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1) Dizion. 5° Ed. .
DISONORANZA.
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DISONORANZA.
Definiz: Sost. femm. Mancamento di onoranza, Il non rendere ad alcuno l'onoranza debita; e si usò anche per lo stesso che Disonore. Ma è voce oggi poco comune. ‒
Esempio: Dant. Conv. 347: Tocca nobiltade (che bene è vera salute) essere dov'è vergogna, cioè tema di disonoranza, siccome è nelle donne e nelli giovani.
Esempio: E Dant. Conv. 378: La verecundia è una paura di disonoranza per fallo commesso; e di questa paura nasce uno pentimento del fallo, il quale ha in sè un'amaritudine, ch'è gastigamento a più non fallire.
Esempio: Segn. B. Etic. volg. 8: Dico tali [azioni morali] quando elleno son rettamente operate, arrecarci lode;... e quando elleno son messe in atto perversamente partorirci biasimo, disonoranza, e per conseguente miseria.
Esempio: E Segn. B. Etic. volg. 212: Determinasi adunche, che ella (la vergogna) sia un timore di disonoranza.
Esempio: E Segn. B. Rettor. volg. 89: Spezie di villania è la disonoranza, perchè chi disonora non tien conto.