Lessicografia della Crusca in rete

1) Dizion. 5° Ed. .
OLEZZARE.
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OLEZZARE.
Definiz: Neutr. Spirare, Gettare, Rendere odore; e propriamente grato.
Dal lat. olere, mediante un suffisso derivativo. ‒
Esempio: Dant. Purg. 24: E quale, annunziatrice degli albori, L'aura di maggio muovesi, ed olezza, Tutta impregnata dall'erba e da' fiori; Tal ec.
Esempio: But. Comm. Dant. 2, 586: L'aura di maggio; cioè lo venticello di maggio, muovesi; cioè venteggia delicatamente, ed olezza; cioè rende ulimento.
Esempio: Tass. Gerus. S. 18, 20: L'un margo e l'altro del bel fiume, adorno Di vaghezze e d'odori, olezza e ride.
Esempio: Red. Lett. 3, 101: Insensibilmente rapito dalla vistosa verzura, dalla vaga diversità de' fiori, dell'erbette, ed altresì dalla freschezza dell'ombre dolcemente percosse da una piacevole aura, che olezza.
Esempio: Leopard. Poes. 137: E mai non sento Mover profumo di fiorita piaggia, Nè di fiori olezzar vie cittadine, Ch'io non ti vegga ancor ec.
Definiz: § In locuz. figur., e figuratam. ‒
Esempio: S. Ag. Espos. Salm. 57: Altro piagniamo in questa vita, altro presumiamo in quella vita: quello, che si piange, pute; quello, che si presumisce, olezza.
Esempio: Red. Son. 4: Chi cerca la virtù, schivi d'Amore Le fiorite contrade e i molli prati; Perchè,... se un incauto e giovinetto cuore Si ferma a respirar quei dolci fiati, Ch'olezzan quivi con mentito odore, ec.