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1) Dizion. 5° Ed. .
INGERITO, e con forma latina, usata talvolta solo in poesia, anche INGESTO.
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INGERITO, e con forma latina, usata talvolta solo in poesia, anche INGESTO.
Definiz: Partic. pass. di Ingerire. –
Esempio: Magal. Lett. At. 337: Baie, direte; non è la Croce nè il Crocifisso: è il timore ingerito dalla credulità; e il timore guarisce anche la quartana.
Definiz: § I. E in forma d'Add. Messo dentro, Introdotto, Inserito, e simili. –
Esempio: Dant. Parad. 2: Se il primo fosse, fòra manifesto Nell'eclisse del Sol, per trasparere Lo lume, come in altro raro ingesto.
Esempio: But. Comm. Dant. 3, 56: Lo lume, cioè dei raggi solari,... in altro raro, cioè in altro corpo raro, ingesto, cioè messo sì come nel vetro.
Definiz: § II. E figuratam. –
Esempio: Savonar. Pred. 12: Dopo questa seconda lebra venne poi la terza, e questa è la Gola: perchè vedendosi essere ingeriti nella roba, e quasi abandonata la povertà, mangiano poi di buoni capponi, e sono poi li predicatori che predicano la penitenzia.
Esempio: Ricc. S. Cat. Lett. 414: Tanto mi pare ingerita questa nuova usanza, che ec.
Definiz: § III. E per Fatto entrare, Insinuato, nella mente o nell'animo altrui. –
Esempio: Segner. Op. 4, 355: Non s'intende la scienza in atto, s'intende solamente l'attacco alla scienza in atto: o, se s'intende la scienza ingerita, la scienza intrusa, cioè quella scienza che l'anima vi viene allora a interpor di spirito propio, ec.