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1) Dizion. 5° Ed. .
ANNUNZIO.
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ANNUNZIO.
Definiz: Sost. masc. Ambasciata, Novella, Notizia, che si dà altrui d'alcuna cosa.
Dal lat. barbaro annuntium. –
Esempio: Dant. Purg. 12: Disse: venite, qui son presso i gradi, Ed agevolemente omai si sale. A tale annunzio vengon molto radi ec.
Esempio: Ar. Orl. fur. 25, 52: Beato è chi correndo si conduce Prima degli altri a dirlo alla Regina, Da lei sperando, per l'annunzio buono, Acquistar grazia.
Definiz: § I. Per Predizione. –
Esempio: Dant. Inf. 13: Quivi le brutte Arpie lor nido fanno, Che cacciâr delle Strofade i Troiani Con tristo annunzio di futuro danno.
Definiz: § II. Per Augurio. –
Esempio: Bocc. Fiamm. 52: Di quello, che noi non disideriamo che avvenga, non tentiamo con tristo annunzio gl'iddei.
Esempio: E Bocc. Fiamm. 205: O misera, quali annunzj, quali empiti, non bisognando, venturi t'infigni?
Esempio: Tass. Gerus. 12, 18: Depon Clorinda le sue spoglie,.... E senza piuma o fregio altre ne veste, Infausto annunzio, rugginose e nere.
Esempio: Spolv. Colt. Ris. 4, 1083: Ecco io t'ascolto e seguo Dove m'inviti: or tu matura e adempi Sì lieti annunzj.
Definiz: § III. Diciamo in proverbio a chi, burlando in fatti o in parole, s'augura male: Prima l'annunzio, e poi il malanno. –
Esempio: Salv. Granch. 5, 3: Prima l'annunzio, e poi 'l malanno.