta quanta la notte, S'incontra ec.
Esempio: Lipp. Malm. 1, 74: Ed io da voi frattanto mi discosto, Nè questa notte farò più ritorno.
Esempio: Leopard. Poes. 1, 164: Sovente in queste piagge.... Seggo la notte.
Definiz: § X. E nelle medesime locuzioni, usata sia in correlazione, sia in contrapposizione di Giorno. –
Esempio: Dant. Parad. 13: Immagini quel carro a cui il seno Basta del nostro cielo e notte e giorno, Sì ch'al volger del temo non vien meno.
Esempio: E Dant. Parad. Conv. 85: Ciascuna cosa, che da perverso ordine procede, è laboriosa, e per conseguente è amara e non dolce; siccome dormire il dì e vegghiare la notte, e andar indietro e non innanzi.
Esempio: Bocchin. Ricord. 14: Entrammo la mattina in Bologna. E quivi ci stemmo il dì e la notte.... e la mattina seguente ec.
Esempio: Ar. Orl. fur. 3, 53: E quante volte uscirà giorno o notte Col suo popol fedel fuor de la terra, Tante sconfitte e memorabil rotte Darà a' nimici o per acqua o per terra.
Esempio: Varch. Sen. Benef. 86: Ha [un'abitazione] il tetto, il quale altramente luce la notte ed altramente risplende il di fra dì.
Esempio: Car. Eneid. 6, 827: A guardia de l'entrata La notte e 'l giorno vigilando assisa sta la fiera Tesifone (il lat. ha: noctesque diesque).
Esempio: Tass. Gerus. S. 7, 3: Fuggì tutta la notte, e tutto il giorno Errò senza consiglio e senza guida.
Esempio: Galil. Op. Cart. Div. XIV, 39: Io mi ritrovo la notte con la travagliosa compagnia della maestra.... ed il giorno sono quasi peregrina.
Esempio: Buonarr. Fier. 1, 5, 3: Col chitarrino o col zufol tra mano, Ir pettegoleggiando notte e giorno?
Esempio: Niccol. Poes. 2, 15: E chi potrebbe rallegrar l'orrore Delle sospette sale, ove furtivo E notte e di l'inquisitor penetra?
Esempio: Manz. Prom. Spos. 218: Povero Griso! In faccende tutto il giorno, in faccende mezza la notte.
Definiz: § XI. Notte, soggiunta, senz'articolo nè preposizione, a un giorno della settimana, denota La notte dalla quale incomincia quel giorno, La notte appartenente a quel giorno. –
Esempio: Leggend. SS. M. 4, 389: Con divine laide (laude) si stava la domenica notte con loro, e poi le comunicava, e così faceva ogni domenica notte.
Esempio: Belc. F. Pros. 1, 40: Facendo detto Francesco una domenica notte disciplina.... fu subito tocco di fervore ec.
Esempio: Rinucc. F. Ricord. 259: Ricordo oggi questo dì 20 di maggio 1503, in sabato notte a ore 12, piacque allo onnipotente Iddio ec.
Esempio: E Rinucc. F. Ricord. 264: Ricordo.... questo dì martedì 29 di dicembre..., come la detta Maddalena mia donna partorì detta notte, cioè lunedì notte venendo martedì, a ore 8 1/2, il quinto figliuolo mastio (qui la parola è soggiunta al giorno precedente, ma sempre riferita a quello a cui la notte appartiene).
Definiz: § XII. E susseguita dalla indicazione d'una festività, s'intende La notte che appartiene a quella festività. –
Esempio: Maff. G. P. Vit. Confess. 3, 223: La notte di Natale, mentre egli si trova in chiesa con gli altri, aspettando i divini ufficj,... ebbe una grazia ec.
Esempio: Cecch. Comm. ined. 106: La notte Di Natale.... andando noi Alla messa, colà da San Giovanni ec.
Esempio: E Cecch. Comm. ined. 115: Eh! va', parla La notte di Befana (cioè dell'Epifania).
Definiz: § XIII. E per Figura, scolpita o dipinta, simboleggiante la notte. –
Esempio: Cellin. Pros. 97: Nella grossezza del detto ovato un partimento di otto zane, nelle quale avevo figurato la primavera, la state, lo autunno ed il verno; nelle altre quattro si era figurato l'Aurora, il Giorno, Crepusco e la Notte.
Esempio: Vasar. Vit. Pitt. 10, 352: Per mostrare le tenebre che furono nella morte del Salvatore, fece una Notte in campo nero, ritratta da quella che è nella sagrestia di San Lorenzo di mano di Michelagnolo. Ma perchè non ha quella statua altro segno che un barbagianni, Giuliano scherzando intorno alla sua pittura della Notte,... vi fece ec.
Esempio: E Vasar. Vit. Pitt. 12, 208: E che potrò io dire della Notte (di Michelangiolo), statua non rara, ma unica Credasi pure, che questa sia quella Notte, la quale oscuri tutti coloro che per alcun tempo nella scultura e nel disegno pensavano, non dico di passarlo, ma di paragonarlo giammai. Nella qual figura quella sonnolenza si scorge, che nelle imagini addormentate si vede.
Esempio: E Vasar. Vit. Pitt. appr.: Da persone dottissime furono in lode sua fatti molti versi latini e rime volgari; come questi...: La Notte, che tu vedi in sì dolci atti Dormire, fu da un Angelo scolpita In questo sasso; e, perchè dorme, ha vita; Destala, se no 'l credi, e parleratti. A' quali in persona della Notte, rispose Michelagnolo così: Grato mi è il sonno ec.
Esempio: Condiv. Vit. Buonarr. 34: Messe alla Notte, ch'è fatta in forma di donna di maravigliosa bellezza, la civetta ed altri segni a ciò accomodati; così al Giorno le sue note.
Definiz: § XIV. E per Pittura rappresentante alcun fatto successo, o alcun paese veduto, di notte, con effetti di fioca luce e di forti ombre, come si vedono di notte. –
Esempio: Bart. D. Op. mor. 23, 66: Pruova da non arrischiarvisi altro che maestri di tutta perfezione nell'arte, è il dipignere una notte buia, e in essa rappresentare alcun fatto.... Una tal notte felicemente condotta ho io veduta in Vinegia, e rappresenta il martirio di san Lorenzo, mano dell'incomparabile Tiziano.
Definiz: § XV. Con personificazione poetica si attribuiscono figuratamente alla Notte atti, atteggiamenti, parvenze, effetti, che attengono all'oscurità, al riposo, al silenzio, al decorso delle ore di sua durata, e simili. –
Esempio: Dant. Purg. 2: E la notte, che opposita a lui (al sole) cerchia, Uscìa di Gange fuor colle bilance, Che le caggion di man quando soverchia.
Esempio: E Dant. Purg. 4: Vedi ch'è tocco Meridïan dal sole e dalla riva Copre la notte già col piè Marrocco.
Esempio: E Dant. Purg. 9: E la notte de' passi, con che sale, Fatti avea duo nel loco ov'eravamo, E il terzo già chinava ingiuso lale.
Esempio: Petr. Rim. F. 172: Or che 'l ciel e la terra e 'l vento tace, E le fere e gli augelli il sonno affrena, Notte il carro stellato in giro mena, ec.
Esempio: Ar. Orl. fur. 18, 167: Quando la notte fra distanzie pari Mirava il ciel con gli occhi sonnolenti.
Esempio: E Ar. Orl. fur. 31, 94: Le lancie loro.... Eran salite in mille scheggio rotte Sin al carro stellato de la notte.
Esempio: Cas. Rim. 1, 36: O sonno, o della queta umida ombrosa Notte placido figlio; o de' mortali Egri conforto, ec.
Esempio: Car. Eneid. 2, 420: Scende da l'Oceàn la notte intanto, E col suo fosco velo involve e copre La terra e 'l cielo e de' Pelasgi insieme L'ordite insidie.
Esempio: Tass. Gerus. S. 5, 60: Ma poi, quando stendendo il fosco manto La notte in occidente il dì chiudea.... Ricovrava in disparte al padiglione.
Esempio: Buonarr. Fier. 4, 5, 31 Lic.: La notte ch'oramai par che ci copra, La notte cieca oscura, La notte infausta, e degli orrori madre, N'avvertisce ec.
Esempio: Fiacch. Fav. 1, 11: O sorgesse il sol dall'onda, O la notte in bruno ammanto, Ogni colle ed ogni sponda Echeggiava al suo bel canto.
Esempio: Mont. Poes. 1, 262: Mentre la notte, di pensier funesti E di colpe nudrice e di rimorsi, Le mute riprendea danze celesti.
Esempio: Pindem. Poes. 41: Tolte le mense, e giù dal ciel la notte Precipitando, a spirar l'aure uscimmo.
Definiz: § XVI. E usata nel plur., come titolo di libro, con un aggiunto denotante la materia, l'intendimento, l'occasione, e simili; come Notti attiche, Notti romane, Le mille e una notte, e simili. –
Esempio: Giulianell. Lett. 135: Perciò chiunque uno di quei Dranci non sia, descritti già dal dotto e grazioso vegghiatore delle notti sarmatiche, deve non ¡sposarsi tanto a' proprj sentimenti, e nelle mal concepute oppenioni ostinarsi.
Definiz: § XVII. Buona notte, vale Notte felice, lieta, passata bene; e Mala notte, vale Notte passata male, malaugurata, disgraziata, e simili; e propriamente usanti in costrutto coi verbi Avere o Dare. –
Esempio: Bocc. Decam. 2, 40: E mentre che della buona notte che colei ebbe sogghignando si ragionava, ec.
Esempio: E Bocc. Decam. 7, 150: Rinieri, sicuramente, se io ti diedi la mala notte, tu ti se' ben di me vendicato.
Esempio: Crusc. Vocab. II: Notte.... In proverbio e' non è ancora andato a letto, chi ha a aver la mala notte, che è un minacciare e pronosticare altrui male.
Definiz: § XVIII. Buona notte; Felice, o Felicissima, notte; Notte felice: sono locuzioni familiari, che si usano per saluto o per augurio, nel lasciarsi a sera tarda, sia assolutam., sia in costrutto col verbo Dare o Augurare. –
Esempio: Bocc. Decam. 3, 293: Per che, ora parendogli da dormire, comandò che con la buona notte ciascuno alla sua camera si tornasse.
Esempio: Not. Malm. 2, 826: Séguita il detto di quello Spagnuolo, che avendo manco un occhio, ed essendogli cavato l'altro, disse: Buona notte per tutto lo tempo.
Esempio: Manz. Prom. Spos. 64: Buona notte, disse tristamente Lucia a Renzo, il quale non sapeva risolverai d'andarsene. Buona notte, rispose Renzo, ancor più tristamente.
Esempio: E Manz. Prom. Spos. 292: L'oste gli diede l'aiuto richiesto; gli stese per di più la coperta addosso, e gli disse sgarbatamente: buona notte, che già quello russava.
Definiz: § XIX. Buona notte, è talora usata a mo' d'interiezione, e in senso ironico, verso chi ci abbia preparato un qualche mal tiro; che anche dicesi Addio! Bravo! e simili. –
Esempio: Cecch. Donz. 5, 4: Parendomi restare Vituperato per sempre (se questa Cosa si fusse divulgata fuori), Disegnammo tacerla, e di seguire Le nozze vostre. F. Buona notte, Lapo! Voi me la caricavi.
Definiz: § XX. Figuratam. e in ischerzo, si usa pure assolutam., e per lo più a mo' d'interiezione, a denotare che la cosa è finita, che non vi è più rimedio o riparo, che non c'è più da attendervi, che a una data cosa o persona non è più il caso di pensare, e simili. Anche nella forma Buona notte a voi, a lor signori, o simili. –
Esempio: Car. Apol. 152: Io tengo per ora che nè i vostri studj, nè i vostri ripertorj, siano tali, che meritino la prerogativa che vi avete usurpata, e se non se ne vede altro che l'opere che son fuori di vostro, a le vostre opere ed a voi, buona notte, disse il Bernia.
Esempio: Grazz. Comm. 240: Il vecchio la vuol maritar a messer Giansimone: e pure stasera vuol ch'e' venga a casa a darle l'anello. M. Dunque il mio padrone può dir buona notte, in quanto all'amor dell'Ermellina?
Esempio: Cecch. Comm. ined. 390: E' ripiglia il figliuolo, e gli dà libera La briglia; e com'egli è a questo termine, Buona notte, egli è fatto, ed ha a piangere Più il ritorno, che e' non fa l'assenzia.
Esempio: E Cecch. Comm. ined. 2, 184: Egli, ch'avea levato l'animo.... Dal comporre, negò (di far la commedia chiestagli): ma fatto pressa Da noi,... promisse, E si provò. Ma, buona notte! all'ultimo Gettato via la penna e' fogli, fece Uno inchino alle Muse, e ci licenzia.
Esempio: E Cecch. Lez. M. Bartolin. 35: E' si trovò la borsa vota, e volendo cominciare a riscuotere, buonanotte; il cassiere non si trovava, e bisognògli serrare il traffico.
Esempio: Galil. Op. Cart. Div. XIII, 423: Questo è quanto posso dir a Vostra Signoria intorno al signor Vincenzo, il quale se da dovero si mettesse a studiare, farrebbe ogni profitto; ma se la persona si comincia a disviarsi, si pol dire bona notte, e massime in Roma, che le occasioni sono infinite.
Esempio: Bracciol. Schem. 4, 48: Tirami della scure e non mi coglie, E più basso che 'l colpo era due dita, Buona notte, la festa era finita.
Esempio: Baldin. Decenn. 6, 326: Restarono (le fortificazioni) imperfette; perchè venne la pace, e buona notte. Fag. Rim. 2, 325: Di molte cose, che in mia vita Ho fatte, s' io n'avessi a dar ragione, Oh buona notte! ella saria finita.
Esempio: Giust. Vers. 215: Ricevuto il battesimo e la cresima Di vile e di furfante di tre cotte, Lo presero nel branco, e buona notte.
Esempio: Guadagn. Poes. 1, 209: Principia il core a batter forte forte, La faccia ci divien più colorita, Scottan gli orecchi qual carbone acceso.... Felicissima notte! il merlo è preso.
Definiz: § XXI. Mezza notte, lo stesso che Mezzanotte, come congiuntamente più spesso si scrive. Il punto che divide in mezzo la notte e segna il termine del giorno civile e il principio di quello successivo. E si usa spesso nelle locuzioni A mezza notte, Di mezza notte, Sulla mezza notte, e simili. –
Esempio: Passav. Specch. Penit. 37: Sentì in su l'ora della mezza notte grandi strida.
Esempio: Leggend. SS. M. 4, 406: Così parlando, quasi nella mezza notte Ismiraldo venne affinando (venne a fine, venne a morire).
Esempio: Vill. M. 104: Feciono fare comandamento a tutti i conestaboli delle masnade da cavallo e da piè, che colà da mezza notte fossono apparecchiati delle armi e de' cavalli.
Esempio: Sien. Marian. 112: E qui ci riposammo per infino a vesparo, e poi partímo, e venímo a dormire a Terra Rossa..., ed ine (ivi) stemmo per infino a mezza notte; e partímo, ed in sul levare del sole fummo in Bettania.
Esempio: Ar. Orl. fur. 8, 86: Da mezza notte tacito si parte, E non saluta ec.
Esempio: Gell. Capr. Bott. 80: Questi frati minori hanno questo costume di sonar sempre il mattutino in su la mezza notte.
Esempio: Car. Lett. fam. 2, 335: Egli è ancora fuora, e siamo all'un'ora, ed hassi ancora a scrivere. Voi sapete che è per antico vezzo l'indugiare a mezza notte; pur credo che si scriverà ad ogni modo.
Esempio: Allegr. Rim. Lett. 269: Perchè il Fontana aveva a far viaggio E dormivami presso, a mezza notte Alla camera mia picchia il suo paggio.
Esempio: Manfred. Inst. astron. 106: Il momento di tempo, in cui il Sole giunge a questo circolo (al meridiano) dicesi mezzo giorno o meriggio, anche presso gli astronomi [con tutto, che presso di essi sia il principio del giorno], e il momento in cui giunge nel semicircolo opposto mezza notte.
Definiz: § XXII. Mezza notte, si prende anche indeterminatamente a denotare la notte avanzata, il colmo della notte, il cuor della notte; spesso pure nelle maniere A mezza notte, Di mezza notte, e simili. –
Esempio: Dant. Purg. 29: Di sopra fiammeggiava il bello arnese Più chiaro assai, che luna per sereno Di mezza notte nel suo mezzo mese.
Esempio: Simint. Ovid. Metam. 2, 79: E sanza compagnia, andò per li mutoli taceri della mezza notte (il lat. ha: mediae per muta silentia noctis).
Esempio: Petr. Rim. F. 189: Passa la nave mia colma d'oblio, Per aspro mare, a mezza notte, il verno ec.
Esempio: Liv. Dec. 1, 221: Vennersene nella mezza notte a combattere le tende de' Romani (il lat. ha: tertia fere vigilia).
Esempio: Vit. Tob. 9: Tobia.... toglieva i corpi morti e nascondevagli in casa sua, e poi di mezza notte gli seppelliva.
Esempio: Ar. Orl. fur. 4, 58: Questo Lurcanio al padre l'ha accusata.... Averla a mezza notte ritrovata Trarr'un suo amante a sè sopra un verrone.
Esempio: E Ar. Orl. fur. 14, 99: E per quanti occhi il ciel le furtive opre Degli amatori a mezza notte scnopre.
Esempio: Salv. Granch. 3, 14: Anzi Se' tu che tien le mani a' latrocinj, E raccetti di mezza notte chi M'ha rubata la roba mia.
Esempio: Dav. Tac. 2, 115: A meza notte.... si levò la luna, e scoperse l'uno esercito, l'altro ingannò (il lat. ha: adulta nocte).
Esempio: Bart. D. Op. mor. 23, 66: Ivi l'occhio, non altrimenti che se di mezzodì fosse in un buio di mezza notte, va tentone cercando ec.
Esempio: Salvin. Teocr. 150: Quando l'Orsa tramonta a mezza notte, Presso Orïon volgendosi ec. (il grec. ha: μεσονύκτιον).
Definiz: § XXIII. Un'ora, o L'un'ora, di notte; e L'ora di notte, Ora di notte. –
V. Ora.
Definiz: § XXIV. Gelsomino di bella notte. –
V. Gelsomino. § III.
Definiz: § XXV. A notte, vale Essendo notte, o Al venir della notte, Al farsi notte; anche con aggiunti denotanti l'oscurità, o l'inoltrarsi delle ore notturne. –
Esempio: Leggend. SS. M. 3, 241: E non volse entrare nella città, se non la sera a notte.
Esempio: Fr. Bart. Sallust. 53: Una sera molto a notte fece richiamare li partecipi della congiurazione.
Esempio: E Fr. Bart. Sallust. 61: Catilina la sera molto a notte con poca gente andò verso l'oste di Manlio.
Esempio: Bemb. Stor. 1, 11: A gran notte la roccia di Roverè accesero, e nel primo aprir del giorno raccolti i loro arnesi, con tutta l'oste se n'andarono.
Esempio: E Bemb. Asol. 100 t.: Sì come coloro i quali, a gran notte addormentati con pensiero di levarsi la mattina per tempo, e dal sonno sopratenuti, si sognano di destarsi e di levarsi,... così noi, ec.
Esempio: Cellin. Vit. 149: Partendomi di Napoli a notte con li dinari addosso ec.
Esempio: Adr. G. B. Stor. 226: Udito il romore la sera a notte se ne tornò in Napoli.
Esempio: Ricc. S. Cat. Lett. 141: Iersera a notte ebbi la vostra gratissima.
Esempio: Dav. Tac. 2, 142: A notte scura, con gente spedita, saglie il monte in capo a' minici.
Esempio: Giust. Vers. 202: Quando per dubbio d'un'infreddatura L'etica folla a notte si rintana.
Esempio: E Giust. Vers. 326: A notte oscura, per occulta via Volsi alla tua dimora i passi erranti.
Esempio: Tomm. Poes. 26: Quando a notte entrerò, Pisa, il tuo campo Ove dormon le forti ossa degli avi Sotto la santa terra Palestina, ec.
Definiz: § XXVI. Da notte, usato a modo d'aggiunto, vale Che si adopera durante la notte; detto di camicia, berretto, cuffia, ovvero di lume o lumino, di vaso, o simili. –
Esempio: Bellin. Framm. Lett. 206: Inoltre io ho imparato a fare le cuffie, ed i cuffini da notte e da giorno per la casa e per fuori.
Definiz: § XXVII. Di notte, vale Nella notte, Nel tempo della notte, Durante la notte; ovvero Mentre che è notte, Mentre è buio, Quando è buio; anche con qualche aggiunto, come Buio, Profondo, Inoltrato, e simili. E talvolta s'intende per semplicemente Di sera. Il suo contrario è Di giorno. –
Esempio: Fr. Giord. Pred. ined. 17: Per avere una femmina vanno di notte, lascianne il mangiare, ec.
Esempio: Dant. Purg. 22: Facesti come quei che va di notte, Che porta il lume dietro, e sè non giova, Ma dopo sè fa le persone dotte.
Esempio: Petr. Rim. F. 16: Non credo che pascesse mai per selva Sì aspra fera, o di notte, o di giorno.
Esempio: Sacch. Nov. 2, 187: Era del mese di novembre, che si cena di notte.
Esempio: Legg. Band. C. 1, 162: E che ogn'uno di giorno e di notte possa andare e stare per tutto sicuro.
Esempio: Varch. Err. Giov. 14: Niuno de' Signori, sotto pena della vita, non può uscire di palazzo, non che di dì..., nè anco di notte.
Esempio: Vasar. Vit. Pitt. 10, 274: Era costume della città di Fiorenza fare quasi ogni anno per la festa di San Giovanni Battista in sulla piazza principale, la sera di notte una girandola.
Esempio: Galil. Op. VII, 101: Se voi paragonerete il piccolo corpicello.... della Canicola, veduto di giorno col telescopio,... col medesimo veduto di notte coll'occhio libero, ec.
Esempio: Rondin. F. Relaz. 151: Fu ordinato che gli infetti si sacramentassero di notte.
Esempio: Lipp. Malm. 3, 53: Potea di notte, quanto a mezzo giorno, Andar sicura ec.
Esempio: Fiacch. Fav. 2, 44: Una scimia ed un cane in vaga stanza Stavan di notte a lume di lucerna Vegliando.
Esempio: Giust. Vers. 83: Quando di notte per la via maestra, Il Duo teco vociando e la romanza, Prendea diletto di ec.
Definiz: § XXVIII. E Di notte un pezzo, o Un pezzo fra notte, si disse per A notte inoltrata. –
Esempio: Sacch. Nov. 2, 288: Quando fu un pezzo fra notte, un lupo, passando, ebbe sentore di questo asino.
Esempio: Grazz. Comm. 305: Riccardo non ha sì tosto pinto giù il boccone ch'egli esce fuori, nè torna mai se non di notte un pezzo.
Definiz: § XXIX. Di notte tempo, e Notte tempo, posti avverbialmente, che anche si scrivono congiuntamente Di nottetempo e Nottetempo, valgono Nel tempo della notte, In tempo di notte, Di notte. –
Esempio: Giamb. Tratt. mor. 349: Di notte tempo si levòe molto celatamente, e andòe nel campo delle battaglie,... e fevvi una grande fossa ec.
Esempio: Vill. G. 165: Menò (il Podestà) gli Aretini, e di notte tempo con iscale, ed entrarono in Cortona.
Esempio: Passav. Specch. Penit. 167: E venendo di notte tempo alla cella di costui, cominciò ec.
Esempio: Stor. Aiolf. 1, 217: Uno corsare di mare immaginò che 'l tesoro del re fosse in quella torre ch'era in mare, e di notte tempo v'andò con una galea armata.
Esempio: Bemb. Stor. 68: Egli con costoro sopra una galea salito di notte tempo fu al Zonchio, ed uscitone con essi tacitamente, nella casa del suo amico.... sè ed i suoi nascose.
Esempio: Buonarr. Fier. 2, 4, 20: Questo, siccome tali altri epigrammi, Fu fatto notte tempo Da qualche bello umor celatamente.
Esempio: E Buonarr. Fier. 5, 1, 1: E.... Traportar alterati, ond'alto e basso Notte tempo il palazzo ne risuoni.
Esempio: Lipp. Malm. 1, 70: Scrive un viglietto poi segretamente Ad un compagno suo capobandito, Dicendo che.... Di notte tempo meni la sua gente A Rimaggio ec.
Esempio: Corsin. Stor. Mess. trad. 708: Mandò di notte tempo, e alla sfilata sei brigantini a imboscarsi in un altro canneto.
Esempio: Not. Malm. 1, 110: Di notte tempo. Maniera usata da noi, in vece di dire In tempo di notte, che i Latini averebbero detto noctis tempore.
Esempio: Riccat. I. Op. 3, 294: Usciti noi di notte tempo da una camera ben illuminata all'aria poco meno che oscura e tenebrosa, restiamo ec.
Definiz: § XXX. Di prima notte, vale Nelle prime ore della notte, Sul cominciar della notte. –
Esempio: Dant. Purg. 5: Vapori accesi non vid'io si tosto Di prima notte mai fender sereno.
Esempio: But. Comm. Dant. 2, 107: Di prima notte; cioè da sera.
Definiz: § XXXI. Fra dì e notte, vale Quando comincia a farsi buio. –
Esempio: Ambr. Furt. 5, 3: Gismondo.... mi ha fidata la chiave del fondaco del suo fratello, acciocchè io ne cavi stasera fra di e notte un certo maestro Cornelio, che da lui vi fu oggi dentro racchiuso.
Definiz: § XXXII. Giorno e notte, Dì e notte, o Di giorno e di notte, Di dì e di notte, o simili, sono maniere avverbiali di tempo, che valgono Continuamente, Sempre; e pel contrario Nè giorno nè notte, vale In nessun tempo, Mai. –
Esempio: Dant. Purg. 6: Vieni a veder la tua Roma che piagne, Vedova, sola, e dì e notte chiama: Cesare mio, perchè non m'accompagne?
Esempio: E Dant. Purg. 21: Ma perchè lei che dì e notte fila, Non gli avea tratta ancora la conocchia ec.
Esempio: Ugurg. Eneid. 202: E Tesifone..., sempre vegghiando, guarda la porta di dì e di notte.
Esempio: Petr. Rim. F. 256: Dovunque io son, di e notte si sospira.
Esempio: Ar. Orl. fur. 13, 9: Se sai che cosa è amor, ben sai che mesta Restai, di lui pensando notte e giorno.
Esempio: Det. Lett. 400: Travagliato da una solenne rogna, che per sei mesi non m'ha lasciato mai aver bene nè dì nè notte.
Esempio: Lipp. Malm. 4, 11: Perchè, giocando sempre giorno e notte, Farebbe a perder colle tasche rotte.
Esempio: Red. Lett. 1, 46: Intorno al Vocabolario della Crusca si lavora giornalmente; ma il lavoro vuol esser lungo e poi lungo. Il signor Dati lavora giorno e notte con premura ansiosa, ed io non mi sto con le mani a cintola.
Esempio: E Red. Lett. 182: La sera avanti fu a casa mia, ma io non vi era, perchè mi trovava in palazzo, di dove non mi partiva nè giorno nè notte.
Esempio: Bott. Stor. ltal. 2, 22: Principe, che avrebbe avuto in sè tutte le parti, che in un reggitore di popoli si possono desiderare, se non fosse stata quella smania di guerra, che notte e di il tormentava.
Definiz: § XXXIII. In tempo di notte, A tempo di notte, avverbialm. valgono Mentre è notte, Essendo notte; comunemente Notte tempo o Di notte tempo. –
Esempio: Stat. Pot. Fir. 3, 100: Neuna persona, di qualunque condizione sia, ardisca o presumisca per le cittade di Firenze in tempo di notte.... andare con cornamuse, trombe, o alcuno instrumento, o con alcuna altra generazione di suoni musichi o con cantatori, o sonando disonestamente cantando o mattinando ec.
Esempio: Uff. Cast. Fort. Fir. 55 t.: Che sian tenuti continuamente fare e far fare due guardie alla porta del detto castello a tempo di notte.
Definiz: § XXXIV. Per notte, si disse, con maniera latina, per lo stesso che Di notte. –
Esempio: Giamb. Vegez. 165: Per notte, sotto le mura fanno una via sotterra, e vengono a quello luogo ove la torre il seguente die dee venire, e stando dentro cavano di sotto ec.
Esempio: Scarp. Serm. S. Ag. 21: Ci dobbiamo accompagnare con gli agnoli a lodare Iddio per di, e per notte.
Definiz: § XXXV. Campanuzzo della notte, e Destatoio della notte. –
V. Campanuzzo, § III; Destatoio, § II.
Definiz: § XXXVI. Guardia di notte, dicesi Colui che per pubblico ufficio, o per professione comecchessia remunerata, vigila durante la notte alla sicurezza delle case, delle botteghe ec., perlustrando le vie.
Definiz: § XXXVII. Ufiziali di notte, fu titolo di Magistrato che, mediante la vigilanza di Guardie di notte, curavano il buon ordine e il buon costume durante la notte. –
Esempio: Ammir. Stor. 2, 1079: In Firenze, avendosi sempre più cura al viver politico e cristiano, dal quale depende il ben essere di tutti, furono rinnovate le pene contro a' giucatori di giuochi proibiti.... E per sradicare del tutto l'enorme vizio della sodomia, fu eretto un magistrato chiamato i sei ufiziali di notte.
Definiz: § XXXVIII. Esser notte, Esser di notte, vale Essere tempo di notte; e Farsi, o Fare, notte, o la notte, che anche si disse Venire verso la notte, valgono Incominciare ad esser notte, Annottare. Talvolta anche con qualche aggiunto qualificativo. –
Esempio: Nov. ant. B. 99: Ella vuole che voi vegniate a cavallo già, quando fia notte ferma.
Esempio: Comp. Din. Cron. DL. 166, 10: E' viene verso la notte: non penate, mandate per le vicherie; e domattina all'alba pugnate contro a' vostri adversari.
Esempio: E Comp. Din. Cron. DL. 24: I Signori, non usi a guerra, occupati da molti che voleano esser uditi: e in poco stante si fe' notte.
Esempio: Leggend. SS. M. 3, 106: Ora mi penso che la sera, quando messer Gesù fu riposto nel munimento, e le donne furono tornate a casa, era già notte ferma.
Esempio: Cell. G. Lett. 45: E però.... avvediti a buon'otta, innanzi che notte si faccia, nella quale nulla potrai operare. Mentre che 'l sole t'allumina, cammina verso da Dio (qui in locuz. figur.).
Esempio: Firenz. Pros. 2, 44: Dopo le quali parole, per ammonimento del mio famiglio, il quale mi fece intendere ch'egli era alta notte, assai ben pien di vino mi rizzai da tavola.
Esempio: Adr. M. Plut. Vit. 4, 339: Dimorò alquanto in sala con alcuni da lui al convito invitati, e già essendo notte bruna si levò da mensa.
Esempio: Galil. Op. Cart. Div. XIV, 45: Perchè ho gran sonno, non dirò altro, se non che ne vo al letto per cavarmelo, essendo assai notte.
Esempio: Forteguerr. Terenz. 124: Portano seco e vesti ed oro, E si fa notte, e non sanno la via.
Esempio: Cesar. Fatt. Ap. 1, 341: Sedato il tumulto, come si fu fatto notte, i fratelli di celato mandarono Sila e Paolo a Berea.
Esempio: Manz. Prom. Spos. 122: Renzo avrebbe voluto prolungare il discorso.... ma era già notte.
Esempio: E Manz. Prom. Spos. 136: Arrivarono alla casetta di Lucia, ch'era già notte.
Definiz: § XXXIX. Fare di notte, o della notte, giorno, vale Vegliare tutta la notte; come, pel contrario, Fare di giorno, o del giorno, notte, vale Dormire per molto spazio del giorno. Per lo più, con allusione ad abuso, lavoro straordinario, strapazzi, disordini, e simili. –
Esempio: Benciv. Esp. Patern. volg. R. 27: Guastano lor tempo ed il bistornano, quand'elle fanno della notte giorno, e del giorno notte.
Definiz: § XL. In una notte nasce il fungo. –
V. Fango, § XIX.
Definiz: § XLI. La notte dà, o darà, consiglio; si dice in modo proverbiale, per differire al giorno seguente la deliberazione di cosa che voglia essere maturamente ponderata; e anche per significare, che è prudente non prender subito una deliberazione. E a questa locuzione proverbiale attengono altre sentenze consimili. –
Esempio: Fior. Virt. 71: La notte fu fatta per pensare quello che l'uomo debba fare il dì.

212) Dizion. 5° Ed. .
NOTTETEMPO, scritto congiuntamente, e DI NOTTETEMPO
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pag.240

NOTTETEMPO, scritto congiuntamente, e DI NOTTETEMPO.
Definiz: Avverb. e Maniera avverbiale. Lo stesso che Notte tempo e Di notte tempo. Nel tempo della notte, In tempo di notte, Di notte. –
Esempio: Crusc. Vocab. I: Nottetempo. Nel tempo della notte.
Esempio: Cesar. Vit. Crist. 1, 306: Si condusse a lui nottetempo (forse per non essere notato da' suoi colleghi.... e forse per aver più agio da conferir seco le cose che voleva sapere), e gli disse così: Maestro, ec.
Esempio: Bott. Stor. Ital. 4, 346: Cinque mila Napolitani.... partivano di nottetempo dalle vicinanze di Reggio e di Pentimela, e s'avviavano alla volta di Sicilia.
Esempio: Giust. Vers. 228: E poi tutti si trovino al lavoro Di nottetempo là dopo le dieci.

213) Dizion. 5° Ed. .
NOTTIVAGO
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pag.240

NOTTIVAGO.
Definiz: Add. Che vaga, Che va attorno, di notte; anche figuratam; ma non userebbesi che in poesia.
Dal lat. noctivagus. –
Esempio: Ugurg. Eneid. 328: Già era partito il di dal cielo e l'alma Febe teneva il mezzo del cielo con lo carro nottivago.
Esempio: Buonarr. Fier. 4, 1, 1: Io ho tanti Anni di questa nottivaga vita, Che tutti gli andamenti Possibil mi son piani.
Esempio: Salvin. Annot. Fier. 467: Nottivaga, vagante la notte.
Esempio: Pindem. Poes. 357: Ei, che non vede Nella luna nottivaga, e del nostro Fidia nel Perseo, che una lampa e un sasso.

214) Dizion. 5° Ed. .
NOTTIVORO
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pag.240

NOTTIVORO.
Definiz: Add. Che divora, Che rode, di notte: detto di topo. Voce d'uso poetico. –
Esempio: Salvin. Nicandr. 70: Pur non così, ficcando il dente (il dragone), affligge,... Chè nella pelle il morso, qual di topo Nottivoro, rassembra fiacco e poco, Insanguinato solo il sottil dente (il grec. ha: νυχηβόρος).

215) Dizion. 5° Ed. .
NOTTOLA
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pag.240

NOTTOLA.
Definiz: Sost. femm. Uccello silvano notturno, con capo largo e piatto, e bocca assai dilatabile che tiene aperta volando, e penne bigie o cenerine macchiettate di nero. Si chiama anche Nottolone, Fottivento, Succiacapre; ed è il caprimulgus europaeus dei Naturalisti.
Dal lat. noctua, Civetta. –
Esempio: Red. Anguill. 23: La nottola, che è un picciolo uccelletto che, quando è ben in carne e ben grasso, al più al più arriva al peso di due once e mezzo, ha gl'intestini ciechi lunghi quattro dita traverse.
Definiz: § I. E conforme al significato della parola latina, si usò per Civetta. –
Esempio: Bibb. N. 1, 501: Lo struzzo e la nottola, il laro e il sparviero..., il bubone ec.
Esempio: E Bibb. N. 2, 275: E lo struzzo, la nottola e uno uccello che si chiama laro ec. (in ambedue gli esempj il lat. ha: noctua).
Definiz: § II. Quindi la maniera proverbiale dei Greci e dei Latini, comune anche oggi, Portar nottole ad Atene, che si dice anche Portar civette ad Atene, e vale Portar cosa in un luogo dove n'è grande abbondanza, e con ciò far cosa superflua. –
Esempio: Ar. Orl. fur. 40, 1: E raccontarlo a voi (il conflitto navale) mi parria quasi.... Portar, come si dice, a Samo vasi, Nottole a Atene, e crocodili a Egitto: Che quanto per udita io ve ne parlo, Signor, miraste, e feste altrui mirarlo.
Esempio: Guadagn. Poes. 2, 19: Sarebbe un portar nottole ad Atene Il raccontare a lei le rarità. Ed i pregi di Roma.
Definiz: § III. Si usò pure a denotare in modo indeterminato Uccello notturno e di rapina, come il barbagianni, il gufo, l'assiuolo, e simili. –
Esempio: Bibb. N. 5, 435: Son fatto simile al pellicano della solitudine; fatto sono come nottola nella casa (il lat. ha: nycticorax).
Esempio: Sacch. Rim. G. 18 t.: Per la pecunia, dove sempre attendono, Pruovan che di meriggio volin nottole.
Esempio: Sannazz. Arcad. 7: Per queste oscure grottole Filomena nè Progne vi si vedono: Ma meste strigi ed importune nottole.
Esempio: Rucell. Or. Dial. 14, 5, 78: Che fallo commette la ragione, se a sembianza di nottola, la volontà mal consigliata da' sensi ama le tenebre, e da sua luce rifugge?
Esempio: Bart. D. Ghiacc. 6: L'arroganza e la matta prosontuosità de' nostri ingegni, arditi per sin talvolta di.... mettersi dentro alle più intime e segrete cose della divinità..., esaminando con occhi e pupille di nottole e di gufi la dirittura de' raggi di quella infinita luce, in cui ec. (qui figuratam.).
Esempio: E Bart. D. Op. mor. 28, 1, Introd.: Chè se le nottole avessero occhi con che mirar fiso nel sole, nottole non sarebbon, ma aquile.
Esempio: Red. Osserv. Anim. viv. 148: Tutti gli uccelli di rapina o grandi o piccoli che sieno, eccettuatone i barbagianni, i gufi, le strigi o nottole, ed altri rapaci notturni, ec.
Esempio: Salvin. Disc. 1, 203: In voi non regna poca cognizione o pratica delle medesime lettere, o maligna e invidiosa indiscretezza, che vi faccia abborrire in altri quel che non aveste per voi, che, come nottole, alla luce delle lettere v'abbagliaste.
Esempio: Martin. T. V. 11, 120 Not.: Al corvo notturno nel suo tristo albergo. Ho tradotto secondo la significazione della voce greca nycticorax. Alcuni dicono, che è la nottola, altri il cuculo ec. Si sa, che questi uccelli notturni abitano traile rovine delle case.
Definiz: § IV. E conforme al significato che ha tuttavia in alcuni vernacoli, si usò per Pipistrello; che anche si disse, come oggi pure si dice in certi luoghi, Nottolo. –
Esempio: Anguill. Ovid. Metam. 4, 297: L'augel tutto è come un passer grande, Di cartilagine ha le deformi ali, E quelle senza piume all' aria spande.... Compare al buio e case abita e grotte E nottola vien detta dalla notte.
Esempio: Vasar. Vit. Pitt. 7, 16: Portò.... Lionardo.... ad una sua stanza.... lucertole, ramarri, grilli, serpe, farfalle, locuste, nottole ed altre strane spezie di simili animali, dalla moltitudine de' quali variamente adattata insieme, cavò uno animalaccio ec.
Esempio: Crusc. Vocab. III e IV: Nottola.... per Vipistrello.
Definiz: § V. Nottola, è anche nome di Serratura, per lo più di legno, a modo di saliscendi, che imperniata nell'imposta cala sul monachetto, e così chiude uscio o finestra a cui sia applicata. Forse detta così dall'uso notturno di sicurezza a cui più specialmente serve, con allusione anche alla Nottola, animale notturno, per certa somiglianza di forma della sua estremità col capo di essa. –
Esempio: Uff. Cast. Fort. Fir. 11 t.: Uno ferro da mulino e una nottola di ferro.
Esempio: Sacch. Rim. G. 18 t.: Egli è sì pieno il mondo già di frottole Per molti, in cui le leggi più s'apprendono, Che que' che han ragion e non ispendono, Sonci per men che a gran porta nottole.
Esempio: Med. L. Canz. ball. 31: La nottola m'alzò col coltellino.
Esempio: Firenz. Pros. 2, 54: Abbi, ti priego tanta pazienzia, ch'io serri la porta della camera.... E detto questo, messa la nottola nell'uscio, e puntellatolo molto bene, da me se ne ritornò.
Esempio: Ambr. Bern. 4, 4: L'ho serrato drento nella camera Terrena, e le finestre ho tutte a nottola Suggellate.
Esempio: Cecch. Comm. ined. 1, 137: Trotta via nell'anticamera, E mette tanto di nottola all'uscio.
Esempio: E Cecch. Comm. ined. 296: Che volete, messere? N. È messo il pèstio (il catenaccio: parla un Senese) Alla porta di là? R. Ser sì, e la nottola E la stanga.
Definiz: § VI. E per Chiave del mezzule. –
V. Chiave, § XVI.
216) Dizion. 5° Ed. .
NOTTOLINA
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pag.246

NOTTOLINA.
Definiz: Diminut. di Nottola. Piccola nottola.
Definiz: § Per similit. di serratura, detto di lavoro d'oreficeria, a significare Piccolo congegno che chiuda e congiunga. –
Esempio: Cellin. Pros. 94: E così io feci alla sopradetta mia opera (al bottone del piviale pel Papa), e di poi le fermai le gioie ai suoi luoghi, e con vite e con nottolino, e con altre appartenenze fortissime; e di più gli commessi il sno bel fondo tanto forte, come se fussi stato saldo.

217) Dizion. 5° Ed. .
NOTTOLINO
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pag.246

NOTTOLINO.
Definiz: Sost. masc. Forma diminutiva di Nottola. Piccola nottola, nel senso di Serratura. –
Esempio: Allor. A. Gap. 274: E 'ntanto io detti in uno sportellino, Che l'armario chiudea, ond'ei s'aperse, Che dovette girarsi il nottolino.
Definiz: § I. Per similit., Specie di bottone, per lo più bislungo, o Checchè altro serva a fermare, o chiudere, vestimento o parte di esso. –
Esempio: Ricc. S. Cat. Lett. 168: Mandovi.... un paio di calcetti, acciò veggiate non vi mancheranno. E se fussino per frati, non arebbano i nottolini.
Esempio: Bracciol. Schern. 5, 7: Sopra 'l petto l'affibbia (la zimarra) un nottolino, Che passa fuor per un occhiello rotto, E glie la cinge all'uno e l'altro fianco Una coreggia di sugatto bianco.
Definiz: § II. Nottolino, per una certa similit. e scherzevolmente si dice Quella prominenza o risalto esterno del gorgozzule, che più comunemente si chiama Pomo d'Adamo. –
Esempio: Lipp. Malm. 3, 55: Se.... alcun ribello Si scuopre, facil sia farlo prigione; Acciò sul letto poi di Balocchino Se gli faccia serrare il nottolino.
Esempio: Fag. Rim. 2, 338: Il collare alla gola accomodarsi, Strignendo e soffogando il nottolino.
Esempio: E Fag. Rim. 4, 176: Teneva al petto il capo chino.... Non rispondeva a riverenza, a inchino..., Del gozzo avea serrato il nottolino.
Esempio: Not. Malm. 1, 284: Il nottolino è il capo della trachea o asperarteria, che è quella parte di quel canale, che fa apparire come un nocciolo nel mezzo del collo dalla parte d'avanti.... che volgarmente si chiama il Pomo d'Adamo.
Definiz: § III. Far d'una trave un nottolino; si dice in proverbio di Chi non sa valersi convenientemente della materia, legno, pietra, ferro o altro, che ha da lavorare, e la riduce, cincischiandola, da molto grande a troppo piccol volume.

218) Dizion. 5° Ed. .
NOTTOLONE
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NOTTOLONE.
Definiz: Sost. masc. Forma accrescitiva di Nottola. Lo stesso che Nottola o Succiacapre; ed è più frequente nell'uso.
Definiz: § E con significato indeterminato, Uccello notturno e rapace. –
Esempio: Fag. Rim. 3, 192: Volava un nottolone affumicato, Ch' avea d' ogni libidine desio, E a custodir colombe era a lui dato.

219) Dizion. 5° Ed. .
NOTTURNALE
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NOTTURNALE.
Definiz: Add. Term. di Liturgia. Di notturno, Appartenente al notturno. Aggiunto delle Lezioni dell'uffizio che si recitano in quella parte del mattutino che si dice Notturno. –
Esempio: Cerracch. Dubb. Rubr. 2, 357: In questa messa si leggono due lezioni: la prima delle quali, che si canta come appunto le notturnali, cioè in tuono declinante, significa il Vecchio Testamento: e l'altra, che si legge nel tuono comune, cioè ascendente, dell'Epistola, significa il Nuovo.
Esempio: Targ. Viagg. 12, 38: E massime l'arcidiacono, a cui spettava il diritto di cominciare nelle feste i divini ufizj, di benedire in voce i lettori delle lezioni notturnali e di recitar ancora ec.