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1) Dizion. 5° Ed. .
DRIADE e DRIADA con l'accento sull'antepenultima, e in poesia anche con l'accento sulla penultima.
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DRIADE e DRIADA con l'accento sull'antepenultima, e in poesia anche con l'accento sulla penultima.
Definiz: Sost. femm. Term. della Mitologia. Ninfa dei boschi, che credevasi vivere immortale, a differenza dell'Amadriade che periva insieme con la pianta, entro alla quale abitava.
Dal lat. dryas, e questo dal grec. δρυάδες, nella qual lingua non fu in uso il singolare. ‒
Esempio: Bocc. Amet. 4: I Satiri, le Ninfe, le Driade e le Naiade.... se ne abbelliscono.
Esempio: E Bocc. Amet. 72 t.: Quivi le Driade, e le silvestre Ninfe, e le Naiade di qualunque paese sopposto al Re novello vi furono.
Esempio: Pulc. Luc. Ciriff. Calv. 1, 133: Quivi son Satir, Fauni e Driade, Ed altra spezie di Ninfe caprine.
Esempio: Alam. L. Colt. 5, 37: Quante fiate il dì Satiri e Pani Tralle Driade sue selvagge ninfe Lo van lieti a veder!
Esempio: Pindem. Poes. 95: Credo Veder tra quercia e quercia le festive Driadi or mostrarsi, or disparir.