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1) Dizion. 5° Ed. .
AVERNO.
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Dizion. 5 ° Ed.
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AVERNO.
Definiz: Sost. masc. Propriamente l'Inferno de' Gentili, e presso i Poeti, anche per l'Inferno de' Cristiani. Fu così detto da un lago del regno di Napoli, presso il quale gli antichi ponevano una discesa all'Inferno.
Dal lat. Avernus. –
Esempio: Car. Eneid. 6, 290: Giunser ove d'Averno era la bocca.
Esempio: Tass. Gerus. 5, 18: Tal che maligno spirito d'Averno.... Tacito in sen gli serpe.
Esempio: E Tass. Gerus. 16, 67: Giunto agli alberghi suoi chiamò trecento, Con lingua orrenda, deità d'Averno.
Esempio: Mont. Poes. 1, 231: Tu non berai la bruna Onda d'Averno, da cui volta è in fuga Tutta speranza di miglior fortuna.
Definiz: § I. Per similit. –
Esempio: Menz. Sat. 42: Mille travagli in negre bolge serra Questo averno di corte.
Definiz: § II. Presso i Naturalisti si dicono Averni quei Laghi, donde si sollevano pestifere esalazioni, altrimenti detti Mofete:
e furono così chiamati dal greco αορνος ἄορνος, che significa privo di uccelli, perchè credevasi che gli uccelli restassero uccisi dai vapori che da quelli s'inalzano. –
Esempio: Marchett. Lucrez. 400: Ch'e' si chiamino Averni, il nome è tratto Dalla lor qualità, poichè nemici Sono a tutti gli augei.
Esempio: Salvin. Disc. 3, 139: E prima di lui Lucrezio aveva detto di questi luoghi chiamati Averni, con darne la stessa etimologia, principio quod ec.
Esempio: Targ. Viagg. 3, 402: Il fumo ed alito dei lagoni [di Volterra] non fa morir gli uccelli che vi passano sopra volando, come accade negli Averni.