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Diz Giu. totali
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16061 25 16086 occorrenze
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60) Dizion. 1° Ed. .
DICAPITAMENTO
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pag.260



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Esempio: Tav. dicer. Il dolore del dicapitamento orribile, di cotale huomo, gli animi nostri, e que' de' savi amici, ha compreso.
61) Dizion. 1° Ed. .
ACCHIUDERE
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pag.10



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Esempio: Tavol. dicer. Noi siamo tanti, che tutti li potemo tosto acchiudere, non ci converrà guari combattere a sì poca gente.


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Esempio: Vit. S. Pad. Vedendo con gli occhi suoi la sua moglie peccar con un'altro avoltero, acchiuso d'una grande tristizia, non disse lor nulla [cioè compreso] Lat. correptus.
62) Dizion. 1° Ed. .
RICERNERE
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pag.702



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Esempio: Dan. Par. 11. Tu dubbi, ed hai voler, che si ricerna, ec. Lo dicer mio, ch'al tuo sentir si sterna.
63) Dizion. 1° Ed. .
AGUATARE
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pag.33



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Esempio: Lib. dicer. E in somma tutte le volte, che tu m'hai assalito, e aguatato, io ho disfatti i tuoi argomenti.
64) Dizion. 1° Ed. .
INORGOGLIRE
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pag.447



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Esempio: lib. dicer. La lumiera della nobiltade è tale, che l'alte cose non ingorgogliscono le menti de' nobili, ne le dolorose non l'abbassano.


2) id: 4d5964ff3cba4ce9922d3619908b4c7a)
Esempio: Gradi S. Girol. Dee avere gran vergogna l'huomo, che s'inorgoglia.
65) Dizion. 1° Ed. .
DITRAPPARE
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pag.296



1) id: c76c23e23979462681c41da38066e2c3)
Esempio: Lib. dicer. E non solamente vegghiare per aspettare il sonno a' mariti, ma ancora per ditrappare i beni di coloro, che sono uccisi.
66) Dizion. 1° Ed. .
DIVORAZIONE
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pag.297



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Esempio: Lib. dicer. G. S. Per la cui sobria larghezza vai dicendo, che tutto il regno è divorato, ma se la divorazione è già così fatta in tutto, onde sono soperchiate cotante rimanenze a divorare.
67) Dizion. 1° Ed. .
ANCA
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pag.53



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Esempio: Lib. Dicer. Incomincerà questi a cantare con una boce fioca, e con turpissimo modo, e sconciamente moverà l'anche, e i piedi, e le mani.
68) Dizion. 1° Ed. .
CATTIVEZZA
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pag.164



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Esempio: Lib. dicer. Non è più da temere il biasimo di non seguir veritade, e di non esser valoroso, che di cattivezza, e di viltade.
69) Dizion. 1° Ed. .
TRAPASSAMENTO
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pag.900



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Esempio: Lib. dicer. Avemo fermato per saramento, che 'l detto Currado, appresso il trapassamento della vita del detto suo padre, terremo a Signore, e 'mperadore.


2) id: a366862e801b4e77a2bb97a37435fe7a)
Esempio: Mor. S. Greg. Nel piede sì figura il trapassamento dell'operazione, e nel capo si figura questo Mondo.


3) id: 2a118acdb6e249e29723708f1927db20)
Esempio: Collaz. S. Pad. Il peccato, che quegli commise, per trapassamento del comandamento d'Iddio, non debbe veramente, ec. [cioè trasgredimento, prevaricazione]
70) Dizion. 1° Ed. .
BENDA
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pag.118



1) id: aca2dafa7bd24546a8b1afdd691a3d02)
Esempio: Lib. dicer. Il quale, per retaggio, lasceremo a' nostri figliuoli, infino, che la nostra cittade la nerissima benda laverae con sangue li nimichevoli popoli.
71) Dizion. 1° Ed. .
S
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pag.741



2) id: 2bd27eae002840beb6a23df520ecfb38)
Definiz: lettera di suon vemente, come la R. posta in composizion co' suo' primitivi, ha forza molte volte, di privativo: come CALZARE SCALZARE, MONTARE SMONTARE. Alle volte d'accrescitivo: come PORCO SPORCO, MUNTO SMUNTO. Alle volte di frequentativo: come BATTERE SBATTERE. Alle volte non opera nulla, valendo lo stesso: CAMPARE SCAMPARE, BANDITO SBANDITO, BEFFARE SBEFFARE. Appo di noi ha due varj suoni: il primo più gagliardo, e, a noi, più familiare: come CASA, ASSE, SPIRITO. L'altro più sottile o rimesso, usato più di rado: come SPOSA, ROSA, ACCUSA, SDENTATO, SVENATO. In questo secondo suono non si raddoppia giammai, ne anche si pone in principio della parola, se non quando, immediatamente, ne segue una consonante: come SMERALDO, sdentato, ec. Consente dopo di se, nel principio della parola, tutte le consonanti, salvo la Z. Nel mezzo della parola, e in diversa sillaba, riceve, dopo di se, le medesime consonanti, ma più malagevolmente: e, per lo più, in composizione, con la preposizion DIS o MIS: come DISDETTA, MISLEALE: ma col C, P, T, s'accoppia frequentemente, senza difficultà: come TASCA, CESPUGLIO, PRESTO. Quando è posta avanti al C, F, P, T, si dee pronunziare nel primo modo, cioè, col suon più gagliardo: come SCALA, SFORZO, VESPA, STUDIO, CESTO: ma avanti al B, D, G, L, M, N, R, V, si pronunzia col suono più sottile, o rimesso: come SBARRA, SDEGNO, SGUARDO, SLEGARE, SMANIA, SNELLO, SRADICARE, SVENTURA. Avanti di se ammette la L, N, R, in mezzo alla dizione, e in diversa sillaba: come FALSO, MENSA, ORSO. Raddoppiasi nel mezzo della parola, come l'altre consonanti, dove lo ricerca il bisogno.
72) Dizion. 1° Ed. .
DISTESO
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pag.293



1) id: a1c17491d8a248edb67d125414d225ec)
Esempio: E Dan. Par. can. 11. Tu dubbi, ed hai voler, che si discerna In sì aperta, e sì distesa lingua, Lo dicer mio [cioè prolissa, precisa]


2) id: 07460619bc6c4720be9535125b04c06b)
Esempio: Coll. S. Pad. Si mossono per andare per la distesa solitudine del diserto [cioe lunga, e grande]
73) Dizion. 1° Ed. .
G
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pag.375



2) id: 919e05438d024a83834ff042946bf965)
Definiz: lettera compagna del C, laquale, anch'ella, ha due suoni diversi, perchè posta avanti all'A, O, U, ha il suono più rotondo, come GALLO, GOTA, GUSTO e avanti all'E, ed I, ha il suono più sottile, o aspirato, come GENTE, GIRO; onde, per necessità di proprio carattere, per servircene nel primo suono con la E, e con l'I, pogniamo dopo la H, come GHERONE, GHIRO. Questo Gh, quando ne seguita l'I, ha anch'egli due suoni, l'uno più rotondo, e grosso, come GHIRLANDA, VEGGHI dal verbo vedere: l'altro più sottile, e schiacciato, il quale, per lo più, avviene, quando all'I segue un'altra vocale, come GHIANDA, GHIERA, VEGGHIA: e a cotali suoni, per isfuggire errore, sarebbe bisogno proprio carattere a ciascheduno. Delle consonanti riceve dopo di se, nella stessa sillaba, la L, N, R. Come NEGLETTO, GLORIA, EGLI, REGNO, INGRATO, GRETOLA: bene è vero, che dopo la L, dove non seguita l'I, per esser suono, per sua durezza sfuggito da questa lingua, si truova di rado. Quando alla L col G avanti, seguita l'I, intal caso ha due suoni: l'uno più rotondo, e grosso, come NEGLIGENTE, il quale non è molto ricevuto da noi: l'altro più sottile, o schiacciato, come GIGLIO, FOGLIO: e questo è nostro proprio. Aggiunto, come s'è detto, il G alla L, e N, gran parte gli fa perdere del suo suono, come AGLIO, RAGNA. Consente avanti di se La L, N, R. S nel mezzo della parola, e in diversa sillaba, come VOLGO, VANGA, VERGA, DISGREGARE, benchè la S si trovi in mezzo di rado, e per lo più, in composizione, con la preposizione DIS. Ma nel principio di parola, più frequentemente, come SGARARE: e si pronunzia sempre la S avanti al G, nel secondo modo, cioè nel suono più rimesso, come nella voce ACCUSA. Raddoppiasi questa lettera nelle nostre voci molto spesso, come POGGIO, OGGI, ec.
74) Dizion. 1° Ed. .
AVVELENATO
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pag.100



1) id: d461192eed804473bd3a29c3b65762e5)
Esempio: Lib. dicer. In questo modo, questi spesse volte va per mezzo 'l mercato, com'un drago, con una guardatura rabbiosa, con un'animo avvelenato, di quà, e di là guardandosi intorno.
75) Dizion. 1° Ed. .
ORGOGLIAMENTO
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pag.577



1) id: b553c91a96934b73a7ea4cd4ecc5f5f0)
Esempio: Lib. dicer. Elli nondimeno, seguendo durezza di Faraone, e turando le sue orecchie, a maniera d'áspido, con orgogliosa fierezza, e con fiero orgogliamento, ebbe in dispetto le nostre preghiere.
76) Dizion. 1° Ed. .
SFORTUNATO
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pag.795



1) id: 1148fe9e07b2416abefbcd9011d39b91)
Esempio: Lib. dic. Noi non sapemo, se non che troppo sarebbe sfortunata, se, ec.
77) Dizion. 1° Ed. .
STERNERE
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pag.848



1) id: 52012d5ea94244d8a99d3edac3660544)
Esempio: Dan. Par. 11. In sì aperta, in sì distesa lingua Lo dicer mio, ch'al tuo disir si sterna Colui, ec. Sternel la voce del verace Autore, ec. Sternimil tu ancora, cominciando.
78) Dizion. 1° Ed. .
GIOVANESCO
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pag.386



1) id: f69c698c686845aebea8b7a89ab41639)
Esempio: Valer. Mass. G. S. Entrato appena ne' giovaneschi anni.
79) Dizion. 1° Ed. .
STURARE.
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pag.860



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Esempio: Fr. G. S. Or vi sturate bene gli orecchi.


2) id: 89a1bf410c51407bab79828dd9138aa5)
Esempio: Vit. S. Pad. Sì gli disse, che sturasse un canal d'acqua, che v'era, e innaffiasse l'orto.