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1) Dizion. 5° Ed. .
GHETTO.
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GHETTO.
Definiz: Sost. masc. Luogo, in alcune, principali città, diviso dal resto dell'abitato, e un tempo chiuso da mura o da cancelli, le cui porte stavano serrate dal tramonto del sole fino all'alba, e nel quale erano le case, i negozj, i banchi degli Ebrei, non essendo loro permesso di abitare nè di tenere traffici altrove.
Voce derivata dall'ebraico ghet, che propriamente vale Carta di separazione tra i coniugi, Carta di ripudio. –
Esempio: Marignoll. Rim. burl.: Con qualche debituzzo in bisca e in ghetto.
Esempio: Lipp. Malm. 5, 40: Pur pinse tanto, che gli venne detto: Buon dì, corrier; che nuova c'è di ghetto?
Esempio: Pallav. Vit. Aless. 2, 105: A benefizio dell'aria furon mondate da pubblici uffiziali le strade,... e ridotte ad ogni possibile pulitezza le carceri, e il ricetto de' Giudei, che quivi si chiama ghetto.
Esempio: Not. Malm. 1, 417: Ghetto è voce caldea che significa Libello di repudio; onde noi diciamo Ghetto, per intendere Luogo di gente segregata e repudiata dal commercio degli altri uomini.
Esempio: Baldin. Decenn. 4, 95: Furono.... essi giudei cavati da' lor soliti alberghi, e posti tutti in quel tenitorio di case, che oggi diciamo il ghetto.
Esempio: E Baldin. Decenn. 4, 96: Ma giacché n'ha portato la congiuntura a parlare del ghetto, non è da tralasciarsi di dare alcuna notizia della derivazione di tal nome, il quale non viene altrimenti da un'isola, nè tampoco dalla parola Ughetto diminutivo d'Ugo, come fu da altri scritto, ma dalla parola ebraica Ghet, che vuol dire divisura, cioè separazione, che è quello appunto che fu inteso di fare con quella fabbrica, espresso anche nella notata inscrizione in quelle parole segregatos voluerunt.
Esempio: Lam. Ant. tosc. 1, 61: Credo che queste [terme] venissero ad essere ad un bel circa, dove è adesso il ghetto degli ebrei, o là intorno.
Esempio: Targ. Viagg. 9, 104: Sono essi castelli orridi e sudici come ghetti.
Definiz: § I. Ghetto, figuratam., vale Luogo sordido e sudicio. –
Esempio: Ner. I. Pres. Samm. 9, 23: Era il quartiero lor prima un ristretto D'ogni bontà, ma da che gli hai lasciato Sopra il collo la briglia, è proprio un ghetto; Anzi, che dico? un chiasso è diventato.
Definiz: § II. Fare un ghetto, vale figuratam. e in ischerzo, Fare un grande strepito, una grande confusione, e dicesi di persone che parlino nello stesso tempo. –
Esempio: Fag. Rim. 1, 370: E le di lei sorelle ed i fratelli Avrebber replicato e fatto un ghetto.
Esempio: Guadagn. Poes. 1, 88: Si fa da quattro donne un ghetto.