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Dizion. 1° Ed. .
LECCARE
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LECCARE.
| Definiz: | E leggiermente fregare con la lingua, dal Gr. λείχειν. Lat. lambere. |
| Esempio: | Lab. n. 82. Come prima le parti superficiali andò leccando. |
| Esempio: | Dan. Inf. c. 30. E, per leccar lo specchio di Narciso, Non vorresti a invitar
molte parole. |
| Esempio: | E Dan. Inf. can. 17. E di fuor trasse La lingua, come bue che
naso lecchi. |
| Esempio: | Franc. Sacch. E, quando venia in Firenze, non guadagnando, ricorrea alcuna volta
alle nozze, dove pure alcuna cosa leccava [cioè buscava] |
| Esempio: | E Franc. Sacch. appresso. Chi va lecca, e chi si sta si secca
[cioè busca] |
| Definiz: | ¶ Diciamo in proverbio. Leccare, e non mordere: che vale contentarsi d'uno onesto guadagno. |
| Definiz: | E quell'altro. A can che lecchi cenere, non gli fidar farina. E vale, che a chi toglie il poco, e
cattivo, non è da fidargli l'assai, e 'l buono. |
| Definiz: | ¶ E LECCARE diciamo anche il poco, e leggiermente toccare. Latin. leviter
attingere. |
| Definiz: | E LECCATURA leggier ferita in pelle. Lat. vulnus leve.
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| Definiz: | E LECCO sust. diciamo al segno, al quale, in giucando alle pallottole, o alle
piastrelle, o morelle, ciascuno cerca d'avvicinarsi il più ch'e' può, con quella cosa, ch'e' tira. |
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