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1) Dizion. 5° Ed. .
GAUDEAMUS.
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Dizion. 5 ° Ed.
GAUDEAMUS.
Definiz: Voce trasportata dalla lingua latina nella nostra, e presa da un'antifona ecclesiastica che così incomincia e che si canta nelle più solenni festività. Usasi scherzevolmente a denotare allegrezza, festa, godimento, gioia, e simili; per lo più nelle maniere Stare in gaudeamus, Andare, o simili, in gaudeamus. –
Esempio: Cecch. Lez. M. Bartolin. 37: Festa è quella che si fa ordinariamente in cucina, che in contado è chiamata gaudeamus e gozzoviglia.
Esempio: E Cecch. Samar. 3, 8: S'ha a fare anche a sue spese il gaudeamus.
Esempio: Sassett. Lett. 53: Io gli cantai il mattutino, che o volevo ritrovarmi ancor io al gaudeamus, ec.
Esempio: Fag. Comm. 2, 301: Ce ne staremo tra noi in gaudeamus colle nostre spose.
Esempio: E Fag. Comm. 6, 194: Colà vede quelle pinzochere. I. Là vedo l'amato bene. A. Parla con esse tutto giorno. I. Con esso favello il giorno e la notte. A. E se ne va in gaudeamus. I. E provo gioia indicibile.
Esempio: E Fag$ Rim. 4, 28: Mi conduceste a far la pancia piena, E a stare in gaudeamus a Lappeggio.