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1) Dizion. 5° Ed. .
OTTATIVO.
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OTTATIVO.
Definiz: Add. Term. dei Grammatici. È aggiunto dato a quel Modo del verbo col quale si esprime desiderio; spesso in forza di Sost.
Dal lat. optativus. –
Esempio: Rinaldesch. Espos. Salm. 72: Qui sappi come gli Ebrei non hanno l'ottativo, ma nel luogo dell'ottativo pongono il futuro dello indicativo.
Esempio: Salv. Avvert. 1, 260: E oltr'a ciò la terza del medesimo numero ne' modi, che ottativi e subiuntivi da' latini gramatici s'appellan comunemente.
Esempio: Strozz. Osserv. Ling. 116: Chi (dei verbi) finisce in A nello indicativo, che son quei della prima, come Amano, fanno nell'imperativo ottativo e soggiuntivo in I.
Esempio: Buomm. Ling. tosc. 203: Questi modi son cinque: indicativo, imperativo, ottativo, congiuntivo e infinito. Così ci piace chiamargli per non ci partir da' termini delle scuole, ancorchè dimostrativo, comandativo e desiderativo state fossero voci assai più toscane.
Esempio: E Buomm. Ling. tosc. appr.: Ottativo, o desiderativo, è quando s'accenna un certo desiderio o voglia, come Consiglierei, Cacciassi, e Andasse.... E avvertasi, che ogni volta che noi veggiamo alcun segno di desiderio, come Dio voglia, Faccia Iddio, Piaccia a Dio, o vero quello Oh s'io facessi, Amassi, o cosa tale, sempre è ottativo.
Esempio: E Buomm. Ling. tosc. 204: In somma sappiasi questo, che se il verbo semplicemente dimostrerà il fatto, sarà indicativo.... Se vi sarà in alcuna maniera desiderio o potenza, ma non atto, sarà ottativo.
Esempio: Mann. Lez. Ling. tosc. 155: Abbia, con tutte le altre voci dell'ottativo e del coniuntivo, da abbo traggono origine.