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1) Dizion. 5° Ed. .
INTOLLERANDO, ed anche INTOLERANDO.
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INTOLLERANDO, ed anche INTOLERANDO.
Definiz: Add. Da non potersi tollerare, sopportare, Intollerabile; ma è voce del nobile linguaggio.
Dal lat. intolerandus. –
Esempio: Ar. Orl. fur. 24, 32: Così, con quanto senno e quanta mente Da la somma Prudenzia m'era infusa, Io mi sforzai guardarla, ma al fin vinto Da intolerando assalto, ne fui spinto.
Esempio: E Ar. Rim. 1, 254: Stolto sarò, quando io perisca e taccia Sotto il gran peso intollerando e vasto.
Esempio: Loll. Oraz. I, 3, 30: Il che nè meglio, nè con maggior frutto de' miei cittadini, al presente fare non potevate, che col vigore di questa ottima legge raffrenar le delizie, e regolar le smisurate ed intollerande spese delle pompe.
Esempio: Mont. Iliad. 1, 760: Una malvagia intolleranda cosa Questa al certo sarà, se voi cotanto, De' mortali a cagion, piato movete, E suscitate fra li Dei tumulto.
Esempio: E Mont. Iliad. 24, 900: Nè verun nè veruna a questo annunzio Nella cittade si restò; ma tutti, D'intollerando duolo il cuor compresi, Si versar dalle porte e fersi incontro Al lugubre convoglio.
Esempio: Leopard. Poes. 1, 147: Intolleranda Parve, e fu, la mia lingua alla beata Prole mortal, ec.
Definiz: § In forza di Sost. Ciò che è intollerando. –
Esempio: Strozz. Oraz. 119: Fu altamente da Orazio tutto ciò confermato in questi versi: Uom di iustizia e di costanza armato Non si spaventa nel mirar potenti, E comandanti con vorace ardore In lor città l'intollerando e ingiusto.