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Volume 9 - Dizionario 5° Ed.
40) Dizion. 5° Ed. .
LANGUIDISSIMO
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pag.66

LANGUIDISSIMO.
Definiz: Superlat. di Languido. –
Esempio: Galil. Op. VI, 324: Languidissimo veramente è cotal discorso, perchè ec.
Esempio: E Galil. Op. VII, 366: La vivacità dello splendor di Venere era incomparabilmente maggiore della luce languidissima di Giove.
Esempio: E Galil. Comm. ep. 1, 154: Molto più languido è il lume di Giove..., languidissimo e fosco quello di Saturno.
Esempio: Adim. L. Pros. sacr. 81: Terminò Maddalena, languidissima nel moto degli occhi e nel suono della favella, in tal maniera le sue parole.

41) Dizion. 5° Ed. .
LANGUIDO
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pag.66

LANGUIDO.
Definiz: Add. Che non ha la debita forza, o il solito vigore, Debole, Fiacco; detto anche di animale.
Dal lat. languidus. –
Esempio: Ar. Orl. fur. 23, 116: Languido smonta, e lascia Brigliadoro A un discreto garzon che n'abbia cura.
Esempio: Tass. Gerus. 13, 32: E benchè in volto sia languido e smorto, E mal atto a portar elmo o lorica; Nulladimen, poi che 'l bisogno ha scorto, Ei non ricusa il rischio o la fatica.
Esempio: E Tass. Gerus. 58: Dalle notti inquïete il dolce sonno Bandito fugge; e i languidi mortali Lusingando ritrarlo a sè non ponno.
Esempio: Fag. Comm. 6, 379: Offerisce vilmente i suoi amori, non ad un vago e vezzoso Mirtillo, ma ad un vecchio e languido Esone.
Esempio: Fiacch. Fav. 2, 27: Un cervo languido per lunga via Sotto un grand'albero steso dormia, E tanto il torpido sonno il premea Che un corpo esamine sul suol parea. Manz. Prom. Spos. 452: Lucia si lasciava poi cader languida sul fondo della lettiga, come assopita.
Definiz: § I. Figuratam. –
Esempio: Ar. Orl. fur. 9, 2: Anch'io son al mio ben languido ed egro.
Esempio: Parin. Poes. 22: Oh il bel vederti, lasso! Studiarti a torre dalle languid'alme La stanchezza e 'l fastidio, e spander gelo Di foeo in vece!
Esempio: Pindem. Poes. 136: Splenda su me benigna stella o cruda, Languida io senta o vigorosa vita Scorrere in me, no, questa cara cetra Non si distaccherà mai dal mio fianco.
Esempio: Leopard. Poes. 67: Ne' corpi inerti Domo il vigor natio, languide, ignave Giacquer le menti.
Definiz: § II. Pare figuratam., detto di quiete, riposo, ed altresì di vita, o simile, vale Inoperoso, Inerte. –
Esempio: Tass. Gerus. 10, 7: In una breve e languida quiete L'afflitte membra e gli occhi egri compose.
Esempio: Metast. Dramm. 1, 309: L'anime grandi Non son prodotte a rimaner sepolte In languido riposo.
Esempio: Niccol. Poes. 2, 11: Languidi, oscuri, Passeranno i tuoi giorni; e questa morte Delle idee più sublimi, ordin si chiama.
Esempio: Capp. Econ. 351: Eppure la Toscana, al di fuori quieta ed oziosa, pareva che a null'altro dovesse attendere, fuorichè agli ordinamenti interni, ed all'incremento della ricchezza, in que' secoli di pace languida e stagnante.
Definiz: § III. Detto di occhi, di mano, di labbra, e simili, vale Che si muove debolmente, Che mostra un certo abbandono. –
Esempio: Petr. Rim. 2, 194: Gli occhi languidi volgo; e veggio quella, Ch'ambo noi, me sospinse, e te ritenne.
Esempio: Ar. Orl. fur. 24, 77: Zerbin, che i languidi occhi ha in lei conversi, Sente più doglia ch'ella si querele, Che ec.
Esempio: Car. Eneid. 12, 1477: Come di notte, allor che 'l sonno chiude I languid'occhi a l'affannata gente, Ne sembra ec.
Esempio: Tass. Gerus. 7, 5: Apre i languidi lumi, e guarda quelli Alberghi solitarj de' pastori.
Esempio: E Tass. Gerus. 19, 109: Rinvenne quegli a quell'umor vivace, E le languide labbra alquanto aprio.
Esempio: Mont. Poes. 2, 179: Coll'alzata Languida mano e co' natanti lumi Le rendea la mercè che colla voce Non potea.
Esempio: Lambr. Elog. 224: Ella sembra richiamata in vita da qualche superna potenza; apre gli occhi languidi, ma pieni di dolcezza, ec.
Definiz: § IV. Detto di voce, suono, luce, colore, e simili, vale Che manca di vivacità, Fioco, Smorto, Che fa poco efficace impressione sul senso dell'udito, o della vista; anche figuratam. –
Esempio: Tass. Gerus. 12, 66: In queste voci languide risuona Un non so che di flebile e soave, Ch'al cor gli serpe, ec.
Esempio: E Tass. Gerus. 12, 96: Alfin sgorgando un lacrimoso rivo, In un languido oimè proruppe, e disse: ec.
Esempio: Galil. Comm. ep. 1, 154: Appare il suo lume languido e abbacinato.
Esempio: Riccat. I. Op. 2, 221: La stessa luce.... mi comparisce alquanto più smorta, ed i colori più languidi e più diluti.
Esempio: Metast. Dramm. 5, 206: Io vado A perder questo ancora Languido di speranza ultimo raggio.
Esempio: Lanz. Stor. pitt. 5, 317: Il suo esemplare era il solo Coreggio; e felicemente lo rappresenta nell'arie de' volti, e in molte figure particolari; non però nell'insieme, che non è sì ben ideato; non nel colorito, che ne' freschi è alquanto languido.
Esempio: Guadagn. Poes. 1, 160: Accendere Il cor mi sento Al color languido Del sentimento.
Esempio: Manz. Prom. Spos. 144: 11 lucignolo, che moriva sul pavimento, mandava una luce languida e saltellante sopra Lucia.
Definiz: § V. Detto di pianta, fiore, e simili, vale Scarso di vigore, di forza vegetativa, ed anche Mezzo appassito. –
Esempio: Cresc. Agric. volg. 106: E se le verghe, o vero arbucelli, che produce, fieno dolci e splendidi, piacevoli, grandi e alti, e abbondevoli, sì come il peruggine, il prugnolo, il rovo, e tutti gli altri di questa maniera, e che non sien ritorti, nè sterili, nè languidi per magrezza.
Esempio: E Cresc. Agric. volg. 554: Quando gli arbori diventano languidi, quegli scalzati e delle radici inutili rimondi, vi si ponga terra d'altra disposizione.
Esempio: Petr. Rim. 1, 58: L'oro e le perle, e i fior vermigli e i bianchi, Che 'l verno devria far languidi e secchi, Son per me acerbi e velenosi stecchi.
Esempio: Trinc. Agric. 180: Non ho mai veduto, per lo spazio di molti anni di pratica, che le piante per loro stesse languide, miserabili, prosciugate e raffreddate nella loro vegetazione, facciano bella nè buona riuscita.
Esempio: Fiacch. Fav. 2, 138: Languida erbetta, sitibondo fiore, Che dell'estivo ardor vittime siete, E nel vostro linguaggio al ciel chiedete Della pioggia pietosa il fresco umore; ec.
Definiz: § VI. Figuratam. –
Esempio: Caran. Eustaz. 202: Ancora ch'io dimostri nel volto come la bellezza, ch'io soleva dimostrare, sia divenuta languida e secca, non è però che ec.
Definiz: § VII. Detto di stile, di locuzione, d'immagine, e simili, vale Privo di efficacia, Debole, Snervato. –
Esempio: Galil. Op. IX, 66: Troppo lunga manifattura sarebbe il volere andar notando a cosa per cosa tutto quello che in quest'opera è di mendoso: però in universale si dice, lo stile esser quasi sempre languido, sforzato e male spressivo.
Esempio: E Galil. Op. IX, 98: Quello che aggiunse Sola rosseggia ec. ha un poco dell'affettato e del languido.
Definiz: § VIII, E detto di aria musicale, modulazione, o simili, vale Non sostenuto, Cascante. –
Esempio: Galil. V. Fronim. dial. 79: Vi ricordo ancora.... che in quelle [sorti di contrappunti] che a tre voci saranno, v'ingegnerete fare che tale consonanze si odino nell'istesso tempo più spesso che sia possibile, senza le quali sarebbe languida, per dir così, e vota d'ogni buona armonia qual si voglia modulazione.
Esempio: Buonarr. Fier. 3, 4, 9: Com'uomini lassi, Ponean tutti ad un tempo il fianco in terra, Cantando un'aria languida a battuta Dello 'nchinar de' capi.
Definiz: § IX. Detto di persona e con relazione all'amore, vale Che è fortemente preso di esso. –
Esempio: Orig. Omed. volg. 291: Questa buona femmina (la Maddalena).... era sì languida dell'amore di Gesù, e sì n'ardea, che questo languore e desiderio di vederlo avea fatto venire una caligine e una nebbia sopra 'l cuor suo in tal modo, che ec.
Esempio: Ar. Orl. fur. 13, 44: La figliuola d'Amon, la qual lasciai Languida dianzi in amorosi guai.

42) Dizion. 5° Ed. .
LANGUIMENTO.
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pag.67

LANGUIMENTO.
Definiz: Sost. masc. Il languire, Languidezza, Languore. –
Esempio: Segner. Op. 4, 253: Nel suo grado della contemplazione egli tolleri ogni aridità, ogni asciuttezza, ogni languimento di spirito.

43) Dizion. 5° Ed. .
LANGUIRE.
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pag.67

LANGUIRE.
Definiz: Neutr. Mancar di forze, di vigore, Infievolire, Venir meno, per qualsivoglia cagione che affligga gravemente il corpo, come infermità, ferite, stenti, e simili.
Dal lat. languere. –
Esempio: Dant. Inf. 29: Era a veder per quella oscura valle Languir gli spirti per diverse biche.
Esempio: Vill. G. 428: E que' traditori, che li aveano renduta Santa Maria a Monte, per sospetto menò a Lucca in pregione, e languendo li fece morire.
Esempio: Bocc. Decam. 1, 73: Quasi abbandonati per tutto languieno.
Esempio: Ar. Orl. fur. 43, 151: E di grave percossa e perigliosa Stava Olivier languendo in su l'arena, E del piè guasto avea martìre e pena.
Esempio: Tass. Gerus. 6, 66: Ella avvisa che vicino a morte Giaccia oppresso languendo il guerrier forte.
Esempio: E Tass. Gerus. 13, 45: Nè può soffrir di rimirar quel sangue, Nè quei gemiti udir d'egro che langue.
Esempio: Manfred. Rim. 59: La sanguigna croce.... ove Gesù languisce e sviene.
Esempio: Parin. Poes. 63: Giacque Affamato, assetato, estenuato, Dal velenoso aere stagnante oppresso, Tra l'inutile ciurma al suol languendo.
Esempio: Niccol. Poes. 1, 120: llaecor vi piace in atri vasi il sangue Di chi ferito langue.
Definiz: § I. Figuratam. –
Esempio: Filic. Poes. tosc. 59: Scorgo che quando esangue Vienna languia, di sua salute in forse, Tu di nemico sangue Il suol bagnasti.
Definiz: § II. E detto di animali. –
Esempio: Tass. Gerus. 13, 62: Langue il corsier,... e la superba Cervice dianzi, or giù dimessa pende, ec.
Esempio: E Tass. Gerus. 13, 63: Languisce il fido cane.... Giace disteso, ed all'interna arsura Sempre anelando, aure novelle invia.
Definiz: § III. Detto di pianta, fiore, e simili, vale Diminuire di vigore, Perdere la forza vegetativa, Appassire. –
Esempio: Petr. Rim. 2, 68: Puuta poi nel tallon d'un picciol angue, Come fior colto langue, Lieta si dipartio, nonchè secura.
Esempio: Tass. Gerus. 13, 55: Mentre egli (il sole) i raggi poi d'alto diffonde.... Seccarsi i fiori e impallidir le fronde, Assetate languir l'erbe rimira.
Esempio: E Tass. Gerus. 16, 14: Poi nudo il sen già baldanzosa Dispiega (la rosa): ecco poi langue, e non par quella.
Esempio: Lastr. Agric. 1, 140: Il [grano] gentile, alla mancanza dell'umido, presto languisce e non si perfeziona nelle sue spighe.
Esempio: Fiacch. Fav. 2, 113: Quell'orno è si cresciuto adesso, Che il fiore, all'ombra che gli piomba intorno, Langue, e l'opprime il difensore istesso.
Definiz: § IV. In locuz. figur. –
Esempio: Salvin. Pros. tosc. 1, 388: Affinchè il ragionamento, non sulle labbra appena fiorito languisca, ma fitte avendo profondamente sue radici nel cuore, granisca e fruttifichi.
Definiz: § V. Detto poeticam. di animo, affetto o passione, virtù o facoltà, e simili, vale Venir meno, Perdere della propria forza. –
Esempio: Dant. Parad. 16: O poca nostra nobiltà di sangue, Se glorïar di te la gente fai Quaggiù, dove l'affetto nostro langue, Mirabil cosa non mi sarà mai, Che ec.
Esempio: Tass. Gerus. 7, 65: Ma qualunque io mi sia, non però langue Il core in me, nè vecchio anco pavento.
Esempio: ETass. Gerus. 8, 70: Resti invendicato il sangue (Se così parvi) illustre ed innocente. Benchè se la virtù, che fredda langue, Fosse ora in voi, quanto dovrebbe, ardente; Questo che divorò, ec.
Esempio: E Tass. Gerus. 19, 20: Già nelle sceme forze il furor langue, Sì come fiamma in debili alimenti.
Esempio: E Tass. Gerus. 20, 84: Virtù, ch'a' valorosi unqua non manca, Perchè languisca il corpo fral, non langue.
Esempio: Parin. Poes. 197: Mal giova illustre sangue Ad animo che langue.
Definiz: § VI. Detto di memoria o ricordo di checchessia, vale Andare a perdersi, a finire. –
Esempio: Petr. Rim. 2, 268: Ed è questo del seme, Per più dolor, del popol senza legge, Al qual, come si legge, Mario aperse sì il fianco, Che memoria dell'opra anco non langue.
Definiz: § VII. Detto di luce, suono, e simili, vale Farsi debole, fioco. –
Esempio: Tass. Gerus. 11, 57: Già corre lento ogni lor ferro al sangue, E delle trombe istesse il suono langue.
Esempio: E Tass. Gerus. 12, 58: Già dell'ultima stella il raggio langue Al primo albor ch'è in oriente acceso.
Definiz: § VIII. E detto di colpo, vale Perder forza; ed altresì di arme con la quale si colpisca, vale Non produrre il proprio effetto. –
Esempio: Ar. Orl. fur. 33, 122: Uno sul collo, un altro su la groppa Percuote..., Ma, come fèra in s'un sacco di stoppa, Poi langue il colpo, e senza effetto cala.
Esempio: Tass. Gerus. 17, 43: Saprà la mia [mano] (nè torpe il ferro o langue) Perire, e trar delle ferite il sangue.
Definiz: § IX. Detto di persona, famiglia, popolo, vale Essere, Trovarsi, in basso stato, in condizione misera. –
Esempio: Dant. Inf. 7: Perchè una gente impera, e l'altra langue.
Definiz: § X. Detto figuratam. d'industrie, arti, commerci, istituzioni, e simili, vale Non prosperare, Essere in cattive condizioni. –
Esempio: Paolett. Oper. agr. 1, 206: Quella parte d'agricoltura, che si raggira intorno al nudrimento degli animali, è trascurata e languisce sopra d'ogni altra in una gran parte di questa fertile e deliziosa provincia.
Definiz: § XI. Languire, detto di persona con relazione alla passione amorosa, vale Esserne travagliato, afflitto, Patire per cagione di essa; usato anche nella maniera Languir d'amore. –
Esempio: Petr. Rim. 1, 214: Pur mi consola, che languir per lei Meglio è che gioir d'altra.
Esempio: E Petr. Rim. 1, 258: Beato in sogno, e di languir contento, D'abbracciar l'ombre, e seguir l'aura estiva; Nuoto per mar che non ha fondo o riva, Solco onde, ec.
Esempio: E Petr. Rim. 1, 295: Ma perchè più languir? di noi pur fia Quel ch'ordinato è già nel sommo seggio.
Esempio: Bocc. Teseid. 7, 127: Adunque poichè sai il mio disire, Che di te fui pria ch'altro innamorato, Senza aprirtel provvedi al mio languire.
Esempio: Mart. L. Op. 107 t.: Altro non è languir, ch'odiar se stesso. Monigl. Poes. dramm. 1, 394: Languir per doppio amante.
Esempio: Metast. Dramm. 2, 66: Tutto l'arcano Ecco ti svelo. Il Principe di Creta Langue per te d'amor. Pietà mi chiede E la vita mi diede.
Esempio: E Metast. Dramm. 5, 105: Qual diverrebbe, o figlia, Se languir si vedesse Sempre in cure d'amor? Dove lo chiama La tromba eccitatrice, Vada, ma sposo tuo.
Definiz: § XII. E riferito all'amore verso Dio, vale Esserne tutto compreso, penetrato. –
Esempio: Panzier. Cant. sp. 3: Diletto Giesù Cristo, D'amor per te languisco. Languisco per amore Del mio sovran diletto.
Esempio: Domin. Tratt. Car. 11 t.: Nello amore è tanto sommersa (l'anima) che ha perduto sè e più non truova sè; quella che fuor di sè posta, molto per amor languisce. Mancar si sente ed ha grande appetito: posta in un abisso però molto dimanda quella che di grande amor languisce e grida soccorso.
Definiz: § XIII. Languire di alcuno, vale Struggersi d'amore per esso. –
Esempio: Orig. Omel. volg. 296: Maestro mio, solo tu sai l'animo mio, ch'io non voglio altro che te. Te addomando, te amo, di te languisco, ec.
Definiz: § XIV. E riferito a cosa morale, significa Consumarsi per essa o per cagione di essa. –
Esempio: Passav. Specch. Penit. 225: Ben vuole Iddio che ogn'uomo ne viva innamorato, e languisca di lei (della gloria).
Esempio: Belc. F. Pros. 4, 27: Tutte le generazioni di tormenti che pensare si poterono, possiamo dire contra quelli combattitori di Dio essere state fatte, e' quali il demonio inimico della umana generazione tentando dimostroe, languendo d'invidia de' martiri.

44) Dizion. 5° Ed. .
LANGUIRE.
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pag.68

LANGUIRE.
Definiz: Sost. masc. Lo stesso che Languore. –
Esempio: Panzier. Tratt. 65 t.: Nel principio di questo eccellentissimo stato si gustano con mirabile divina dulcedine eccessivi fervori, ed amorose lacrime, e dilettosi languivi.

45) Dizion. 5° Ed. .
LANGUORE.
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pag.68

LANGUORE.
Definiz: Sost. masc. Affievolimento di forze, Inde–bolimento della persona, cagionato da malessere, da stanchezza, da fame, e simili.
Dal lat. languor. –
Esempio: Pallav. Perfez. crist. 560: I morbidi e agiati signori,... avendo per domicilio di mezza lor vita il letto, nell'altra mezza sono tutti debolezza, tutti languore.
Esempio: Red. Cons. 2, 8: Si contenti ed accomodi l'animo suo a credere che vi ha da essere tramischiato qualche piccolo e tollerabile languore.
Esempio: Metast. Dramm. 5, 141: Non so s'io deggia Alla speme del colpo, o alla stanchezza Delle vegliate notti, Quel soave languor che per le vene Dolcemente mi serpe.
Esempio: Varan. Vis. poet. 5: Altri da lunga fame ornai spossati, Non pel velen, ma pel languore infermi, Fra l'altrui membra putrido sdraiati; ec.
Esempio: Niccol. Poes. 2, 18: Languor, silenzio, impallidir frequente, O torbida quiete, o brevi sonni ec.
Definiz: § I. Detto di facoltà, potenza, e simili. –
Esempio: Bicchier. Bagn. Montecat. 216: Venne a tentar le nostr'acque nel luglio 1776, ed era tale il languore della sua reminiscenza, che non fu sempre in grado di scrivere il proprio nome.
Definiz: § II. Vale altresì Abbattimento d'animo per effetto d'amore. –
Esempio: Crudel. Pros. 173: Di già nel rimirarsi tanto l'uno che l'altra provavano li medesimi languori, li medesimi desiri.
Definiz: § III. E per Difetto di alacrità, di ardore, in far checchessia, Fiacchezza. –
Esempio: Segner. Sentim. Oraz. 3: Pare che Iddio mi aspettasse a questo passo per destarmi dalla mia tiepidezza e dal languore nel suo santo servizio, non conforme alla mia vocazione religiosa.
Esempio: Parin. Poes. 187: Quanta parte maggior d'almi nipoti Coltiverà nostri felici campi!... Quanta i soavi moti Propagherà d'amore, E desterà il languore Del pigro Imene, che ec. (qui in locuz. figur.).
Definiz: § IV. E con proprietà biblica, vale anche Infermità d'animo, Miseria. –
Esempio: Fr. Iac. Tod. 295: È sì fido questo amore, Che abassato ha il Salvatore, E li fa ogni dolore E languor nostro portare.
Esempio: Fr. Giord. Pred. R.: Egli volle portare sopra di sè tutti i nostri languori.

46) Dizion. 5° Ed. .
LANIARE
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pag.68

LANIARE.
Definiz: Att. Fare in pezzi, Lacerare, Sbranare, riferito al corpo o alle membra dell'uomo o dell'animale: ed è voce più propria del linguaggio poetico, dicendosi comunemente Dilaniare.
Dal lat. laniare. –
Esempio: Cic. Tusc. 55: Già nel terzo dì mortifero ancora l'uccello di Giove con tristo suo voto vegnente, e me lacerante colle torte unghie, mi lania tutto col suo fiero pasto.
Esempio: Ar. Orl. fur. 10, 86: Quell'avoltor ch'un drago verde lania, È l'insegna del Conte di Boccania.
Esempio: Car. Eneid. 3, 955: Se 'l fallo è tale, e se 'l vostro odio è tanto Ch'io ne deggia morir, morte mi date, E (se così v'aggrada) a brano a brano Mi lanïate, e ne fate esca a' pesci.
Definiz: § I. In locuz. figur., e figuratam. –
Esempio: Rim. Ant. F. Iac. Lent. 1, 285: Tu m'hai innamorato, E lo cor m'hai laniato Sì che da for non pare.
Esempio: Bocc. Fiam. 162: E poichè tolti vi sono i ferri, lui (il cuore) con le vostre unghie, siccome di tutti i vostri mali cagione principale, senza alcuna pietà laniate.
Esempio: E Bocc. Amet. 121: L'uno con tagliente unghione ha laniato il misero popolo, l'altro con lusinghevole lingua leccando l'ha munto di sangue.
Definiz: § II. Pure figuratam., per Abbattere, Disperdere. –
Esempio: Belc. F. Son. 153: Per non por freno al nostro primofomite Colla ragion, che tutti i vizi lania, L'alma si truova in tanta stulta insania, Che ec.
Definiz: § III. E per Stracciare, riferito a veste. –
Esempio: Car. Eneid. 12, 995: Latino, afflitto De la morte d'Amata e del periglio Del regno tutto, lanïossi il manto, ec.

47) Dizion. 5° Ed. .
LANIATO.
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pag.68

LANIATO.
Definiz: Partic. pass. di Laniare.
Lat. laniatus. –
Esempio: Bocc. Fiamm. 184: Oh quanto è da credere che con amara doglia fosse il giovinetto [Piramo] trafitto nella tacita notte sopra la chiara fontana appiè del gelso, trovando i vestimenti della sua Tisbe laniati dalla salvatica fiera e sanguinosi.
Esempio: Segner. Pred. 709: Abbiano almen compassione a quel sacratissimo sangue per loro sparso, a quelle carni per loro laniate.
Esempio: Buonarr. Fier. 2, 1, 12: Esser diverso Da quel d'un toro laniato in caccia.
Esempio: Salvin. Annot. Fier. 402: Da quel d'un toro laniato in caccia. Laniato, voce latina, così lacerato, macellato, dal lat. lanius, il macellaio. Di qui lagnarsi per lamentarsi, quasi dal laniare, e sgraffiarsi le gote.
Definiz: § I. In forma d'Add. Lacerato, Sbranato. –
Esempio: Machiav. Rim. 437: Di sangue son le fosse e l'acque sozze, Piene di teste, di gambe e di mani, E d'altre membra lanïate e mozze.
Definiz: § II. Figuratam., detto di vita, vale Gravemente tormentato. –
Esempio: Bocc. Rim. 160: Che s'avvenir ciò dee, a coronali Fiamme più tosto le cheggio dannate, Ch'a vita laniata e disuguali.

48) Dizion. 5° Ed. .
LANIATORE.
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pag.68

LANIATORE.
Definiz: Verbal. masc. da Laniare. Chi o Che lania.
Lat. laniator. –
Esempio: Buonarr. Fier. 2, 2, 10: Draghi, pantere, Leoni, sfingi, cerberi, altri mostri, Laniator d'agnelli e di fanciulli, Per lo più vi si veggon, com'è stile.

49) Dizion. 5° Ed. .
LANICCIO
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pag.68

LANICCIO.
Definiz: Sost. masc. Quella ragna bianca, con la quale il baco da seta incomincia il bozzolo, e che rimane in parte attaccata alla frasca o all'albero.
Dal lat. lanicium. –
Esempio: Lambr. Bach. Set. 6: Plinio usa in latino la parola lanicium; e laniccio chiamano i nostri contadini la ragna bianca da che i bachi incominciano il loro bozzolo e che rimane in parte attaccata alle scope.
Definiz: § Comunemente chiamasi così Quel sudicio come lanoso che si aduna sotto i letti ed i mobili in generale, quando per alcun tempo non vi sia spazzato.

50) Dizion. 5° Ed. .
LANIERE.
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pag.68

LANIERE.
Definiz: Add. Term. di Falconeria. Aggiunto d'una Specie di falcone, la più timida e debole e la meno atta alla caccia.
Provenz. e antico franc. lanier lanier. –
Esempio: Giamb. Lat. Tes. 75 t.: Falconi sono di 7 generazioni: e 'l primo lignaggio sono lanieri, che sono sì come vani infra gli altri.
Esempio: Marc. Pol. Mil. 29: Nasconvi falconi molti vale atri, e falconi lanieri.
Esempio: Libr. Amor. B. 9: Chi vide mai sì indegne cose, laniere falcone per nibbio sua preda lasciare?
Esempio: Tratt. Falcon. 5: Sono ancora falconi chiamati lanieri, i quali non usano grandi uccelli, ma piccoli.
Definiz: § Figuratam., si disse di persona, per Rozzo, Zotico, ed altresì per Codardo, Poltrone. –
Esempio: Lat. B. Tesorett. 176: Or torna, in tuo paese, E sie prode e cortese. Non sie lanier, nè molle, Nè corrente, nè folle.
Esempio: Intellig. 157: Pompeio dipinto co' suoi cavalieri Èvi, come vi trasse in grande fiotta, E disse ai suoi: Or non siate lanieri, Entrate in mezzo tra loro e la rotta, Ch'iera nel muro.

51) Dizion. 5° Ed. .
LANIFERO.
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pag.68

LANIFERO.
Definiz: Add. Propriamente Che produce lana; ma prendesi anche nel senso Che ha lana, Lanuto; ed è voce propria del linguaggio poetico.
Dal lat. lanifer. –
Esempio: Spolv. Colt. Ris. 1, 319: Si renda al monte Il lanifero armento, ed il barbuto A pascolar le rivestite zolle Per gli erbosi sentieri.
Definiz: § Travasi anche per Della lana, Attinente a lana. –
Esempio: Pulc. L. Morg. 28, 126: Talvolta, per fuggir le sue donne ozio, Ministravan lanifero negozio.

52) Dizion. 5° Ed. .
LANIFICIO.
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LANIFICIO.
Definiz: Sost. masc. Il lavorare la lana a fine di ridurla atta agli usi della vita.
Dal lat. lanificium. –
Esempio: Libr. Repubbl. R. 195, 26: L'arte del lanificio contiene tutto; tessere, cucire e torcere; fatto con mano o con ago, subbio ec.
Esempio: Ottim. Comm. Dant. 1, 316: Pallas, dea del lanificio, per confondere la vanagloria di costei (di Aragne), prese forma d'una vecchia.
Esempio: Speron. Op. 3, 216: Le romane, generalmente tanto onorate da' lor mariti, al lanificio attendevano.
Esempio: Bott. Stor. Ital. 1, 17: S'aggiunsero le dogane interne soppresse,... fatto sicuro a Livorno agli esteri l'esercizio della religione,... surrogati agl'impedimenti premj, facilità ed esenzioni, massime in beneficio delle arti della seteria e del lanificio, parti essenzialissime del commercio di Toscana.
Definiz: § Vale anche Officina nella quale si lavora la lana.

53) Dizion. 5° Ed. .
LANIFICO.
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LANIFICO.
Definiz: Add. Che lavora la lana; ed anche Della lana, Attenente alla lana; ma è voce non comune.
Dal lat. lanificus. –
Esempio: Ottim. Comm. Dant. 3, 213: Alcuni attendono all'arte lanifica, alcuni all'arte medicinale, alcuni all'arte fabrile, acciò che ec.
Definiz: § In forza di Sost. Lavorante di lana, Lanaiuolo. –
Esempio: Sacch. Nov. 2, 48: Savi lanifici e beccari: io aggio molto pensato su questa vostra questione, e ho veduto che ec.

54) Dizion. 5° Ed. .
LANIGERO.
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LANIGERO.
Definiz: Add. Che porta lana, Che è naturalmente vestito di lana, Lanuto.
Dal lat. laniger. –
Esempio: Anguill. Ovid. Metam. 3, 247: Mio nome è Acete, e del popol Tirreno A Meonia mi dier bassi parenti, Ch'oro non mi lasciar, nè men terreno, Nè lanigeri greggi o grossi armenti.
Esempio: Pindem. Odiss. 1, 242: Alla spelonca divenuti in breve, Lui non trovammo, che per l'erte cime Le pecore lanigere aderbava.
Definiz: § Detto di pianta, vale Che produce una specie di lana. –
Esempio: Magal. Lett. scient. 224: Io non dico per tutto questo, che non si possano formare altre specie d'ovatta,... o col beidelsar,... o con altre lanugini di piante o alberi lanigeri, non esclusone l'albero nostrale, che è il populus de' Latini.

55) Dizion. 5° Ed. .
LANINO
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LANINO.
Definiz: Sost. masc. Colui che lavora la lana; e in più stretto senso Colui che carda la lana.
Definiz: § Lanino, si disse a Firenze Colui il quale prendeva dal negoziante le lane e le faceva filare per conto di lui, ed era una specie di Fattorino. –
Esempio: Legg. Band. C. 6, 299: Fanno publicamente bandire.... a tutti li stamaiuoli e lanini che dicano e paghino alle dette filatrice li prezzi ordinati dalla legge.
Esempio: E Legg. Band. C. 15, 58: Si proibisce espressamente ai lanini e stamaiuoli, che piglieranno a far filare lane o stami dalle botteghe di Firenze, non possino pigliare a far filare lane nè stami dalle botteghe de' sobborghi e contado, sotto pena così al lanino e stamaiuolo che ec.
Esempio: E Legg. Band. C. 59: Non si servino in modo alcuno delli lanini e stamaioli destinati per le botteghe di Firenze.
Esempio: E Legg. Band. C. 16, 373: Li stamaioli e lanini che metteranno in Firenze, tanto di dette lane, o stami lavorati fuora come sopra, ec.

56) Dizion. 5° Ed. .
LANISTA
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LANISTA.
Definiz: Sost. masc. Term. di Archeologia. Colui che addestrava e manteneva i gladiatori.
Dal lat. lanista. –
Esempio: Giamb. Oros. 427: Nell'anno dello imperiato di Cesare quarantottesimo sì grande fame venne sopra li Romani, che Cesare tutte le famiglie de' lanisti, e tutti i forestieri.... comandò che della città fossero cacciati.
Esempio: Nard. Liv. Dec. 272: Il quale spettacolo non fu di quella generazione di combattitori, comperati da' lanisti, e da quei maestri che ne fanno arte.
Esempio: Speron. Op. 5, 323: Ora a' secondi mi volgerò, che troppo vaghi dell'util vostro vi confortavano tuttavia a veramente dovervi vendere e patteggiar di voi stesso, come i corsali de' schiavi loro, o come già anticamente de' gladiatori i lanisti.
Esempio: Buonarr. F. Vetr. ant. 33: Parlando d'un lanista, o presidente de' giuochi, veduto in visione: ec.

57) Dizion. 5° Ed. .
LANO.
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LANO.
Definiz: Add. Di lana, Fatto di lana; ed è per lo più aggiunto di Panno.
Dal lat. laneus. –
Esempio: Vell. Cron. 18: Oggi la fanno (la bottega) di tinti lani.
Esempio: E Vell. Cron. 67: Il detto Spinello il trattò male egli e la sua donna, rubando di dì e di notte panni lani e lini, e altre masserizie comuni.
Esempio: Bocc. Decam. 7, 254: Arrivò un giovane.... con tanti panni lani, che alla fiera di Salerno gli erano avanzati, che potevan valere un cinquecento fiorini d'oro.
Esempio: Montig. Dioscor. volg. 210: La quale così fatta [erba] si mette su 'n una pezza lana per porla sulle nare del naso.
Esempio: Sasset. Lett. 275: Tra i panni lini e anche tra' lani, vi daranno (dei grofani) buono odore.
Esempio: Baldin. B. Masch. 124: Gli Egizj non volevon che ne' lor tempj si portassero panni di lana, nè che i morti si sotterrassero con vesti lane ma line, nè che i sacerdoti loro usassero vesti di panno lino.
Esempio: Soder. Coltiv. 80: Dieci bigonce d'uva,... difendendola dalla brezza della notte con buone coperte lane e line.
Esempio: Lipp. Malm. 3, 3: Manda al Presto il tabì pe' panni lani.
Esempio: Targ. Viagg. 9, 117: D'estate la biancheria lina, anzi canapina e ginestrina così grossa, ed i panni lani, forzano troppi sudori ed inzuppano troppo l'umidità dell'aria.

58) Dizion. 5° Ed. .
LANOSO
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LANOSO.
Definiz: Add. Ch'è naturalmente vestito di lana, Lanuto, detto di animali ovini.
Dal lat. lanosus. –
Esempio: Ugurg. Eneid. 222: Qui ancora esso padre Latino allora domandando responsi, aveva sacrificate secondo la consuetudine cento lanose pecore con due denti.
Esempio: Poliz. Rim. C. 61: Fassi Nettuno un lanoso montone: Fassi un torvo giovenco per amore: Fassi un cavallo il padre di Chirone.
Esempio: E Poliz. Rim. C. 361: L'una fera con l'altra si accompagna: El toro giostra, 'l lanoso montone. Tu donzella, io garzone, Dalle leggi d'amor sarem ribelli?
Esempio: Mont. Iliad. 24, 165: Affaccendati A lui dintorno i suoi diletti amici Apprestavan la mensa, ucciso un grande E lanoso ariete.
Definiz: § I. E poeticam. detto di gregge, armento, e simili, vale Che si compone di pecore. –
Esempio: Firenz. Pros. 2, 104: Ancorch'io sia un rozzo guardiano di lanosi armenti, nientedimeno per beneficio di molti anni io ho apparato assai cose.
Esempio: E Firenz. Rim. 32: Saltanti capre, e voi lanosi armenti, Che 'n queste verdi spiagge Lungo i freschi ruscelli Godete i vostri amor lieti e contenti.
Esempio: Alam. L. Op. tosc. 1, 148: Menalca, o duce di lanose gregge, Me non hai vinto mai; vienne alla pruova.
Definiz: § II. E detto di vello, e simili, vale Che si compone di lana. –
Esempio: Fiacch. Fav. 1, 4: Ma quando poi la pecorella uscio Fuori del troppo avviluppato ostello, Con le punte lo spino a lei rapìo Molti bei fiocchi dal lanoso vello.
Definiz: § III. Pure poeticam. e per similit., vale Coperto di pelo bianco e folto; o solamente Folto, Peloso. –
Esempio: Dant. Inf. 3: Quinci fur quete le lanose gote Al nocchier della livida palude, Che intorno agli occhi avea di fiamme rote.
Esempio: Car. Long. 59: Essi hanno sempre le lor vesti addosso, e son villosi e lanosi più che non siamo noi.
Definiz: § IV. E per Che ha qualità di lana. –
Esempio: Lambr. Bach. Set. 10: Una parte (dei bachi) fecero il bozzolo e sodo, ma di bava ruvida e come lanosa.
Definiz: § V. E detto di foglie o di piante, vale Coperto di peli folti e lunghi. –
Esempio: Domen. Plin. 721: Eccene un'altra simile (alla radice dell'ancusa) chiamata per questo pseudancusa..., più lanosa e manco grassa, e di foglie più sottili e più languide.

59) Dizion. 5° Ed. .
LANTERNA.
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LANTERNA.
Definiz: Sost. femm. Strumento di varie forme e grandezze, et più facce, una o più delle quali chiuse con cristalli, dentro al quale si tiene, o si porta, il lume acceso, perchè il verità non lo spenga, o per isfuggire altri inconvenienti, o danni.
Dal lat. lanterna, che si trova invece di laterna. –
Esempio: Giamb. Lat. Tes. 43 t.: El sole riluce di sopra sì come una candela che fosse in una lanterna, che allumini di fuori, e non la può l'uomo vedere.
Esempio: Dant. Inf. 28: E il capo tronco tenea per le chiome, Pesol con mano a guisa di lanterna.
Esempio: Bocc. Decam. 2, 104: Verso l'alto della città andando, per ventura davanti si vide due che verso di lui con una lanterna in mano venieno.
Esempio: Ar. Orl. fur. 19, 44: Chi sta col capo chino in una cassa Su la carta appuntando il suo sentiero A lume di lanterna piccolina, E chi ec.
Esempio: Bern. Orl. 37, 36: E con quel lume la strada governa, Qual di notte si fa con la lanterna.
Esempio: Grazz. Pros. 34: Tolto un buon feltro addosso e un gran cappello in capo, le chiavi in seno e una lanterna in mano,... si mise in via.
Esempio: Not. Malm. 2, 500: Lanterna è quello arnese, dentro al quale si porta il lume la notte, serrato da talco, osso o vetro, per difenderlo dal vento: ed è voce pura latina.
Esempio: Fag. Comm. 6, 69: Non ho preso lanterna, nè son voluto ir per essa; po' poi sto vicino; intanto risparmio e moccolo e lanterna a un tratto.
Esempio: Leopard. Pros. 1, 225: S'immaginavano che le stelle e i pianeti fossero, come dire, moccoli da lanterna, piantati lassù nell'alto a uso di far lume alle signorie loro, che la notte avevano gran faccende.
Definiz: § I. In locuz. figur., e figuratam. –
Esempio: Buonarr. Sat. 9, 277: Il fine è quel che ci fa da lanterna.
Esempio: Baldin. Decenn. 3, 254: Fu detto comunemente di lui, essere stato egli quello che faceva la guida e portava la lanterna agli altri artefici.
Esempio: Fag. Rim. 6, 71: Voi siete due lanterne, occhi miei belli, Con cui lo sbirro Amor guardando fiso: Ferma, alla guardia dice all'improvviso.
Esempio: Gozz. Op. scelt. 5, 389: Chiaro intelletto, A cui lanterna è la dottrina, molto Vede ed acquista.
Esempio: E Gozz. Op. scelt. 5, 429: Questi (i famigli malcreati) son le prime Lanterne, che fan lume a' primi passi Delle vite novelle, e i mastri sono Scelti a ec.
Definiz: § II. Pur figuratam., e in linguaggio familiare e scherzevole, e più spesso nel plur., vale Occhio: onde Chiudere le lanterne, vale Chiudere gli occhi, nel significato di Morire; detto così di uomo, come di animale. –
Esempio: Franz. M. Rim. burl. 2, 175: E ch'Ulisse sì saggio pellegrino Trapanò la lanterna a Polifemo.
Esempio: Lipp. Malm. 7, 81: Cane infelice, povero Melampo,... Chi più farà la guardia al mio bel campo, Adesso che t'hai chiuse le lanterne?
Esempio: Not. Malm. 2, 606: Hai chiuse le lanterne. Hai chiusi gli occhi; ed intende Sei morto.
Esempio: Nom. Catorc. Angh. 11, 44: Non lungi è un'altra, che corroso ha il naso, Ed una spenta delle due lanterne, Landra che ec.
Esempio: Fag. Rim. 4, 208: In ginocchion mi butto, E volto al ciel devote le lanterne.
Esempio: E Fag. Comm. 5, 466: Anseimo squadernò le lanterne in questa giovane, e rimase incantato; e la Lisabella prese di mira Orazio, e non li lievò mai più ghi (gli) occhi da dosso.
Definiz: § III. E altresì figuratam. e in ischerzo, dicesi di persona, e anche di animale, molto magri, sicchè quasi siano trasparenti come lanterne. –
Esempio: Bellinc. Rim. F. 2, 135: Mi farai gran piacere, Sta mel dai (il cavallo) che non para (paia) una lanterna.
Esempio: Bern. Rim. burl. V. 119: Chi vuol veder quantunque può natura In far una fantastica befana,... Un model secco di qualche figura,... Una lanterna viva in forma umana,... Legga per cortesia questa scrittura.
Definiz: § IV. Lanterna si disse, nel linguaggio militare, Un grosso arnese di ferro, per lo più in asta, da porvi lume o fiaccola, o simile, ad uso d'illuminare il campo, le fortezze, i fossi, e simili. –
Esempio: Uff. Cast. Fort. Fir. 63: Comandammo che nella detta terra si facesse una camera d'arme, dove fossero le infrascritte cose, cioè dodici pavesi, otto pa' di corazze,... quattro lumiere, dugento panelli, due lanterne, ec.
Esempio: E Uff. Cast. Fort. Fir. 65: Anche comandando che facessero una camera d'arme, cioè quattro pa' di corazze,... una lanterna, due lumiere, venticinque panelli, ec.
Esempio: Machiav. Scritt. ined. 224: E' si è ordinato ad Antonio Giacomini, commissario in campo, che rimandi sei lanterne, dua torchi, qualche cassa di passatoi.
Esempio: Tens. Fortif. 2, 46: Si terrà medesimamente chiara la campagna, accommodando alla punta della strada coperta delle mezze lune un legno, grosso un piede e lungo quattro, sopra del quale si acconcerà un travicello che giri intorno, grosso mezo piede e più largo che si potrà, tenendolo equilibrato di dietro con qualche peso, ed allungandolo ancora con una grossa e larga pertica, in cima della quale si attaccherà una lanterna di ferro, nella quale, stando al coperto nella strada coperta, si metteranno bozzolani involti in pece e solfaro; e levata la pertica in alto, si volterà verso l'inimico, ec.
Definiz: § V. E per Fanale delle torri o fari dei porti e delle spiagge; e altresì per Lo stesso faro. –
Esempio: Dat. Gor. Stor. 101: Porto di mare ha (Pisa) bonissimo e grande, guardato con una delle più belle torri del mondo, tonda, nel mare, per lanterna del porto.
Esempio: Bart. C. Archit. Albert. 121: Murinvisi ancora in su le bocche (dei porti) torri alte e gagliarde; acciocchè della lanterna di esse si vegghino venire le vele; e quindi la notte con fuochi mostrino a' naviganti il cammino sicuro.
Esempio: Cresc. B. Naut. Meclit. 535: Si faccia (il porto) da Castel del Vuovo fin alla lanterna del molo, lasciandogli la bocca alla stessa lanterna.
Esempio: Bart. D. Op. mor. 23, 263: Torri o lanterne, che sogliam dirle, piantate su le bocche de' porti, in sommo alle quali, su 'l primo far della notte, si accende una gran luminaria, per cui darsi a scoprire lungo spazio entro mare.
Esempio: Bellor. Vit. Pitt. 145: Vi soprapose una torre che servisse a' naviganti per lanterna, a guisa del faro di Alessandria.
Esempio: Targ. Viagg. 2, 279: Dànno in custodia a frate Galgano, priore di S. Jacopo d'Acquaviva, la torre e lanterna posta in mare vicino a Porto Pisano, acciò la custodisca.
Definiz: § VI. In locuz. figur. –
Esempio: Bart. D. Op. mor. 23, 263: Di somiglianti fari o lanterne, dice egli (il Nisseno) che nel tempestoso pelago di questa vita ci mostrano tanti porti, quante furono le virtù che in essi singolarmente rilussero.
Esempio: E Bart. D. Op. mor. appr.: Sappiate.... che i demonj altresì hanno lor fari e lor lanterne, e le accendono e le ci danno a vedere in questa scura notte del secolo, acciocchè, coll'ingannevole loro scorta guidandoci, andiamo in fine a perderci e profondare.
Definiz: § VII. Lanterna, chiamasi Quella parte con più aperture che è nella cima delle cupole, e dalla quale prendesi la luce; Pergamena. –
Esempio: Vasar. Vit. Pitt. 1, 254: La cupola è da terra insino al piano della lanterna braccia cento ciquantaquattro; la lanterna senza la palla è alta braccia trentasei; la palla, alta braccia quattro; la croce, alta braccia otto.
Esempio: Grazz. Pros. 58: Questa cupola ha tanta fama per l'universo, che è una meraviglia. Ah! rispose il Tasso, Padre, non è egli con ragione? dove trovate voi in tutto il mondo uno edifizio simile?... ma la lanterna sopra tutto è miracolosa e senza pari.
Esempio: Borgh. R. Rip. 65: Dopo il recinto del cornicione, che va intorniando la lanterna,... si veggono due agnoli, ec.
Esempio: Cecchin. Cup. 91: Tutta l'azione, che esercita sopra la cupola il grave peso della sua lanterna, consiste in una propensione naturale diportarsi al centro.
Esempio: Baldin. Vit. Bern. 94: Tutti questi o simili edifizj, nell'essere disarmati, a cagione del peso della lanterna, che forte gli carica, fanno naturalmente uno eccedente sforzo di portarsi al centro.
Esempio: E Baldin. Vit. Bern. 96: Vedesi una molto antica apertura nel mezzo del corpo di essa cupola, larga circa un'oncia nella parte interiore, ed a piombo sopra la nicchia del Volto Santo, e questa si estende in altezza, ma non giugne però all'apertura della lanterna, o serraglio che noi vogliamo dire.
Esempio: Nell. Disc. Archit. 56: Va saputo che, dalle trenta braccia in su, vi restava altre venticinque braccia di cupola, e di vantaggio, da voltare, per giungere sino al piano della lanterna.
Esempio: Targ. Prodr. Tosc. 172: Il punto di veduta sarà preso dalla lanterna della cupola del Duomo.
Definiz: § VIII. Lanterna, chiamasi pure comunemente Quell'apertura coperta di cristalli, la quale si fa nel tetto delle case, e che corrisponde sul pozzo delle scale, o anche sul centro di certe stanze, per illuminarle.
Definiz: § IX. Lanterna cieca, o da ladri, dicesi Una lanterna tascabile, di metallo, con vetro davanti, e fatta in modo da potere chi l'adopera, volendo, occultare il lume. –
Esempio: Vasar. Appar. M. 601: Erano questi da Auttolico, ladro sottilissimo,... con le scarpe di feltro e con una chiusa berretta che il viso gli nascondeva, seguitati; avendo d'una lanterna che da ladri si chiama, e di diversi grimaldelli e d'una scala di corda, l'una e l'altra man piena.
Definiz: § X. Lanterna magica, chiamasi Quello strumento mediante il quale si proiettano, ingrandite, sopra una parete, o altro fondo chiaro, le immagini dipinte sul vetro con colori trasparenti. –
Esempio: Giust. Vers. 28: Immaginatevi Passar via via Lanterna magica Di piatteria (qui figuratam.).
Definiz: § XI. Term. di Artiglieria. Nome che si dava a una Sorta di canestro, fatto a cono, nel quale ponevansi dai bombardieri palle da moschetto, o scaglie, per la carica del petriero. –
Esempio: Lorin. Fortif. 67: Avendo in detta fossa a tirar a gli uomini, e massime ne gli assalti per le batterie, si essequirà co' sacchetti, overo lanterne fatte di rete di filo di ferro ben serrate, pieni di palle da moschetto.
Esempio: E Lorin. Fortif. 69: Non potendosi tirar con catene o lanterne piene di scaglie, nè meno servirsi de gli archibugieri, crederò che parte del fosso resterà indifeso.
Definiz: § XII. Da cercare con la lanterna, parlandosi di uomo, vale Raro per qualità morali o per bontà, Perfetto. –
Esempio: Fag. Rim. 3, 239: Io che già gli ero amico, ed or s'interna Più l'amicizia col vederlo un uomo Di quegli da cercar colla lanterna.
Definiz: § XIII. Vendere lucciole, e talora vesciche, per lanterne, , ed anche Mostrare lucciole, e talora vesciche, per lanterne, , e talvolta Dare ad intendere o a credere, lucciole, e talora vesciche, per lanterne, e trovasi anche Dar vesciche per lanterne, e Mostrar vescica per lanterna; sono maniere proverbiali vite valgono Ingannare, Aggirare, mostrando una cosa per un'altra. –
Esempio: Fr. Iac. Tod. 136: Questa mi par gran pazzia, Dar vesciche per lanterne.
Esempio: Pucc. A. Gentil. 24, 82: E 'l Genovese suo' legni governa, E d'aver molta gente s'argomenta, Per non mostrar vescica per lanterna.
Esempio: Pulc. Luc. Ciriff. Calv. 7, 66: E mostra per lanterna men che lucciola.
Esempio: Bern. Orl. 3, 13: Undici conti armava il traditore;... Con essi va a trovar l'Imperadore, E per lanterne lucciole gli mostra.
Esempio: Varch. Ercol. 55: Mostrano altrui la luna nel pozzo, o danno ad intendere lucciole per lanterne, cioè fanno quello, che non è, parere che sia, e le cose picciole, grandi.
Esempio: Cecch. Malandr. 377: Capitano, Tu non lo credi? e mi pensi mostrare Lucciole per lanterne?
Esempio: Allegr. Rim. Lett. 98: Ma vo' potrest'un dì certezz'averne Per pruova, ed arrecarvi dalla mia, Che lucciole non vendo per lanterne.
Esempio: Lipp. Malm. 6, 68: Ora, per queste sue finzioni eterne, Ch'egli ebbe sempre nella mercatura, Lucciole dando a creder per lanterne, Sbarbata gli han la lingua e dentatura.
Esempio: Segn. A. Lett. IV, 3, 308: Il Passavanti è ristampato; ed acciocchè la Magnificenza vostra non creda che io le venda lucciole per lanterne, eccogliele in contanti.
Esempio: Guadagn. Poes. 2, 277: Atteso che Sesto Caio Baccelli Ha lucciole vendute per lanterne,... Il Tribunal lo danna a pene eterne.
Definiz: § XIV. E Prendere lucciole per lanterne, vale proverbialm. Ingannarsi, Prendere abbaglio, in checchessia; e Fare altrui vedere lucciole per lanterne, vale Ingannarlo, Fargli prendere abbaglio; anche figuratam. –
Esempio: Savonar. Pred. 17: El quale (il vino) inebria l'uomo, e fagli vedere lucciole per lanterne.
Esempio: Guadagn. Poes. 1, 294: Voi, che..., tratti da frenetico furore Per lanterne le lucciole prendete, Riflettetevi bene, ec.
Esempio: E Guadagn. Poes. 2, 266: A creder durano fatica Che non sia stato mai Caio Baccelli Infarinato della storia antica,... E che lucciole prenda per lanterne.