Lessicografia della Crusca in rete

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OSTAGGIO.
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OSTAGGIO.
Definiz: Sost. masc. Quella persona che in tempo di guerra od anche di discordie civili, una delle parti contendenti dà in potere dell'altra per garanzia dell'osservanza dei patti convenuti; ed altresì La garanzia stessa, specialmente nella maniera Dare in ostaggio o per ostaggio.
Dal franc. ant. ostage. –
Esempio: Burch. Son. 1, 110: I moscioni avean dato a' furfanti Un baril d'acquerel per loro ostaggio.
Esempio: Guicc. Stor. Gh. 1, 162: Essendovi da lui e da' Genovesi dati gli ostaggi, e depositando il castelletto..., n'arete pure qualche arra e qualche pegno.
Esempio: Tass. Lett. 1, 150: Nè strano gli dee parere che Clelia con tant'altre vergini, date per ostaggio da' Romani a' Toscani, ingannino le guardie.
Esempio: Adr. M. Plut. Vit. 3, 6: Seguito appresso l'accordo fra Demetrio e Ptolemeo, andò per ostaggio in Egitto.
Esempio: Serdon. Stor. Ind. volg. 13: Dubitando che 'l lungo indugio non apportasse qualche incommodo a gli ostaggi Portoghesi, ordinò al Cano, che ec.
Esempio: Dav. Tac. 1, 35: Supplicavano che.... rendesse alle legioni il loro allievo, nè si desse per ostaggio ai Galli.
Esempio: E Dav. Tac. 1, 259: I Galli ci presero: demmo anche ostaggio a' Toscani: patimmo il giogo da' Sanniti.
Definiz: § I. Figuratam. –
Esempio: Alf. Trag. 3, 54: Io prigioniera vile, io son l'ostaggio Della ondeggiante fe' d'audace plebe.
Definiz: § II. Trovasi per semplicemente Garante, Mallevadore. –
Esempio: Nannin. Epist. Ovid. 13: E quello Dio dove è, ch'in sì begli anni Dovea tenerne in dolci lacci avvinti, E che mi fu del matrimonio ostaggio? (il lat. ha: coniugii sponsor et obses).