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Dizion. 5° Ed. .
GOBBA.
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GOBBA. Definiz: | Sost. femm. Protuberanza, Risalto, nella schiena o nel petto dell'uomo, derivante da deviazione, della spina, delle coste, o dello sterno: oggi più comunemente Gobbo. |
Dal lat. gibba. – Esempio: | Varch. Suoc. 2, 1: Io non aveva questa gobba, anzi era diritta come un fuso; benchè lo scrigno non fa bruttezza. | Esempio: | Red. Lett. 1, 209: Era tornato al paese bello e diritto, essendogli gentilmente stata segata la gobba. | Esempio: | Parin. Poes. 86: Ora il distingue Risibil gobba, or furïosi sguardi, Obliqui o loschi; or rantoloso avvolge Tra le tumide fauci ampio volume Di voce che gorgoglia. | Esempio: | E Parin. Poes. 1, 157: Quale Finge colui, che con la gobba enorme E 'l naso enorme e la forchetta enorme Le cadenti lasagne avido ingoia. |
Definiz: | § I. Usasi comunemente a significare Quella protuberanza o risalto naturale, che è sul dorso di alcuni animali, come, ad esempio, il cammello e il dromedario. |
Definiz: | § II. Per similit. trovasi per Curva, Dorso, Declive, di monte. – | Esempio: | Flor. Agric. Met. volg. 51: Alcune altre [vene] da la sommità del monte, o del colle, per la gobba calano ne la valle, over ne la pianura serrata da monti: e di nuovo per la piega del monte che gli è a dirimpetto, o del colle, salgono. |
Definiz: | § III. Cascare ad uno la gobba, parlandosi di persona vecchia, trovasi in modo basso per Morire. – | Esempio: | Monet. Poes. 138: O gente vile, o gente sfaccendata, Che sol forse nutrisce la speranza Che a qualche vecchio un dì caschi la gobba, E per eredità goder la robba. |
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