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MALESCIO
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MALESCIO.
Definiz: Add. È aggiunto di noce di cattiva qualità, e che male, ossia difficilmente, esce e si spicca dal suo guscio. E dicesi anche dell'albero stesso che produce noci di tal qualità. –
Esempio: Buonarr. Fier. 2, 2, 6: Mi riuscì addolcir col guscio stesso Anche, e col mallo, pur le noci dure E malesce ed arcigne.
Esempio: Baldin. Vocab. Dis. 107, 2: I periti.... nelle nostre parti di Toscana distinguono due sorte di noci: uno che chiamano gentile, ed un altro che dicono malescio, e tutti due ne' lavori ricevono bel pulimento e lustro; è però fra di loro questa differenza, che 'l malescio non lo riceve così morato come il gentile, ed il suo frutto non è punto godibile, mercè l'esser il midollo delle sue noci così fortemente fitto e serrato nella sua cassa con tramezzi sì forti e stretti, che quindi non può cavarsi senza rompere la noce in minutissimi pezzi.
Esempio: Salvin. Annot. Tanc. 542: Malescia, la quale (voce) usiamo unicamente nel rappresentare una noce che non è come l'altre saporita, ma guasta, e tralignata in sapore cattivo e disgustoso e nocevole.
Definiz: § I. In locuz. figur. –
Esempio: Uzzan. N. Vers. 298: Saravvi Santo Spirito e Santa Croce, Santa Maria Novella e quel del Duomo, Che schiacceranno la malescia noce.
Esempio: Buonarr. Tanc. 3, 4: Ma s'io dibarbo questi pastricciani, Se queste noci non mi son malesce, E se la Tancia acchiappano i mie' cani, D'averci dato d'opra non m'incresce.
Definiz: § II. E figuratam., detto di persona, o d'un suo membro, vale Cagionevole, Infermiccio, Malsano. –
Esempio: Bellin. Bucch. 58: Se pur non mel rammemoro a rovescio, Or che 'l mio capo s'è fatto malescio.
Esempio: Salvin. Annot. Tanc. 551: A un uomo afato, malsano, dichiamo volgarmente malescio, cioè mal complessionato.