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1° Edizione
Diz Giu. totali
6200 3 6203 forme
3368 2 3370 occorrenze
Ordinamento delle voci: alfabetico punteggio
100) Dizion. 1° Ed. .
DISUSANZA
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pag.296



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Esempio: Salust. Iug. R. Ma li nostri, per l'asprezza, e la disusanza del luogo, ricevea, ed impedía [cioè per non aver pratica del luogo]
101) Dizion. 1° Ed. .
ALLEGRISSIMAMENTE
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pag.40



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Esempio: Salust. Iug. R. Metello, infra questo, giunto a Roma, contra la sua speranza, fu ricevuto molto allegrissimamente, e dal popolo, e da' padri.
102) Dizion. 1° Ed. .
LIMACCIO
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pag.485



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Esempio: Salust. Iug. R. E Quando il mare è grosso, e comincia a tempestare di venti, allora l'onde traggono seco limaccio, rena, e grandi sassi.
103) Dizion. 1° Ed. .
ADOTTAZIONE
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pag.23



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Esempio: Salust. Iug. R. Allora il detto Iensal rispuose, che ciò gli piacea, perocchè 'l terzo anno dinanzi l'avea Micissa, per adottazione, fatto perveníre a reame.
104) Dizion. 1° Ed. .
MONDIZIA
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pag.539



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Esempio: Salust. Iug. R. Si diede ad uso, e dar frutto, e per ragione, e non all'adorno parlar greco, ne a mondizie, o vero acconcezze cittadinesche.
105) Dizion. 1° Ed. .
FODERO
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pag.351



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Esempio: Salust. Iugur. R. Anche fece foderi di legname abbondevolmente, e tutte cose, che in isvariate guerre, in acqua, od in terra, ad huomo fa bisognante.
106) Dizion. 1° Ed. .
FORZEVOLMENTE
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pag.362



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Esempio: Salust. Iug. R. Anzi ha fatto la quistione d'altrui aspramente, e forte, e forzevolmente fue fatto per lo romore, e per la grande guardia del popolo.
107) Dizion. 1° Ed. .
SOPRAPPRENDERE
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pag.817



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Esempio: Salust. Iug. R. Egli tostamente andaro alli luoghi vernerecci de' Romani, ma nella via da' Ladroni Getoli soprappresi, e spogliati, spaurosi, sanza onore, fuggiro a Silla. hiberna, circunventi, pavidi.
108) Dizion. 1° Ed. .
CARATTERE
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pag.154



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Esempio: Maestruz. Addomandasi, ec. se il carattere d'un ordine presuppone il carattere dell'altro ordine. R. S. Tom. In ciascheduno ordine sì come si da spiritual podestà, così è impresso lo spiritual carattere.
109) Dizion. 1° Ed. .
DI
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pag.257



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Esempio: Salust. Catell. Di grandissima forza si combattea da ciascuna parte.
110) Dizion. 1° Ed. .
DISCONSENTIRE
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pag.379 [279]



1) id: 9a0281cbdbe6402084fe5b66003b7cb9)
Esempio: Salust. Catell. G. conciossiacosa che dagli altri mali costumi discordassi, e disconsentissi.
111) Dizion. 1° Ed. .
IN
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pag.423



1) id: 0356e832857744e6935ba55bb1fe5fe3)
Definiz: ¶ In composizione con le consonanti L. M. R. La N. si converte in esse seguenti, come INLECITO ILLECITO, INMOBILE IMMOBILE, INRAZIONALE IRRAZIONALE: con l'altre consonanti, e con le vocali, si sta ferma, e avanti al B. e al P. si converte in M. secondo l'uso comune.
112) Dizion. 1° Ed. .
T
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pag.869



1) id: 6ffd00d8f4bf441f99a441bf154911b4)
Definiz: Lettera di suono simile al D, e molte voci si dicono con l'una, e con l'altra, come ETATE ETADE, POTERE PODERE, LITO LIDO. Consente dopo di se la L, e R, col perdere alquanto di suono, ma la L malagevolmente, perchè non è suono di questa lingua, ne la riceve, se non in quelle voci, le quali non son fatte interamente nostrali, come ATLETA, ATLANTE. Con la R fa miglior suono, e più usitato, tanto nel principio della parola, quanto nel mezzo, come TRAVE, SCALTRO. Riceve, avanti di se, in mezzo della parola, in diversa sillaba, la L, N, R, S, come ALTO, PUNTA, ORTO, ASTA. In principio di dizion riceve la S, come STORIA, STUDIO, e si pronunzia la S nel primo suono, quale nella voce CASA, come nella lettera S abbiam detto Raddoppiasi nel mezzo della parola, sì come l'altre consonanti, come ATTO, PETTO, ec.
113) Dizion. 1° Ed. .
ACCAGIONARE
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pag.8



1) id: cd89120e0a6a404c850e608d1db9bde7)
Esempio: Salust. Cat. G. S. Nellequali si contenea, com'ell'era accagionata a torto, e falsamente.
114) Dizion. 1° Ed. .
F
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pag.325



1) id: 72348902d9794ba9a60cd8ba17ffac65)
Definiz: Lettera, la quale, nel pronunziarsi, è assai simile all'V consonante, per essere amendune molto aspirate. Riceve dopo di se, nel mezzo della parola, e nella stessa sillaba, le consonanti L e R, e vi perde alquanto di suono, come AFFLITTO, FRESCO: ma riceve la L molto più di rado, come suono alquanto malagevole alla nostra pronunzia. Ammette avanti di se la L, N, R, S, in mezzo della parola, e in diversa sillaba, come ALFIERE, ENFIATO, FORFORA, DISFATTO, ma la S se le pone avanti molto più frequentemente nel principio, come SFERZA, SFORZO: e pronunziasi la S avanti alla F nel primo modo, e più comune, come nella voce CASA, conforme a quello, che si dirà nella lettera S.
115) Dizion. 1° Ed. .
VERISSIMAMENTE
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pag.931



1) id: 9f14e0dcea2e4466b0f69d7d1973bb83)
Esempio: Salust. Catil. Tanto verissimamente, quanto io potrò, in brevi parole, racconterò.
116) Dizion. 1° Ed. .
P
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pag.584



1) id: 69ee2476507f468a9d2aad3ea6a943e6)
Definiz: Lettera, assai simile al B, e all'V consonante, con la quale molte voci si pronunziano scambievolmente, come COPERTA, COVERTA, SOPRANO, e SOVRANO. Consente, dopo si se, delle consonanti, nella medesima sillaba, la L, e R, e ne perde alquanto di suono, come PLACARE, APPLICAZIONE, PRATO, GINEPRO: quantunque con la L più di rado si truovi. Nel mezzo della parola, ma in diversa sillaba, ammette avanti di se la L, M, R, S, come alpe, TEMPO, CORPO, ASPIDO, benchè la S gli si ponga avanti ancora nel principio di dizione: come SPADA, SPINTA. La S avanti al P, si profferisce nel modo più comune, cioè col suono più intenso, quale è nella voce CASA, di che vedi nella lettera S. Raddoppiasi nel mezzo della parola, quando è necessario di farlo come CAPPA, STOPPA.
117) Dizion. 1° Ed. .
L
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pag.468



1) id: cf6572301bc94ddca47d373a0c6e928a)
Definiz: LETTERA, Laquale ammette, dopo di se, ne' mezzi delle parole, e in diversa sillaba, tutte le consonanti, dalla N, e R in poi, come ALBA, FALCONE, FALDA, VOLGO, SALMA, ALPE, POLSO, SALTO, SELVA, CALZA. E, in tutti questi luoghi, i Toscani, nel pronunziarla, gli fanno, per più dolcezza, perdere alquanto di suono. Avanti di se, nel mezzo delle dizioni, riceve il B, C, F, G, P, R, S, T, come OBBLIGO, CONCLUDERE, CONFLITTO, GIGLIO, ESEMPLO, PARLAMENTO, SLUNGARE, ATLETA, il che sempre fa nella stessa sillaba, salvo, che con la R, con la quale s'accoppia in sillaba diversa, come ORLATO. Ma di rado si trova, appo la nostra lingua, dopo la B, C, F, T, come suono, assai, per sua durezza, fuggito. Dopo la G. poco è in uso, se però non seguita l'I, come GIGLIO, ilquale gli fa fare suono più schiacciato, o sottile, come si dice nella lettera G. Di rado si truova dopo la S, e anche in principio di parola, come SLEGARE: o vero ne' verbi composti, con la preposizione DIS, o MIS, come DISLEALE, MISLEALE. Accoppiata, col T avanti, non è suono di questa lingua, ma solo s'usa per le voci forestiere, non divenute ancor nostre affatto, come ATLANTE, ATLETA. Con tutte queste lettere avanti, perde alquanto di suono, salvo che con la R, e con la S, le quali gliele lasciano mantenere intero. Pronunziasi la S avanti alla L nel secondo modo, cioè, con suono sottile, o rimesso, quale è nella voce MUSA, come si dice nella lettera S. Raddoppiasi, dove è necessario, ne' mezzi della parola, come ANELLO, COLTELLO.
118) Dizion. 1° Ed. .
C
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pag.139



1) id: 89917dba8e564e4facbd48e81cf7e80a)
Definiz: E, per conoscere questa diversità di suono, sarebbe necessario assegnare a ciascheduno il suo proprio carattere. NON si pone il C avanti ad altre consonanti, che alla L e R, nella stessa sillaba, e perde alquanto del suo suono: ma alla L più di rado, come CONCLUSIONE, CLERO CRINE, INCRESPATO. Ammette avanti di se, nel mezzo della parola, ma in diversa, sillaba, La L, N, R, S: come CALCA, ANCORA, ARCO, TOSCO: ma la S gli va avanti, ancor nel principio, come SCUDO, SCHERMO: e sempre si pronunzia la S innanzi al C nel primo modo più comune, come nella voce CASA, di che vedi nella lettera S. Mettesi la C avanti al Q, quando il Q si dee raddoppiare, come ACQUA, ACQUISTO, conciossiacosachè il Q non sia altro, che C. Nel mezzo di parola si raddoppia, quando bisogna, come STECCO, BOCCA.
119) Dizion. 1° Ed. .
D
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pag.246



1) id: 8bd28260504e462494521d210b87075d)
Definiz: Lettera, che ha gran parentela con la T, e perciò molte voci latine, nel farsi nostrali, hanno mutato il T in D. come più dolce di suono, Latro ladro, Potestas Podestà, Litus Lido. Acconsente dopo di se solamente la R, oltre alle vocali, tanto in principio, quanto in mezzo della dizione, e nella stessa sillaba, con perdere alquanto di suono, come DRAGO, SALAMANDRA. Riceve avanti di se, nel mezzo della parola, ma in diversa sillaba, La L, N, R, S, come GELDRA, BANDO, VERDE, DISDICEVOLE. Ma la S si trova di rado in mezzo di parola, e quasi sempre ne' verbi composti dalla preposizione DIS, come DISDIRE. Nel principio si trova più spesso, come SDEGNO, SDENTATO, e deesi sempre profferire la S, avanti, nel secondo suono, e più rimesso, come nella voce accusa, conforme al detto nella lettera S. Raddoppiasi nel mezzo, quando egli occorre, come FREDDO, addurre.