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1) Dizion. 5° Ed. .
ELEMOSINA.
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ELEMOSINA.
Definiz: Sost. femm. Dono di checchessia, fatto caritatevolmente ad uom bisognoso: e la Cosa stessa così donata.
Dal basso lat. eleemosyna, e questo dal grec. ἐλεημοσύνη. ‒
Esempio: Vill. G. 698: Nella nostra città di Firenze fu loro fatte grandi elemosine; che per le divote genti, uomini e donne, ogni dì erano messe tavole, e piena tutta la piaza vecchia di Santa Maria Novella, ove ne mangiavano per volta cinquecento o più, bene serviti.
Esempio: Cavalc. Tratt. Ling. 15: E 'l digiuno e l'elemosina sono cose più di fuori; e sono quasi due ale, che fanno l'orazione volare più tosto al cielo.
Esempio: Ar. Orl. fur. 34, 80: Di versate minestre una gran massa Vede, e dimanda al suo Dottor, ch'importe. L'elemosina è (dice) che si lassa Alcun, che fatta sia dopo la morte.
Esempio: Serdon. Esort. volg. 36: Chi mai tra catolici ha mormorato de' predicatori, che persuadessero a' fedeli il frequentare l'elemosine?
Esempio: Giobert. Ges. mod. 3, 376: Parte importantissima della beneficenza privata è l'elemosina.
Esempio: E Giobert. Ges. mod. 3, 377: Chi non vede che questa elemosina pubblica e civile (come opera del concorso di molti) supera l'altra (la privata) di grande intervallo pel numero dei sovvenuti, per l'estensione, l'efficacia, la durata del sovvenimento, e pei frutti che ne derivano?
Definiz: § I. E figuratam. ‒
Esempio: Panzier. Tratt. 29 t.: Con maggiore fervore el suo Creatore e le superne elemosine desiderare.
Definiz: § II. Pur figuratam., e familiarmente, usasi a denotare Grande miseria, Stato di povertà, nelle maniere Essere all'elemosina o Ridursi all'elemosina, Mettere alcuno all'elemosina, e simili.
Definiz: § III. Elemosina dicesi Quel denaro che dai fedeli si suol dare per usi pii nelle chiese, o a persone addette ai servigj della chiesa; e più particolarmente Quello che si dà al sacerdote per la Messa. ‒
Esempio: Guicc. Stor. 2, 411: Le quali [cose temporali] benchè dedicate alle chiese, sono però pervenute tutte quelle dall'elemosine, dalle donazioni, e dei lasci dei nostri maggiori.
Esempio: Serdon. Esort. volg. 25: Ho poi comandato a' chierici che non piglino la elemosina dalla casa tua, ed a te proibisco la comunione, fin che fatta, conforme al tuo ardire o errore, la penitenza da me imposta in tempo a ciò ordinato.