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NASPO.
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NASPO.
Definiz: Sost. masc. Lo stesso che Aspo, premessavi la particella In, con aferesi della vocale. –
Esempio: Sacch. Rim. 71: State su, donne!... Gittate gli arcolaj, I naspi colle rócche. Crusc. Vocab. II: Aspo.... che anche diciamo Naspo.
Esempio: Not. Malm. 2, 529: Aspo.... detto dell'Annaspare, Naspo, e poi Aspo.
Definiz: § I. E per Arcolaio. –
Esempio: Spolv. Colt. Ris. 4, 276: Talor diresti Flagellato paleo ronzar d'intorno, O di naspo legger versata ruota.
Definiz: § II. Term. della Meccanica. Quell'argano orizzontale, che serve a tirare in alto pesi, cavare acqua dai pozzi, e simili usi, detto più propriamente Burbera. –
Esempio: Martin. F. Tratt. Archit. 269: Vèr l'altra sommità (del ponte levatoio) a questa opposita, sia un naspo con due corde, l'una contro l'altra procedente, con carrucole di dentro stabilite appresso all'estremità della buca dove passa il ponte; sicchè, voltando il naspo per un verso stia fuori..., e per l'altro verso al contrario, senza alzare il ponte, dentro si tiri.
Esempio: Vann. Biring. Mec. Arist. 59: Sono le scitale di tre maniere: la prima, che è chiamata vulgarmente naspo o burbara, è un legno lungo e rotondo, che ha in una estremità, o in ambedue, un ferro circonflesso o torto, al quale s'adatta la potenza motiva; e ci serviamo d'esso ad inalzar i pesi, accomodandoli attorno la fune ec.
Esempio: Bald. Eron. 20 t.: In mezzo del fuso sia il naspo, m n, congiunto anch'esso al detto fuso, intorno al qual naspo s'avvilupperà la corda; in questo naspo sarà fitto una punta n o, nella quale si ficcherà l'uncinetto della corda.