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COVO.
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COVO.
Definiz: Sost. masc. Luogo dove ripara e sta l'animale; e più specialmente dicesi di uccelli, o della lepre o altro animale ad essa consimile. –
Esempio: Cresc. Agric. volg. 471: Conigli son detti perchè figliano sottoterra, dove si nascondono e dove fanno i lor covi.
Esempio: Car. Long. 8: Era in quel contorno il covo di una lupa, la quale allevando di molti lupacchini, aveva bisogno di far carne assai.
Esempio: Varch. Lez. Pros. var. 2, 228: Dirassi ancora il luogo dove sia stata la lepre covo, come alla stanza della volpe tana.
Esempio: Francesch. Cical. III, 2, 29: Chiara cosa è che l'uovo non fu il primo, perchè chi arebbe fatto il covo?
Esempio: Bart. D. Suon. 102: La veramente ammirabile costruttura de' nidi e de' covi, che diversi animali si fabrican diversamente, chi sotterra e chi sopra terra ec.
Esempio: Salvin. Opp. 259: Al covo giunto [il cervio], tragge fuora La serpe, e con premura ne la straccia.
Esempio: Fiacch. Fav. 1, 90: Lo stolto Cane trovossi ad agghiadar di nuovo, E di più senza paglia e senza covo.
Definiz: § I. Per similit. e familiarm. parlandosi di letto. –
Esempio: Rucell. Or. Operett. var. 69: Adagiandovi entro il covo di un ben grogiolato letto con tutta la persona.
Esempio: Salvin. Annot. Fier. 485: Poltrire, stare nel letto, nel covo.
Definiz: § II. A covo, dicono i cacciatori parlando dell'animale veduto, sorpreso, trovato, acchiappato, o simili, mentre sta fermo e nel suo covo; e più particolarmente riferiscesi alla lepre. –
Esempio: Varch. Comp. past. 36 t.: Due leprettin sotto la madre a covo In una macchia con gran rischio presi.
Esempio: Grazz. Rim. 275: Poi col suo cane, e la pertica in mano Fa di volpi e lepron strage e macello. Vedele a covo ec.
Esempio: Salvin. Teocr. volg. 154: Il capriuol veggendo A covo, manimetter non vorrallo.
Definiz: § III. Onde figuratam. e riferito a persona, A covo, ed anche trovasi Nel covo, coi verbi Chiappare a covo, nel covo, Trovare a covo, nel covo, Indicare a covo, nel covo o Insegnare a covo, nel covo, e simili, vale In modo sicuro e spiccio, Nel luogo proprio dove quegli è o suole stare; od anche In sul fatto; ed altresì In acconcio de' fatti propri, Opportunamente, A tempo. –
Esempio: Firenz. Comm. 1, 354: Può far il mondo, ch'i' non possa colorire cosa ch'i' disegni! ben trovò costui la Purella a covo.
Esempio: Cecch. Servig. 1, 5: Ecco appunto qua 'l suo consigliero, Che me lo saperrà insegnar a covo.
Esempio: Ross. B. Cical. III, 2, 285: Quel gelosaccio di Vulcano, per chiappare in fragranti e a covo, come gli riuscì, quello smargiasso ec.
Esempio: Panant. Poet. Teatr. 104: Gli farò la posta, Giacchè non posso chiapparlo nel covo.
Definiz: § IV. Per similit. e scherzevolmente riferiscesi anche a cosa. –
Esempio: Grazz. Rim. 2, 263: Ma pria saper conviene Il modo d'insegnare antico e nuovo Ch'avete, Varchi, voi trovato a covo.
Esempio: Allegr. Rim. Lett. 160: L'acchiappar, verbigrazia, il bene a covo, perch'egli è senza dubbio nascosto in un punto quasi indivisibile, è rischio, o ventura.
Definiz: § V. Fare il covo, vale propriamente Fare il nido; e figuratam. detto di persona, vale Stanziarsi in qualche luogo, Accomodarvisi stabilmente e con tutti i suoi agj; ed altresì, in senso più largo, Assicurare a sè medesimo un'agiata condizione di vita. –
Esempio: Buonarr. Fier. 1, 5, 6: Io per me 'ntendo farmi un tratto il covo, Dove regnan le donne.
Definiz: § VI. Pigliar la lepre a covo. –
V. Lepre.