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Dizion. 5° Ed. .
CIVAIA.
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CIVAIA. Definiz: | Sost. femm. Nome generico d'ogni legume secco raccolto per uso di cibo; come fave, fagiuoli, ceci, lenti, cicerchie e simili. |
Dal lat. cibaria, plur. di cibarium, Vitto, Alimento. – Esempio: | Pucc. A. Rim. 272: Erbette forti da frittelle farne, Recan con ceci, ed ogni altra civaia. | Esempio: | Cant. Carn. 2, 548: Noi siam tutti di Legnaia, Ed abbiam con noi recato D'ogni sorta di civaia. |
Esempio: | Soder. Cult. Ort. 27: Distende [l'andracna] i rametti in alto, i quali secchi all'uggia e cacciati in pezzetti ed in poca quantità nelle civaie che non son cottoie, le intenerisce e fa cuocere. |
Esempio: | Adr. M. Plut. Vit. 1, 24: L'uso del cuocere in tal giorno civaie, dicono essere venuto perchè ec. | Esempio: | Leopard. G. Cap. piac. 28: Mostrò quel galantuom d'aver cervello, Che per una minestra di civaie Mandò la roba e l'onore in bordello. |
Esempio: | Manett. Mem. Frum. 109: Le principali civaie, tra le altre che possono aver uso per pane, sono le vecce, i piselli, i ceci, le lenti e i fagiuoli. |
Definiz: | § Si usò per Voto, Suffragio; dall'uso di render questo mediante fave o fagiuoli, o altra specie di civaie. – |
Esempio: | Varch. Stor. 2, 432: Truovaronsi a squittinare, cioè a rendere la civaia, come dicevano essi, cioè la fava o 'l suffragio. |
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