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1° Edizione
Diz Giu. totali
19972 30 20002 forme
12926 23 12949 occorrenze
Ordinamento delle voci: alfabetico punteggio
40) Dizion. 1° Ed. .
RABBUFFATO.
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pag.675



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Esempio: Retor. Tull. E stando con gli occhi arzenti, col capo rabbuffato, e con la pelle bistorta.
41) Dizion. 1° Ed. .
MODIFICARE
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pag.536



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Esempio: Retor. Tull. Alle volte si perdona, e si rimette, alle volte si perdona, e si modifica.
42) Dizion. 1° Ed. .
SOMMARIAMENTE
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pag.813



1) id: d6fddb26ca6541b6adaf1b966dfe5fd2)
Esempio: Rett. Tull. E se dice il fatto sommariamente, non per parte.
43) Dizion. 1° Ed. .
RAFFIDARE.
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pag.677



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Esempio: Retor. Tull. E mosterrà, come l'avversario suo si raffida più nelle dette cose, che in altra ragione.
44) Dizion. 1° Ed. .
IMPRUDENZIA
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pag.423



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Esempio: Tull. lett. a Quin. Volendo resistere alla imprudenza d'alcuni mercatanti.
45) Dizion. 1° Ed. .
FIOCO
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pag.350



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Esempio: Ret. Tull. M. Incomincerà questi a cantare con una boce fioca, e con un turpissimo modo.
46) Dizion. 1° Ed. .
ADASPRARE
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pag.17



1) id: cf3607f610f24cf8a1c69c2051bd38dc)
Esempio: Retor. Tull. E un'altro ornamento, che s'appella raddoppiamento, il quale si fa quando, vogliendo aggrandíre, o adasprare alcuna cosa.
47) Dizion. 1° Ed. .
PUNIMENTO
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pag.664



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Esempio: Retor. Tull. Costui ha questo malificio commesso, e giustamente il ne dovete puníre: maraviglioso punimento, e ornamento è questo.
48) Dizion. 1° Ed. .
RADDOPPIAMENTO.
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pag.677



1) id: e4af690384e3493f8b86d9e610d69970)
Esempio: Retor. Tull. G. S. E un'altro ornamento, che s'appella raddoppiamento, ilquale si fa, quando vogliendo aggrandíre, o vero adasprare alcuna cosa.
49) Dizion. 1° Ed. .
STUDIEVOLMENTE.
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pag.859



1) id: 782a50e48c30407d8956244499b16edd)
Esempio: Ret. Tull. Se un ruffiano di mala condizione, lo quale, studievolmente ha morto una vedovella, priega, ec.
50) Dizion. 1° Ed. .
DILIBERALE
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pag.266



1) id: cdd500e3dfd8446c92f2ddc0054bb73c)
Esempio: Ret. Tull. Per avarizia nò, perch'è stato sempre diliberale a gli amici, ch'è grande segno di larghezza.
51) Dizion. 1° Ed. .
ROZZO
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pag.738



1) id: d29306e160bb47b480dd75bef831c62d)
Esempio: Tull. Lett. a Quinto. Essendo tu rozzo, e nuovo nel reggimento.
52) Dizion. 1° Ed. .
ALLA DISTESA
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pag.37



1) id: 0eeaf9c17f5e4b4aa25f2ea2e5942634)
Esempio: Retr. Retor. Tull. Sì che è viè meglio mettere in sospeccion l'uditore, e dargli ad intender le cose tacitamente, che specificare alla distesa le cose.


2) id: e0e98a39cc624e399abef3e39d393e3a)
Esempio: E Retor. Tull. appresso. Il secondo si dice più alla distesa, per due contrarie sentenzie.
53) Dizion. 1° Ed. .
ATTESO
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pag.92



1) id: 698755bbd38446168a3c777c89cf19b6)
Esempio: Retor. Tull. E faccialo tale, che adoperi l'una di queste tre cose, cioè, o che renda l'uditore più atteso, o che renda più ammaestrato.
54) Dizion. 1° Ed. .
PARLATORE
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pag.595



1) id: 5c41549ec36a40f0aea3ed556d8116a8)
Esempio: Retor. Tull. Se la parola sarae nella favella degnitosa, il parladore dicerà il detto suo, con levando, o con menando un poco la mano dritta.
55) Dizion. 1° Ed. .
TEMPORECGIARETEMPOREGGIARE.
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pag.878



1) id: f47250b015bc4f25939517cc1d47fb3c)
Esempio: Ret. Tull. Tempo è da vendere, e tempo è da comperare: tempo è da fuggire, e tempo è da incalzare: savio è l'huomo, che sa bene temporeggiare.
56) Dizion. 1° Ed. .
ABBOMINAMENTO
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pag.4



1) id: 0bea67ef88aa4ee5a5975aca697089dd)
Esempio: Retor. Tull. M. Conclusione è la sesta parte della dicería, laquale si può fare in tre modi. Il primo, per via di novero, il secondo, per via d'abbominamento, il terzo, per via di misericordia.
57) Dizion. 1° Ed. .
MEZZANITADE
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pag.527



1) id: 65ba72f7c6154d4db2d9c27359531955)
Esempio: Tull. pist. a Quinto. Quando vedranno chiaramente, che niente si possa impetrare, per mezzanità di coloro, i quali mostrano di poter molto appo te.
58) Dizion. 1° Ed. .
S
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pag.741



2) id: 2bd27eae002840beb6a23df520ecfb38)
Definiz: lettera di suon vemente, come la R. posta in composizion co' suo' primitivi, ha forza molte volte, di privativo: come CALZARE SCALZARE, MONTARE SMONTARE. Alle volte d'accrescitivo: come PORCO SPORCO, MUNTO SMUNTO. Alle volte di frequentativo: come BATTERE SBATTERE. Alle volte non opera nulla, valendo lo stesso: CAMPARE SCAMPARE, BANDITO SBANDITO, BEFFARE SBEFFARE. Appo di noi ha due varj suoni: il primo più gagliardo, e, a noi, più familiare: come CASA, ASSE, SPIRITO. L'altro più sottile o rimesso, usato più di rado: come SPOSA, ROSA, ACCUSA, SDENTATO, SVENATO. In questo secondo suono non si raddoppia giammai, ne anche si pone in principio della parola, se non quando, immediatamente, ne segue una consonante: come SMERALDO, sdentato, ec. Consente dopo di se, nel principio della parola, tutte le consonanti, salvo la Z. Nel mezzo della parola, e in diversa sillaba, riceve, dopo di se, le medesime consonanti, ma più malagevolmente: e, per lo più, in composizione, con la preposizion DIS o MIS: come DISDETTA, MISLEALE: ma col C, P, T, s'accoppia frequentemente, senza difficultà: come TASCA, CESPUGLIO, PRESTO. Quando è posta avanti al C, F, P, T, si dee pronunziare nel primo modo, cioè, col suon più gagliardo: come SCALA, SFORZO, VESPA, STUDIO, CESTO: ma avanti al B, D, G, L, M, N, R, V, si pronunzia col suono più sottile, o rimesso: come SBARRA, SDEGNO, SGUARDO, SLEGARE, SMANIA, SNELLO, SRADICARE, SVENTURA. Avanti di se ammette la L, N, R, in mezzo alla dizione, e in diversa sillaba: come FALSO, MENSA, ORSO. Raddoppiasi nel mezzo della parola, come l'altre consonanti, dove lo ricerca il bisogno.
59) Dizion. 1° Ed. .
G
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pag.375



2) id: 919e05438d024a83834ff042946bf965)
Definiz: lettera compagna del C, laquale, anch'ella, ha due suoni diversi, perchè posta avanti all'A, O, U, ha il suono più rotondo, come GALLO, GOTA, GUSTO e avanti all'E, ed I, ha il suono più sottile, o aspirato, come GENTE, GIRO; onde, per necessità di proprio carattere, per servircene nel primo suono con la E, e con l'I, pogniamo dopo la H, come GHERONE, GHIRO. Questo Gh, quando ne seguita l'I, ha anch'egli due suoni, l'uno più rotondo, e grosso, come GHIRLANDA, VEGGHI dal verbo vedere: l'altro più sottile, e schiacciato, il quale, per lo più, avviene, quando all'I segue un'altra vocale, come GHIANDA, GHIERA, VEGGHIA: e a cotali suoni, per isfuggire errore, sarebbe bisogno proprio carattere a ciascheduno. Delle consonanti riceve dopo di se, nella stessa sillaba, la L, N, R. Come NEGLETTO, GLORIA, EGLI, REGNO, INGRATO, GRETOLA: bene è vero, che dopo la L, dove non seguita l'I, per esser suono, per sua durezza sfuggito da questa lingua, si truova di rado. Quando alla L col G avanti, seguita l'I, intal caso ha due suoni: l'uno più rotondo, e grosso, come NEGLIGENTE, il quale non è molto ricevuto da noi: l'altro più sottile, o schiacciato, come GIGLIO, FOGLIO: e questo è nostro proprio. Aggiunto, come s'è detto, il G alla L, e N, gran parte gli fa perdere del suo suono, come AGLIO, RAGNA. Consente avanti di se La L, N, R. S nel mezzo della parola, e in diversa sillaba, come VOLGO, VANGA, VERGA, DISGREGARE, benchè la S si trovi in mezzo di rado, e per lo più, in composizione, con la preposizione DIS. Ma nel principio di parola, più frequentemente, come SGARARE: e si pronunzia sempre la S avanti al G, nel secondo modo, cioè nel suono più rimesso, come nella voce ACCUSA. Raddoppiasi questa lettera nelle nostre voci molto spesso, come POGGIO, OGGI, ec.